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Autore: fefi97    13/03/2021    6 recensioni
[sterek; hp AU; auror sterek; Stiles serpeverde, Derek tassorosso; Derek licantropo]
-Fammi capire. Secondo Argent il tuo... lupo interiore ha trovato il suo compagno. Il suo compagno per la vita. E sta facendo il pazzo per emergere e trovare il suo compagno, marchiarlo e stare con lui per sempre. E più reprimi il tuo lupo interiore più questo fa il pazzo scatenando in te la tua parte animale, spingendoti a comportamenti violenti e strani? -
Derek fece una smorfia, ma non lo contraddisse.
Sapeva che Stiles sarebbe scoppiato a ridere prima o poi, ma questo non gli impedì di trucidarlo con lo sguardo.
-Oh mio Dio! Il tuo lupo è un piccolo ribelle! - ghignò – Sono sicuro che sia un serpeverde. E che mi adora perché riconosce in me un suo pari. -
Questo spiegherebbe molte cose, pensò Derek amaramente.
ps: leggete le note!
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, Cross-over, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Sourpuff and the disgrace of love

 

 

Note: Avevo cominciato a scrivere questa storia un sacco di anni fa, ma purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) il mio computer l'aveva trasformata in asterischi, quindi ci ho messo un po' a riprenderla. Ci tenevo a precisare che l'ispirazione a questa storia (una sterek partner auror AU ambientata nell'universo di Harry Potter) mi è stata data dalla lettura della fic Drop Dead Gorgeous (la più bella delle drarry, di Maya) e dalla visione di Brooklyn Nine Nine (praticamente Argent è il capitano Holt, perché lo amo). Ovviamente spero che il mio prendere ispirazione non risulti una copiatura, se dovesse essere questa l'impressione, sono pronta a scusarmi e a cancellare la storia. Spero che non sia così, ma ammetto che l'idea di Derek che deve controllare il proprio lupo interiore mi è venuta da DDG e dal mostricciattolo veela di Harry. Ringrazio in anticipo chiunque voglia leggere e darmi un parere, negativo o positivo. Ci vediamo alla fine del capitolo!



1

Il nostro compagno

 

Non appena uscì dall'ufficio di Argent, Derek vide Stiles in corridoio ad attenderlo con la schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate al petto.

Aveva una vaga aria divertita e Derek alzò gli occhi al cielo mentre gli si avvicinava.

Era così da Stiles sembrare preoccupato e al tempo stesso avere l'aria di chi se la stava spassando un mondo. Era così serpeverde.

-Non voglio parlarne - disse subito, superandolo con una sola occhiata ammonitoria.

Stiles gli fu subito dietro e anche senza guardarlo Derek sapeva che stava ghignando.

-Sei nei guai? Devi essere nei guai, è la prima volta che ti convoca da solo. Non sarà per quella storia dei vampiri del mese scorso? Perché quella credo sia stata colpa mia. Diglielo che è stata colpa mia. -

Derek si fermò improvvisamente e guardò Stiles, sospettoso.

-Quale storia dei vampiri? - gli chiese, con un che di rassegnato negli occhi e nel tono di voce.

Stiles sorrise ampiamente e Derek si sentì preda del più totale sconforto.

-Diciamo che ho aggirato un poco le regole adattandole alle mie esigenze. -

Derek si limitò a scuotere la testa con un vago grugnito, riprendendo a camminare verso il loro ufficio.

-Andiamo Tassorosso! Noi due non abbiamo segreti, dimmi che ti ha detto Argent! -

-Non chiamarmi così. E poi io vorrei avere dei segreti, sei tu che ti impicci sempre e mi rendi la cosa impossibile - ribatté piccato Derek, senza guardarlo.

Sentì Stiles sbuffare dietro di lui e si sarebbe giocato la bacchetta che avesse messo su quell'aria da vittima di un terribile complotto a suoi danni che usava sempre quando voleva piegare la volontà, già fin troppo propensa alla bontà, di Derek.

-Andiamo sono il tuo compagno! Sono praticamente il tuo unico e migliore amico! -

Derek corrugò la fronte, senza fermarsi.

-Non sei il mio unico amico - disse solo, non potendo correggere Stiles sugli altri punti.

Stiles sbuffò di nuovo, ma Derek poteva percepire che stesse ghignando di nuovo.

-A parte Erica e Boyd. E le tue sorelle. E i tuoi libri. -

- È una cosa personale! - esclamò con forza Derek, incapace di contraddirlo.

Si infilò nel loro ufficio, subito seguito da Stiles.

-E allora? Io ti dico tutte le cose personali che mi riguardano! - si lamentò Stiles, oltraggiato.

Derek gli lanciò un'occhiataccia dalla sua scrivania, odiando la sensazione di essere già sul punto di cedere.

Stupido serpeverde logorroico dagli occhi ridicoli.

-Stiles, il fatto che tu non abbia nessuna decenza o nozione di “spazi personali”, non implica che anche io debba venirti a dire tutto. E per la cronaca, quello sfogo sulla tua schiena? Avrei vissuto bene anche senza vederlo. -

Stiles si imbronciò ancora di più, facendo roteare gli occhi a Derek.

