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Autore: Vale_P    12/03/2021    3 recensioni
< Xia stava facendo il possibile per mantenersi calma e non sudare, rischiando così di sciogliere il pesante cerone bianco che le copriva il volto.
Da lì a pochi secondi sarebbe entrato il suo futuro marito... >
Terza classificata al contest “Storie incrociate” indetto da mystery_koopa sul Forum di EFP.
Genere: Romantico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Cina Imperiale
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N.B.: il nome Xia in cinese si riferisce alla luce del sole durante il tramonto o l'alba, mentre Shui è un nome bisex, legato all'acqua.
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COME SOLE E ACQUA AD ORIENTE
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La giovane Xia attendeva, senza troppa ansia, che la sua serva finisse di acconciarle i capelli per l'occasione.
Accucciata sul talami di camera sua e con le mani posate in grembo, sopportava paziente ogni spazzolata che la mano incerta della lavorante le infliggeva.
Dal riflesso dello specchio che si ergeva davanti a lei vedeva l'elaborata acconciatura prendere forma poco a poco.
Tigri di bronzo dorato danzavano contornando la pallida figura di donna che aveva di fronte e nella quale stentava a riconoscersi.
Era così concentrata su sé stessa che, nel riflesso dello specchio, percepiva l'esile figura della ragazza alle sue spalle come un'ombra dai contorni sfuocati che agitava le mani e si muoveva irrequieta. Tutta la sua attenzione veniva catturata dal suo stesso volto: dalla pelle pallida nascosta dalla tintura bianca, dalle labbra rosse, dalla linea nera sugli occhi e dai lunghi capelli corvini che ora erano raccolti e decorati con grandi forcine e nastri di seta.
Scosse il capo leggermente a destra e a sinistra, allungò il collo e terminò di scrutarsi sospetta allo specchio: quella donna era proprio lei.
Si alzò senza ringraziare la serva che stava raccogliendo i pettini e le spugnette usate per il lavoro.
Il corpicino minuto si muoveva sinuoso sotto l'ingombrante Hanfu¹, anch'esso di seta. Passo dopo passo uscì dalla camera e percorse il ballatoio esterno che la condusse alla sala da pranzo, dove i suoi genitori stavano già gustando del tè in un elegante servizio di bronzo. Su ogni tazzina era inciso un dragone che le avvolgeva e il manico della teiera era esso stesso una coda di drago. Il dragone avrebbe benedetto il tè e ne avrebbe migliorato il sapore.
"Madre, sono pronta."
Seppur ancora sedicenne, agli occhi di Yu sua figlia sembrò essere rinata sotto una nuova veste di donna ed ebbe la stessa sensazione che poco prima ella stessa provò davanti allo specchio di camera sua: una sconosciuta dai lineamenti familiari.
"Siediti, figlia. Tra poco arriveranno i nostri ospiti."
Disse Yu, senza offrirle nulla da bere per paura che il trucco scarlatto che le colorava le labbra si rovinasse.
Il padre la guardò, privo di qualsiasi forma di orgoglio, accomodarsi e prendere posto al tavolo.
Se solo avessero avuto un figlio maschio ora si troverebbero nella situazione di poter giudicare invece di attendere con ansia l'approvazione del proprio esaminatore.
Passarono pochi minuti prima che una serva, di qualche anno più esperta della prima, venne ad annunciare l'arrivo dei loro ospiti.
Xia stava facendo il possibile per mantenersi calma e non sudare, rischiando così di sciogliere il pesante cerone bianco che le copriva il volto.
Da lì a pochi secondi sarebbe entrato il suo futuro marito.
Si sentirono dei passi avvicinarsi dal ballatoio, insieme al brusio di stoffe pesanti che sfregavano tra loro.
"Eccelsi Signori Zhao,
Io, Wu Jin, e mio figlio, il giovane Wu Cai, ringraziamo per la vostra gentile accoglienza."
Dopo essersi annunciati accennarono un leggero inchino e presero posto al tavolo.
Si inginocchiarono di fronte a Xia e a Yu, mentre il Padre occupava il posto di capotavola.
Era inusuale che il futuro suocero andasse direttamente a far visita alla famiglia della sposa, portando addirittura il figlio maschio con sé. Eppure la data del matrimonio era abbastanza vicina. Come da tradizione il Sensale della famiglia Wu aveva esaminato la giovane promessa sposa anni prima e anche l'indovino aveva dato la sua benedizione. Avendo ricevuto il benestare sia del Sensale che dell'indovino, il Sig. Wu aveva proceduto regalando una grande somma di denaro accompagnata da un imponente e innovativo telaio alla famiglia Zhao e ora, poco prima delle nozze, si sentiva in diritto di vedere personalmente la merce acquistata per il suo primo genito.
Entrambe le famiglie facevano sfoggio dei loro abiti migliori: seta variopinta di bianco e di rosso per le donne di casa Zhao con maniche dal lungo strascico per la figlia, mentre gli uomini Wu indossavano il loro Hanfu da cerimonia bianco e azzurro e portavano i capelli raccolti nella tradizionale coda imposta agli uomini dalla dinastia imperiale Han.
"Presto, servite del tè ai nostri ospiti." Disse la Madre alla servitù.
La giovane ragazza che si era occupata di Xia poc'anzi aveva raggiunto la sorella nella sala da pranzo per aiutarla a servire. La perfetta riuscita dell'evento era fondamentale, in caso contrario sarebbero state severamente punite.
Nonostante tutto, però, il Padre Zhao non aveva rinunciato a un piccolo capriccio.
"Vedo che avete cominciato a servirvi prima dei vostri ospiti..."
"Prego Sigor Wu, non ci faccia caso. Per mio marito il rito del tè è imprescindibile e nulla lo smuoverà mai dal cominciare esattamente al sessantesimo rovescio d'acqua²... ma servitevi: abbiamo conservato il meglio per voi!"
Si affrettò a rispondere Yu, desolata, indicando il giardino nel quale si trovava la clessidra ad acqua.
"Questo è dell'ottimo bronzo, da dove arriva?" cambiò argomento Wu Jin.
Sembrava interessato ad arrivare subito al punto.
La sua famiglia infatti da quasi cent'anni era rinomata e si era arricchita grazie alla lavorazione del ferro e del bronzo. In quel momento stava espandendo il suo dominio nel settore più che mai, trattando con famiglie sempre più altolocate e si vociferava che da lì a poco tempo avrebbe potuto servire addirittura l'Imperatore.
Fu chiaro fin da subito che durante l'incontro avrebbe fatto valere la sua ricchezza e importanza in tal senso.
"Si tratta di un prezioso cimelio della Dinastia Zhao."
Tagliò corto il padre, anch'esso sicuro dei propri assi nella manica.
Subito dopo però guardò la figlia con rammarico: nonostante anche la sua ricchezza fosse esponenzialmente in crescita, doveva tenere a mente di non essere lui nella posizione di poter condurre le trattative.
In quel momento ancora nessuno lo sapeva, ma il potere che avrebbe raggiunto la famiglia Zhao sarebbe stato tale da potergli permettere di condurre qualsiasi tipo di trattative, anche avesse avuto un esercito di figlie femmine.
Possedevano infatti una piccola filanda, con poco più di una ventina di aspi e altri macchinari per la produzione della seta. Sarebbero bastate ancora un paio di generazioni prima che venisse elaborata una nuova Via della Seta: un nuovo percorso, con nuove tappe e nuovi orizzonti.
