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Autore: Olicity89    10/03/2021    2 recensioni
AU Vigili del fuoco/Paramedico
Tratto dalla storia:
“Perché non mi importa quello che dice quell’uomo, Oliver! Ma non capisci? Io mi sono innamorata di te e non fingerò che non sia vero solo per timore che un uomo che…”
Felicity non riuscì a terminare la frase, perché si ritrovò con le labbra di Oliver sulle sue in quello che poi definì il bacio più bello che avesse mai ricevuto.
Tutti i pensieri nella sua testa si zittirono in un istante e portò le braccia intorno al suo collo, stringendolo ancora più a sé e assaporando quel momento, perdendosi in quelle labbra che aveva a lungo desiderato.[…]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Shado
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

“Venti minuti. Solo venti minuti e finalmente potremo tornare a casa e crollare sul letto.”
“Ti prego, non dirlo a voce alta che qualcuno potrebbe sentirti”
Felicity rise alle parole di Helena ma non aveva tutti i torti. Stavano rientrando dal loro ultimo intervento e mancavano venti minuti alla fine del loro turno, dopo ventiquattro ore di lavoro intenso.
“Non ridere Smoak, sono seria.” Continuò Helena ridacchiando a sua volta.
“Sì, sì, va bene. Per ora andiamo a compilare i moduli da Lyla.”
I due paramedici si diressero alla reception, dove trovarono l’amica capo infermiera.
“Come sta la signora?” - chiese Lyla.
“Si riprenderà. Avrà bisogno di un po’ di riposo ma nel giro di qualche settimana tornerà alla sua vita quotidiana.” – le rispose Felicity.
Le due continuarono a conversare mentre Helena compilava il modulo.
“Ah, Felicity, quasi dimenticavo. La Waller vuole vederti a fine turno.”
Helena spostò l’attenzione su di loro e poi su Felicity, che la guardò a sua volta. “Sai il perché?” - chiese la bionda al capo infermiera.
“No, mi ha solo detto di farti andare a fine turno”.
“Oh. Va bene, allora.” Felicity cominciò a riflettere se avesse fatto qualcosa di sbagliato. Quando aveva iniziato a lavorare allo Star City Medical Center tra lei e la Waller non c’era subito stato un buon rapporto, ma con il tempo, la direttrice aveva iniziato a stimarla e tra loro si era instaurato un rapporto di reciproco rispetto e fiducia. Felicity era un ottimo paramedico e l’aveva dimostrato sin da subito. Certo, forse all’inizio non aveva sempre ascoltato ciò che le diceva, anzi ordinava, il paramedico al comando prima che andasse in pensione e che il suo posto fosse preso da Helena, ma comunque aveva sempre svolto il proprio lavoro con impegno e dedizione.
“Hey, Smoak” – i suoi pensieri furono interrotti da Helena – “non metterti a rimuginare. Vai lì e senti cosa ha da dirti.”
“Sì, hai ragione. Dai, completiamo questi moduli così potrò andare a parlarle.”
Il turno terminò senza ulteriori chiamate per i due paramedici e Felicity, dopo essersi cambiata, si diresse nell’ufficio della direttrice Waller.