-Dovresti sentirti lusingato! Io mi fido di te! E tu dovresti fidarti di me! Andiamo, sono il tuo compagno da quattro anni! Quattro anni che ti salvo il culo in missione! Vorrà dire pur qualcosa! -

Derek lo guardò in modo lugubre, odiando profondamente il fatto di non poter replicare a quello.

La verità era che se c'era una persona in tutto quel mondo di merda di cui Derek si fidava, quella era Stiles.

Sospirò profondamente, assottigliando gli occhi in direzione di Stiles.

-Stiles, sia chiaro: questa cosa non deve uscire da questa stanza, mi hai capito? -
Stiles lo guardò offeso.
-Per chi mi hai preso? Non vado in giro a disseminare le confidenze che mi fai. -
Derek inarcò le sopracciglia e Stiles sbuffò.
-Andiamo, è successo solo una volta. E devi ammettere che tu che ti congratuli con Hannah Jones per la gravidanza anche se non era affatto incinta, è stato epico. -
-Per l'ennesima volta: era girata di profilo e quel vestito era davvero molto aderente e... -
Stiles lo interruppe scoppiando in una fragorosa risata e Derek lo guardò male, imbronciandosi.
Stiles se ne accorse e smise di ridere, sospirando e guardandolo con affetto.
-Quando fai quella faccia mi ricordo che a dispetto delle apparenze sei davvero un piccolo tassorosso dal cuore tenero.-

Derek sospirò di nuovo, passandosi una mano sulla faccia.

Sapeva che se ne sarebbe pentito, ma ormai non poteva più tirarsi indietro.

-Chiudi a chiave la porta – mormorò, rassegnato.

 

 

 

 

Stiles rimase parecchio in silenzio dopo che Derek gli ebbe riportato l'imbarazzante conversazione con il loro capo, Chris Argent.
-Fammi capire. Secondo Argent il tuo... lupo interiore ha trovato il suo compagno. Il suo compagno per la vita. E sta facendo il pazzo per emergere e trovare il suo compagno, marchiarlo e stare con lui per sempre. E più reprimi il tuo lupo interiore più questo fa il pazzo scatenando in te la tua parte animale, spingendoti a comportamenti violenti e strani? -
Derek fece una smorfia, ma non lo contraddisse.
Sapeva che Stiles sarebbe scoppiato a ridere prima o poi, ma questo non gli impedì di trucidarlo con lo sguardo.
-Oh mio Dio! Il tuo lupo è un piccolo ribelle! - ghignò – Sono sicuro che sia un serpeverde. E che mi adora perché riconosce in me un suo pari. -
Questo spiegherebbe molte cose, pensò Derek amaramente.

-È per questo che ultimamente ti sei comportato in modo strano, allora? Con gli occhi che si illuminavano all'improvviso, il ringhio facile e la mania di annusare tutto? -

-Per così dire – bofonchiò Derek, di pessimo umore.

-Quuuindi – Stiles sbatté le ciglia con quel sorriso stupido e enorme e Derek strinse i pugni cercando di ricordarsi quanto odiasse Stiles quando faceva il bambino di quattro anni, cioè sempre – Chi è il nostro compagno? -

-Non usare il plurale, Stiles, è fottutamente inquietante – protestò Derek, aggirando la domanda, gli occhi bassi sulla sua scrivania.

Un rapporto. Sì, doveva esserci un rapporto per Argent da qualche parte. Derek pensava che compilare scartoffie per Argent fosse infinitamente meglio che sostenere quel tipo di conversazione con Stiles.

Non che normalmente non amasse compilare le scartoffie per Argent. Uno di loro doveva pur farlo, visto che Stiles pensava che la loro unica utilità fosse formare torri giganti sulla sua scrivania.

-Sai che intendo – sbuffò Stiles, issandosi con un agile saltello sulla propria scrivania, posta di fronte a quella di Derek – Io sono il tuo compagno sul lavoro. Ergo, penso che sia scontato che il compagno del tuo lupo sia anche un po' il mio compagno. -

-Non è per niente scontato – ribatté Derek, sempre senza guardarlo, ma non riuscendo a impedire alla propria voce di ammorbidirsi davanti ai discorsi stupidi e sconclusionati di Stiles.

Poteva sentire lo sguardo di Stiles farsi acuto e petulante anche senza guardarlo.

-Dai, dimmi chi è. -

-Non lo so – disse subito Derek, un po' isterico, guardando disperato la sua scrivania. Dove cazzo era quel rapporto? - E se lo sapessi, non te lo direi, perché non sono affari tuoi. -

-Oh mio Dio – scandì Stiles, in tono drammatico portandosi una mano al petto, chiaramente ignorando le parole di Derek – È così brutto che non vuoi dirmelo? - fece una pausa tragica – Si tratta di Argent? -

Questo spinse Derek a sollevare di scatto gli occhi in quelli dell'altro, fissandolo disgustato e incredulo.

-No! Certo che no! Dio, Stiles! -

Stiles, quell'idiota, sospirò di sollievo.