Avrebbe permesso qualsiasi scambio commerciale tra l'Impero Cinese e Bisanzio, futuro grande cliente ed estimatore di stoffe cinesi, senza la necessità di passare dalla Persia. Gli affari della famiglia Zhao ne avrebbero enormemente giovato.
Purtroppo però il Sigor Zhao, in quel momento, non poteva saperlo e ascoltava le parole del suo interlocutore in silenziosa agonia.
Sarebbe stato un estremo disonore se qualcosa fosse andato storto e il matrimonio fosse stato annullato così vicino alla data prestabilita, obbligandoli a restituire i preziosi doni nuziali.
"Arrivederci Signori. Questo incontro è stato illuminante e manderemo un messaggero per confermare il tutto quanto prima.
Approfitterà per ritirare il presente che avrete la gentilezza di offrire a mio Figlio... Togliamo il disturbo."
Il dono della famiglia della sposa era di natura puramente formale: secondo la tradizione consisteva in forbici pregiate, che simboleggiavano l'eterna unione delle due lame così come sarebbe stato per i due novelli sposi, e un nastro lungo tanto quanto i metri di terra di proprietà della famiglia.
Quel pomeriggio i due promessi sposi non si rivolsero nemmeno uno sguardo, come se la cerimonia della quale si stesse discutendo non riguardasse loro, ma altre persone lontane, forse inesistenti.
Solamente prima di alzarsi Wu Cai sollevò leggermente lo sguardo per lanciare un'occhiata curiosa alla giovane donna che era inginocchiata di fronte a lui e decretò, soddisfatto, che sarebbe potuta andare bene.
La padrona di casa chiese alla serva anziana di accompagnare gli ospiti alla porta, mentre la seconda aveva già iniziato a volteggiare silenziosa in cucina come una laboriosa ape.
"Mio amato, sei stato scortese. Gli ospiti sono importanti e vanno trattati con riguardo. Te l'avevo detto che non sarebbe stato gentile cominciare la cerimonia del tè senza di loro... Spero che questo non abbia compromesso di molto la loro opinione."
Il Sig. Zhao aveva già sopportato abbastanza per stare ad ascoltare anche il rimprovero della moglie. Aveva represso la sua virilità anche troppo e quel giorno non avrebbe accettato ulteriori umiliazioni.
Senza dire nulla si alzò e, calpestando i cuscini sui quali era seduto poco prima, camminò verso Yu.
Finalmente la sua testa si ergeva sopra quella delle due donne, in segno di superiorità.
Quando sollevò il ginocchio e calciò Yu alla scapola non provò altro sentimento se non quello di giustizia. Finalmente stava riassumendo il ruolo di capo famiglia, quel teatrino era durato ben più del dovuto per lui.
Lasciò la stanza irritato e nervoso.
Avrebbe cavalcato fino a raggiungere i capannoni con i telai, filatoi e allevamenti di bachi da seta e tutto sarebbe tornato alla normalità.
Il calcio aveva fatto perdere l'equilibrio a Yu, che si ritrovò stesa sul pavimento con la scapola dolorante.
Da brava moglie non commentò il gesto, si rimproverò invece di essere stata tanto impertinente con il marito.
Si alzò mantenendo lo sguardo basso, si sistemò l'abito e si ritirò silenziosa nella sua stanza.
Xia rimase sola.
Persino le serve non erano più con lei; una si destreggiava in cucina tra gli ultimi utensili da pulire e sistemare, mentre l'altra aveva seguito la Madre.
Ormai non c'era più via di fuga. Quel pomeriggio venne apposta una firma definitiva al suo futuro e tuttavia Xia quasi non se ne rese conto.
Era stato rapido e indolore e nessuno l'aveva interpellata. Tutti si aspettavano che lei si comportasse come per una figlia è più consono fare e, per l'onore degli Zhao, fu esattamente quello che fece. Non importava quanto suo padre fosse violento o che la disprezzasse per essere nata donna; lei avrebbe fatto il possibile per il bene della famiglia.
Si assicurò che nessuno fosse nella stanza con lei prima di lasciarsi sfuggire una sola, timida, ma temeraria lacrima... l'unica che si sarebbe concessa.
"Madre?" chiese, sentendo scricchiolare il ballatoio esterno e ricomponendosi.
"Xia, tesoro, vado a fare un giro in giardino. Devo meditare."
La serva seguì Yu come un'ombra. Stringeva tra le braccia una custodia laccata di bianco e nero contenente la Pipa: lo strumento perfetto, simbolo di beatitudine e di armonia.
Per Yu suonare era la migliore meditazione e lo faceva spesso, ogni qualvolta sentisse il bisogno di ritrovare la pace interiore e ricordare il vero cardine della vita: la Famiglia.
Lei e la serva uscirono quindi alla ricerca del punto migliore del giardino da dedicare all'eccelsa attività, mentre la giovane Xia, rimasta nuovamente sola, si ritirò in camera.
L'incontro appena terminato non aveva appena scalfito i suoi sentimenti, lasciando una vaga traccia di noia e rassegnazione... Si sentì rassicurata.
Pensò che in fondo, se non provava né disgusto né rabbia, avrebbe potuto sopportare il matrimonio.
Prima di togliersi il pregiato vestito in seta si accucciò davanti allo specchio per godere ancora qualche istante di quella strana visione.
I giorni di fanciullezza sarebbero finiti a breve e il trucco che indossava segnava il suo passaggio all'età adulta... Avrebbe voluto far vedere quella nuova sé stessa ad un'altra persona prima ripulire il viso e indossare gli hanfu quotidiani.
Dalla finestra vide il sole ancora alto; se fosse uscita in quel momento forse avrebbe fatto in tempo.
Aprì il cassetto della bassa scrivania di fronte a lei e dal fondo tirò fuori una scatoletta di bambù con inciso sul coperchio il simbolo "學"³, "studio".
Girò una piccola chiave e dalla scatola estrasse un foglio, un pennello e un calamaio.
Scarabocchiò pochi Kanji in fretta, sventolò il pezzo di carta in aria per far asciugare l'inchiostro e lo nascose nella manica del vestito. Richiuse con cura la scatolina di bambù e la ripose in fondo al cassetto.
"Madre? Padre?"
Chiamò mentre muoveva incerta i primi passi fuori dalla propria stanza.
Percorrendo il ballatoio in legno, si affacciò sia alla sala da pranzo che alla cucina.
Anche la sua serva non c'era più.
Non avrebbe dovuto uscire senza chiederle il consenso, neanche per fare il bucato o per qualsiasi altro motivo. Il rapporto con la sua padrona doveva venire prima di tutto. Tuttavia, in quella situazione, Xia fu felice di non trovarla in casa.
Anche mentre percorse il sentiero che attraversava il giardino e conduceva al cancello fu sollevata nel non incrociare sua Madre. Riusciva solamente a percepire la sfuggente melodia del suo strumento provenire dal piccolo gazebo delle ninfe.
Finalmente era fuori.
Xia volava tra le strade di Chang'an, scivolava sinuosa tra un passante e un altro, incurante degli sguardi che catturava e anche del solito cane randagio che la seguì scodinzolando per un breve tratto.
