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Autore: Stria93    09/03/2021    0 recensioni
1400 parole per i pensieri di Ciel, 1400 parole per i pensieri di Sebastian.
Dal testo:
[Ciel] "Sebastian è l'unico a cui puoi consentire di lasciar intravedere la tua fragilità oltre la corazza che ti sei abilmente costruito attorno, perché sai che non ricaverebbe alcun vantaggio dall'approfittarsene. Danneggiarti non rientra nel suo interesse, al contrario. Avrà ciò che desidera solo se prima aiuterà te, servendoti fedelmente in ogni modo tu vorrai.
E adesso quello che vuoi è che lui resti al tuo fianco. Nulla di più. La sicurezza della sua vicinanza è la sola cosa che ti induce infine a chiudere gli occhi e a distendere i muscoli, in attesa che giunga il sonno."
[Sebastian] "Le fiammelle sono ormai allo stremo quando ti chini sul viso di Ciel. Accosti le labbra alla sua bocca senza toccarla, quel tanto che basta per inalare il suo alito ancora fragrante del pregiato miele di biancospino che gli hai versato nel latte caldo. Al padroncino piacciono le cose dolci, ed è con estrema dolcezza che ti riprometti, quando verrà il momento, di divorare la sua anima."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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at midnight

Ciel



Non succedeva da molto tempo. Non ricordi neppure l'ultima volta in cui ti sei trovato nell'umiliante condizione di chiedere al tuo maggiordomo di restare al tuo fianco per il tempo necessario ad essere accolto tra le braccia di un reticente Morfeo, sempre poco incline a concederti il lusso di una notte di autentico riposo.

No, non chiedere. Ordinare. La tua non deve essere una richiesta. Semplicemente, non puoi permettertelo. Chiedere implica infatti un bisogno alla base, uno stato di necessità tale da non potervi sopperire con le proprie sole forze e doversi abbassare a ricorrere al supporto altrui. Porre una richiesta mette automaticamente chi la avanza in una posizione di sottomissione, di dipendenza, di debito. Un ordine, d'altro canto, non esige spiegazioni o giustificazioni di sorta e chi lo impartisce non è sottoposto ad alcun vincolo o giudizio. È il Re della scacchiera, al quale tutte le altre pedine non possono far altro che ubbidire, quale che sia la natura dell'imperativo che viene loro comandato.

Ma, nel momento in cui avverti il peso di Sebastian sul materasso accanto a te, non puoi fare a meno di sentire la morsa gelida della paura diluirsi un poco per lasciar emergere un fanciullesco senso di sollievo e protezione dai mostri invisibili che infestano la tua mente e prendono forma negli angoli scuri della stanza. Un moto di disprezzo per te stesso e per la tua debolezza ti assale, facendoti schioccare la lingua contro il cuscino in un'esternazione di fastidio.

Perché, nonostante ciò che vorresti far credere agli altri e a te stesso, sei ancora poco più di un bambino. Evidenza inoppugnabile della quale sei pienamente cosciente. Un bambino che, per di più, ha visitato le profondità dell'inferno. Ne reca testimonianza la tua pelle marchiata a fuoco come quella di un animale destinato al macello. Un bambino talvolta bisognoso di essere confortato, di avere un'entità protettiva accanto a sé che vegli su di lui durante il passaggio dal mondo della realtà a quello dei sogni; un mondo che, fin troppo spesso, ti riserva un soggiorno assai spiacevole entro i suoi confini.

