39..
Say you'll love me just the way I am
Just the way I am
Stay beside me wether lose or win
Oh through thick and thin
(Startisan-Thick & Thin)
Eliza POV
Apro gli occhi lentamente, mentre i raggi del sole mi accarezzano il viso. Sento un peso sullo stomaco e abbasso lo sguardo. Sorrido. Il braccio di Alycia mi circonda il torso, come se fossi un peluche. Mi giro verso di lei, attenta a non svegliarla. Non la tocco, non la sfioro, mi limito semplicemente ad ammirarla. Sorrido. Sta dormendo in una posizione ai limiti dell’assurdo, con la testa appoggiata al materasso. I suoi capelli scuri mi solleticano la pelle e non so davvero come possa non avere il torcicollo. Mi mordo il labbro. È bellissima e io non posso fare altro che rimanere senza fiato. Sono passati due mesi da quella terribile serata. È incredibile come in così poco tempo tutto possa cambiare in modo tanto radicale. Anche la prima volta che ho rivisto Alycia erano trascorsi due mesi da una nottata carica di dolore e domande. Mai avrei immaginato di incontrarla così spenta, rassegnata, spaventata e senza più alcuna fiducia nella vita. E, allo stesso tempo, mai avrei creduto di essere io quella bisognosa di uno scopo. Ho passato anni sopravvivendo, sopprimendo il dolore per le mie azioni passate, per i miei errori, per la morte di Sean. La vita non dovrebbe essere soltanto sopravvivenza, le parole di Clarke mi risuonano nella mente così improvvise, così vivide. Arriva un momento nella vita in cui il dolore diventa qualcosa di talmente familiare, che non si è più in grado di staccarsene. Alycia ha sempre creduto che io la stessi aiutando e sì, è effettivamente ciò che è successo, ma non si è mai accorta di quanto lei stesse aiutando me. È vero quello che le ho detto tempo fa. Non potrei immaginarmi da nessun’altra parte se non accanto a lei. Non potrò smettere di amarla, nemmeno se lei dovesse rifiutarmi. Mi ha salvata e nemmeno lo sa. Mi ha regalato uno scopo. Cos’è l’essere umano senza un fine, se non puro caos? Avrei vagato senza meta all’infinito, senza mai trovare nulla di veramente valido per cui vivere. Sarei sopravvissuta, ma non era ciò che desideravo. Non è ciò che desidero.
«Ehi.» la saluto, mentre schiude lentamente gli occhi. Le sue iridi verdi mi scrutano, un po’ infastidite dalla luce solare che filtra dalla finestra.
«Ehi.» mi risponde, timida. Le bacio la fronte e la stringo a me. Appoggia la testa al mio petto e resta in silenzio, mentre io le carezzo la schiena, con delicatezza.
«Ti sento.» sussurra. Aggrotto la fronte, senza capire. Lei alza lo sguardo e mi posa una mano sul cuore. Mi sento mancare il fiato.
«Ti sento.» ripete. «E ne sono grata.». Mi mordo il labbro, mentre due lacrime mi bagnano le guance. La bacio, senza pensarci due volte.
«Ti amo.» affermo. Ed è vero. La amo immensamente. Provo per lei qualcosa che non ho mai sperimentato con nessuno, nemmeno con Bob. Sorrido mentre la sento intrecciare le sue dita con le mie e cominciare a giocarci. È il suo modo per prendere tempo quando deve dirmi qualcosa. Nonostante tutto, è ancora molto insicura. Non so se tornerà mai come prima. La vita l’ha ferita in modo brutale e crudele ed è inutile girarci attorno, deve convivere con cicatrici molto profonde. Non esiste una ricetta per poter tornare indietro, purtroppo. E, sotto sotto, credo che non le interessi nemmeno. Sono convinta che tutto ciò che desideri in questo momento sia poter continuare ad andare avanti, null’altro.
«Eli, io...» esordisce, timida. La cullo, per farle capire che non ha motivo di agitarsi. Le schiocco un sonoro bacio sul capo.
«Possiamo uscire?» mi chiede, la voce così bassa che fatico a sentirla.
«Tutto quello che vuoi, Aly.» le rispondo. Per lei farei di tutto. L’unica cosa di cui mi importa è poterle stare accanto. Non è un rapporto morboso. Non ci aggrappiamo disperatamente l’una all’altra. Non ci siamo costruire una bolla che ci isola dal resto dell’universo. Vediamo quasi quotidianamente i nostri amici e, a breve, io ricomincerò a lavorare. Semplicemente, stiamo insieme perché ne abbiamo bisogno. Stiamo insieme perché ne va della nostra vita.
«Vado a preparare la colazione e poi partiamo?». Annuisco. La osservo mentre si alza e si riveste. E, quando si volta un’ultima volta prima di scendere le scale che portano al piano di sotto, una forte e innegabile certezza si fa strada in me. Sono a casa. Siamo a casa.
Alycia POV
Qualche mese fa uscivo da casa mia e prendevo un taxi, diretta ad una festa a cui non sarei nemmeno dovuta andare. Avevo paura di ogni cosa, perfino della mia ombra. Ero terrorizzata e, soprattutto, disperata. Avevo perso qualsiasi aspettativa nella vita e mi ero rassegnata ad un’esistenza vuota, carica solamente di dolore ed oscurità. Eppure, è proprio quando non si attende più nulla che le cose straordinarie accadono. E, spesso, avvengono nel modo più strano e impensabile possibile. Quando mi sono ritrovata Eliza davanti, avrei voluto sparire. Mi vergognavo, non avrei mai voluto che lei mi vedesse così. Non avrei mai immaginato che il suo modo di guardarmi sarebbe diventato la mia strada verso la salvezza. Mi ero così abituata a tutta quell’oscurità che mi circondava, da non volermene più liberare. Mi ero convinta che quello sarebbe stato il mio destino. Mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo. E ci volevano due occhi blu per farmelo capire.