Percorse la via principale fino a metà, quando imboccò una trasversale secondaria che la portò fuori dal centro città e lontano dalla folla.
Man mano che proseguiva, la strada si faceva meno curata, il suolo più sconnesso e la vegetazione più incolta. A stento riusciva a distinguere il rumoreggiare della città in lontananza.
Le ballerine rosse che indossava la condussero fino al suo posto preferito. Arrivò lungo le sponde di un piccolo fiume, affluente del Fiume Wei, il quale scorreva a pochi chilometri dalla capitale, e trasse un sospiro di sollievo nel trovare quella persona ancora lì. Era inginocchiata all'ombra di un ginko⁴, forse proprio aspettando il suo arrivo.
Il cuore le batteva forte per la corsa, ma ne era valsa la pena.
"Shui! Eccomi, sono arrivata!" gridò agitando la mano.
Shui alzò lo sguardo, distraendosi per un attimo dai grilli con cui stava giocando, e si illuminò di sorpresa nel vederla arrivare in quel bellissimo vestito di seta bianco e rosso. Il prezioso tessuto brillava quando veniva colpito dalla luce del sole calante e l'elaborata acconciatura creava strane ombre sul terreno.
"Oh, Xia! Sembri una Dea!
Stavo per andarmene, ma per fortuna ho deciso di aspettare ancora un po'... ero tanto preoccupata per te oggi!"
Xia volteggiò sorridendo e mostrandole l'interezza del suo hanfu, come uno spirito vanitoso.
"Sei stata gentile, ma è andata bene.
Non ho voluto guardare il giovane Cai in realtà, ho avuto paura. Però penso di potercela fare! Non sarà così male e in ogni caso non posso tirarmi indietro, quindi..."
Shui si fece un poco adombrata in volto, ma subito l'amica se ne accorse e fu pronta a consolarla.
"Non ti preoccupare, prometto che starò bene e avrò ancora tempo di venire al fiume di tanto in tanto!"
Shui però abbassò lo sguardo.
"Devo andare Xia, mia madre non coprirà il mio turno ancora per molto..."
"Cosa c'è? Non mi credi? Guarda: ho fatto questo per te! Fai attenzione, non lo stropicciare! È carta..."
Così la ragazza delicatamente tirò fuori dalla manica il bigliettino preparato prima di uscire di casa.
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" Le zampe del coniglio maschio saltellano su e giù,
mentre il coniglio femmina ha occhi confusi e sconcertati.
Quando due conigli corrono lungo la terra,
Come puoi capire se sono maschio o femmina? "
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"È la ballata..."
"... la ballata di Mùlán!"
Quelli infatti erano i versi finali dell'antica ballata di Huā Mùlán.
"Ti ricordi quando l'abbiamo letta insieme su quelle rocce laggiù?"
Disse entusiasta Xia, indicando un gruppo di grandi rocce poco distanti da loro che si affacciavano sul fiume e ricordando di aver fatto qualcosa di proibito.
"Tienilo! Così ti ricorderai per sempre di quel giorno..."
Shui non avrebbe di certo avuto bisogno di un biglietto per ricordarsi sempre di Xia, ma riceverlo le fece enormemente piacere, tanto da commuoverla.
"Non voglio che ti sposi!"
"Sarebbe bello scappare, vero? Andare a combattere come Mùlán... Difenderemo l'Impero dai Nomadi del Nord! Allora nessuno pretenderebbe alcun matrimonio assurdo da noi!"
Xia rise a questo sciocco pensiero al quale aveva appena dato voce.
Gli usignoli cantavano e l'acqua scorreva.
Xia e Shui erano immobili e silenziose.
"Non so cosa mi prenda, Xia, ma mi sento triste. Ti vorrei sempre con me... s-se io fossi un uomo saremmo felici insieme..."
Ammise in fine una delle fanciulle.
"Shui..."
Xia avrebbe voluto sedersi a terra accanto all'amica e stringerle la mano, ma avrebbe rovinato il prezioso abito rosso che indossava.
Osservare quel volto triste che la fissava le procurò un senso di impotenza e allo stesso tempo di pietà per quella creatura che non aveva certo meno bellezza di lei o meno talento, ma che per qualche strano scherzo del destino aveva il viso sporco e portava come abito della stoffa logora legata in vita da una corda.
"Il nostro matrimonio non porterebbe nessun beneficio alla mia famiglia..."
Sussurrò Xia.
"Hai ragione. In fondo io sono già una proprietà di tuo padre. Che cosa potrei dare alla tua famiglia più di me stessa?"
"Shui, noi siamo amiche..."
Ma lo erano davvero?
"Scusami, ora devo davvero tornare al mio telaio. Le auguro una buona serata, Signorina Zhao."
I toni si erano fatti improvvisamente cortesi, ma gli occhi comunicavano l'opposto. La ragazza dal viso sporco si allontanò dal fiume come in passo di guerra e tenne lo sguardo basso quando passò di fianco all'amica.
Quella conversazione non era andata come avrebbe voluto.
Mentre si recava al fiume si era immaginata l'espressione stupida di Shui nel vederla arrivare conciata in quel modo, i suoi complimenti e poi salti e balli di gioia e i suoi augurii per le vicine nozze... Cosa era andato storto?
Non fece altro che rimuginare mentre percorreva a ritroso la strada che l'aveva condotta fuori città.
Lungo le vie principali, voci confuse e schiamazzi di animali accompagnavano i suoi rumorosi pensieri fino a che la sua testa non le sembrò stare per esplodere.
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L'indomani mattina la giornata da poco conclusa le apparse come un sogno.
Non riusciva a capacitarsi che tutti gli eventi che ricordava fossero realmente accaduti, ma non ebbe tempo di metabolizzare come avrebbe voluto. La giovane serva infatti la raggiunse per comunicarle che il bagno era pronto.
Un silenzio insolito regnava tra le pareti di casa quella mattina.
Si recò nella stanza da bagno, dove l'attendeva una grande bacinella in legno, piena di acqua calda e profumata.
Seduta su un piccolo sgabello, si sciacquò accuratamente con un catino prima di entrare nella vasca. Il bagno era un rituale purificativo del corpo e dell'anima, bisognava entrare già puliti.
Terminato il rito venne aiutata ad asciugarsi e vestirsi, ma dovette fasciarsi i piedi da sola. Di norma era una pratica che spettava alla Madre in persona, ma quel giorno non si presentò nessuno per aiutarla in questo.
Venne quindi accompagnata nella sala da pranzo, dove sarebbe stata servita la colazione.
La porta a soffietto si spalancò, stranamente però, anche lì non trovò nessuno ad accoglierla.
Si guardò intorno, annusò l'aria: nessuno stava preparando la colazione.
"Preparami del tè." Disse in fine alla sua serva.
"M-mia Signora... oggi Signora Madre è uscita all'alba con sua serva... molta fretta e nessun messaggio per Voi..."
La ragazza, di origine mongola, non parlava ancora un buon cinese manciù.
"Hai aspettato fino ad ora per dirmelo? Verrai punita da mio Padre per questo. Lo sai, vero?"
Di norma era felice di avere una serva poco esperta. Ne apprezzava la sua presenza vaga e non opprimente e si rammaricava ogni qualvolta ella imparava un nuovo incarico che la portasse a passare più tempo con lei. Quella mattina, però, l'umore di Xia era pessimo e sfogò la tensione sulla malcapitata.