Sostenere il ruolo che il nome Phantomhive ti impone, conciliarlo con la tua tenera età e il desiderio di vendetta dal quale sei consumato, mantenere intatto l'onore della famiglia in quanto ultimo discendente... tutto questo ti richiede un enorme sforzo quotidiano, dal quale occasionalmente ti senti sopraffatto, sfinito. Se non fosse stato per il tuo eccezionale maggiordomo demoniaco e le sue cure, non saresti mai riuscito a raggiungere la posizione che detieni ora. Ma è facile servirsi delle sue doti quando si tratta di occuparsi della tenuta, mandare avanti la casa, imbastire un ricevimento fastoso o, nel tuo caso particolare, dare la caccia a criminali e assassini o svelare i misteri che impensieriscono la Regina. Qualunque nobile inglese delega al proprio maggiordomo gli aspetti più laboriosi e volgari della vita.

Ciò che invece ti risulta estremamente difficile è affidarti a lui per tenere a bada le tue emozioni ed evitare che queste finiscano per distruggerti e minare ciò per cui hai lavorato duramente. Tenti di evitarlo il più possibile, ma ci sono serate in cui le spine velenose della disperazione e del senso di solitudine ti si conficcano più in profondità del solito e l'urgenza di esserne sollevato è tale da spingerti ad accantonare la gelida facciata di imperturbabilità e mostrarti a lui spaurito e inerme come il giorno che v'incontraste.

Sebastian se ne sta seduto immobile come una statua sul bordo del letto. Impudente! Dovresti rimproverarlo per essersi preso tanta libertà e confidenza. Una volta aveva quantomeno la decenza di limitarsi a rimanere in piedi nella vasta camera, invece stasera è stato così audace e sfrontato da accomodarsi sul tuo letto, a pochi centimetri da te. Vuole forse infierire? Il suo intento è quello di sbeffeggiarti? Di prendersi gioco del tuo terrore? Intende ricordarti quanto il tuo comportamento sia infantile e inappropriato per il Conte Phantomhive, il temuto Cane da Guardia di Sua Maestà? Puoi figurarti il sorrisetto divertito con cui di certo sta contemplando la tua figura minuta raggomitolata tra le coltri. Stupido: resta con me è stato un comando troppo vago e il demone ha sfruttato quel margine per interpretarlo a modo suo e infliggere un ulteriore colpo al tuo orgoglio già duramente provato. Ti appunti mentalmente di prestare più attenzione a come formulerai gli ordini in futuro. Ma adesso dovresti voltarti e allontanarlo; spingerlo via, ricordandogli di stare al suo posto. Rammentargli una volta per tutte chi comanda.

Dovresti, tuttavia ti limiti ad ingoiare il sapore amaro dell'umiliazione e ad avvolgerti più stretto nelle coperte, come se queste potessero rimettere la giusta distanza tra voi o nascondergli la verità che ti fa avvampare di rabbia e vergogna, ovvero che in questo momento non sei altro che un bimbo spaventato e triste, incapace di affrontare da solo le tenebre minacciose della notte.

Anche se gli volti le spalle, rannicchiato sul fianco, percepisci il suo sguardo incandescente accarezzarti la pelle all'altezza della nuca. Il demone è affamato della tua anima. Non sei così sciocco da illuderti che Sebastian tenga a te più di quanto il lupo tenga alla pecora. La sua incrollabile devozione non è frutto di un sentimento umano. Per quella creatura sei solo un pasto prelibato da preservare e tenere in caldo finché non sarà giunto il momento tanto atteso di gustarlo e saziarsi. Del resto, non ti importa affatto che la sua fedeltà verso la casata Phantomhive derivi esclusivamente dagli obblighi del contratto che avete stipulato. Tu stesso ti stai servendo delle sue abilità per raggiungere lo scopo che ti sei prefissato e ottenere vendetta contro coloro che hanno osato colpire la tua famiglia strappandoti via tutto ciò che avevi. Finché il demone sarà ai tuoi ordini, non conoscerai la sconfitta e non hai mai avuto dubbi che questa garanzia valga il prezzo concordato.

