Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: KuroHeart    12/03/2021    0 recensioni
"Non c’è altro modo… Se vuoi continuare a vivere allora dovrai diventare come me. Ma ti avverto: una volta che avrai fatto questa scelta, non potrai tornare indietro."
Una voce maschile mi parla, ma io non capisco il significato di quelle parole. Provo a guardare in volto la fonte di questa voce, ma è sfocata e confusa. Cerco di chiedere chi lui sia, ma non riesco a dire nemmeno una parola… Ad un certo punto, l’oscurità si attornia a me e tutto scompare, facendo vedere sangue sparso qua e là. Mi guardo intorno per cercare una via d’uscita, ma rimango paralizzata sul freddo pavimento.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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<< Sei stato uno sconsiderato! Perché sei dovuto arrivare a tanto?! >> urla Ciel contro Sebastian, mentre quest'ultimo lo tiene tra le braccia e corre attraverso la foresta. Con quei rimproveri, il ragazzino si riferisce a quando il demone si è rivelato a Katreena con il suo vero aspetto.
Il corvino dal canto suo non ha idea di come rispondere, poiché solo confusione e preoccupazione lo stanno arrovelando; la prima era già presente da quando la vampira gli ha confessato i suoi sentimenti e gli ha detto che lo ama così com'è, cosa che lo ha alquanto turbato. Come può un essere umano amare una creatura ripugnante come lui? Questo è ciò che ha continuato a chiedersi mentre Katreena piangeva a dirotto. La seconda invece si è insinuata all'istante non appena ha capito che lei è scappata e che molto probabilmente ha perso il controllo. Infatti dopo essere entrati in città, lui ed il conte trovano il cadavere di un uomo in un vicolo con la gola dilaniata da degli artigli, accasciato contro il muro di una casa.
Sebastian si avvicina all'uomo esanime per inspirarne l'odore, captando così quello appena percepibile della vampira.
Dopodiché gli solleva una manica della camicia consunta e poggia una mano sul suo braccio: << Lei è stata qui. Il corpo è ancora tiepido, dunque dev'essere successo pochi minuti fa. >> constata alzandosi e voltandosi verso Ciel, il quale fa un cenno col capo: << Forza allora. Non abbiamo tempo da perdere. >> esclama risoluto.

******************

Un freddo pungente aggredisce le mie membra. Apro immediatamente gli occhi, rendendomi conto di star giacendo in un campo di foglie autunnali rese umide dalla nebbia che avvolge lo spazio circostante. Mi alzo per rimuoverne alcune rimaste appiccicate alla mia divisa da domestica, chiedendomi come io sia potuta giungere in un luogo simile.
<< C'è nessuno? >> domando con la speranza che qualcuno possa sentirmi. Nel frattempo mi guardo intorno, scorgendo, nonostante la poca visibilità, alberi completamente spogli, i cui rami ondulati si intrecciano creando sagome spaventose. Ad un certo punto noto che la coltre grigia sta iniziando ad affievolirsi davanti a me, rivelando una stradina sterrata. Non udendo alcuna risposta e non avendo altra scelta, decido di intraprendere questo sentiero sempre contornato da nebbia ed alberi su cui sono posati alcuni corvi che mi fissano con occhi scarlatti. Sussulto quando uno di loro gracchia all'improvviso, spezzando quella quiete lugubre. Spaventata, accelero il passo, ma non appena lo faccio, i rapaci si mettono a gracchiare furiosamente sbattendo le ali per poi iniziare ad inseguirmi. Così corro, corro e corro nella speranza di trovare un riparo al più presto. Mi volto notando con sgomento che i corvi stanno quasi per raggiungermi. Aumento ulteriormente la velocità nonostante la fatica stia iniziando a farsi sentire. Ad un certo punto intravedo davanti a me un'abitazione, la quale man mano mi avvicino si rivela essere molto simile alla villa dei miei genitori. A pochi passi dall'edificio, compio ancora un ultimo sforzo riuscendo così a raggiungere la porta ed entrare, facendo sì che i rapaci si scontrino su quella, provocando vari tonfi che riecheggiano. Mi guardo intorno per vedere se la villa è uguale anche all'interno, ma ciò che vedo è solo un corridoio ampio illuminato dalle candele e privo di porte che dovrebbero condurre alle altre stanze.
Dopo aver effetti alcuni respiri profondi per riprendere fiato e tranquillizzarmi, comincio a percorrere questa strada a senso unico. Man mano avanzo, noto alcune lapidi poste ai lati. Mi avvicino a una di quelle, riconoscendo subito il nome di mia madre inciso nella pietra.
Più avanti ma sulla destra, vi è quella di mio padre; pochi metri più in là scorgo anche quella di Walter e Thomas, chiedendomi come mai si trovino qui e cosa significa tutto questo.
<< ...eena... olpa... tua... >> una voce roca e lamentosa mi fa scattare in piedi.