Il tè verde venne servito a tavola e la serva le riempì con cura la tazza. A quel punto la giovane si concesse finalmente il lusso, o forse l'errore, di rivivere nella sua mente alcuni istanti del giorno precedente.
Il matrimonio, che subito le era sembrato sopportabile, ora le appariva come una maledizione del Re Dragone.
Lo strusciare di abiti maschili nel corridoio di casa sua e la voce del Sigor Wu risuonavano in lei distorti e mostruosi.
Era forse l'idea che il matrimonio l'avrebbe allontanata da Shui ad apparirle insostenibile?
Era a causa della strana reazione di Shui se ora il matrimonio la spaventava?
La fragranza pungente del tè le inebriava le narici e il vapore caldo le avvolgeva il volto.
Avrebbe fatto ciò che era necessario per l'onore della famiglia, era la cosa più importante.
Ritirarsi da un matrimonio organizzato non era un'opzione esistente se teneva alla sua vita, oltre che al buon nome degli Zhao.
Il silenzio innaturale che la circondava la metteva a disagio e accresceva l'ansia dei suoi pensieri.
Decise di riempire le successive tre ore esercitandosi nel cucito e, segretamente, nella scrittura.
Poco prima dell'ora di pranzo sentì finalmente il portone d'ingresso aprirsi e un vociare provenire dal giardino interno.
La Signora Zhao e la sua serva erano rientrate e camminavano frettolosamente lungo il ballatoio senza interrompere il flusso costante del loro chiacchiericcio.
C'era qualcosa però in loro che inquietava Xia.
Forse erano le voci tremanti, o forse i lembi della tonaca della madre sporchi di terra, così come la seta bianca che le fasciava i piedi.
"Madre, dove siete stata? C'è qualche problema per caso?" chiese titubante.
"Presto, figlia mia! Vieni, seguimi di là... Sediamoci."
La sala da pranzo, che negli ultimi giorni era stata il centro di molti eventi cruciali, divenne nuovamente teatro di una conversazione che si preannunciava tempestosa.
Yu si inginocchiò velocemente, accarezzandosi nervosa la crocchia che le era stata acconciata all'alba.
La serva anziana afferrò con violenza il braccio della sorella e la trascinò in cucina a preparare il pranzo, lasciando le due donne di casa da sole.
"Xia..." esordì la madre tenendo lo sguardo fisso sul tavolino in legno di quercia che le divideva.
"Sarò chiara: tuo Padre ieri notte non è tornato a casa."
Solo allora Yu alzò lo sguardo, mostrando i suoi occhi scuri, lucidi e gonfi.
"Questa mattina sono uscita all'alba per cercarlo e l'ho trovato... Era privo di vita, lungo la strada che porta alla filanda."
"È..." tossì schiarendosi la voce prima di proseguire.
"Lui è... morto?" sussurrò Xia, come se stesse pronunciando delle parole proibite.
La Madre rispose con uno spasmodico cenno del capo, su e giù, su e giù. I nervi del collo rigidi e le vene delle tempie gonfie.
"Ma..."
Le parole sparivano nella bocca della giovane e i pensieri abbandonavano la sua mente. Sapeva come avrebbe dovuto sentirsi, ma non sapeva come si sentiva.
"Dove..."
"Stai zitta, Xia! Sole Mio, non parlare... che disonore! Una famiglia senza un uomo... devi stare zitta!"
"Madre... dove è il corpo di mio Padre?"
"Cosa ne sarà di noi? La nostra attività... chissà se le lavoranti... e se lo avessero visto?"
"Madre... il corpo! Dove è il corpo di mio Padre?"
"Xia, stai zitta! Non ti devi preoccupare del corpo! Ora la cosa principale è non far annullare il tuo matrimonio."
Ora Xia sapeva benissimo come si sentisse: disgustata, inorridita.
Non riusciva a credere che sua Madre stesse facendo questo al suo Onorevole Padre... dove aveva portato i resti esanimi di quell'uomo? Come mai non li stavano onorando a dovere? E la cerimonia per i defunti... tutto questo non era accettabile. La sua era una famiglia per bene e suo padre avrebbe dovuto riposare insieme a tutti i loro rispettabili antenati.
"Sole Mio! Non ti preoccupare, so quello a cui pensi! Tuo padre verrà sepolto a dovere, con mille guardie di argilla a vegliare sul suo sonno e bruceremo sacchi di seta e riso per lui! Ma prima dobbiamo pensare al tuo matrimonio."
"Madre... così... ci disonorate..."
L'onore della famiglia era esattamemte ciò che la obbligava ad accettare il matrimonio combinato...
Non avrebbe osato dire a sua Madre come comportarsi, ma non riusciva a darsi pace pensando al povero corpo esanime, gettato chissà dove invece di ricevere le onorificenze che meritava.
"Avanti, ricomponiti. È dura, ma non c'è altra soluzione. Nasconderemo il cavallo di tuo padre e diremo che è partito per un viaggio d'affari... Doneremo una delle nostre serve per farci perdonare della sua assenza durante la cerimonia e... vedrai, Xia: andrà tutto bene."
Proprio in quel momento le due serve bussarono alla porta per servire il pranzo a tavola.
"Presto, accendete subito candele e incensi all'ingresso di questa casa e davanti ad ogni finestra."
Gli incensi avrebbero evitato che lo spirito dell'uomo non sepolto si avvicinasse alla loro dimora sotto forma di jiāngshī⁵.
Yu abbassò lo sguardo imbarazzata.
Il tofu piccante e la lingua di anatra vennero a malapena toccati dalle due commensali.
"Diremo che tuo Padre è morto in viaggio solamente dopo il matrimonio. A quel punto sarà tuo marito Wu Cai a prendere in gestione la nostra attività, sarà sua di diritto! Potremo finalmente seppellire il tuo povero Padre..."
La Madre continuava a consolare la ragazza, ma ella ormai non stava più ascoltando.
Il resto della giornata trascorse silenzioso.
Xia si esercitò nel canto e nel qi gong. Praticò attività che avrebbero potuto aiutarla a placare il suo spirito e domare le sue paure.
Nel periodo antecedente al matrimonio la sua insegnante le aveva concesso una pausa e non le avrebbe fatto visita.
Ringraziò le sue Volte Celesti per questa immensa fortuna quando, inspirando ed alzando lo sguardo nella posizione della gru, si rese conto che le sue mani stavano tremando; non sarebbe stata in grado di mantenere alcun segreto in quelle condizioni...
Yu si domandò se non fosse il caso di andare lei stessa nei capannoni ad avvisare di una temporanea assenza del padrone, ma dalla sua camera non si ebbero più notizie sino a pomeriggio inoltrato.
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Il sole era alto, ma non troppo caldo.
Tuttavia le pesanti vesti facevano sudare il rispettabile servitore di casa Wu, diretto al trotto verso la residenza della famiglia Zhao.
Attraversò le periferie occidentali e meridionali della capitale e quando arrivò a quelle orientali si addentrò nelle campagne, allontanandosi ancora un poco dal centro città.
Gli zoccoli del cavallo tamburellavano l'arido terreno e sollevavano la terra, creando nubi di sabbia che si appiccicava alla sua pelle.
Non vedeva l'ora che quel viaggio infernale finisse, eppure non accelerava il passo: non era da solo e doveva rispettare l'andamento degli altri.