-Merlino, meno male. Non so se avrei sopportato l'idea di te che fai cosacce con il capo. -

-Grazie mille, adesso quest'immagine mentale è diventata ufficialmente il mio incubo per i prossimi sei mesi – replicò Derek, lugubre.

Stiles gli sorrise brevemente, prima di tornare parzialmente serio.

-Allora di chi si tratta? Sappi che avrai la mia massima comprensione, di chiunque si tratti – corrugò la fronte – A parte forse Lydia. Sì, se si trattasse di Lydia, dovrei sfidarti a duello. Ma a parte questo, avrai la mia massima comprensione.-

Derek roteò gli occhi, cercando di formare un piccolo sorriso, anche se poteva sentire il suo lupo interiore ringhiare arrabbiato.

Odiava che Argent avesse ragione sul lupo che perdeva lentamente il controllo.
-La mia compagna non è affatto Lydia Martin, okay? È tutta tua. Potrai continuare a farti ignorare da lei per i prossimi trent'anni senza interferenze da parte mia.-
Stiles fece un sorriso smagliante, senza cogliere la provocazione.
-Meraviglioso allora. Sappi che, ora che so che la mia dolce Lydia è al sicuro, io non ti giudicherò. Non giudicherò i probabili gusti terribili del tuo lupo interiore né giudicherò il tuo compagno, per quanto imbarazzante possa essere. -
-Beh, è molto confortante. Grazie, Stiles. -
Stiles annuì distrattamente, il volto pensieroso.
-Scommetto che è un idiota grifondoro – fece una smorfia – Odio i grifondoro. -
Derek sospirò, allungando con aria rassegnata una mano verso il rapporto per Argent. Finalmente lo aveva trovato.

E non stava affatto cercando di evitare la conversazione. Prima o poi lui e Stiles avrebbero dovuto consegnarlo.
-Stiles, il tuo migliore amico è un grifondoro. -
Stiles si strinse nelle spalle.
-Lo so. Ma li odio comunque. -

Derek scosse la testa e roteò gli occhi, ma questa volta il sorriso sulle sue labbra era sincero.

-Come vuoi. Immagino che tu non abbia nessuna intenzione di aiutarmi con questo rapporto, vero? -

Stiles emise un verso atterrito, saltando con eleganza giù dalla sua scrivania.

Era buffo pensare che prima di ricevere un rigido addestramento auror Stiles fosse la persona più scoordinata e goffa del mondo.

Adesso era più agile e silenzioso di un gatto. Certe volte, in missione, Derek doveva voltarsi per essere sicuro che Stiles fosse ancora dietro di lui. Era un piccolo e confortante sollievo incrociare il suo stupido enorme sorriso ogni dannata volta.

-No. Però posso andare a prendere il caffè. Perché sono un ottimo compagno. E sai che altro fa un ottimo compagno? Non giudica il compagno del lupo interiore del suo compagno auror. Nel caso tu voglia dirmelo. -

Derek non riuscì a trattenere una piccola risata, mentre Stiles gli sorrideva sfacciato, gli occhi luminosi.

Derek rimase a fissare la sua schiena che si dirigeva verso il fondo della stanza per quelle che sembrarono ore intere.

-E se lui non mi volesse? -
Stiles si bloccò a pochi centimetri dalla porta, senza girarsi, e Derek si passò nervosamente la lingua sulle labbra.
-Sì, insomma, voglio dire... se il mio compagno non mi volesse? Se mi rifiutasse? -
Osservò Stiles voltare lentamente il viso verso di lui e il cuore quasi gli si fermò nel vedere il sorriso mite e dolce che l'altro gli stava rivolgendo.
Era un sorriso rarissimo da scorgere sul volto di Stiles.
Stiles solitamente ghignava. Quello era un vero sorriso.
-Ti vorrà. Nessuno può essere così idiota da rifiutarti, Derek – il sorriso fece improvvisamente posto al solito ghigno scanzonato – E se non ti volesse, conosco almeno dieci buone maledizioni da infliggergli. -
Derek si sforzò di ridere, mentre Stiles, con un ultimo occhiolino giocoso, apriva la porta con un lieve colpo di bacchetta e spariva in corridoio.
Non appena la porta si chiuse alle sue spalle, Derek smise di ridere.
Sapeva che le parole di Stiles avrebbero dovuto farlo sentire meglio, ma si sentiva solo incredibilmente e assolutamente depresso.

 

 

 

 

Stiles Stilinski era la miglior peggior cosa che fosse mai capitata a Derek.

Aveva capito che fosse un idiota sin dal primo momento in cui Argent aveva accennato al fatto che il suo nuovo partner fosse un pochino “su di giri”.

Certo, allora non aveva capito che “su di giri” fosse un sinonimo per idiota iperattivo, grazie tante Argent.

Non che Derek potesse comunque opporsi. Aveva cambiato già cinque partner ed era negli auror da meno di un anno.

La gente tendeva a non reagire benissimo quando scopriva che era un lupo mannaro.