<< Chi c'è? >> domando impaurita mentre scruto freneticamente l'ambiente circostante in cerca della persona che ha parlato, ma senza trovare nessuno.

<< Colpa tua... tua... >>
Questa volta però non si tratta di una voce sola, ma di una serie di sussurri che man mano si fanno sempre più comprensibili: << Katreena. Perché noi siamo morti e tu no? È solo colpa tua... >>
Le mie membra cominciano a tremare nel vedere alcune sagome vestite di nero e munite di cappuccio materializzarsi ognuna accanto ad una delle lapidi.
<< C-chi siete voi? >> balbetto in preda al panico, appoggiandomi ad una parete, come se potessi mimetizzarmi con essa.
Poco dopo le figure si girano verso di me smettendo di pronunciare quelle accuse e rimuovono lentamente i cappucci che coprono i loro volti.

*********************

La ricerca della vampira prosegue senza sosta, rivelando che quest'ultima si muove velocemente e senza una meta precisa, visti gli spostamenti casuali.
<< Dannazione, ci mancava anche che iniziasse a nevicare. >> protesta Ciel coprendosi alla meglio con il mantello nero, mentre Sebastian avanza per i tetti delle abitazioni in modo da avere una visuale migliore in caso di nuovi cadaveri. Ad un certo punto si ferma dopo essere atterrato su una delle abitazioni e concentra il proprio olfatto.
<< Senti qualcosa? >> gli domanda subito il conte.
Il servitore annuisce: << Anche se proviene da lontano, l'odore è comunque pungente. Temo che troveremo parecchi morti. Inoltre percepisco la presenza di Katreena. >>
Ciel si limita a schioccare la lingua con stizza, ancora adirato con il suo servitore per aver fatto perdere il controllo alla ragazza. I due tornano sulla loro strada attraversando quasi tutta Londra, finché non giungono davanti ad una magione completamente illuminata.
Il maggiordomo si sporge da uno degli alberi su cui si trova, notando con sorpresa che non vi sono vittime nel cortile dell'abitazione, quindi ciò significa che si trovano all'interno.
Infatti una volta entrati, i due scoprono subito due corpi appartenenti ad una giovane domestica e ad un maggiordomo di mezza età.
Sebastian si avvicina meglio per osservare il modo in cui questi sono stati eliminati, constatando che la vampira non ha ucciso solo per bisogno di nutrirsi, ma soprattutto per divertimento, dato che sono stati sgozzati con un taglio netto o addirittura mutilati a qualche braccio o gamba.

Un urlo improvviso attira l'attenzione dei due: << Ti prego. Risparmiami! Ti darò tutto quello che vuoi... >>
Sentono implorare la voce di un ragazzo.
Il demone capisce immediatamente da dove proviene, così fa un cenno col capo a Ciel di seguirlo e si fa strada per il maniero, approdando in un salone ben illuminato. Sebastian ed il suo padrone sgranano gli occhi non appena vedono che la stanza è macchiata del sangue dei nobili riversi sul pavimento e privi di vita, i quali molto probabilmente si erano riuniti per una festa, a giudicare dagli abiti eleganti che indossano.
<< Questa è una vera e propria carneficina... >> mormora Ciel disgustato cercando di trattenere la forte nausea che lo pervade.
In cima alla scala centrale del salone, il corvino riconosce all'istante la figura della vampira, la quale sta tenendo per il collo il povero ragazzo che ha urlato poc'anzi.
<< Aiutatemi! >> esclama quest'ultimo quando vede il servitore ed il suo padrone avanzare verso di loro con passo deciso.
Lei schiocca lingua essendosi accorta della presenza di ospiti indesiderati e poi si avventa sulla sua preda, sgozzandole il collo con gli artigli: sangue copioso esce da quel corpo giovane; la ragazza apre la bocca, mostrando la lingua, per assaporare quell'essenza pregna di paura. Sebastian osserva incredulo quella figura femminile a lui ora sconosciuta, la quale ha labbra tinte di rosso, i capelli sciolti e la divisa da domestica cosparsa di macchie scarlatte appartenenti alle vittime che lei stessa ha causato. Inoltre un altro dettaglio attira la sua attenzione: gli occhi della vampira, i quali hanno assunto lo stesso rosso della volta in cui Katreena, in preda all'ira, aveva ucciso la contessa Brimstone.

