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Autore: Selhin    08/03/2021    0 recensioni
Claire Farron è rinata nel nuovo mondo e alcune cose sono cambiate. Ha una vita completamente nuova ed ha la possibilità di rimediare agli sbagli commessi in quella precedente. E' una seconda occasione per lei ma sente che manca qualcosa. C'erano delle persone che considerava una famiglia prima, riuscirà a ritrovarle?
" It’s a new world. A world of hope. And it’s waiting for you… to be born again."
[ Post LR e principalmente HopexLightning ]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Hope, Lightning
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Square-Enix che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in "Final Fantasy XIII Series", appartengono solo a me.
 

 

Rebirth

Lost

* Prologo *

 

 

  “ It’s a new world. A world of hope.

And it’s waiting for you… to be born again.



 

La prima volta che si rese conto di non aver solo sognato un altro mondo, un’altra vita, fu quando a cinque anni sua sorella le chiese, un sussurro nel vento.

  “ Sorellina, dov’è Cocoon? ”

Si voltò sorpresa fissando lo sguardo negli occhi dello stesso azzurro intenso dei i suoi, solo un po’ più brillante con sfumature scure e le sorrise appena. Una scintilla di luce nello sguardo consapevole. Allungò le braccia e la strinse forte come non era mai riuscita a fare prima, prima di quella nuova vita. Lacrime cristalline sfuggirono dalle ciglia scure mentre la consapevolezza invadeva le memorie di entrambe, potevano sentire i battiti dei loro cuori attraverso l’abbraccio così carico di parole non dette. Perché non dissero altro, non avevano bisogno di farlo, finalmente erano insieme ed era tutto ciò di cui avevano bisogno. Avevano vinto, ce l’avevano fatta.

Sapevano.

Dopo quel momento le immagini di quel mondo iniziarono ad accumularsi nelle loro menti sempre più in fretta, con sempre più forza come se, in qualche modo, quella domanda avesse abbattuto il muro dei ricordi lasciando che il loro flusso scorresse impavido e senza poter essere fermato in alcun modo. Vedevano una vasta pianura selvaggia sormontata da un globo galleggiante, polvere di cristallo purissima svolazzava tutt’intorno. Una spiaggia bianca e tranquilla, il suono delle onde del mare che si mescolava alle loro risate di bambine, lampeggianti flash di neon freddi e il rumore di spari echeggiava nell’aria. C’era stata sofferenza, tanta, troppa.

Paura, lotta, morte.

Ma qualcos’altro le spingeva a scavare più in profondità, sogno dopo sogno, ricordo oltre il ricordo, perché c’era di più, doveva esserci di più. Una pacca comprensiva sulla spalla, un pugno di trionfo nell’aria, il profumo di una cena arrostita in un campo improvvisato, una voce allegra e saltellante, un ghigno arrogante ma leale, occhi verdi luminosi e pieni di fiducia. Una famiglia non legata dal sangue ma da un sentimento molto più profondo. Claire sorrise stringendo sua sorella e affondando il viso nei suoi capelli mentre le parole pronunciate dalla se stessa di quell’altra dimensione le affioravano nella mente.

Era per quello che avevano combattuto.

Era per quello che avevano reso l’impossibile possibile.

Smisero di fare domande ai loro genitori il giorno in cui compirono sette anni. Claire si svegliò presto quella mattina, lacrime silenziose scendevano dai suoi occhi azzurri ma non seppe spiegarsene la ragione fino a che Serah non la raggiunse nel suo letto singhiozzando disperata. Mentre accarezzava i riccioli della sorella cercando di calmarla, all’improvviso fu consapevole del perché di quella tristezza così straziante e inaspettata che le pesava nel petto quasi bloccando il respiro.

Senza riuscire a trattenersi si alzò e, prendendo la mano di Serah, corsero dritte fra le braccia dei loro genitori che dormivano ancora beatamente in quella pigra domenica estiva. Claire strinse così forte le braccia attorno al collo di suo padre e l’uomo si preoccupò quando notò le lacrime di sua figlia. Anche Serah stava piangendo accoccolata nell’abbraccio di sua moglie che lo guardava con la sua stessa confusione riflessa nel suo sguardo. Liquidarono l’episodio con un sorriso gentile e un’alzata di spalle decretando che probabilmente avevano avuto un incubo, una cosa che accadeva abbastanza spesso in effetti. Le due bambine s’infilarono sotto le coperte al centro del letto stringendosi l’un l’altra assaporando il calore dell’amore dei loro genitori mentre ascoltavano la voce della loro madre che dolcemente cantava una ninna nanna rassicurante. Si riaddormentarono in pochi minuti cullate dalla voce gentile e delicata che sapevano di aver già udito in quell’altra vita, così tanti secoli prima, grate che non fossero sole. Niente sarebbe accaduto ai loro genitori questa volta, sarebbero state felici e al sicuro, lo sapevano e basta. Lo meritavano.

  “ Non possiamo parlarne più, non con loro. Hai capito Serah?” - le disse Claire quel pomeriggio mentre giocavano in veranda, un sussurro complice appena udibile nell’aria, suo padre che beveva una tazza di caffè in cucina mentre la madre curava il giardino canticchiando dolcemente. Sua sorella annuì con decisione, comprensiva. Sapeva che se avessero continuato ad insistere sull’argomento non avrebbero fatto altro che farli preoccupare, non ne avevano colpa se non potevano ricordare come loro dopotutto.

Quello sarebbe rimasto un segreto, almeno per il momento.

Perché passavano gli anni e i loro ricordi si facevano più vividi, più reali, ogni giorno più intensi. Una maledizione e un folle viaggio per scongiurarla, centinaia di percorsi perduti nel tempo per cambiare il futuro, un Dio tormentato inondato di luce. Ma soprattutto avevano quella costante, persistente sensazione di assenza.

Quelle persone che nei loro sogni ridevano, piangevano, urlavano e combattevano al loro fianco dov’erano adesso? Chi erano? Le stavano cercando?

Non ricordavano nessun nome, i loro volti restavano sfocati nei dettagli non appena provavano a definirli meglio. Ma sapevano che erano lì da qualche parte nel mondo, dovevano esserci perché, alla fine di ogni cosa, erano stati al loro fianco e sorridevano.

E c’era una promessa che riecheggiava nella mente di Claire, così persistente e ostinata da farle quasi male. Era presente sempre qualunque cosa facesse. Era lì nello sguardo adorante di suo padre mentre le insegnava a suonare la chitarra, era nel dolce sorriso di sua sorella che si rifletteva in quello della madre mentre giocavano in giardino, era nelle risate degli sconosciuti che le passavano accanto per la strada.

Era sempre lì nella luce della linea sottile che separava il sogno dalla realtà.

Era una voce gentile e le ricordava che sarebbe andato tutto bene, che si sarebbero ritrovati prima o poi.

Saremo insieme.

E lei non poteva fare altro che crederci.


.
.
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Note : Sì, sono sempre io. Sì lo so che la sezione ormai è morta però mi sono ritrovata a voler dare un'ultima parola su questo, la mia personale idea su un post LR. Questa è solo la prima parte, il mio progetto ne prevede una seconda ma chissà. Spero vi abbia incuriosito e se siete passati di qui ( cosa assai improbabile temo ) mi farebbe piacere un vostro parere.
Al prossimo capitolo!
Selhin

   
 
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