Andavano di corsa a lamentarsi da Argent e quando scoprivano che Argent era totalmente a suo agio con l'intera faccenda, o diventavano degli stronzi totali o erano talmente terrorizzati da Derek da mandare all'aria il concetto stesso di “compagni di squadra”.

In entrambi i casi, Derek finiva per diventare abbastanza aggressivo da indurre alla fuga ogni partner.

Per cui fu con un po' di esasperazione che Argent lo pregò di provare a non far fuori Stiles Stilinski dopo appena tre minuti.

-Sembra un deficiente, anzi penso che sia un deficiente – aveva detto Argent, cosa che, per la cronaca, non aveva rassicurato molto Derek – Ma si è diplomato all'accademia con il massimo dei voti. Ho dato un'occhiata al suo profilo e sembra che sia dotato di un altissimo quoziente intellettivo. Ex serpeverde, il suo istruttore lo descrive come pericoloso e letale, all'occorrenza – Argent gli aveva gettato un'occhiata severa – Non lo sottovaluterei, se fossi in te. -

Derek ammetteva di essere un po' curioso a quel punto.

E visto che grazie al suo migliore amico nato babbano Derek aveva una discreta conoscenza cinematografica, cominciò a immaginarsi il suo compagno come una specie di Rambo o Arnold Schwarzenegger magici.

Quindi, era facile comprendere come si fosse sentito quando aveva aperto la porta del suo ufficio e aveva scoperto che il suo nuovo partner era un ragazzino che dimostrava a malapena sedici anni, talmente magro che Derek avrebbe potuto facilmente spezzarlo in due come un ramoscello.

E, quel che era peggio, era stravaccato sulla scrivania di Derek.

Quando poi il ragazzino aveva agitato frenetico una mano e esclamato “woah, ecco il mio ragazzone! La mia metà! Il mio partner!”, Derek aveva deciso che lo odiava.

Ma Argent lo aveva minacciato di far durare Stiles almeno due settimane, quindi Derek aveva chiuso gli occhi, calmato il suo lupo, varcato la porta dell'ufficio e si era presentato laconico all'idiota.

E così era cominciato il suo personale calvario, un lento e intricato percorso dall'odio alla dolorosa consapevolezza che Stiles non fosse così male, fino ad arrivare alla realizzazione che fosse la miglior peggior cosa che gli fosse mai capitata.

Venne fuori abbastanza presto l'ossessione di Stiles per Lydia Martin, che lavorava al reparto pozioni.
-Ovviamente, la amo da sempre – gli aveva detto Stiles, la bocca piena di schifezze non meglio identificabili – Sin da Hogwarts. Da quando avevamo sedici anni. Lei era una corvonero. Ho un debole per le persone intelligenti. Vuoi una patatina?-
Derek ci aveva messo circa tre ore per capire che Stiles fosse una di quelle persone che mangiavano sempre, pur rimanendo estremamente magre.
Quella era una delle tante cose per cui all'inizio lo aveva odiato.
Quella, e il fatto che Stiles non credesse nel modo più assoluto che fosse un tassorosso (“I tassorosso sono carini e dolci! Tu sei cupo e saputello. Credevo fossi un corvaccio cervellone, amico!”).

Stiles parlava decisamente troppo per risultare simpatico a Derek, ma almeno funzionavano bene in missione.

Di solito Derek doveva fare tutto da solo, oppure litigare su come organizzare il piano, per chi dovesse fare irruzione per primo o chi avesse il diritto di lanciare il primo incantesimo.

Con Stiles non c'era stato nessuno di quei problemi. Sin dall'inizio era stato chiaro che insieme fossero una macchina perfetta. Non avevano nemmeno bisogno di parlare, Stiles diventava stranamente silenzioso in missione.

Gli bastava scambiarsi uno sguardo e Derek sapeva che entrambi avevano il piano chiaro nella proprio mente.

Derek sapeva che se si fosse lanciato all'attacco, Stiles sarebbe stato alle sue spalle a coprirlo, e sapeva che avrebbe fatto esattamente la stessa cosa per Stiles.

A malincuore, Derek dovette ammettere che Argent avesse ragione quando lo aveva avvertito di non sottovalutarlo.

Stiles era chiaramente più insidioso e letale di quel che sembrava.

E anche se per la maggior parte del tempo si comportava da idiota, Derek aveva imparato a riconoscergli una sorta di pericolosa e insidiosa intelligenza.

Insomma, in un modo o nell'altro, erano riusciti a passare insieme quasi tre mesi.

Quello era una sorta di record personale per Derek.

Rimasero in una situazione di pacifica sopportazione per un po' di tempo, finché Derek non origliò accidentalmente una conversazione tra Matt Daehler e Danny Mahealani, mentre si versava una tazza di caffè.

-Davvero, mi domando cosa passi in testa ad Argent. Voglio dire, lupi mannari e assassini. Poi chi altro vuole reclutare? Un vampiro serial killer? -

-Smettila, Matt. Derek è un ottimo auror. E Stiles non è un assassino. -

Derek, che era già pronto ad andarsene, deciso a ignorare l'ennesimo discorso razzista sui licantropi, si era congelato, rimanendo immobile dietro la colonna, invisibile a Matt e Danny.