<< Poni immediatamente fine a questa follia. È un ordine. >> le intima il ragazzino con sguardo severo. Lei però non gli dà retta e scoppia a ridere: << Non prendo ordini da un moccioso come te. E poi io non sono lei. >> replica pronunciando l'ultima parola con sprezzo, gettando il cadavere giù per le scale con forza sovrumana, mirando proprio al Conte, ma Sebastian glielo impedisce afferrando quest'ultimo e allontanadolo in tempo, lasciando che il corpo si schianti sul pavimento.
<< Come osi?! >> sbotta Ciel stringendo le mani a pugno.
La vampira lo schernisce mettendosi a ridere.
<< Purtroppo ha ragione. Katreena ha ceduto il posto al suo alter ego. >>
Confuso dalle parole del suo servitore, Ciel si volta verso di lui: << Quindi mi stai dicendo che è morta? >>
Il demone scuote la testa senza però distogliere lo sguardo dalla ragazza, tenendosi pronto nel caso dovesse iniziare ad attaccare uno di loro: << Fortunatamente no. Lei esiste ancora anche se in profondità. >>
La vampira storce le labbra in un sorriso maligno scoprendo i lunghi canini:
<< Ma non sarà così ancora per molto. Arrenditi demone. Arrenditi come ha fatto Katreena con se stessa e la sua miserabile vita. Così facendo, lei non sarà più un peso per te. >> esclama indicando il diretto interessato con l'indice della mano destra per poi chiuderla a pugno.

<< Mi rifiuto. >> risponde lui, determinato a volerla riportare indietro.
La nemesi comincia a scendere lentamente le scale carezzando il corrimano decorato. Sebastian si mette sulla difensiva posizionandosi davanti a Ciel per proteggerlo.
<< Ma certo. Tu vuoi salvarla in modo da poterla usare a tuo piacimento come hai fatto finora. >> deduce lei poco dopo guardandolo negli occhi, giungendo alla fine delle scale e fermandosi davanti a lui.

<< Ti sbagli! >> esclama il corvino digrignando i denti.

Ciel guarda Sebastian corrugando la fronte; schiude le labbra per domandargli di cosa stia parlando la vampira, ma viene interrotto bruscamente da quest'ultima: << E allora perché? >> chiede muovendo sinuosamente il bacino girando intorno a lui come se fosse un avvoltoio in attesa che la sua preda muoia.
<< Non mi dirai che tieni a lei. >> gli miagola nell'orecchio una volta fermatasi alle sue spalle, facendolo sussultare. Nel frattempo le sue mani vanno a percorrere il petto coperto dalla giacca della divisa, scendendo poi verso l'addome con lascivia.
Il corvino scuote la testa: << Questo non riguarda te, ma lei. >> risponde con fermezza, senza però riuscire a nascondere del tutto l'apprensione ed i sentimenti che prova per Katreena. Subito dopo le afferra i polsi e la scosta da sé per poi allontanarsi con uno scatto in avanti. Infine si rivolge a Ciel, intimandogli di trovare un riparo. Lui obbedisce andando a rifugiarsi in un angolo della sala.