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La più anziana delle due serve entrò nella camera di Yu e, mantenendo il capo chino ad osservare il pavimento, annunciò l'arrivo di ospiti inattesi.
"Cosa?! Ora? Non è possibile..." esclamò la Madre asciugando con i palmi le sue guance umide.
"Presto, chiama tua sorella e rendete Xia presentabile!"
Stava  per uscire a passo svelto dalla camera, ma proprio in quel momento intravide il suo riflesso sciupato nello specchio e si rese conto di quanto lei stessa non fosse affatto presentabile.
"Anzi, no! Manda tua sorella da Xia e tu intrattieni i nostri ospiti... E butta quei maledetti incensi!"
Rimasta sola, Yu si accucciò di fronte allo specchio. Non aveva certo tempo per prepararsi a dovere, si chiese se non fosse il caso di far annunciare l'assenza del marito e di invitare gli ospiti a tornare. Suo marito però, qualsiasi giorno essi sarebbero tornati, non ci sarebbe mai stato. Decise quindi di affrontare subito la famiglia Wu seguendo il piano originale: avrebbe detto che giusto quella mattina il marito era partito per un importante viaggio d'affari.
Poco dopo uscì dalla stanza a testa alta, cercando di apparire sicura.
La figlia e la servetta la stavano già attendendo fuori dalla porta.
Grazie al duro cuscino in legno, l'acconciatura di Xia del giorno prima si era preservata. La serva le aveva colorato il viso di bianco e disegnato dritte sopracciglia nere, come le pesanti linee sulle palpebre, e dalle sopracciglia in su la fronte era stata tinta con un impasto di fiori gialli. L'hanfu che indossava era più umile di quello del giorno prima, sporco a causa della camminata fino al fiume.
Le vesti leggere dell'abito giallo e bianco svolazzavano attorno alle gambe tremanti di Xia, mentre si recava nella sala da pranzo.
Yu guidava questo strano corteo tutto al femminile, un copricapo dalla punta quadrata posto sulla cima della testa e legato sotto al mento da un nastro di seta color porpora. A cadere dalla punta del copricapo un velo, anch'esso porpora, le nascondeva il volto. Ritenne che fosse la scelta più rispettosa da fare con altri uomini in casa e in assenza del marito.
Inoltre nascondeva il suo aspetto scialbo e gli occhi arrossati dal pianto.
Il suo passo falsamente deciso, seguito da quello incerto di Xia e da quello frettoloso della serva.
Percorsero il ballatoio fino alla sala da pranzo.
Quando entrarono Yu fece un lieve inchino, mantenendo abilmente il copricapo in equilibrio. L'inchino di Xia fu più accentuato, mentre quello della serva molto profondo.
"Spero che i Signori perdonino l'attesa, ma questa visita ci ha colte di sorpresa... Confido che la mia serva personale vi abbia trattato con ogni riguardo."
Yu prese posto a capotavola, al posto del marito, e Xia si sedette di fianco a lei.
"Suppongo che voi siate il messaggero della famiglia Wu che stavamo aspettando.... non speravamo di vedervi così presto..." proseguì Yu leggermente confusa nel vedere altre due donne in bianco sedute accanto a lui.
Una delle due in particolare, quella anziana, le fu subito familiare. Xia infatti la riconobbe immediatamente, senza ombra di dubbio, e deglutì nervosa.
"Esatto. Sono qua per consegnare la lettera definitiva del matrimonio e ritirare il vostro dono per la famiglia Wu."
Nella stanza l'odore pungente di sudore dovuto alla lunga cavalcata, malamente coperto dal profumo di incensi e candele accese fino a poco prima.
"Tuttavia, il Sensale ha esaminato la ragazza ormai più di sei anni fa... molte cose possono essere successe." spiegò il messaggero, sorseggiando del tè verde a fine frase.
Continuò allora a parlare la donna più anziana, la quale non aveva nessuna tazza davanti a sé⁶.
"Signorina Zhao Xia, è un piacere rivederla. Posso già notare i suoi fianchi e i suoi seni cresciuti sotto la seta che indossate... La mia scelta davvero non fu sbagliata! I signori Wu mi ringrazieranno davvero!"
L'uomo di casa Wu si fece paonazzo in volto, di certo anche lui aveva notato le curve acerbe della giovane donna... Decretò che loro avrebbero potuto continuare senza di lui.
Ringraziò la padrona di casa e chiese di essere accompagnato in giardino da una delle serve.
"Gentile Signorina Zhao, lei è la mia apprendista." continuò il Sensale indicando la ragazza inginocchiata di fianco a lei.
Udire nuovamente la voce della vecchia riportò Xia alla sua prima esaminazione anni orsono: era solo una bambina, ma la donna fu molto severa con lei. La guardava con sguardo torvo, le chiedeva di rispondere a domande sulla tradizione cinese, cantare, versarle il tè, suonare uno strumento e persino ballare. Quello fu uno dei primi giorni in cui Yu fasciò di seta i piedi di Xia, rendendole lo svolgimento dell'esame una tortura.
L'acconciatura era un più semplice di quella che portava ora, ma comunque i capelli le tiravano le tempie, il vestito la intralciava e l'anziana donna continuava a rimproverarla.
Oggi però Xia era fiduciosa.
Questo esame sarebbe andato senz'altro meglio! Da allora aveva studiato molto le antiche e sacre tradizioni e si era esercitata in tutto ciò che potrebbe venir richiesto a una moglie. Persino le fasciature ai piedi non le facevano più così male...
Era pronta per un secondo esame, ma il Sensale continuò per un'altra strada.
"Ormai la ragazza ha sedici anni e la promessa di matrimonio è stata fatta sei anni fa.
Vede, non abbiamo il dovere di controllare, da parte della famiglia Wu, la sua verginità..."
Yu sapeva che una cosa del genere sarebbe potuta succedere. Scosse leggermente il capo in segno di assenso, facendo ondeggiare elegantemente il velo attorno al suo volto.
Xia si sentì sperduta, non era certa di capire esattamente cosa stesse succedendo. Sentiva caldo, le sue tempie pulsare, la vista offuscata e le voci confuse... era vergine, cosa avrebbe dovuto fare?
Era spaventata.
Si chiese cosa le avrebbero fatto e se sarebbe stato doloroso quanto la prima fasciatura ai piedi.
"Faccio preparare la sua stanza per il rito. Procederemo lì." fece la Madre al Sensale.
Il rito durò meno di un'ora, ma non fu rapido e indolore.
Le mani ruvide e fredde del Sensale la toccavano senza preavviso, afferavano e spostavano i suoi arti bruscamente. La costrinsero in una posizione ridicola, umiliante. Le gambe aperte mentre le due donne si muovevano a pochi centimetri dal suo corpo, avvicinandosi sempre di più.
Chiuse gli occhi.
Lasciò le donne lavorare e scrutare dentro di sé mentre l'odore pungente dell'incenso penetrava nelle sue narici.
Al termine di questo nuovo e terribile esame, venne lasciata da sola in camera, con ancora le vesti alzate e le gambe tremanti. La serva la raggiunse, l'aiutò a rendersi nuovamente presentabile e, quando raggiunsero le altre donne nella sala da pranzo, venne dichiarata ufficialmente illibata.