Lui ha messo la sua esistenza al tuo servizio in cambio della tua anima. È una mera transazione dalla quale entrambe le parti guadagneranno qualcosa. Queste sono le condizioni dell'accordo dal quale non si può recedere e che non prevede, nel modo più assoluto, alcuna forma di vano sentimentalismo. Nessun attaccamento emotivo. Tuttavia rimane il fatto che Sebastian è l'unico essere al mondo che detiene il privilegio della tua piena fiducia. Da quando avete stipulato il patto, hai edificato sulle rovine incenerite della tua casa distrutta una nuova vita basata solo su un'esigua manciata di certezze: l'identità e il nome di cui hai scelto di appropriarti; il tuo intento di vendicarti, sostenuto da un odio ribollente... e la presenza costante di Sebastian.

La sua è l'unica voce da cui accetti consigli, seppur con una riluttanza che non ti disturbi a celare. Le sue mani, le sole alle quali concedi di toccare il tuo corpo orribilmente profanato. Le sue braccia, il luogo più sicuro che tu possa immaginare. La sua presenza, l'unica dalla quale riesci a trarre conforto in notti come questa, marcate dall'angoscia di ferite profonde e incurabili risalenti all'orrore di quei giorni lontani ma che non lo saranno mai abbastanza e dalla nostalgia nei confronti di quanto è ormai perduto per sempre e non potrà fare ritorno.

Gli hai ordinato di rimanere con te finché non ti sarai addormentato e sai che il demone non verrà meno al suo compito. Non ha scelta. I termini del vostro accordo sono chiari e gli impediscono di disubbidire a un tuo ordine diretto. Allo stato attuale, l'estremità della catena che vi lega è stretta saldamente nella tua mano. Sebastian potrà anche essere il tuo scudo e la tua spada, ma sei tu il Re. Sei tu a dettare le regole e a dirigere le pedine, almeno fino a quando la tua vendetta non sarà compiuta e lui potrà prendersi la tua anima, secondo quanto pattuito.

Ma, in tutto ciò, Sebastian è l'unico a cui puoi consentire di lasciar intravedere la tua fragilità oltre la corazza che ti sei abilmente costruito attorno, perché sai che non ricaverebbe alcun vantaggio dall'approfittarsene. Danneggiarti non rientra nel suo interesse, al contrario. Avrà ciò che desidera solo se prima aiuterà te, servendoti fedelmente in ogni modo tu vorrai.

E adesso quello che vuoi è che lui resti al tuo fianco. Nulla di più. La sicurezza della sua vicinanza è la sola cosa che ti induce infine a chiudere gli occhi e a distendere i muscoli, in attesa che giunga il sonno.



[1400 parole]




Sebastian



Le fiamme hanno quasi del tutto consumato la lunghezza dei tre ceri disposti sul candelabro quando finalmente il respiro del padroncino si fa profondo e regolare.

Sei rimasto piuttosto sorpreso di ricevere ancora una volta quell'ordine che non udivi dai primi tempi della vostra bizzarra convivenza.

Resta con me, finché non mi addormento.

Quanta vulnerabilità può esprimere una richiesta tanto semplice! Quanti muri possono crollare dinanzi a poche parole pronunciate con un filo di voce!

Il signorino può atteggiarsi ad adulto freddo e crudele quanto gli pare e non c'è dubbio che sugli altri riesca ad esercitare una sorta di influenza illusoria che porta la maggior parte di costoro, una volta superato lo stupore del primo impatto, a dimenticarsi della sua età reale e a considerarlo un uomo a tutti gli effetti; ma i tuoi occhi acuti non sono mai stati traviati. Lo conosci meglio di chiunque altro: l'hai raccolto dal lurido fondo del pozzo oscuro in cui era stato gettato e te ne prendi cura da quel giorno, accudendolo e assistendolo in tutto, come, d'altra parte, si conviene ad un perfetto maggiordomo quale ti sei impegnato ad essere.