"Al moccioso penserò dopo."
La vampira lo ignora con lo sguardo, completamente presa dal desiderio di combattere contro il demone, in modo da potersi liberare di quella seccatura al più presto. Così corre verso di lui con l'intento di colpirlo al viso usando gli artigli, ma il corvino blocca quel colpo dirompente con una mano senza poche difficoltà, facendolo indietreggiare di alcuni centimetri, cosa che non era mai accaduta durante gli allenamenti.
La ragazza si libera dalla sua presa con una ginocchiata all'addome, facendogli sputare un po' di sangue.
Lei non lascia nemmeno il tempo al demone di pulirsi il labbro inferiore, che passa nuovamente all'attacco, scagliando una serie di colpi che Sebastian riesce a contrastare.
<< Avanti, perché non mi attacchi? Hai forse paura di far del male a Katreena? >> lo provoca lei quando nota che effettivamente il maggiordomo si sta limitando a difendersi senza mai ricambiare.
<< Forza, fammi vedere che sai fare! >> esclama, incitandolo a reagire, ma ancora senza risultato. Stizzita, la nemesi decide di ricorrere alle maniere forti ed all'astuzia. Sferra un calcio diretto al fianco del demone in modo talmente rapido e violento, da scaraventarlo contro a un muro. Successivamente la sua immagine si trasforma in una coltre di nebbia scura e si dirige verso Ciel, il quale, armato di una piccola pistola, preme il grilletto più volte nel tentativo di colpirla, ma senza successo. Riacquisite le sue vere sembianze, si accanisce sul suo collo, facendolo gemere di dolore.
<< Signorino! >> esclama il corvino non appena ode il suo urlo.
<< S-sebastian... >> rantola il poveretto tendendo una mano verso di lui.
<< Scusami Katreena. >>
A quel punto il maggiordomo estrae quattro coltelli dalla giacca interna e li lancia verso la vampira, colpendola alla schiena. Dolori acuti l'affliggono, obbligandola a gemere e a lasciar andare il ragazzino, il quale, indebolito, si accascia sul pavimento, chiudendo gli occhi.
<< Finalmente ti sei deciso a reagire. >> esclama soddisfatta la vampira girandosi verso Sebastian per poi estrarre agilmente i cotelli infilzati nella carne. Il corvino approfitta della sua distrazione raggiungendola in un lampo, infliggendole un calcio laterale per allontanarla da Ciel e impedirle di fargli nuovamente del male.
Katreena viene spinta a gran velocità, ma nonostante ciò riesce a recuperare l'equilibrio con una capriola, atterrando in piedi.
Nel frattempo il demone si affretta a controllare la ferita del suo padrone, notando con sollievo che non sembra essere grave e percepisce la sua anima, anche se incosciente. Dopodiché scende di sotto con un balzo per continuare lo scontro.

******************


<< Oh mio Dio... >> esclamo inorridita coprendomi la bocca quando riconosco i volti dei miei cari, solo che questi sono parzialmente sfigurati: Walter presenta la mandibola storta, metà del volto è privo di pelle così la testa priva di capelli, mia madre presenta varie ferite e tagli, mentre mio padre ha entrambe le guance mangiate dai vermi.

<< È solo colpa tua, Katreena. >>
Ora le loro voci si sono fatte più imponenti, rimbombando con violenza nel mio corpo, provocandomi dei brividi e delle vibrazioni che riescono a raggiungermi le ossa. La creatura simile a mio padre volge lo sguardo verso mia madre ed il maggiordomo per poi indicare la sottoscritta con una mano ossuta, quasi scheletrica.
I due annuiscono come se avessero capito il suo ordine e cominciano ad avvicinarsi verso di me, continuando a pronunciare quella frase.

