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Autore: Alarnis    08/03/2021    3 recensioni
"Quel giorno fu lei a restare ferita, solo ora se ne rendeva conto."
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il posto più bello

 
Il posto più bello è con chi si ama.
Lei l’aveva sempre saputo; visto negli occhi di Nicandro quando era assieme al cugino e quando era con Guglielmo; anche se le era sembrato strano quell’incomprensibile “Devo tornare a casa… Zia Matilda sarà in pensiero?”, mentre tutti guardavano stupiti Nicandro, come se fosse la stranezza più singolare del mondo. Anche se doveva essere quella più naturale.
Chi non sogna di vivere in un castello? Quella bella stanza, rispecchiava la ricchezza: un comodo letto a baldacchino con tendaggi ai lati, un bel baule da corredo di legno chiaro borchiato nei vertici, portafiaccole di ferro lavorato a edera, un pregevole arazzo in cui un’armonia di animali oziavano tra toni di colore caldi.
Così quando Nicandro fece l’atto di venire in piedi, alzandosi dal letto, quattro braccia lo ricoricarono con dolcezza, tra mille premure e suggerimenti. “La ferita si è infettata.” e “Non è prudente!”. Legittimi quei dinieghi che obbligavano ad essere pazienti. I severi curatori, nei loro sai, non avrebbero arretrato nel loro consiglio.
Che non si reggesse in piedi per la febbre era evidente, nel viso bianco e nel tremolio che lo pervadeva, ma probabilmente trovarsi in mezzo a estranei lo rendeva ancora più nervoso.
“Offendi il mio tutore, se te ne vai!” appuntò saccente Lavinia, additandogli un dito contro. Guglielmo non meritava una simile onta: l’aveva salvato e condotto al castello.
“Non voglio offendere nessuno, ma tornare a casa mia.” si giustificò il ragazzino con voce cauta. Di certo non voleva oltraggiarli e poca la forza per sfidarli.
“La zia Matilda dovrà attendere.” azzardò cocciuta “Per ora dormi.”. Lo guardò, ma già aveva seguito il suo consiglio, volente o nolente per la febbre. Da giorni altalenava i dormi veglia, ma sembrava migliorare con le cure che gli venivano rivolte.
Decisamente s’era incuriosita di sapere chi fosse questa zia Matilda; così l’aveva cercata, trovata e spiata e diciamocelo s’era davvero arrabbiata sul fatto che Nicandro avesse detto di preferirla a Guglielmo.
Era una donna pigra e più d’un uomo sembrava frequentarla e frequentare la sua casa: una casupola dal tetto di paglia, che sembrava rattoppata di fango.
Più d’una volta era stata sul punto di venir sorpresa dai fanciulli e ragazzetti che la abitavano: tutti diversi uno dall’altro, pochi i tratti materni che li accumunavano. Tutti chiassosi, irosi e piagnucolosi che si alternavano in un caotico andirivieni. Ma ecco… Lui?
Era la sua casa? Cosa centrava lui?
Abitava dunque lì. Il contadino della sua storia.
Il posto più bello è con chi si ama.
Ritornava a casa con una gerla di viburno sulle spalle, riempita di legna. Il suo sguardo abbattuto. Fischiettando cupamente era apparso in fondo al sentiero che inoltrava nel bosco. Guardava a terra mentre si avvicinava. Smise di fischiare quando girò le spalle per lasciare la gerla cadere a terra, prima di entrare.
Il suo cuore si era stretto un istante, conscia che lo sconforto non doveva essere un sentimento che si confaceva a quel ragazzo.
Il posto più bello è con chi si ama.
Valeva anche per lei: valeva per tutti.
 
   
 
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