“Buongiorno, direttrice. Lyla mi ha detto che voleva parlarmi.”
“Sì, signorina Smoak, prego si accomodi.”
Felicity si sedette piena di dubbi, torturandosi le mani che aveva intrecciate sul grembo. Vide che la Waller aveva dei documenti davanti a sé, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse.
“Signora Waller, so che forse non sono stata molto delicata con il paziente dello scorso turno, ma se non lo avessi immobilizzato avrebbe colpito Helena e quindi ho dovuto per forza…”
“Signorina Smoak, prenda un bel respiro e si calmi.”
Felicity seguì il suo consiglio e non poté fare altro che restare in ascolto.
“Non si tratta della chiamata dello scorso turno anche se, mi lasci dire che ha fatto un ottimo lavoro.” – la Waller prese uno dei documenti che aveva sulla scrivania – “l’ho fatta venire qui perché ho una proposta per lei.”
Una proposta? Felicity la guardò sorpresa e attese ulteriori spiegazioni.
“La caserma 31 del Dipartimento dei vigili del fuoco ha bisogno di un nuovo paramedico lì da loro. Il capo Wilson me ne ha parlato in modo confidenziale alla serata di ieri per l’anniversario della strage di Glades e gli ho detto che forse avevo già qualcuno da potergli mandare. E ho pensato a lei, signorina Smoak.”
Felicity era ancora sotto shock. Stava cercando di metabolizzare tutto ciò che le stava dicendo la Waller.
“Se lei vuole, potrà essere trasferita alla caserma 31 per lavorare al fianco dei vigili del fuoco. Se non vuole, potrà restare qui al Med e continuare il suo lavoro. Se decidesse di pensarci, ho qui tutto ciò che c’è da sapere: informazioni sulla caserma, i turni, il salario.”
“Io non…wow…non so che dire, direttrice. Perché ha pensato a me? Voglio dire, non che la cosa mi dispiaccia, a chi potrebbe mai dispiacere una proposta del genere? Ma so che ci sono paramedici in servizio da molto più tempo di me, con più esperienza, magari anche più bravi. Io sono qui solo da due anni e non vorrei che qualcuno potesse…”
“Signorina Smoak, respiri.”
Ancora una volta, Felicity prese un bel respiro.
“Ho pensato a lei perché in due anni ha dimostrato a me e ai suoi colleghi quanto siano importanti la volontà e l’amore per questo lavoro. E non importa che lei sia giovane, anzi, credo che sia una grossa opportunità per lei per imparare da qualcuno che ha più esperienza. Quando il signor Johnson andò in pensione, poco dopo il suo arrivo qui, lei ha subito dovuto prendere il comando e ha dimostrato il suo valore nonostante la sua giovane età, ma se vuole continuare a crescere ha bisogno di qualcuno che la guidi e credo che questa proposta sia ideale per lei.”
Felicity ascoltò tutto con attenzione, riflettendo sulle parole della Waller.
“Ora, qui ci sono i documenti che dovrebbe compilare nel caso decidesse di accettare, mentre qui ci sono alcune informazioni sulla caserma e tutto ciò che dovrebbe sapere. Le do di tempo fino al prossimo turno per decidere.”
“La ringrazio, signora Waller, ci penserò.”
 