-Forse lui no. Ma suo nonno? Suo nonno era un fottuto mangiamorte. Ho sentito che ha ucciso migliaia di babbani per Tu-sai-chi. E Argent permette a suo nipote di lavorare negli auror?-

-Perché no? - aveva replicato Danny, irritato, e Derek si era ricordato perché, esclusi Erica e Boyd, Danny del reparto tecnologia magica fosse uno dei pochi a piacergli - Non è come se li avesse uccisi lui. Stiles non era nemmeno nato quando Tu-sai-chi era al potere. -

-Ciò non cambia il fatto che venga da un'antichissima famiglia purosangue. Lo sapevi che tutta la sua famiglia è stata in serpeverde? Quasi tutti mangiamorte e convinti oppositori dei nati babbani e degli ibridi. Il suo sangue è marcio, te lo dico io. Il vecchio Darius, suo nonno, era talmente fissato sulla purezza della razza che una volta ha lanciato una maledizione cruciatus su un folletto della Gringott che gli aveva sfiorato la mano.-

-Sono quasi sicuro che te lo sia inventato proprio ora – esclamò Danny, seccato.

Matt disse qualcosa, ma ormai Derek non lo ascoltava più.

Darius.

Darius Green?

Sentiva di avere il cervello annientato mentre barcollava fuori dal suo nascondiglio, ignorando le esclamazioni sorprese di Danny e Matt.

Non si ricordava nemmeno come fosse arrivato nell'ufficio di Chris Argent.

Sapeva solo che Argent, invece di rimproverarlo per essere entrato senza bussare, aveva emesso un sospiro profondo, posando alcuni fogli che stava esaminando e sfilandosi gli occhiali da lettura.

-Immagino che tu abbia saputo. -

-Suo nonno era un mangiamorte – cominciò Derek, con voce piena di rabbia glaciale - E lei lo ha messo a lavorare con me? -

-Stiles è un bravo ragazzo – cominciò Argent, ma Derek non gli diede modo di continuare.

-Suo nonno ha ucciso i miei genitori!- esclamò, furioso, sbattendo un pugno sulla scrivania di Argent, che rimase perfettamente impassibile.

-Lo so. Ma questo non ha niente a che vedere con Stiles. Non ha nemmeno mai conosciuto suo nonno. È un auror, proprio come lo sei tu. Combatte contro i mangiamorte, Hale, non è uno di loro. -

-Il suo sangue è marcio, ho sentito Daehler dirlo! - urlò Derek, senza riuscire a controllarsi.

Adesso lo sguardo di Argent si era fatto glaciale, anche se non diede nessun altro segno di essere furioso.

-Sai, è curioso. È lo stesso che hanno detto di te quando hanno saputo che volevo reclutarti: un lupo mannaro non è affidabile, cattivo sangue non mente mai. Stirpe marcia, mi hanno detto – la voce di Argent era bassissima, ma Derek si sentiva piccolo come se gli stesse urlando contro. La rabbia stava lentamente lasciando il posto alla vergogna.

– Ma non ho dato loro ascolto. Che importa chi sei o da dove vieni? Sei un buon auror, questo è abbastanza per me. Non avrei mai pensato che proprio tu, tra tutti, avresti giudicato qualcuno per il suo sangue o per le sue origini. -

-Signore io... - aveva cominciato Derek, mortificato, ma Argent lo aveva interrotto con un solo sguardo gelido.

-Te lo chiederò solo una volta Hale. Vuoi che sostituisca Stilinski? -

Adesso che la rabbia istintiva lo aveva abbandonato, Derek si sorprese di quanto fosse semplice la risposta.

Gli bastò pensare a Stiles che gli dava un minuscolo cenno prima di ogni missione, a come riuscivano a comunicare solo guardandosi negli occhi. Pensò a come Stiles insistesse sempre per dividere il suo cibo ipercalorico con Derek, anche se lui rifiutava sempre.

Pensò a come ridesse ogni volta che Derek mugugnava qualcosa, chiamandolo “tasso brontolone”.

Pensò alla loro ultima missione, a come Stiles lo avesse buttato a terra poco prima che una maledizione lo colpisse.

Non lo aveva neanche ringraziato e questo, se possibile, lo fece sentire ancora peggio.

-No – mormorò, senza avere il coraggio di guardare in faccia il suo superiore.

-Bene. Allora levati da qui e non azzardarti mai più a parlarmi come hai fatto oggi. -

Derek si stava dirigendo a testa bassa verso la porta, quando Argent lo richiamò.

-Conosci il protocollo. Stilinski sarà informato. -

Derek aveva deglutito e chiuso gli occhi, ma non aveva detto una parola mentre usciva.

Sì, conosceva il protocollo.

Il principio su cui si basavano gli auror era la fiducia tra compagni; senza era impossibile lavorare in coppia al massimo dell'efficienza. Argent era tenuto a informare i suoi uomini su ogni possibile lamentela proveniente dal partner.

Per cui non fu davvero una sorpresa quando Stiles entrò come una furia nel loro ufficio quel pomeriggio, incazzato nero.