<< Vi prego, lasciatemi spiegare. Io non volevo che andasse a finire così, ve lo giuro. >> li imploro scostandomi dalla parete con fatica, comprendendo subito dopo che il motivo è del sangue rappreso appicciatosi al mio corpo.
Nel frattempo quelli continuano ad avanzare, incuranti delle mie parole.
<< Voi non siete loro... voi non siete loro... >> sussurro più volte trovando la forza di indietreggiare. Il loro coro accusatorio mi sovrasta sempre più ogni volta che parlo. Improvvisamente le tre figure producono un urlo disumano per poi scattare verso di me impugnando tra le mani quello che sembra un paletto. A quel punto mi volto e corro, corro più che posso nella speranza di allontanarmi da loro e di trovare un'uscita da questo tunnel infernale. Pochi minuti dopo realizzo che le loro voci si stanno affievolendo, così mi volto vedendo che quei mostro si stanno facendo sempre più distanti, per poi sparire del tutto.
Ad un certo punto una luce bianca di fronte a me attira la mia attenzione, ma questa si scurisce man mano la raggiungo, diventando violacea e trasformandoso in una sorte di nube.
Mi fermo a pochi metri di distanza per riprendere fiato ed osservarla, notando che da questa sta emergendo una figura familiare, anche se l'ho vista una volta sola: Sebastian nella sua forma demoniaca. Vorrei avvicinarmi a lui, ma temo che possa essere un altro inganno, come quello di poc'anzi.

<< Katreena, sono io. >> parla lui con la sua voce bassa e profonda camminando verso di me. Diffidente, indietreggio di qualche passo finché il demone non si ferma: << Sono venuto a prenderti. >> mi sorride dolcemente tendendo la mano. Il tono rassicurante con cui pronuncia quelle parole e i suoi occhi colmi di affetto, mi dicono che fidarmi di lui è la scelta giusta, così afferro la sua mano. Lui mi attira a sé avvolgendomi in un abbraccio.
<< Presto quest'incubo sarà finito. >>
Dice carezzandomi la testa. Calde lacrime scorrono sul mio viso: << Oh Sebastian... >> sussurro felice di rivederlo nonostante mi abbia ferita nel profondo.
Poco dopo il demone scioglie l'abbraccio e tramuta il suo sorriso in un ghigno carico di disprezzo: << Non fai altro che piangere e cercare il mio aiuto. Sai, sei sempre stata un peso per me. >> ringhia, afferrandomi un polso con irruenza.
Guardo Sebastian, confusa dal suo cambiamento repentino.
<< Lei è qui. Venite! >> esclama volgendo lo sguardo alle mie spalle.
Giro la testa per capire a chi sta parlando, senza però vedere nessuno. Ad un certo punto odo dei sussurri, riconoscendo immediatamente le voci di quei mostri che si spacciano per i miei cari.

<< Lasciami andare, ti prego! >> urlo a Sebastian, dimenandomi per cercare di liberarmi. Lui però non collabora, sorridendo malignamente mentre affonda gli artigli nella mia carne ogni volta che mi muovo. Gemiti e lamenti si fanno sempre più vicini, scoprendo con sgomento che quelle figure raccapriccianti mi hanno quasi raggiunta. Decido così di appellarmi nuovamente al corvino, sperando cambi idea: << Per favore, non voglio morire. >>
Lui mi guarda con sufficienza dall'alto in basso senza lasciare la presa, anzi, infierisce facendo penetrare gli artigli ancora più in profondità.
Urlo in preda al dolore causando solo divertimento al demone, il quale scoppia in una risata diabolica. Improvvisamente qualcosa tocca la mia spalla, rendendomi conto che si tratta della mano decomposta di mia madre. Successivamente Walter e mio padre mi bloccano in una morsa.

<< Ti avevo detto che tra poco tutto questo avrà fine. >> esclama Sebastian mentre abbandona il suo vero aspetto, tramutandosi in pura oscurità.
Noto con orrore che anche i mostri hanno assunto quella stessa materia, attaccandosi con prepotenza alle mie membra.
<< No! Devo andarmene da qui! >> grido mentre mi divincolo senza ottenere alcun risultato.
<< Non andrai da nessuna parte, perché sei stata tu a scegliere di arrenderti. >> replica il demone, cogliendomi sul vivo.
È vero, ora ricordo, ho ceduto il posto all'oscurità e ai rimpianti, lasciando che i miei sentimenti e le mie emozioni venissero sepolti, molto probabilmente per sempre. Alla fine la mia nemesi mi ha ingannata, mentre io mi sono fidata di lei da tanto ero accecata dalla sofferenza. Chissà quanta morte e distruzione sta causando in questo momento...
Mi auguro con tutto il cuore che Sebastian la trovi e ponga fine alla sua vita, così come alla mia, in modo da non essere più d'intralcio a nessuno.