Felicity prese i documenti e uscì dall’ufficio. Fuori, trovò Helena e Lyla che la aspettavano.
“Allora? Cosa voleva?” – chiese Helena.
“Beh, lei voleva…mi ha chiesto se…”
“Smoak, sputa il rospo” – Helena, sempre dritta al punto.
“Mi ha proposto di andare a lavorare al fianco dei vigili del fuoco, come paramedico ovviamente.”
Lyla e Helena la guardarono a bocca aperta, poi si guardarono tra loro, per poi tornare con lo sguardo sulla bionda.
“E tu cosa le hai detto?” – chiese Lyla.
“Beh, in realtà mi ha dato di tempo fino al prossimo turno per pensarci.”
Le tre amiche cominciarono a incamminarsi verso l’uscita.
“Mi ha dato già i documenti nel caso decidessi di accettare e anche delle informazioni sulla caserma dove andrei.”
“Riflettici bene, Felicity. Questa sarebbe davvero una grande opportunità.” – le disse Helena – “e poi, staresti a contatto con quei fustoni dei pompieri.” Helena le lanciò uno sguardo malizioso che fece ridere tutte e tre.
“Signorina, ti ricordo che sei fidanzata.” – le fece notare Lyla ancora ridendo.
“Disse la moglie di un vigile del fuoco. Vedi di cosa parlo, Smoak? Fustoni. Lyla ne sa qualcosa.”
Le ragazze continuarono a ridere.
“In quale caserma dovresti andare?” – chiese Helena.
“Mmh” – Felicity controllò i documenti per esserne certa – “Nella caserma 31.”
“Ma è dove lavora Johnny!” – disse Lyla entusiasta.
“Oh, questo non me l’aspettavo davvero” – disse Helena – “vedi, Smoak? È un segno del destino.”
“Non sapevo lavorasse alla 31. Sai come si trova?” – chiese curiosa Felicity.
“Non posso darti troppi dettagli privati, ma quello che posso dirti è che a livello di squadra lavorano davvero bene insieme. Sono tutti molto uniti, come una seconda famiglia. Certo, ogni tanto hanno anche loro delle incomprensioni, ma Johnny mi dice sempre che è la caserma in cui si è trovato meglio sin da subito.”
Le ragazze si scambiarono qualche altra parola. Felicity le ringraziò e poi ognuna di loro tornò a casa.
 