La Madre fu quindi lieta di porgere al messaggero di casa Wu uno scrigno, contenente un paio di forbici di bronzo decorate da farfalle e un nastro di seta di una lunghezza che le parve consona alle loro proprietà, ricavato tagliando un suo stesso vestito.
"Questa è la lettera di matrimonio, ma non la posso ancora consegnare... Spero davvero che i miei padroni non si adirino troppo per la mancanza di vostro marito alle nozze..."
Come Yu immaginava, questo li andava a toccare nell'orgoglio. Agli occhi e alle orecchie disinformate dei passanti o di curiosi occasionali, sarebbe potuto sembrare che il Padre Zhao non abbia ritenuto il matrimonio sufficientemente proficuo per la sua famiglia e non degno della sua presenza. La sua assenza avrebbe quindi potuto mettere in cattiva luce la famiglia di provenienza del marito.
"Saremo pronti a qualsiasi sacrificio per farci perdonare! La nostra famiglia sarà lieta di donarvi una delle nostre serve, o entrambe se lo riterrete necessario... faremo in modo che tutti sappiano del sincero rammarico di mio marito nel non poter prendere parte alla cerimonia!"
"Riferirò." rispose il messaggero seccato, ripensando al lungo e scomodo viaggio a cavallo che avrebbe dovuto ripetere.
"Vi ringraziamo. Pregheremo al Tempio della Seta per questo!"
I visitatori di casa Zhao si congedarono con un inchino non troppo profondo e vennero accompagnati all'uscita.
Solo allora Xia si rese conto di quanto tutto fosse limpido e ovvio; non ebbe più dubbi. Battè i pugni sul tavolo e tentò di non piangere. Non fu per niente facile, gli occhi bruciavano e le labbra tremavano.
"Madre!" esordì in fine, con un ghigno rabbioso.
"Sono stati loro! Hanno ucciso loro mio Padre!"
L'espressione di Yu rimase segreta, nascosta dal velo che scendeva dal copricapo. Con ogni probabilità, se non ci fosse stato il velo, avrebbe tradito un segno di approvazione per le parole della figlia.
"Wu Jin non desidera che sposi suo figlio! Perché mandare nuovamente il Sensale a umiliarmi così? Non vuole che sposi il giovane Wu Cai e hanno ucciso mio Padre per avere un motivo per ritirarsi!
Ma perché? Avranno forse trovato una pretendente migliore?
Madre, vi prego! Ditemi dove lo avete nascosto..."
"Xia, stai calma. Ciò che stai farneticando è sconveniente. Il Sensale è molto soddisfatto di te, tra pochi giorni riceveremo la lettera."
"Madre! Loro sanno che stiamo mentendo! Devono solo trovare il corpo per dimostrarlo... e anche se non dovessero trovarlo... se proprio non vogliono che sposi Wu Cai uccideranno anche me!" cercò di spiegare la ragazza in lacrime.
"Madre, ho paura!"
Senza il Signor Zhao nella stanza Xia si sentiva un po' più libera di mostrare le sue emozioni.
Sua Madre le accarezzò la spalla sperando di riuscire a farle forza.
Yu avrebbe ceduto le serve alla famiglia Wu, successivamente Wu avrebbe preso possesso della filanda e a lei non sarebbe rimasto nulla. Avrebbe fatto questo e altro per il bene di sua figlia e della sua famiglia.
Ma quanto tempo sarebbe passato prima che avrebbe dovuto vendere i suoi stessi abiti per poter comprare del riso? Avrebbe potuto lavorare nella filanda?
Nonostante le sue preoccupazioni, in quel momento i suoi pensiero erano tutti per Xia e continuava ad accarezzarla amorevolmente.
"Dopo il matrimonio andrà meglio, vedrai..."
Ma Xia non voleva più quel matrimonio.
Mentre le lacrime le rovinavano completamente il trucco e il pianto rompeva qualsiasi parola prima ancora che potesse uscire dalla sua bocca, non riuscì a fare a meno di pensarlo: se Shui fosse stata un uomo l'avrebbe davvero resa felice.
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"Morirò."
Fu il primo pensiero di Xia non appena aprì gli occhi il mattino successivo.
"Morirò..."
Dopo colazione si sedette sotto il gazebo delle Ninfe per ascoltare sua Madre suonare. Il sole splendeva, una leggera brezza fresca accarezzava le loro pelli e muoveva le loro vesti.
Nessuna delle due parlava, la tensione danzava nell'aria.
Yu sapeva che la figlia avrebbe voluto chiederle di rinunciare alla sua assurda bugia sul viaggio del padre e persino al matrimonio.
Xia sapeva che non avrebbe potuto farlo.
Le due donne si limitarono a sedere l'una accanto all'altra, lasciandosi trasportare dalla musica della Pipa e dal cicalio degli insetti del giardino. Mentre le corde dello strumento vibravano, per pochi istanti, la realtà sembrò leggera e lontana da loro.
Tuttavia, ascoltare la dolce melodia di sua Madre e godere di un mondo illusorio di serenità provocò a Xia gioia e frustrazione al tempo stesso... cosa avrebbe fatto Yu nel pomeriggio se stava suonando di mattina?Nel pomeriggio Xia sarebbe andata al fiume, ne sentiva il bisogno più che mai, e sapeva che quando Yu si perdeva nei meandri della musica lei poteva assentarsi per ore... ma gli incontri al fiume con Shui erano di pomeriggio. Allontanarsi da casa a quell'ora del mattino sarebbe stato inutile.
Chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dai suoni attorno a lei e allontanando anche quell'ennesimo pensiero: avrebbe trovato un modo per uscire di casa, non era il caso di pensarci troppo, la melodia di Yu la invitava a rilassarsi...
.
Quando arrivò di corsa lungo la sponda del fiume, notò immediatamente l'assenza di Shui. Non era seduta sotto il ginko e neanche sulle rocce della ballata di Mùlán.
Decise di sedersi e aspettare. Avrebbe voluto togliere le scarpe, srotolare le bende e immergere i piedi nell'acqua fresca, ma temette di non essere più in grado di legarle tanto strette come nell'impacco perfetto che le aveva avvolto Yu quella mattina.
Sospirò profondamente. I suoi occhi felini ridotti a fessure scrutavano l'immensità dell'orizzonte e il cielo azzurrro accoglieva fiero il suo sguardo.
"Xia, sei qui..." disse d'improvviso una vocina tenue alle sue spalle.
Xia invocò terrorizzata l'aiuto del Re Dragone non appena si voltò e vide la sua amica ridotta in quelle condizioni.
Shui camminava lentamente e Xia capì subito che fosse il motivo del suo ritardo. Gli stracci che normalmente indossava erano macchiati di sangue, ma le macchie erano stinte e dai contorni indefiniti, come se qualcuno avesse provato malamente a lavarle. La guancia sinistra di Shui era leggermente gonfia e, nel violaceo colore che aveva assunto, si intravedevano dei graffi incrostati. Il braccio destro era fasciato, stretto come i piedi di Xia, ma lasciava comunque emergere una forma strana e innaturale.
Shui si avvicinò all'amica, leggermente ingobbita e tenendo una mano a stringere il costato per il dolore che provava.
"C-cosa ti è successo?"
Shui scoppiò a piangere senza alcun controllo. Si dovette accucciare, come se l'azione di piangere procurasse troppo dolore a quel suo corpo martoriato.
"Io non... posso..."