«Hai preso i panini?» mi domanda Eliza, mentre mi passa la giacca. È ottobre e, anche se in California, il clima comincia a farsi piuttosto fresco.
«Ho preparato tutto.» rispondo, fiera di me. So che stiamo parlando di stupidi tramezzini, ma il semplice tornare ad essere in grado di fare le cose, anche quelle più banali, mi sprona ad andare sempre più avanti. Ecco perché anche il solo essere riuscita a preparare dei panini mi riempie di gioia.
«Bene, allora andiamo.» mi esorta Eliza, prendendomi per mano. Afferro lo zaino e la seguo alla macchina. Ripongo tutto nel bagagliaio e mi siedo accanto a lei. Non posso ancora guidare, anche se mi piacerebbe ricominciare in futuro. La sento accendere l’auto e, in pochi secondi, ci ritroviamo per strada. Osservo la casa di Eliza svanire dietro di noi, mentre noi avanziamo, dirette verso le montagne. Un po’ mi manca casa mia, ma sono consapevole che trasferirmi da lei sia stata la decisione più saggia. Non sarei più riuscita a vivere lì, non dopo quella sera.
«A cosa pensi?» mi chiede Eliza. Faccio spallucce, mentre guardo il paesaggio fuori dal finestrino. In poco meno di due ore saremo arrivate nei pressi di Big Pines, in una piccola località sconosciuta ai più.
«A nulla in particolare.» minimizzo.
«Bugiarda.» replica lei, accennando un mezzo sorriso. Alzo gli occhi al cielo e assumo un’aria innocente.
«Non so di che parli.»
«Alycia Jasmine Debnam-Carey, la ricordavo un’attrice decisamente migliore.» mi prende in giro Eliza, strappandomi un sorriso. Dopo poco, però, ritorna seria e accosta l’auto. Spegne il motore e si volta verso di me. Mi accarezza con dolcezza i capelli, accomodando una ciocca dietro al mio orecchio.
«Seriamente, a cosa pensi?». Mi mordo il labbro. Il mio istinto mi prega di distogliere lo sguardo, ma non ci riesco. Non voglio, non più. Ho bisogno di guardarla negli occhi. Ho bisogno che quelle iridi blu mi guidino verso casa.
«In realtà, a tante cose. Penso a come sia cambiata la mia vita in così poco tempo. Penso a come, nonostante tutto, il destino o chi per lui mi abbia comunque donato qualcosa di bello. Penso a come Maya e Marny mi siano state vicine quando io stessa non mi volevo più intorno. Penso a come tu sia riuscita ad irrompere nella mia vita proprio quando ormai desideravo solo che finisse. Mi hai regalato la cosa più preziosa, Eli. Mi hai donato la speranza. Mi hai aiutata a guardare in avanti ed è per questo che io ti amo.». I suoi occhi si inumidiscono e le sue labbra tremano. Mi stringe a sé e mi circonda il volto con le mani. Non dice nulla, si limita a guardarmi. Mi bacia e le sue lacrime bagnano le mie guance. Mi scosto di poco e appoggio la mia fronte alla sua.
«Andiamo o faremo tardi.» mi sussurra. «Se non torniamo per cena, Maia ci ucciderà.». Ridacchio divertita, pensando alla mia migliore amica e al suo invito a a casa sua per stasera. Spero solo che non finisca come da Lindsey, abbiamo passato la cena a spegnere il forno.
«Andiamo.» dico. Eliza mette le mani sul volante e partiamo nuovamente. Di fronte a noi, il cielo blu racconta di un mattino carico di promesse e speranze. Non ho idea di cosa ne sarà di me domani, tra un’ora o anche solo tra cinque minuti. Non lo so e non mi interessa. L’unica cosa certa è che non voglio guardarmi indietro. So da dove vengo e cosa ho passato. So che la strada che mi aspetta non sarà facile e in discesa. Eppure, va benissimo così. Voglio solo andare avanti. Perché ora ne sono sicura, nel mio cammino non sarò da sola. Mai.
Angolo dell’autrice
Non so davvero da che parte iniziare. Non mi sembra vero che questa storia sia finita. Ho cominciato a scriverla forse in uno dei momenti più difficili degli ultimi mesi e mi ha aiutata tantissimo in questo periodo. C’è tanto di me qui e spero che, in qualche misura, vi abbia lasciato qualcosa.
Non so se definire questo ultimo capitolo un lieto fine. A dire il vero, non so nemmeno se si possa chiamare finale. Di fatto, la storia non finisce realmente. Alycia non ha risolto tutti i suoi problemi, anzi. Eppure, ora ha una strada da percorrere e qualcuno con cui percorrerla. È l’augurio che faccio a me e a voi, di trovare la vostra strada e dei compagni di viaggio che non vi lascino mai soli, anche quando credete di esserlo.
Ringrazio tantissimo chiunque abbia recensito e recensirà, i vostri commenti sono stati più volte spunto di riflessione sui miei stessi capitoli e mi hanno aiutata ad essere più consapevole di ciò che stavo scrivendo. Un grazie anche a chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate e a chi si è limitato a leggere. Senza lettori, uno scritto perde il suo scopo, ovvero dire qualcosa a qualcuno.
Ricordo che nessuno dei personaggi mi appartiene e che ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale.
Infine, per chi avesse ancora voglia di leggere ciò che scrivo, annuncio che martedì prossimo comincerò una nuova storia, una Clexa.
Vi ringrazio ancora tutti tantissimo.
May we meet again.