Durante i due giorni successivi, Felicity trascorse il tempo a leggere i documenti che le aveva dato la Waller sulla caserma 31 e riuscì finalmente a prendere una decisione.
 
Al turno successivo, si presentò nell’ufficio della Waller ancor prima che lei arrivasse.
“Signorina Smoak. Ha preso una decisione?”
Felicity non rispose a parole, ma solo dandole il documento che aveva compilato per il trasferimento.
“Sono pronta, signora Waller, e la ringrazio per aver avuto fiducia in me. Le assicuro che non la deluderò.”
 
E fu così che il lunedì mattina si ritrovò a osservare l’esterno della caserma 31. Mancavano quindici minuti all’inizio del turno, ma la Waller le aveva consigliato di anticiparsi per poter parlare con il comandante.
Si avviò all’interno della struttura. Qualcuno era già lì, pronto per il turno di lavoro. Felicity si diresse verso l’ufficio del capo e bussò alla porta.
“Avanti.” – già solo la sua voce trasmetteva sicurezza e autorità.
“Buongiorno, capo. Sono Felicity Smoak, il nuovo paramedico.”
“Signorina Smoak, prego si accomodi.”
Il comandante si alzò dalla scrivania e le diede la mano, che Felicity strinse a sua volta.
“Sono il comandante Slade Wilson, è un piacere conoscerla. La signora Waller mi ha parlato davvero bene di lei.”
Rimase nell’ufficio per qualche minuto, ascoltando attentamente ciò che le diceva Wilson.
“…quindi ciò che le chiedo è di fare semplicemente il suo lavoro. Vedrà che si ambienterà molto presto qui. Per qualsiasi problema, può contare su di me.”
Detto ciò, Felicity sentì bussare alla porta e si girò, incontrando lo sguardo di una bellissima donna che le sorrideva.
“Buongiorno, capo.” – disse la donna.
“Vieni Shado. Voglio presentarti il nuovo paramedico, Felicity Smoak.” - Felicity si alzò dalla sedia e le sorrise – “Smoak, lei è il paramedico al comando dell’ambulanza 41, Shado Gulong. Da oggi, sarà la tua partner.” – le due si strinsero la mano.
“È un piacere conoscerti, Felicity. Vedrai che lavoreremo benissimo insieme.”
Shado le sorrise ancora una volta. Le sembrò da subito una donna molto dolce.
“Il piacere è mio, Shado. Non vedo l’ora di cominciare.”
“È questo lo spirito giusto.” – le disse Shado, che poi si rivolse a Wilson – “Se non c’è altro, capo, la porto a conoscere gli altri e le faccio fare un giro della caserma.”
Al cenno di Wilson, le due si diressero fuori dall’ufficio. Felicity notò un certo scambio di sguardi tra i due, ma fece finta di nulla.
Shado le fece fare un giro della caserma, raccontando anche qua e là alcuni aneddoti, e incontrarono anche alcuni nuovi (per lei) colleghi: le presentò Tommy Merlyn e Ronnie Raymond del camion 21, Ray Palmer e Floyd Lawton della squadra 7. Incontrarono anche Sara Lance, l’altra donna di questa grande famiglia, del camion 21, che da subito si dimostrò molto amichevole – “Finalmente un’altra donna nel gruppo! È un piacere, Felicity.”
Mentre stavano parlando con Sara, Felicity si sentì chiamare. Si girò e si trovò di fronte John Diggle, il marito di Lyla.
Felicity lo andò subito ad abbracciare – “Digg, da quanto tempo! Come stai?”
“Molto bene, grazie. Ti trovo bene! Ecco a cosa si riferiva Lyla, allora. Stamattina mi ha detto che avrei avuto una sorpresa.” – rispose lui.
“Sì, beh, sono il nuovo paramedico.” – rispose lei con un sorriso a 32 denti.
“Eh sì, lo vedo.” – le sorrise Digg – “lascia che ti presenti gli altri.”
Solo in quel momento, Felicity si accorse che insieme a John erano entrati altri tre ragazzi. “Felicity, loro sono Roy Harper, che è con me nella squadra 7, Barry Allen del camion 21 e lui è il tenente Oliver Queen.” Felicity strinse la mano a ognuno di loro mano a mano che Digg faceva le presentazioni, ma non si aspettava di scontrarsi alla fine con degli occhi azzurro ghiaccio, che le provocarono dei brividi lungo la schiena.
“Benvenuta alla 31, Felicity…?” – chiese il tenente.
“Ehm, Smoak, Felicity Smoak.”
“Da dove vieni, Smoak?” le chiese Roy.
“Beh, in realtà prima lavoravo al Med e prima ancora ho lavorato a Las Vegas.”
“Wow, Las Vegas!” – replicò Barry – “Perché proprio…” –
Le sue parole furono interrotte dall’allarme che risuonò in tutta la caserma.
 