Fu quindi Xia ad avvicinarsi a lei con due balzi veloci.
"Cosa? Lo sai che puoi fare tutto con me! Persino leggere e bagnare i piedi del fiume al posto che lavorare!" disse ridacchiando, tentando di consolare l'amica e di ricordarle quanto fossero forti insieme.
"Se tu... se tu fossi un uomo potresti addirittura rendermi felice!"
Nel vedere la piccola Shui ridotta in quello stato non riuscì a trattenere questa confessione, inopportuna e pericolosa, ma non si permise di piangere... Si era ripromessa una sola, timida, ma temeraria lacrima.
"Ti prego, dimmi cosa ti è successo. È stata la famiglia Wu a farti questo? Ci hanno scoperte?"
"Oh, amica mia! Tutti gli Dei delle Volte Celesti non potrebbero perdonarmi per ciò che ho fatto!
Sono ferita e fatico a camminare, ma ieri, come oggi, sono venuta al fiume. Volevo vederti un'ultima volta..."
Shui era ancora accasciata al suolo e parlò tra un singhiozzo e l'altro, senza guardare negli occhi Xia. Teneva la testa china e le sue mani graffiavano il terriccio secco.
"Scusami tanto se ieri non sono venuta. M-mi è capitata una cosa... spiacevole." fece Xia incerta, tremando leggermente al ricordo della visita ricevuta il giorno prima e abbassandosi automaticamente l'orlo del vestito.
"Una cosa spiacevole?! Xia io..."
Shui si alzò di scatto, come sconvolta da quelle parole.
Le gambe, probabilmente ammaccate a loro volta, la reggevano a malapena in piedi. Lanciò quella che credette essere un'ultima occhiata alla sua cara amica Xia e cominciò a parlare, voltandosi di spalle per andarsene.
"Quel giorni al fiume, quello in cui mi hai dato il tuo dono... io ho incontrato tuo Padre tornando alla filanda..."
Xia osservava incuriosita la figura storpia della sua amica. Osservava i suoi capelli corti ondeggiare sotto il lieve vento dell'est e capì che qualcosa stava nuovamente per cambiare nella propria vita.
"Mi ha sgridata e punita per essermi allontanata dal lavoro. Mi ha picchiata... mi ha dato uno schiaffo, gettata a terra come un sacco di riso e tirata per i capelli fino a baciare il terreno sul quale camminava... stringeva i miei capelli e strofinava il mio viso sulla terra..."
Continuava a piangere e si accarezzava la testa ripensando alla punizione ricevuta.
"Qualcosa di terribile... mi spiace, mi spiace tanto, Xia! È colpa mia!
Io volevo farla finita! Tuo Padre mi aveva lasciato per terra, la faccia mi faceva male e... e anche il cuore! Quell'uomo ti stava dando in moglie. Io volevo morire!"
Shui mosse pochi passi traballanti, allontanandosi ancora un poco da Xia, ma non riuscendo a tacere. Doveva confessarle tutto prima di sparire per sempre: la sua anima non sarebbe dovuta rimanere impunita. Se Xia avesse saputo la verità l'avrebbe sicuramemte maledetta in eterno e questa sarebbe stata la sua punizione, il suo fardello irremovibile.
"Volevo uccidermi e mi sono lanciata tra le gambe del cavallo mentre ripartiva... non so come sia possibile, ma io sono ancora viva!
Tuo padre, Xia, lui è caduto da cavallo... ha battuto la testa ed è svenuto... non so cosa sia stato di lui, io sono scappata!
Mi mancava il respiro, il mio braccio sanguinava tanto, pensavo che lo avrei perso! Non riuscivo a posare il piede a terra... era gonfio e nero! Per avere un po' di sollievo ho dovuto levare la scarpa e proseguire senza... non sapevo dove andare e sono tornata al fiume..."
Le informazioni uscivano dalla bocca di Shui senza sosta. Appena Xia le aveva nominato un evento spiacevole, lei pensò subito all'incidente del padre e non resistette ai sensi di colpa.
Nulla avrebbe potuto interrompere il suo flusso continuo di parole.
Mosse ancora pochi passi, sempre più lontano dal fiume, da Xia, dalla felicità.
"So che non puoi farlo, ma chiedo umilmente il tuo perdono e se non lo farai... sarà ciò che mi sono meritata con le mie stesse azioni!"
Ancora pochi passi, più lontana.
Xia la lasciò andare.
Non disse nulla. Non rispose. La lasciò parlare e camminare via da lei.
"Mi sono lavata nel fiume, ma il sangue è ancora su questi vestiti... io dovevo morire!
Non so cosa sia stato di tuo Padre, lo giuro! Come mi dispiace, Xia! Non puoi immaginare..."
Silenzio da parte di Xia.
Shui tenne la testa bassa e sparì dietro le foglie incolte di un cespuglio.
Silenzio.
Era Shui la colpevole.
Nonostante tutto, Xia trasse un egoistico sospiro di sollievo: la sua vita non era in pericolo.
Non odiò Shui neanche per un secondo. Lei stessa avrebbe desiderato vendetta per la punizione inflitta all'amica.
In fondo, nel suo cuore, aveva sempre saputo di amare Shui più di suo Padre e questa ne fu la conferma.
L'avrebbe perdonata e glielo avrebbe detto l'indomani stesso!
Balzò in piedi con uno scatto deciso e corse fino al cespuglio.
Ormai non riusciva più a vederla, ma sapeva che non poteva essere andata lontana.
"Shuii! Io ti perdono! Hai capito? Ti perdono!" urlò a squarciagola.
"Ti prego, domani vieni al fiume! Ti aspetterò!"
Svuotò i suoi polmoni e lei stessa si sentì svuotata.
La piccola speranza di rivedere Shui al fiume la riempiva quel tanto che bastava da farle muovere un passo dopo l'altro e riportarla lentamemte a casa.
.
"Hai lasciato un'offerta al Tempio, Piccolo Sole?"
Sua madre la stava attendendo seduta sul ballatoio in legno. Le gambe a penzoloni e lo sguardo perso...
Xia si interrogò per la prima volta su quali fossero i pensieri di sua Madre... cosa stava provando? Dove finiva il suo agire per salvare le apparenze e le tradizioni e dove iniziavano i suoi sentimenti?
"C-certamente."
Non era vero.
Una strana calma regnava in casa.
Nessuno aveva accolto l'ingresso di Xia al portone, mancava come un'ombra dietro di lei... e dietro a sua Madre.
"Dove sono le serve, Madre?"
"Le ho mandate al mercato di Chang-An."
Il mercato... ormai tutto le pareva assurdo. Non riusciva a credere a quanto fosse cambiata la sua quotidianità e quanto ancora sarebbe cambiata dopo il matrimonio. Mancavano pochi giorni all'inizio dei preparativi... alla fine sarebbe davvero riuscita a sposarsi?
Quando le due serve rientrarono avevano un misero sacchetto della spesa, semivuoto, ma la più anziana stringeva al petto un fagottino avvolto nella stoffa.
Dalla porta socchiusa della sua stanza Xia le vide dirigersi a passo svelto verso la camera della Madre e non alla cucina.
Questo non era normale.
C'era davvero qualcosa di insolito e non era lei a immaginarlo.
Decise di recarsi davanti alla stanza di Yu e si inginocchiò dietro la porta, tendendo le orecchie verso ciò che accadeva all'interno.
