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Autore: Drei    10/03/2021    1 recensioni
[Re:Zero kara Hajimeru Isekai Seikatsu]
[Re:Zero kara Hajimeru Isekai Seikatsu][Re:zero kara hajimeru isekai seikatsu, coppia Ram/Roswaal] contiene accenni ad eventi rivelati negli ultimi ep. della seconda stagione anime, quindi piccoli spoiler. Dal testo:
"...“Nobile Roswaal?”
Ram seppe che non era più con lei, in quel momento. Nonostante fosse seduta sulle sue gambe e lui le cingesse il corpo tra le braccia, il padrone della tenuta Mathers si trovava ormai in altri luoghi, universi lontani, celati ai suoi occhi da pagine che le apparivano tutte uguali e prive di significato..."
"...Sospirò e chiuse il libro con uno scatto irritato. Solo allora si accorse che la sua fedele Ram ancora sostava sulle sue ginocchia, immerso nella lettura aveva dimenticato la sua presenza. La ragazza aveva le palpebre chiuse, il respiro lento tipico del sonno. Roswaal si prese qualche secondo per osservare la sua alleata più devota, la piccola donna dalla lingua biforcuta che spesso si divertiva a criticare gli altri, ma mai aveva avuto una singola parola di biasimo verso il suo padrone..."
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Nobile Roswaal?”

Ram seppe che non era più con lei, in quel momento. Nonostante fosse seduta sulle sue gambe e lui le cingesse corpo tra le braccia, il padrone della tenuta Mathers si trovava ormai in altri luoghi, universi lontani, celati ai suoi occhi da pagine che le apparivano tutte uguali e prive di significato. Dovevano avere grande valore per lui invece, Ram ne era certa.

La giovane donna appoggiò il capo contro il petto del suo padrone. Si ritrovò a fissare un lembo di pelle lasciato scoperto dalla vestaglia dal tessuto pregiato. Il suo incarnato pallido suggeriva le sue nobili origini, così come la spigolosa linea della clavicola, su cui Ram avrebbe tanto voluto far scorrere le dita in una lieve carezza. Mai si sarebbe permessa di toccarlo con tale sfacciataggine. Era il nobile Roswaal a decidere come e quando potevano toccarsi, e Ram non avrebbe rovinato quel momento commettendo un errore tanto sciocco.

Tuttavia quel desiderio rimase formicolante sui suoi polpastrelli e incrociò le braccia al proprio petto per tener lontane le mani dal corpo dell'uomo. Si concentrò su quello che di lui in quel momento le era concesso avere: il calore del suo corpo, ad esempio, e la melodia del battito del suo cuore, che sentiva pulsare contro il proprio orecchio. Non per ultimo, il profumo della sua pelle mescolato alla colonia dalla nota agrodolce che era solito mettere in eccesso. Ram aveva la certezza che avrebbe potuto annegare in quell'essenza e sarebbe spirata col sorriso sulle labbra.

Studiò il volto del nobile Roswaal, consapevole che lui sarebbe stato troppo assorto dalla sua lettura per potersene accorgere.

I tratti affilati apparivano meno netti senza il pesante trucco che era solito portare. A Ram piaceva vederlo abbellarsi, ma in momenti come quello, in cui le era concesso di osservare il suo viso incontaminato da artifici o espressioni costruite, lo apprezzava ancor di più. I suoi occhi sembravano più grandi. L'oro e il blu, il giorno e la notte che albergavano nell'animo del suo padrone e che si potevano intuire solo grazie a quelle iridi disuguali. Quegli occhi che la facevano sentire a casa quando incontravano i suoi.

Rimase a fissarlo per lunghi minuti. Era la parte migliore della giornata, quando appena prima di coricarsi condivideva quei preziosi momenti con il Nobile Roswaal. Sere fortunate come quella, le permetteva di rimanere con lui anche dopo il loro rituale, e Ram si godeva ogni secondo trascorso tra le sue braccia come se fosse il più bello della sua vita- e ogni volta era certa che lo fosse. Quella sera, tuttavia, la stanchezza della giornata si fece sentire prima del solito. Accoccolata tra le forti braccia del suo signore, scivolò nel sonno senza neppure accorgersene.

 

***

 

Il futuro narrato sul Libro si ostinava a rimanere immutato, come sempre.

Per quanto Roswaal si arrovellasse il cervello in cerca di una spiegazione, sentiva che troppi dettagli sfuggivano alla sua attenzione. Dopo ore di riflessioni si ritrovò ad ammettere che non avrebbe concluso proprio nulla quella sera.

Sospirò e chiuse il libro con uno scatto irritato. Solo allora si accorse che la sua fedele Ram ancora sostava sulle sue ginocchia, immerso nella lettura aveva dimenticato la sua presenza.

La ragazza aveva le palpebre chiuse, il respiro lento tipico del sonno.