[CAMION 21, SQUADRA 7, AMBULANZA 41 – incidente stradale al 123 di Orchid Bay]
 
“Si comincia!” – le disse Shado.
Si diressero tutti ai rispettivi camion e, a sirene spiegate, uscirono dal quartier generale per dirigersi sul luogo dell’incidente.
Nell’ambulanza, Shado era alla guida. Felicity le fece alcune domande sul suo lavoro.
“Sono qui da otto anni, ormai, e spero di rimanerci. Sin da subito mi sono sentita come a casa. Sarà lo stesso anche per te, vedrai. I ragazzi sono tutti fantastici. E il capo…beh, è il migliore.”
Felicity la guardò per un attimo, per poi tornare con gli occhi sulla strada.
“Si vede che lo ammiri molto. Lo guardi con degli occhi diversi, sai?” – disse Felicity.
Shado arrossì all’istante, ma non ebbero modo di proseguire la conversazione poiché arrivarono sul luogo dell’incidente.
“Facciamo così, ci organizziamo per la fine del turno e ti racconto tutto. Sai, qui cerchiamo sempre di dividere le questioni personali dal lavoro.”
“Ricevuto.”
Le due si sorrisero e scesero dall’ambulanza. Presero tutto il necessario per il primo soccorso e Felicity notò che le auto coinvolte erano tre, di cui una ribaltata. I ragazzi erano già tutti all’opera, guidati da Digg e dal tenente Queen.
“Allen, fai allontanare quelle persone.” – disse Queen, avvicinandosi all’auto ribaltata seguito dai suoi. Barry seguì l’ordine e cominciò ad allontanare la folla.
“Palmer, Lawton, occupatevi dell’altra auto. Harper, con me.” – indicò Digg ai suoi, ricevendo un “Ricevuto, tenente” come risposta e seguendo l’altro tenente.
Nel frattempo, lei e Shado controllarono cosa fare.
“Shado, guarda, quella persona è ferita.”
“Deve essere l’autista della terza auto. Occupatene tu, io raggiungo Palmer e Lawton. Centrale, qui ambulanza 41, abbiamo bisogno di un’altra ambulanza…”
Felicity si allontanò da Shado e si diresse dalla persona ferita, che nel frattempo era stata raggiunta da Raymond.
“Signore, come si sente?” – chiese Felicity, poggiando la borsa sull’asfalto e osservando le ferite dell’uomo.
“Sto bene, per fortuna ho frenato in tempo, ma ho comunque tamponato l’altra macchina.”
“Va bene, si sieda qui e lasci che la controlli. Ronnie, qui ci penso io.”
Mentre Felicity si occupò dell’uomo, gli altri riuscirono ad aprirsi un varco nell’auto ribaltata per verificare le condizioni della persona.
“Gulong, Smoak! Ci serve un paramedico qui!” – ordinò il tenente Queen.
Shado era ancora impegnata con l’altra donna ferita, così fu Felicity a occuparsene.
Si catapultò dal lato del guidatore, accovacciandosi in modo da poter parlare con l’uomo. Vide che i ragazzi avevano rotto il finestrino posteriore per poter entrare e che all’interno dell’auto c’era Merlyn, che aveva già messo il collare all’uomo.
“Aiutatemi, vi prego!” – l’uomo all’interno della macchina continuava a urlare, in preda al panico e all’agitazione.
“Signore, hey, io sono Felicity, come si chiama?”
“Michael.”
“Bene, Michael. Questi signori qui la tireranno fuori, ma prima dobbiamo essere certi che lei stia bene. Ok?”
Michael le rispose affermativamente, e Felicity gli diede ulteriori indicazioni.
“Faccia dei respiri profondi, lentamente. Non slacci la cintura, mi raccomando.” – L’uomo seguì le indicazioni di Felicity. – “Bene, proprio così. Continui a respirare. Riesce a muovere braccia e gambe?”
“Mi fa male il polso.”
“D’accordo. La testa? Le fa male?”
L’uomo non avvertì dolori alla testa, ma le disse di sentire bruciore.
“Va bene, adesso può fare una cosa per me?” – Michael annuì guardandola, seppure nella paura di essere in quella situazione.
“Resti calmo e non si muova. Continui a fare dei respiri profondi. Entro ad aiutarla.”
Felicity si alzò dalla sua posizione, trovandosi Shado accanto e gli altri ragazzi con gli estintori, pronti a usarli nel caso la macchina fosse andata a fuoco.
“Shado, prendi la tavola spinale. Io entro a dargli una mano.”
Shado corse verso l’ambulanza e Felicity fece il giro dell’auto per poter entrare dal finestrino.
“Smoak. Controlla come sta e quando ci dai l’ok rompiamo il finestrino anteriore per farlo uscire.” – le disse il tenente Diggle.
“Ricevuto.”
Felicity prese il posto di Tommy, controllò che l’uomo stesse bene e lo rassicurò.
“Diggle, potete procedere.” – urlò all’amico.
Sara le passò dal finestrino posteriore un giubbino per poter coprire l’uomo e i ragazzi si occuparono del resto. Lo fecero uscire lentamente, posizionandolo sulla tavola spinale e portandolo poi sulla barella. Felicity uscì a sua volta dall’auto, aiutata da Harper che le pose la mano.
“Ottimo lavoro, biondina.”
Felicity lo ringraziò per l’aiuto e gli sorrise. Shado aveva messo l’uomo nell’ambulanza e se ne stava prendendo cura, così lei si diresse dal lato del guidatore e mise in moto, direzione il Med.
 