Smetto di ribellarmi a loro, chinando il capo: << Hai ragione... >> dico in un sussurro. << Fa' ciò che devi. >> esclamo risoluta, pronta ad accettare le conseguenze delle mie azioni. Lui sogghigna per poi gettarsi su di me, immergendomi completamente nelle tenebre più nere di una notte senza stelle. Chiudo gli occhi lasciandomi cullare dalla morte che presto verrà a reclamare questa mia povera anima.

********************

Nel corso della battaglia, Sebastian ha provato più volte a chiamare Katreena, a dirle di svegliarsi, ma non c'è stato verso, nessun segno che potesse fargli capire che lo sente.

La ragazza scatta in direzione di Sebastian sguainando le unghie affilate con l'intenzione di mirare al suo cuore e strapparglielo dal petto; forse in questo modo potrà ucciderlo una volta per tutte come si fa con i vampiri. Suo malgrado, il demone capisce le sue intenzioni inarcando la schiena all'indietro, per poi estrarre un coltello dalla giacca, ferendole l'interno dell'avambraccio compiendo un movimento rapido. Lei si allontana di poco senza emettere alcun gemito. Esterrefatto, il maggiordomo si accorge che la lama dell'arma si è spezzata e di conseguenza si chiede come quella vampira sia in grado di tenergli testa.

<< Se speri di potermi battere con uno di quelli ti sbagli di grosso, mio caro. >> lo deride lei sistemandosi i capelli.

Il corvino getta il coltello ormai inutilizzabile e assottiglia lo sguardo verso la ragazza: << Come puoi essere così forte? >>

Lei sorride facendo passare la lingua sui canini per poi camminare per la stanza senza mai dare le spalle al demone: << Come? È molto semplice. Perché io sono il potenziale inespresso, la follia, l'ira e la disperazione di Katreena. Le sue emozioni negative mi hanno donato tutto questo. Io sono ciò che lei si rifiuta di liberare. >>

Ad un certo punto si ferma aprendo le braccia: << L'unico modo che hai di fermarmi è uccidermi. So che ti stai ancora trattenendo perché non vuoi perdere Katreena, ma così facendo avrai altre vittime sulla coscienza, sempre che tu ce l'abbia. >> lo provoca indicando i cadaveri sparsi per il salone.

Il corvino digrigna i denti, segno che lei ha fatto centro. La vampira osa di più entrando nella sua mente per leggerlo nel profondo e cercare qualche debolezza, finché non va ad imbattersi in qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di sentire:

<< Tu la ami! >> esclama disgustata ma con una punta di sorpresa nella voce.

Lui spalanca gli occhi senza però scomporsi. Katreena si lascia sfuggire una risata fragorosa: << Un demone che ama! Quale ironia! >>

Ma dopo aver sentito quelle parole una seconda volta, Sebastian sente il cuore nel proprio petto battere velocemente e la confusione pervadere il suo essere. Percependo ciò, lei ne approfitta per avvicinarsi e coglierlo alla sprovvista. Il demone se ne accorge ma non fa in tempo ad evitare il colpo, ricevendo così un graffio sulla guancia sinistra e subito dopo degli artigli che vanno ad affondare nel suo petto. Dalla bocca del corvino esce del sangue scuro che va poi a colare sul pavimento. A quel punto si vede obbligato a prendere una misura più drastica, perché è vero che se la vampira dovesse riuscire ad estrarre il suo cuore lui non morirebbe, però dovrebbe usare molte delle proprie energie affinché l'organo si rigeneri e questo non farebbe altro che ostacolare in buona parte le sue abilità. Dunque mostra i suoi veri occhi, afferra il polso della ragazza per impedirle di penetrare in profondità e porta la testa in avanti facendola scontrare con la sua concentrando le proprie forze, riuscendo così a farla desistere. Stordita, la nemesi cade in ginocchio portandosi le mani alla testa.

<< Se pensavi di poterti liberare di me in questo modo, ti sbagli di grosso. >> esclama usando le stesse parole di Katreena contro di lei, mentre preme una mano sulla ferita.