Roswaal si prese qualche secondo per osservare la sua alleata più devota, la piccola donna dalla lingua biforcuta che spesso si divertiva a criticare gli altri, ma mai aveva avuto una singola parola di biasimo verso il suo padrone.

Stretta nella divisa da domestica, conservava ancora un lieve rossore sulle guance. Gli appariva più piccola in quella posizione, quasi...innocente.

Il viso di lei era pulito, ancora lontano dal cinismo di cui prima o poi la vita le avrebbe fatto dono. Roswaal cercò di ricordare quando anche lui era stato giovane, umano, pieno di sogni e dalla fede incrollabile. Dopo che l'innocenza gli era stata strappata dalle labbra corrotte di una strega, la fede era l'unica traccia di quel ragazzetto dagli occhi blu sopravvissuta dentro di sé. L'umanità, i sogni e la giovinezza erano svaniti sotto i colpi della Malinconia.

Ram era come una gemma di rosa appena sbocciata, nata da una pianta forte ma a cui erano state recise tutte le spine. Roswaal era consapevole che anche in quella condizione ella preservasse la sua forza, la piccola demone vantava ancora le sue personalissime risorse per tenere alla larga i nemici anche dopo essere stata privata della sua arma più preziosa.

Era forse quella determinazione la caratteristica che più lo attraeva di lei? In fondo, chi meglio di Roswaal sapeva cosa significasse ostinarsi e perseverare, rimanere attaccati alla vita con le unghie e con i denti in nome di un desiderio? Il suo rivendicava il nome di Echidna. Quello della sua piccola domestica, invece, rimaneva un'incognita.

Si alzò. Portò la ragazza addormentata tra le braccia, in silenzio l'adagiò nel proprio letto. Sistemò con cura il capo sul cuscino e nascose il suo corpo sotto la seta delle lenzuola.

Roswaal non era solito lasciarsi andare a simili gesti di riguardo verso chicchessia, tanto meno la servitù. Trattava con gentilezza i pesci del suo acquario, li osservava dibattersi e scontrarsi, e solo se necessario interveniva nelle loro vite.

Ram, tuttavia, era l'unico di quei pesci ad aver ricambiato il suo sguardo con viva intelligenza. Una pedina consapevole del suo sfruttamento, l'avrebbe potuta definire. Lei era a conoscenza della sua sconfinata avidità eppure mai si era tirata indietro nel compito di assisterlo. Sembrava che ogni frivolezza e ambiguità del padrone della tenuta fosse compresa dalla sua serva e giustamente interpretata per quel che era. Poche parole tra di loro, Roswaal e Ram escludevano il superfluo con uno sguardo ed in silenzi d'intesa si salutavano ogni sera.

L'uomo- se tale si poteva definire- si stese accanto alla ragazza. Liquidò i suoi stessi dubbi convincendosi che quel gesto era solo il frutto di uno dei suoi tanti capricci. Dopo quattrocento anni gli era inevitabile credere di vivere ormai solo più per vendetta e bellezza. Ram, con la sua gioventù ed i suoi petali protesi verso la luce, apparteneva alla seconda, dunque ammirarla non poteva che essere uno dei mille peccati di cui si era già macchiato e verso cui la sua coscienza sarebbe stata cieca.

Più difficile fu spiegarsi un altro desiderio, un'idea perversa dalla forma serpentesca che si insinuò tra i pensieri abbattendo le sue difese con inaspettata facilità. Ebbene, forse per stanchezza, o- si sarebbe detto la mattina dopo- per l'ennesimo capriccio della sua anima viziosa, protese un braccio sotto le coperte e cercò la vita della ragazza al suo fianco.

Anelava il suo calore e la sua presenza silenziosa accanto a sé, anche se nulla di logico poteva spiegargliene il motivo. Agendo come sotto effetto di un incantesimo, tirò con delicatezza la sua serva contro il proprio petto. Posò poi una mano sul suo capo, quasi come se così facendo avesse potuto assorbire i di lei sogni nascosti sotto la rosea chioma.

Ram rimase addormentata. Una piccola rosa tra le sue braccia, ancora ignara di essere stata immobilizzata da un'erbaccia infestante.

Roswaal chiuse gli occhi.

Le parole del Libro ancora impresse sotto le palpebre, il volto amato ogni minuto più appannato nei ricordi, cercò di mettere a tacere i suoi pensieri velenosi. Sapeva che l'avrebbero inseguito come mangiabelve inferocite anche nei suoi sogni, come del resto ogni notte accadeva.

Si aggrappò a ciò che più sembrava in grado di lenire il suo dolore, almeno fino a che Morfeo non lo avesse scortato verso un nuovo inferno. Ascoltò respiri lenti e musicali. Udì la vita, il battito di un piccolo cuore che palpitava contro il suo.

Ram produceva suoni tranquillizzanti, la canzone più simile ad una ninna nanna che avessero conosciuto le sue notti negli ultimi quattrocento anni.

 

   
 
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