Una volta uscite dall’ospedale, le ragazze si diressero verso l’ambulanza. Shado si mise alla guida e si incamminarono verso la caserma.
“Sei stata davvero brava, Felicity. Devo essere sincera, non me l’aspettavo.”
Felicity rimase un attimo perplessa. “Di cosa parli?”
“Beh, non tutti riescono a passare dal lavoro ospedaliero a ciò che facciamo noi così facilmente. Non è sempre una passeggiata. Ma tu hai gestito la situazione al meglio.”
“Per me il lavoro è lavoro e basta, non importa se sono un paramedico dell’ospedale o del team dei vigili del fuoco. È stato naturale.”
Shado le sorrise pur continuando a guidare e tornarono alla caserma.
 
La giornata trascorse con altre tre chiamate per l’ambulanza e Felicity e Shado stavano rientrando dall’ultima. Mentre erano prese dalla conversazione, il cellulare di Felicity iniziò a squillare. Lesse il nome e decise di silenziare la suoneria, cosa che non passò inosservata da Shado.
“Che fai, non rispondi?”
“Mmh, no…non è importante.”
Shado la osservò con la coda dell’occhio ma decise di non dire nulla. Quando, però, il telefono squillò nuovamente, Felicity fece la stessa cosa, per poi impostare la modalità offline.
“So che ci conosciamo veramente da poco, ma se hai bisogno puoi parlare con me.”
Felicity girò lo sguardo verso di lei. Sin da subito le aveva dato l’impressione di essere una donna molto dolce e sincera, quindi sapeva di potersi fidare di lei.
“Grazie, Shado.” – la mora le sorrise, continuando a guidare.
 