****************

Continuo a sprofondare nell'abisso senza mai trovarvi una fine. Durante questo processo chiedo mentalmente perdono alle persone che ho fatto soffrire, che ho portato alla morte, con la speranza che possano sentirmi e accettare queste misere scuse. Sto sentendo il mio corpo farsi sempre più leggero, la mia mente intorpidirsi... trovo fin troppo dolce il modo in cui me ne andrò, ma va comunque bene. L'importante è che io svanisca per sempre.

<< Questa non è la fine... >> improvvisamente una voce maschile pronuncia queste parole con un tono melodioso e pacifico.

<< Katreena. >>
Non appena pronuncia il mio nome, riconosco immediatamente quella voce. Apro così gli occhi trovandomi di fronte il mio amico d'infanzia Thomas, il quale indossa degli abiti bianchi ed il suo corpo è attorniato da una luce calda.

<< Cosa ci fai qui? >> gli domando guardandolo con un'espressione incredula. Lui sorride con una tenerezza disarmante, scuscitando in me una sensazione che non so spiegarmi.

<< Tu dovresti essere... >>

<< Morto? >> risponde concludendo la mia frase: << Lo sono. Questo che vedi davanti a te è il sangue che ti ho donato la notte in cui sei diventata un vampiro. È grazie a questo se posso esistere nella mia vera forma. >> mi spiega con calma senza mai distogliere lo sguardo da me. Schiudo le labbra per dire qualcosa, ma non vi esce alcuna parola.

<< Vieni. Ti porto via da qui. >> dice lui tendendomi la mano. La presenza di Thomas, nonostante non sia lui in carne ed ossa, pare volermi aiutare per davvero, poiché non scorgo alcuni secondi fini nei suoi semplici occhi color nocciola. Inoltre anche il mio desiderio di morire sembra star scemando del tutto.
Così decido di accettare il suo aiuto senza pensarci ulteriormente. Risaliamo le tenebre come se stessimo nuotando nell'oceano e poco tempo dopo ci ritroviamo in superficie, poggiando i piedi su un pavimento inesistente ed il paesaggio circostante è vuoto pieno di luce.
Thomas mi lascia andare per compiere alcuni gesti con le mani su uno spazio non definito da cui in pochi secondi riesco a scorgere alcune immagini che man mano si fanno sempre più nitide. Sgrano gli occhi nel vedere uomini e donne urlanti in cerca di una via d'uscita, venir uccisi senza pietà nonostante le preghiere di alcuni di loro che chiedono di venir risparmiati. Poi le immagini cambiano, mostrando Ciel che viene attaccato e infine una parte dello scontro tra lei e Sebastian.

<< No... che cosa ho fatto? >> mormoro con le lacrime agli occhi incolpando me stessa di aver permesso al mio alter ego di sopraffarmi.

<< È per questo che devi tornare. Per fermarla. Solo tu puoi farlo. >> mi riferisce il mio amico senza scomporsi davanti a tanta violenza.

Volgo lo guardo verso di lui poggiando una mano sul mio petto: << Come potrò mai riuscirci? Lei è troppo forte per me, lo è sempre stata. >> replico in preda al terrore di doverla affrontare.
In quel momento però Thomas perde la pazienza indurendo il viso ed afferrandomi per il colletto della divisa: << Allora cosa vuoi fare? Rimanere qui mentre altre persone muoiono a causa sua?! >> i suoi occhi ora brillano del caratteristico verde smeraldo appartenente alla sua trasformazione in vampiro.

<< Io... >> riesco solamente a dire senza però sapere come proseguire il discorso.

<< Vuoi forse che anche il tuo caro Sebastian venga ucciso?! >> esclama lui afferrandomi per le spalle. Scossa dalle sue parole, spalanco gli occhi nell'immaginare uno scenario ipotetico in cui lui ed il signorino vengono assassinati dalla mia nemesi. Da ciò che ho visto, lei sembra essere in grado di tener testa al demone, dunque il solo pensiero di una simile tragedia mi fa gelare il sangue.

<< No, non lo voglio... >> sussurro con voce rotta a causa delle lacrime.
Lo sguardo del mio amico si ammorbidisce mentre mi libera dalla sua presa: << Mi dispiace essermi comportato così, ma era l'unico modo per farti capire la gravità della situazione. >> dice lui con il tono calmo di prima per poi tornare umano ed abbracciarmi affettuosamente, come solo lui sapeva fare. Io ricambio il gesto affondando il viso nel suo petto per farmi forza. Qualche minuto dopo sciolgo l'abbraccio e mi asciugo il viso con una manica dell'uniforme.