Per la prima volta, Derek si era ritrovato ad essere un po' intimidito da quel ragazzino logorroico.

Stiles aveva aperto bocca prima ancora che Derek potesse pensare di scusarsi per essere stato un coglione colossale.
-Per la cronaca. Non ho alcun pregiudizio. Il mio migliore amico è Scott McCall, un grifondoro. Mio padre è babbano e mia madre non ha mai avuto niente a che spartire con mio nonno. È una tassorosso. Credo nella liberazione degli elfi domestici e a ogni campionato vado a vedere i Mets con mio padre. Sono un mezzosangue e sono un serpeverde e sono anche bisessuale. E sono comunque meno stronzo di te.-
Derek era rimasto in silenzio, vergognandosi profondamente di se stesso.
Allora disse la sola cosa che gli venne in mente.
-Sono un licantropo. E di solito quando la gente lo scopre non vuole più lavorare con me. Nel caso pensassi che non ci sia niente di peggio che avere un compagno stronzo. Ecco, io sono stronzo e un licantropo. E sono pure io bisessuale. -

E poi era successa una cosa davvero strana.
Lo sguardo di Stiles si era ammorbidito e il sorriso era tornato a illuminargli il volto pieno di nei.

-Sei un lupo mannaro? Ma è una cosa fighissima amico! -

Derek lo aveva fissato come se non fosse vero.

Era la prima volta che qualcuno chiamava la sua licantropia una “cosa fighissima”. Di solito la gente scappava a gambe levate o, peggio, rimaneva in silenzio, con un'insopportabile espressione di disagio mista a compatimento. Stiles Stilinski invece si comportava come se il fatto di avere un compagno licantropo fosse la cosa migliore della sua vita. Il che rafforzava la sua convinzione che Stiles fosse un idiota, ma comunque, con grande scorno di Derek, questo non cambiava il fatto che stesse lentamente ricambiando il sorriso luminoso di Stiles.
Quella era anche stata la prima volta in cui Derek aveva pensato che Stiles Stilinski fosse bello.

Purtroppo, non sarebbe stata l'ultima.

Avevano cominciato a parlare e Stiles aveva fatto una battuta davvero tremenda sulla licantropia ed era stato precisamente in quel momento, mentre Stiles rideva buttando la testa indietro ed esponendo la gola bianca e piena di nei, che il suo lupo aveva deciso di incasinare tutto.

 

 

 

 

 

-Ehy Lydia! -

Derek cercò di non sollevare gli occhi al cielo davanti al patetico approccio di Stiles.

Come da copione, la strega gettò un'occhiata in tralice a Stiles, inarcò un sopracciglio e afferrò Allison per un braccio, trascinandola via mentre entrambe ridacchiavano.

Derek gettò un'occhiata a Stiles e sospirò nel constatare che il suo grosso sorriso non fosse stato minimamente intaccato.

-Wow. È pazza di me. -

-La tua perseveranza è ammirabile – lo prese in giro Derek, con malcelato affetto.

Stiles gli scoccò un sorriso accecante e Derek dovette cercare di calmare il suo stupido lupo ribelle.

Oddio, adesso cominciava a parlare con se stesso come Stiles. Meraviglioso.

- Te lo giuro sui Mets, io sposerò Lydia Martin. -

-So che è una cosa seria quando tiri in ballo i Mets – mormorò Derek, con un vago sorriso.

-Puoi scommetterci le tue chiappe mannare! - esclamò Stiles, facendo voltare qualche auror nella loro direzione.

Derek si limitò a sospirare affranto, mentre entravano fianco a fianco in sala mensa.

Fosse dipeso da lui, sarebbero rimasti nel loro ufficio a lavorare sul loro ultimo caso, ma Stiles aveva questa strana idea che avessero bisogno di assumere cibo, ogni tanto.

Per Derek era solo tempo sottratto al lavoro.

Certo, poi c'era anche la questione che il suo lupo si innervosisse quando Stiles era in mezzo a troppe persone, ma quello era un dettaglio che si sarebbe decisamente tenuto per sé.

-Non capisco perché io non ti abbia semplicemente mangiato. -

Stiles gli sorrise irriverente, mentre gli passava un vassoio che Derek prese controvoglia.

-Perché mi adori. Perché io coloro la tua vita. Perché senza di me, niente avrebbe senso!-

Era tutto così dolorosamente vero, che Derek ci mise qualche istante a trovare una replica abbastanza sarcastica da non far sospettare niente.

-O forse perché voglio evitarmi la seccatura di trovare un altro compagno decente. -

Stiles gli fece una linguaccia distratta, mentre riempiva il suo piatto di tutte le schifezze possibili e immaginabili.

Si stavano dirigendo al loro solito tavolo, quando Stiles si bloccò di colpo, gli occhi spalancati e l'aria affranta.

-Ho dimenticato il ketchup. -

Stava per voltarsi di nuovo verso il banco del cibo, ma Derek lo fermò sventolandogli davanti una bustina di ketchup.

-Preso. -

Lo sguardo che gli rivolse Stiles sembrava così tanto quello che rivolgeva a Lydia Martin, che Derek si sentì arrossire.