Capitava spesso, specialmente all'inizio, che il padroncino ti imponesse di fermarti nella sua camera fino al sopraggiungere del sonno. Il bisogno di consolazione e rassicurazione tipico degli esseri umani è radicato e pregnante, a prescindere dall'età. Questa è la loro vera essenza: eterni bambini arroganti e baldanzosi alla luce del sole; ma quando calano le tenebre si rannicchiano sotto le coperte e rabbrividiscono nel buio, pregando e invocando in lacrime qualcuno che metta in fuga le ombre e doni loro l'illusione di essere al sicuro da qualunque sia la fonte del loro dolore.

Alcuni umani hanno più motivo di altri per temere la notte con il suo folto seguito di spettri, e il tuo piccolo conte fa parte di questa cerchia prescelta da una sorte funesta.

Solo in poche altre occasioni il padroncino ti ha reso deliberatamente partecipe della sua pena ma, in questi rari momenti di cedimento, Ciel Phantomhive lascia cadere la maschera e ti si manifesta per quello che è in realtà: un cucciolo terrorizzato braccato dai fantasmi di un tremendo vissuto.

In fondo, puoi quasi capirlo. Sei stato tu a liberarlo da quella gabbia dove aveva subito torture e abusi di ogni genere. A soli dieci anni aveva già conosciuto il lato peggiore dei suoi simili, testimone e allo stesso tempo vittima delle azioni più malvagie, scellerate e ignobili di cui gli uomini possano macchiarsi. Da quelle sbarre aveva assistito al sacrificio del suo gemello che, ironia della sorte, era servito proprio ad evocare te.

Gli umani sono così fragili! Si piegano e si rompono con una facilità inaudita. Tuttavia, devi riconoscere che, soprattutto in considerazione degli eventi terribili che l'hanno segnato, il padroncino ha dimostrato una forza d'animo non comune per un bambino, nonché una lucida consapevolezza del male che alberga nel cuore degli uomini e che egli ha scelto di abbracciare invece di fuggirne via. Nel corso di quei quasi tre anni ha dato prova di possedere delle qualità che non puoi fare a meno di apprezzare: una spiccata intelligenza strategica che ti ha incastrato nella rete di un contratto dalle maglie piuttosto strette e ti lascia poca libertà di manovra; sfacciataggine unita a un'esasperante ostinazione che più di una volta ti hanno reso arduo il tuo incarico di maggiordomo; un'altera fierezza grazie alla quale riusciva quasi sempre ad occultare le conseguenze del dramma consumatosi poco meno di tre anni prima. Conseguenze che, tuttavia, ancora lo seviziano senza pietà e acquistano maggiore forza nelle ore notturne.

Ci è voluto un po', ma alla fine si è addormentato. Hai atteso al tuo dovere e ora sei libero di congedarti e tornare alle tue faccende. Ti alzi lentamente dal letto e inizi a muovere qualche passo felpato verso la porta quando un fruscio seguito da un lieve mugolio alle tue spalle ti trattiene.

Ti volti per ritrovarti a fissare il viso del ragazzino, giratosi sul fianco opposto. Stiri le labbra in un sorriso che, a prima vista, potrebbe apparire colmo di tenerezza ma cela in realtà una ferocia e una brama che un attento osservatore potrebbe riconoscere senza troppe difficoltà. Nei tuoi occhi ferini dardeggia un bagliore cremisi. Torni accanto al grande letto a baldacchino che pare inghiottire quell'esile corpo fatto su nelle coperte, in transizione da un'infanzia brutalmente spezzata a un'adolescenza che di certo ne porterà le inguaribili cicatrici.

Appoggi il candelabro sul comodino e ti inginocchi a fianco del materasso per osservare meglio il tuo padrone assopito. Quando dorme appare ancora più giovane dei suoi dodici anni, sebbene il suo volto non perda mai del tutto quell'ombra di tormento, evidente nella ruga accentuata tra le sopracciglia e nell'espressione mai completamente serena.

Il tuo piccolo, prezioso bocchan.