<< Puoi riportarmi indietro. Sono pronta. >> dico, determinata a voler chiudere la faccenda.

<< Ora sì che ti riconosco. Ricorda che io sarò sempre con te. >> sorride lui carezzandomi una guancia.

<< Grazie Thomas. Ti voglio bene. >> rispondo abbracciandolo di nuovo.
<< Anch'io ti voglio bene. >>
Dopodiché il mio amico procede compiendo un gesto con la mano per aprire quello che sembra essere un varco. Inspiro profondamente una volta per trovare il coraggio necessario e mi incammino verso l'uscita. Una volta arrivata, saluto Thomas un'ultima volta, il quale ricambia con un tenero sorriso, proseguendo infine per la mia strada.

****************

La vampira trasalisce nel momento in cui percepisce l'anima di Katreena contrastare il suo potere per venire a galla. Anche Sebastian la sente e ciò gli provoca una gioia immensa, qualcosa che non aveva mai provato prima.

<< Rimani al tuo posto, mocciosa! >> esclama lei adirata, gli occhi di un rosso brillante.
Ad un tratto, un'aura oscura inizia a circondarla, impedendo al corvino di farsi vedere.

<< Katreena, svegliati. So che puoi farcela! >> interviene lui per sostenerla nella sua lotta interiore, senza però avvicinarsi a quella nube.
L'alter ego emette un urlo agghiacciante, segno che molto probabilmente sta soccombendo alla volontà della legittima proprietaria.
Infatti poco dopo quell'aura svanisce, mostrando lentamente la sagoma della ragazza. Il demone si affretta a leggere la sua anima scoprendo così che è riuscita a fare ritorno.

<< Katreena! >> la chiama per poi iniziare camminare verso di lei.

<< Ce l'ho fatta... >> sorrido vittoriosa, ma non appena abbasso lo sguardo sulle le mie mani, rosse del sangue delle vittime che la sua nemesi ha assassinato, le loro urla e quelle immagini si fanno strada in me, facendomi perdere la lucidità. Il respiro si fa sempre più affannato.
Una voce mi fa alzare la testa, riconoscendo il maggiordomo, il quale presenta numerose ferite. Sgrano gli occhi attonita: << Sono stata io a farti questo... è tutta colpa mia. >>
<< Non tu, ma lei. Ora è tutto finito. >> replica Sebastian avvicinandosi sempre di più.
<< Stammi lontano! >> gli ordino mentre cerco freneticamente qualcosa che possa somigliare ad un'arma, trovando così uno dei coltelli del corvino. Lo raccolgo dal pavimento e lo punto verso di lui: << Non ti avvicinare! >>
Confuso dalle mie azioni, il demone obbedisce senza muovere un muscolo.
Ora ricordo, ricordo che lui non mi ama, che è anche colpa sua se ho perso il controllo. Ed eccolo di nuovo, il dolore del rifiuto, il dolore di aver perso ogni cosa. Tutte le mie emozioni stanno riaffiorando e fanno male, tanto male...
No, mi rifiuto di vivere in eterno solo per provare questo.
<< Perdonami Thomas, ma non sono così forte come credi. >> giro l'arma dalla parte della lama verso il mio petto, impugnandola con entrambe le mani, in modo da aver maggiori probabilità di riuscire ad uccidermi in un colpo solo anche senza poteri.

<< Katreena, cosa stai facendo? >> esclama il maggiordomo con apprensione, facendo alcuni passi in avanti.
<< Starete tutti meglio senza di me. Addio Sebastian. >> detto ciò, stendo le braccia in avanti per poi ritrarle con un movimento rapido.

<< Katreena, no! >> urla lui tendendo una mano verso di me.

Successivamente un rumore sordo riecheggia per il salone.

*****************

Salve a tutti, come state? Spero bene e mi auguro che abbiate gradito questo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento, perché mi fa sempre piacere avere una vostra opinione, positiva o negativa (ma costruttiva) che sia. Alla prossima! 😉

   
 
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