-Mio eroe. Sono tuo, da questo momento fino alla fine dei miei giorni – scandì in tono drammatico e Derek, ancora rosso in viso, sbuffò e lo strattonò malamente per un braccio, mentre Stiles scoppiava a ridere.

-Ti odio – borbottò, anche se sapeva di non essere convincente.

-Mi adori! - replicò Stiles, lasciandosi cadere accanto a lui.

Derek pensava che, adesso che Stiles era davanti a un intero vassoio di cibo, sarebbe stato zitto per almeno dieci secondi.

Ovviamente, si sbagliava.

-Greg dell'ufficio misteri? -

Derek lo fissò esasperato, odiandosi per non riuscire nemmeno ad arrabbiarsi, non con lui.

-Stiles. Quante volte te lo devo dire? Smettila di cercare di indovinare chi sia il mio compagno. -

-Greenberg? -

E, ovviamente, Stiles non aveva intenzione di ascoltarlo.

Derek gli rivolse uno sguardo disgustato.

-Ti sembro impegnato a suicidarmi con lo strozzalupo? No, quindi non è Greenberg. -

Stiles scoppiò in una breve risata prima di tornare all'attacco.

-Argent? -

Derek lo fissò esasperato.

-Ti ho già detto che non è Argent! E ti giuro che se istighi ancora una volta quest'orrenda immagine nella mia mente, ti strapperò la gola con i denti. -

-Intendevo Allison! -si difese Stiles, fingendosi offeso.

Derek roteò gli occhi.

-No. Nessun Argent, okay? -

Stiles mise su un filo di broncio e Derek trovò semplicemente ridicolo il fatto di trovarlo carino.

Avrebbe dovuto trovarlo irritante, cazzo.

C'era davvero qualcosa di profondamente sbagliato in lui.

-Sei sicuro di non sapere chi sia? -

-No. So solo che il mio lupo sta... -

-Facendo il pazzo? - gli venne in aiuto Stiles con aria solidale e Derek sbuffò un sorriso.

-Qualcosa del genere, sì. -

-Lo troveremo, Derek – proclamò Stiles in tono quasi solenne, sporgendosi per coprirgli per un breve istante la mano con la propria – Voglio dire, non può essere lontano, no? Se il tuo lupo sta dando i numeri vuol dire che è vicino. -

-Non voglio trovarlo – disse automaticamente Derek, senza guardarlo.

Stiles aggrottò la fronte.

-Ma devi. Argent ha detto che il lupo peggiorerà e diventerà sempre più aggressivo e dominante se non gli dai ciò che vuoi. -

Derek alzò gli occhi al cielo.

-Non si tratta solo di quello che vuole il lupo. O io. C'è un'altra persona coinvolta. Che potrebbe non impazzire all'idea di essere legata per sempre con un licantropo, sai? -

Stiles solcò ancora di più la fronte.

-Beh, non lo saprai mai se non la trovi e non le parli, sai? -

Derek lo guardò infelice per un istante, ma non ebbe il tempo di dire niente che Jackson Whittemore si lasciò cadere sulla sedia vuota accanto a Stiles.

-Che si dice in paradiso? - esordì con tono sarcastico, scontrando la spalla di Stiles con la sua.

Derek trattenne a malapena un ringhio.

Jackson non gli piaceva per niente, ma cercava di sopportarlo per il bene di Stiles, visto che i due erano compagni di casa a Hogwarts ed erano diventati amici durante l'accademia auror.

Stiles rivolse un grosso sorriso a Jackson e Derek decise che la cosa migliore fosse pugnalare a morte le sue patate. Non erano la gola di Jackson, ma il suo lupo sembrò trovarlo appagante comunque, per il momento.

Cercò di ignorare il più possibile il chiacchiericcio fitto di Stiles e Jackson, limitandosi a grugnire di tanto in tanto quando Stiles cercava di coinvolgerlo, perché Stiles era un fottuto idiota che sosteneva da quattro anni che Derek avesse bisogno di più interazioni sociali.

-Ho sentito che tu e Hale siete ancora in alto mare con il caso della setta dei mangiamorte - disse a un certo punto Jackson, sgraffignando una patatina a Stiles.
Stiles storse il naso, un lampo di orgoglio gli attraversò gli occhi ambra.
-Col cazzo che siamo in alto mare. Ti piacerebbe, così per una volta Derek e io non faremmo il culo a te e a Lahey-

In realtà erano davvero in alto mare, ma visto che aveva il dovere morale di sostenere il suo compagno, Derek sottolineò le parole di Stiles annuendo in maniera solenne.
Jackson fece una smorfia.
-Non capisco perché Argent non abbia messo i due tassorosso insieme, invece di dare a me quella palla al piede di Lahey - si lamentò lanciando un'occhiataccia a Derek, mentre Stiles scuoteva la testa con un sorriso e Derek stringeva la presa sulla forchetta, dicendosi che pugnalare a morte Jackson non avrebbe giovato alla sua situazione.
-Sul serio, tassorosso con tassorosso, serpeverde con serpeverde! - insistette Jackson, spalancando le braccia.
Derek voleva ucciderlo, sul serio.
Stiles ridacchiò. Sembrava divertito e disinvolto, ma la sua gamba sfiorò con discrezione quella di Derek sotto al tavolo, in una muta rassicurazione, e il lupo rilassò i muscoli, senza nemmeno essersi reso conto di quanto fosse stato teso fino a pochi secondi prima.
-Sto bene dove sto – rispose semplicemente Stiles, il sorriso sulle labbra a dispetto degli occhi seri.