Arrivarono al quartier generale e Shado corrucciò lo sguardo.
“Che sta succedendo lì?”
Felicity guardò a sua volta la scena, e non le sembrò per niente una bella situazione. Erano tutti fuori dalla caserma. Digg, Tommy e Ray trattenevano un infuriato Oliver, chi dalle spalle, chi dal petto. Dietro di loro, Ronnie e Sara erano accanto a Roy, anche lui pronto a partire, i pugni chiusi e le braccia tese. Floyd e Barry assistevano alla scena, pronti a scattare qualora ci fosse stato bisogno. Avanti a tutti, il capo Wilson faceva da scudo ai suoi, parandosi avanti a un uomo che Felicity non riusciva a vedere in quanto di spalle.
Shado accostò al lato della strada, senza entrare all’interno della caserma ed entrambe scesero dall’ambulanza. Alcuni si erano accorti del loro arrivo, ma rimasero fermi al loro posto, per evitare di rompere quell’equilibrio apparente che si era creato.
“Felicity, avviciniamoci lentamente.” – le disse Shado.
“Ma cosa sta succedendo?” – chiese lei, ormai preoccupata dalla situazione.
“Ti spiegherò tutto dopo, ora seguimi.” – le rispose la mora.
Le due si incamminarono lentamente verso il gruppo, cercando comunque di restare sotto il muretto in modo da non essere viste dall’uomo che dava loro le spalle. Più si avvicinavano, più sentivano che l’uomo e il capo stavano parlando mentre gli altri ascoltavano attentamente.
“Ascolta, Smith, questo non è il modo di risolvere la situazione e di certo non è il modo per superarla. Saremo sempre qui per aiutarti, ma…”
“Aiutarmi?!” – il capo fu interrotto dall’uomo – “voi non volete aiutarmi! Mi avete buttato via non appena non vi sono più stato utile! E quando ne avete avuto la possibilità mi avete rimpiazzato! Di cosa parla?”
“Non ti abbiamo buttato via, Jake.” – intervenne Floyd, cercando per l’ennesima volta di placare l’uomo.
“Sì invece! Volete sbarazzarvi di me, eh? Ma non ci riuscirete! Voi non…” – Smith si interruppe all’istante non appena vide i due paramedici. Shado e Felicity si erano avvicinate al gruppo e stavano ascoltando la conversazione da lontano, ma ormai erano state viste anche dall’uomo.
Smith osservò Felicity da capo a piedi. La bionda sentì un brivido sgradevole scenderle lungo tutto il corpo, ma restò con lo sguardo fisso su di lui. Non si sarebbe fatta intimidire. L’uomo tornò con gli occhi su di lei.
“E così tu sei il nuovo paramedico. Dimmi, chi ti sei scopata per farti assumere così velocemente, il bel faccino o il tenebroso tenente?”
Felicity rimase allibita dall’astio che percepì dalle parole di Smith, ma non si mostrò fragile. Non mosse lo sguardo dall’uomo, e a testa alta gli rispose: “Se tu hai bisogno di scoparti qualcuno per trovare lavoro mi dispiace per te. Io non ho questo problema, per fortuna. Ci sono arrivata per merito.”
Le parole di Felicity colpirono l’uomo dritte al proprio ego. La sua rabbia era ancora più evidente.
“Tu, brutta t…”
“Basta così!” – il capo, come sempre, si fece sentire, e Smith tornò con lo sguardo su di lui. Fissò Wilson dritto negli occhi e, senza guardarla, si rivolse a Shado.
“Shado, quando capirai finalmente quanto vale quest’uomo, vienimi a cercare. Per te la mia porta è sempre aperta…” – si girò a guardarla con un ghigno sulle labbra – “e non solo quella.”
“Credo proprio che è arrivato il momento per te di andare, Jake.” – ora era Digg a parlare, perché il capo aveva stretto i pugni e sembrava poter scattare anche lui da un momento all’altro.
Ma cosa diamine stava succedendo? Quale storia avevano queste persone? Quali segreti? Tutti sembravano sapere il motivo per cui l’uomo era qui a sputare veleno su di loro. Tutti tranne lei, ovviamente.
Felicity si stava facendo mille domande. Di sicuro le avrebbe fatte a Shado, una volta finito il turno. Shado.
Felicity girò lo sguardo sulla donna e la trovò ferma e immobile, con gli occhi sbarrati e spenti. La bionda non perse tempo e le si avvicinò cautamente, per poi metterle una mano sulla spalla. Shado sussultò, ma si riprese dai suoi pensieri e guardò Felicity, lasciandosi avvolgere dalle sue braccia amichevoli. Pochi momenti dopo, videro accostarsi una pattuglia del dipartimento di polizia. Due poliziotti scesero e si diressero verso i ragazzi.
“Signor Smith, dobbiamo chiederle di allontanarsi da qui.”
Jake guardò un’ultima volta il capo, poi Oliver e poi tutti gli altri rapidamente, per poi girarsi e andarsene senza ulteriori parole.
Le due pattuglie lo osservarono andare via, poi si girarono verso il gruppo.
“State tutti bene?” – chiese uno dei due.
Wilson prese un bel respiro. “Sì, grazie dell’intervento, Vargas. Mi dispiace avervi scomodato.”
“Nessun problema, capo. Siamo sempre a disposizione. Buona giornata.”
I due si rimisero in macchina e se ne andarono. Il capo guardò per un attimo Shado, come per assicurarsi che stesse bene, e poi si girò verso gli altri.
“Tornate tutti a lavoro. Queen, Diggle e Harper, nel mio ufficio.”
I ragazzi ascoltarono il capo e cominciarono a rientrare lentamente nella caserma.
Felicity aveva ancora Shado tra le braccia. “Hey, rientra anche tu. Parcheggio l’ambulanza e ti raggiungo, va bene?” – disse la bionda.
Shado la ringraziò e la strinse un’ultima volta, per poi incamminarsi verso l’interno, attesa da Sara e Barry che le stavano mantenendo la porta.
 