"Questa trovata in strada, come ordinato. Vicino filanda, vicino Luogo Orribile." disse la più anziana delle serve.
"Una scarpa? Questa scarpa... la riconosco..."
Seguì un breve silenzio interrotto di tanto in tanto dal rumore di cassetti che si aprivano e chiudevano.
"Presto, ora preparate la cena."
Xia si alzò di scatto. Da lì a poco sarebbero uscite le due sorelle per eseguire gli ordini e preparare la cena. Camminò il più velocemente possibile strisciando i piedi sul legno del ballatoio cercando di non far rumore. Quasi inciampò, ma si trascinò fino in camera.
Chiuse la porta con il cuore che le batteva a mille: avevano trovato la scarpetta di Shui.
Tutte le lavoranti portavano le stesse scarpe, ma quanto avrebbero impiegato per scoprirla? I suoi vestiti erano ancora sporchi di sangue...
"Dio del Fiume, Re Dragone, tutte le Vole Celesti... che qualcuno mi aiuti! Cosa devo fare?"
Il suo respiro era affannoso e la gola secca  quando d'improvviso sentì che le divinità invocate le stavano parlando chiaramente. Sentì la sua mente aprirsi, illuminarsi. Capì come avrebbe dovuto procedere e si tranquillizzò.
Non si ebbero sue notizie fino all'ora di cena, durante la quale mangiò e parlò poco. Tornò nella sua stanza chiedendo alla sua serva di essere lasciata sola e di non essere disturbata fino l'indomani.
.
Il giorno seguente, nel pomeriggio, arrivò al fiume in anticipo di molto.
Era agitata, non riusciva a stare ferma e camminava avanti e indietro lungo le sponde muschiose del fiume, evitando di tanto in tanto una roccia che le intralciava il cammino.
Avvertiva il proprio sangue scorrere forte, come l'acqua che le correva accanto. Pulsava dal suo cuore fino ai polpastrelli, che sentiva intorpiditi e formicolanti.
Sentiva il freddo pezzo di metallo che aveva sistemato con cura prima di uscire di casa batterle contro lo sterno. Un ticchettio insistente come l'acqua che cade, goccia dopo goccia, dalla clessidra del suo giardino.
Pensava e ripensava a ciò che avrebbe dovuto dire e a ciò che invece avrebbe voluto dire.
Quando finalmente sentì le foglie a terra muoversi sotto dei passi, il discorso che stava costruendo accuratamente sparì e rimase solo una gran voglia di abbracciare la sua amica.
"Ti perdono, Shui!" disse, stringendola forte.
"Se mi perdoni, perché tenti di uccidermi?"
Le due risero imbarazzate e Xia si allontanò leggermente da quel corpicino ancora dolorante.
"Pensavo che non ti avrei mai più rivisto..."
"Infatti sarà così." Interruppe Xia brusca.
"Mia Madre ha trovato la tua scarpa vicino al cadavere di mio Padre."
"Xia! Tuo Padre è..."
"Ssh! Non devi dirlo a nessuno o non mi sposerò più!"
"Ma è tutta colpa mia! Oh Dio del Fiume, che cosa ho fatto?!"
"Shui, i tuoi vestiti sono ancora sporchi di sangue... Puoi buttarli? Guarda! Ti ho portato questo..."
Xia si voltò e recuperò un fagottino che aveva posato a terra. Lentamente fece scivolare la stoffa ai lati del pacchetto fino a scoprire una scatolina di bambù. Sulla sommità era inciso il simbolo "學" e la piccola serratura argentea luccicava alla luce del sole.
"C'è della seta dentro. Ho strappato uno dei miei abiti migliori e l'ho tagliato in tanti teli quadrati... potrai venderli o usarli per pagarti cibo e... vestiti."
Shui annuiva, grata e spaesata.
"Però devi scappare. Prendi tua madre e scappa! Per voi è troppo pericoloso stare qui ormai... Ho troppa paura che tu venga scoperta!"
"M-ma dove andrò? Come farò?"
La voce di Shui tremava, schiacciata da note di panico e confusione, mentre lei stringeva impaurita la scatolina.
"Raggiungete quella zia aldilà del Fiume Wei, sono certa che ve la caverete! Non potrei sopportare di vederti uccisa dalla mia stessa famiglia!
Ecco... finché avrai questa, sarai al sicuro!"
Xia sollevò la catenina che portava al collo e che nascondeva sotto la scollatura dell'hanfu un ciondolo molto importante.
Una piccolissima chiave di metallo volteggiava tra i loro volti mentre Xia si sfilava la collana.
"Con questa potrai aprire lo scrigno. È importantissima! Fino a che la porterai con te potrete sopravvivere con la mia seta... l'ho anche fatta benedire al Tempio..."
Questa volta non mentiva.
Le mani delle due amiche si incrociarono sopra quel piccolo oggetto, che ora rappresentava la sopravvivenza per Shui. Xia stringeva forte la chiave mentre gliela porgeva, ma quando le esili mani di Shui avvolsero il suo pugno immediatamente si rilassò.
"Grazie per quello che stai facendo per me. Non ti scorderò mai." disse Shui sincera.
Una sola, timida, ma temeraria lacrima.
" il coniglio femmina ha occhi confusi e sconcertati... adesso tu sei proprio come il coniglio femmina, Shui... non potrai mai essere uomo, non potrai mai rendermi felice..."
Xia portò le dita fini e callose dell'amica alla bocca e le sfiorò con un bacio a stampo.
Lasciò andare per sempre la presa dalla chiave metallica, come dalla sua seta e da un pezzo del suo cuore.
Si girò dando le spalle al fiume, che per lei non sarebbe mai più stato lo stesso fiume, e cominciò a camminare sotto il tiepido sole.
Anche Shui, confusa, spaventata e triste, si incamminò dalla parte opposta, seguendo le sponde del fiume per tornare alla filanda e portare via sua madre.
Le due si allontanavano, ma i loro cuori battevano insieme, forti come il sole splendente e indomabili come l'acqua impetuosa.
Il Cielo e il Fiume.
Lo Yin e lo Yang.
Un po' di Shui nel cuore di Xia e un po' di Xia nel cuore di Shui.
Per sempre.
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¹HANFU: Tradizionale abito in uso durante dinastia Han dal 20 ac., dai quali tratti derivano anche i kimono giapponesi di qualche anno dopo.
²: mi sono informata il più possibile e pare che nell'antica Cina il tempo si misurasse con particolari clessidre ad acqua della durata di circa 15 minuti, oppure con candele segnate da diverse tacche. La candela, sciogliendosi, raggiungeva le varie tacche poste sempre a circa 15 minuti l'una dall'altra. L'unità di misura del tempo era detta pinyin o ké e valeva, appunto, poco meno di 15 minuti
³學: xuè: studio
⁴GINKO: albero millenario cinese dalle foglie a ventaglio. Ha rischiato l'estinzione ed è sopravvissuto solo grazie alcuni monaci che continuarono a piantarne nei loro monasteri. Ora è tornato ad essere molto diffuso.
⁵jiāngshī: figura paragonabile ai nostri zombie. Può nascere da corpi morti non seppelliti o che abbiano un affare in sospeso nella vita terrena
⁶: non si poteva offrire del tè al Sensale. Veniva visto come forma di corruzione.
   
 
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