Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Morgana_Redlights    11/03/2021    1 recensioni
Rose guardava il tramonto, i suoi occhi lontani ricordavano qualcosa di perso, mentre il suo cuore piangeva e si dibatteva dolorante nel petto. Che senso aveva vivere?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rose guardava il tramonto. Il sole stava, lentamente, immergendosi nelle profondità del mare, tingendolo dei suoi caldi colori autunnali e rendendo il paesaggio romantico e malinconico. La spiaggia era bellissima in quel momento. La sabbia, normalmente bianca, aveva rubato l’oro antico del sole calante e le onde che la fendevano erano pigre e schiumose. In tutto quello scenario gli unici rumori che si udivano erano lo stridere dei gabbiani e il frangere delle onde sugli scogli.
Rose odiava fare il bagno in quell’acqua scura e salmastra. Lo odiava, ne aveva una paura fottuta. Quel pensiero le fece riaffiorare alla mente il ricordo del suo migliore amico, Cole. Erano due anni che non lo vedeva né sentiva. I suoi genitori erano partiti in un altro stato per lavoro e da quel giorno non si erano più visti.
Le mancava così tanto, davvero tanto. Dopo la sua partenza la sua vita era capitombolata nel caos più totale: prima nessuno la trattava male, tutti la ignoravano o la salutavano e Cole era sempre con lei, non la lasciava mai sola. Poi, tutto era completamente cambiato: tutti la additavano nei corridoi, la chiamavano “sfigata”, la denigravano con pesanti insulti senza motivo, le nascondevano le cose, le lanciavano la spazzatura, la picchiavano… Perché? Cos’aveva fatto loro per meritarsi un trattamento simile? Eppure, dopo che Cole era andato via, tutto era caduto nell’oblio…
Rose guardava le onde infrangersi sulla scogliera. I suoi occhi erano spenti e lontani dal mondo reale, immersi in quelle memorie così dolorose. Faceva davvero così male, dentro di lei, il petto sembrava volesse esplodere in mille pezzi. Forse doveva andare così: una famiglia distrutta dal tradimento del padre; una madre alcolizzata e violenta, morta suicida; degli zii che non si accorgevano nemmeno di lei; il suo migliore amico che si era completamente dimenticato della sua esistenza… forse anche lei, come sua madre, doveva andarsene. A chi sarebbe importato?
Non riusciva a ricordare nessuno a cui sarebbe importato.
Quando c’era Cole, avevano anche una compagnia, quelli che lei definiva amici: Chris, Lerry, Dean, Paule e con loro era solita passare il tempo. Ma, ora, non avevano più tempo per lei. Non la guardavano più. Perché? Nessuno di loro l’avrebbe mai aiutata, senza Cole.
Davanti a quel tramonto maledetto, in quella maledetta spiaggia, nel maledetto giorno in cui Cole le aveva detto addio, Rose, pianse disperatamente. In preda a convulsi dolorosi, rise a crepapelle e, infine, si fermò. Vuota.

Basta…

Il volto della ragazza colpì violentemente l’acqua che, nonostante la stagione, fendeva gelida il suo corpo inerte. Smise di trattenere il respiro e decise che avrebbe lasciato che il buio della morte si portasse via quei colori brillanti del tramonto che, ormai, le davano la nausea.
Cominciò a cambiare idea quando ormai l’acqua le inondava il corpo, i polmoni e la mente. Stava morendo e nessuno sarebbe venuto a salvarla.
Quando il mondo iniziò ad annebbiarsi, due forti mani, la presero per le braccia e la trascinarono fuori dall’acqua.

-Rose! Rose! Cazzo!-
-Chris perché non respira?-
-Taci Lerry!- sbottò Dean.
-Dobbiamo farle un massaggio cardiaco!- fece Paule.
-Fate largo.- Dean si mise nel mio campo visivo.
Rose non capiva perché riusciva a vederli e sentirli, ma non poteva muoversi, voleva parlare, ma non ci riusciva. Stava morendo e non poteva parlare con loro.
-Tieni duro bellezza.- esclamò Dean, terribilmente agitato, ma anche così sicuro di quello che stava per fare.
Iniziò a praticarle la respirazione artificiale e quando sentì l’aria entrarle prepotentemente nei polmoni, l’acqua salmastra che aveva respirato le uscì dalla bocca con violenza. Le bruciava la gola e le venne subito da piangere. Era viva.
Chris porse a Dean la sua giacca, di modo che coprisse la ragazza. Stava tremando come una foglia.
Dean la fece sedere e, tenendola tra le sue braccia, lasciò che gli altri si avvicinassero per vedere come stava.
-Rose cosa stavi cercando di fare!- sbottò Chris, era su tutte le furie.
-Lasciala stare!- protestò Lerry.
-Io…io…- provò a parlare Rose, ma fu solo capace di piangere come una bambina.
-Bravo Chris!- lo sgridò Paule.
-Taci!- lo rimbeccò.
-Ragazzi basta.- intervenne Dean –Bambina è tutto apposto, ci siamo noi adesso…non andartene.- l’abbracciò forte.
-Rose…ci dispiace tanto…ci siamo comportati come degli idioti…- iniziò Paule, mentre grosse lacrime gli scendevano dagli occhi, appannandogli gli occhialoni –Ho preferito concentrarmi sul mio club di scienze…ignorandoti e restandoti distante. Tutti i miei compagni del decathlon mi dicevano che ero troppo intelligente per stare con te, ma non è vero…sono stato solo un codardo e un pessimo amico. Mi dispiace!- cadde in ginocchio davanti alla ragazza e continuò a piangere a dirotto.
-Anch’io ti chiedo scusa Rose. Ho preferito ascoltare le opinioni delle ragazze che frequentavo, anzi, di quelle che semplicemente mi scopavo. Invece avrei dovuto restare con te, proteggerti, come faceva Cole e come facevamo prima, quando lui non c’era. La sua partenza ha lasciato un vuoto troppo grande da colmare, perché a differenza sua, noi eravamo tutti dei codardi. Scusa Rose, se vorrai perdonarmi ti assicuro la mia vita cambierà, che sarò un buon amico…- provò a sorridere Lerry, ma non riuscì a guardarla troppo negli occhi, vergognandosi di sé stesso.
-Hanno ragione, anch’io ti devo delle scuse…- mormorò Chris –I miei mi hanno minacciato…mi hanno detto che stando con te avrei rovinato la mia reputazione di studente modello. La mia ragazza mi ha minacciato, dicendomi che se ti avessi frequentato mi avrebbe lasciato. Ero così convinto di dover mantenere la mia vita “perfetta”, da non accorgermi quanto tu stessi soffrendo, da sola e di quanto male ti abbiamo fatto noi, più degli altri, perché noi eravamo e siamo tuoi amici…- i suoi occhi erano lucidi e la sua voce tremava.
-Rose…io sono un coglione e lo ero anche prima…i miei…mio padre è un bastardo figlio di puttana. Sai, ho rinunciato al football, ho rinunciato alla borsa di studio, ho rinunciato a tutto…perché voglio dedicarmi completamente a te, Rose. Ti prego, dacci la possibilità di rimediare a tutto il male che ti abbiamo fatto. Facci essere delle persone migliori, a ricominciare la nostra miserabile vita con te.- il ragazzo la guardava dritto negli occhi, con ardita convinzione e desiderio di essere un ragazzo e un uomo migliore.
La ragazza li guardò tutti.
-Mi siete mancati…- mormorò, ma non poté aggiungere altro, perché le lacrime le presero la gola.
Tutti la guardarono e, senza dire niente, si strinsero in un forte abbraccio.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Morgana_Redlights