 
Felicity non poteva evitare di pensare a tutto ciò che era appena accaduto. Quell’uomo. Le sue parole. I suoi occhi completamente vuoti. Rientrò in caserma piena di interrogativi e preoccupazione.
Appena imboccato il corridoio, vide i tre convocati dal capo uscire dal suo ufficio.
“Digg.” – lo chiamò lei.
L’amico si diresse verso di lei ma fu interrotto dall’allarme che richiedeva l’aiuto della squadra 7. “Ne parliamo dopo.” – le disse, per poi stringerle una spalla e andare a fare il proprio lavoro, seguito da Roy.
La bionda spostò lo sguardo sul tenente Queen. Aveva il viso completamente chiuso, come se si fosse costruito un muro. Lo guardò per qualche istante, cercando le parole giuste da dirgli per confortarlo, ma Oliver si allontanò da lei e si diresse nel suo ufficio. Felicity rimase qualche secondo a pensare, prima di decidersi e dirigersi verso la stanza dove avevano i letti per riposare.
 
 
 
Shado era seduta sul suo letto, la testa bassa e lo sguardo immerso nei ricordi. Felicity le si avvicinò e cercò di usare il tono più dolce possibile.
“Hey.”
Shado alzò la testa verso di lei e si asciugò le lacrime che le avevano bagnato le guance. “Hey.”
“Posso sedermi?” – le chiese la bionda.
Shado annuì e le fece spazio.
“Grazie per ciò che hai fatto lì fuori, Felicity.” – le disse la donna.
Felicity le prese una mano tra le sue e gliela strinse, dandole tutto il tempo di elaborare.
“Sono successe tante cose in questa caserma, negli ultimi anni. Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a una delle tante conseguenze durante il tuo primo giorno.”
“Non devi assolutamente dirlo, Shado. Ormai sono anche io parte di questa caserma e non importa da quanto. Sono una di voi.”
Shado sorrise, uno di quei sorrisi quasi amari, malinconici. “Sai, se fossero tutti come te, avremmo molti problemi in meno, su questa Terra.” – le ragazze si misero a ridere. Proprio in quel momento, furono raggiunte da Sara.
“Eccovi, finalmente.”
La ragazza si sedette accanto a Shado e le mise una mano sulle spalle. “Come ti senti?” – le chiese.
“Sto bene, ragazze. Avevo solo bisogno di un attimo per riprendermi, ma sto bene.” – rispose la mora.
“Che ne dite se dopo il turno ci vediamo noi tre e basta? Felicity, per te va bene?” – le disse Sara.
“Certo, così finalmente comincerò a mettere insieme qualche tassello.” – replicò lei ridacchiando.
“Shado?”
“Va bene. Ma…è un problema se venite da me? Non mi va molto di muovermi da casa…”
“Assolutamente no, tesoro, stai tranquilla.” – Sara la strinse a sé e attirò anche Felicity nell’abbraccio.
“Sei stata davvero grande, là fuori, bionda.” – le disse Sara, lo sguardo fiero. Felicity rise e la ringraziò. Le tre continuarono a parlare per poco, quando furono raggiunte dal capo Wilson che entrò e da subito puntò gli occhi su Shado. “Posso parlarti un attimo nel mio ufficio?”
Shado strinse le mani delle due ragazze e si alzò dal letto, dirigendosi insieme al capo nel suo ufficio.
Felicity li osservò scomparire dietro la porta. Tra quei due era successo qualcosa e, specialmente dopo le parole di Smith, ne era certa. Decise, però, di rispettare la regola della caserma di dividere lavoro e vita privata, così si girò verso Sara.
“Allora, qual è il programma?”
Sara le sorrise. “Se ti va, puoi venire con me in macchina. Prendiamo brioches e cappuccini e andiamo da Shado.”
“Andata, allora.”

 
 
NOTE
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction che pubblico. Come avrete capito, si ambienterà nel mondo dei vigili del fuoco. Sono una grande fan di Chicago Fire e siccome amo Arrow, ho voluto provare a mischiare i due mondi. Non so ancora quando pubblicherò il secondo capitolo, ma spero che questo vi piaccia. 
Ringrazio chi deciderà di leggere e chi deciderà di lasciare una recensione.
Alla prossima!

 
   
 
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