La verità è che il padroncino potrà anche essere il Re della scacchiera, ma solamente finché dura il gioco. Sarai tu l'unico vincitore della partita, quando questa avrà termine. Quando infine anche il Re dovrà soccombere.

Sei un tipo paziente, saprai aspettare tutto il tempo che occorrerà. D'altra parte, al contrario di molti altri della tua specie, hai deciso di non accontentarti più di trangugiare indiscriminatamente anime mediocri, e quella del giovane Ciel risponde perfettamente ai tuoi canoni e ai gusti ricercati che ti contraddistinguono. Sei sicuro che varrà ogni secondo del tuo tempo speso ad assecondare i suoi capricci, compiacerlo, proteggerlo, servirlo e viziarlo. In fin dei conti, più si è costretti ad aspettare per ottenere ciò che si brama, maggiori sono il piacere e la soddisfazione che derivano dall'impossessarsene.

Nel frattempo, la tua reverente, docile sottomissione non è altro che una posa. Un mezzo sotteso ad un fine. Un abito di scena che ti sei confezionato appositamente e indossi al pari del frac da maggiordomo, delle belle maniere e di quelle sembianze piacenti e raffinate per onorare al meglio i termini del contratto e riscuotere il tuo ambito pagamento, perché otterrai quell'anima solo se sosterrai la tua parte alla perfezione.

- Se... se... bas... -

Inarchi un sopracciglio, stupito di sentirlo articolare le sillabe del “tuo” nome, il nome che egli ti ha conferito, anche nell'incoscienza. Ti chiama. Ti cerca, in particolare quando si percepisce più vulnerabile. Un inaspettato calore ti colma il petto: qualcosa di vagamente simile a ciò che gli umani sarebbero portati a definire affetto, o perfino amore. Per te, si tratta solo del trionfo del predatore nel realizzare che l'agognata preda è completamente alla sua mercé. È il brivido squisito del possesso. Ogni giorno, il padroncino compie qualche gesto che ti sorprende e alimenta le tue aspettative. Hai capito immediatamente che l'anima di quel minuscolo umano tremante, sporco e ricoperto di ferite si sarebbe rivelata una perla rara e inestimabile in quella massa insipida brulicante di anime insulse. Un'anima che si conferma sempre più degna di placare la tua fame e soddisfare il tuo esigente palato.

- Sebas... tian. -

Un brivido di piacere ti scuote. Il signorino è tuo, dal vostro primo incontro e per tutta l'eternità. Il Re uggiola nel sonno il nome della sua pedina. Può mai esistere suono più delizioso?

Vieni colto da un'emozione intensa che ti costringe a distogliere lo sguardo dal giovane e a coprirti il viso con una mano guantata mentre sulle labbra ti si disegna un ghigno esaltato che lascia scoperti i denti bianchissimi e affilati.

Attendi che quell'accesso di fermento improvviso sfumi in una traccia sottile e riprendi il controllo di te stesso, riportando gli occhi sui lineamenti delicati del signorino. Respira tranquillo, con la mascella rilassata e le dita delle mani aperte e morbide come petali di fiori candidi: niente incubi, almeno per il momento.

Le fiammelle sono ormai allo stremo quando ti chini sul viso di Ciel. Accosti le labbra alla sua bocca senza toccarla, quel tanto che basta per inalare il suo alito ancora fragrante del pregiato miele di biancospino che gli hai versato nel latte caldo. Al padroncino piacciono le cose dolci, ed è con estrema dolcezza che ti riprometti, quando verrà il momento, di divorare la sua anima.

- Fino ad allora, dormite bene, bocchan. -

Mentre gli sussurri all'orecchio con voce vellutata, il lume fioco delle candele ha un ultimo guizzo prima di morire sullo stoppino annerito levando nell'aria un sinuoso sbuffo di fumo biancastro. La camera piomba in un'oscurità monocromatica, ingentilita appena da qualche pallido raggio di luna.



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