Osservò rigido Jackson avvicinare la sedia a quella di Stiles, mentre il ragazzo ghignava divertito.
-Oh Stilinski – mormorò, giocherellando con la mano che Stiles teneva accanto al vassoio, facendo intrecciare le loro dita mentre Stiles scoppiava a ridere – Avremmo fatto scintille, noi due.-
Derek ci aveva provato, davvero, ma il lupo non voleva saperne.
Osservò con cupa soddisfazione Jackson trasalire e allontanarsi di scatto da Stiles, mentre quest'ultimo lo fissava scioccato, insieme ai tre quarti degli auror presenti nella sala pranzo.
-Derek! Hai appena ringhiato? - sussurrò Stiles, guardandolo ad occhi sgranati. Non sembrava arrabbiato, solo stupito. Derek era sempre stato bravo a controllarsi, non era abituato a vedere emergere il lupo senza preavviso.
Derek non rispose, continuava a fissare Jackson con occhi assottigliati, un ringhio persistente che gli rombava in gola, gli occhi illuminati di giallo.
-Si può sapere che cazzo ti prende Hale? - sbottò il ragazzo, mantenendosi comunque a distanza di sicurezza.
-Ehi, non è colpa sua! - intervenne Stiles, guardando l'ex compagno di casa con la fronte contratta – Ha problemi con il suo lupo, tutto qua! E smettetela di fissarlo! - abbaiò, fulminando gli altri auror che si affrettarono a distogliere lo sguardo.

-Spegnilo, Stilinski – esclamò Jackson, guardando con malcelata preoccupazione Derek che continuava a ringhiare, gli occhi che da verdi erano diventati giallo acceso.

Stiles lo guardò male.

-Non è un oggetto, Jackson. Non si può spegnere! - sbottò arrabbiato, ma quando mise una mano sul braccio di Derek, successe una cosa strana.

Derek avvertì tutti i muscoli rilassarsi immediatamente, la rabbia abbandonarlo e venire sostituita da una pervasiva sensazione di pace assoluta.

Lentamente smise di ringhiare e quando sbatté le palpebre, sapeva che gli occhi fossero tornati al loro normale verde.

Immediatamente cercò lo sguardo di Stiles, che gli rivolse subito un grosso sorriso sollevato, anche se i suoi occhi erano pieni di preoccupazione.

-Ehi, Tassorosso. Penso che il tuo lupo abbia fatto il ribelle. Come ti senti? -

Normalmente Derek avrebbe protestato sia per il soprannome irritante che Stiles usava sempre con lui sia per il modo inappropriato con cui si era rivolto al suo lupo, ma adesso riusciva solo a fissare gli occhi ambra di Stiles, sentendosi invadere da una totalizzante calma.

-Mi dispiace - riuscì solo a dire, senza avere il coraggio di guardare chiunque altro non fosse Stiles.

Poteva sentire gli occhi di tutti fissi su di lui, poteva letteralmente odorare la loro paura. Gli occhi luminosi di Stiles però erano privi di qualsiasi paura e giudizio e Derek si aggrappò a quegli occhi come un naufrago alla terra ferma.

-Ehi, non dire scemenze – replicò subito Stiles, passando la mano sul braccio di Derek. Diede una breve occhiata intorno, prima di tornare a guardare Derek – Usciamo da qui, che ne pensi? -

Derek non era mai stato più d'accordo con Stiles prima d'ora.

Si lasciò trascinare in piedi da Stiles, che non aveva lasciato ancora andare il suo braccio.

Era ancora un po' frastornato, ma si sentì decisamente meglio quando Stiles, a metà strada dall'uscita, lasciò andare il suo braccio e gli prese la mano.

Strinse la mano di Stiles come se fosse la sua ancora di salvezza.

Beh, in un certo senso.

 

 

 

-Che figura di merda! -

Derek diede l'ennesimo calcio alla sua scrivania, davanti allo sguardo metà divertito e metà dispiaciuto di Stiles.

-Oh, andiamo. Non è stata una figura così di merda. Ho visto di peggio.-

Derek lo fulminò, odiando come Stiles si fosse limitato a rivolgergli un sorrisetto canzonatorio.

-Oh, davvero, Stiles? E, illuminami, cosa ci sarebbe di peggio che trasformarsi in un fottuto lupo in sala mensa, davanti a tutti i nostri colleghi? -

Stiles sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

-Intanto non ti sei trasformato, smettila di fare il drammatico. Ti sei a malapena comportato come un cane irritato, non eri degno nemmeno di essere chiamato lupo! Non avevi neanche le zanne! -

Fu il turno di Derek di alzare gli occhi.

-Giusto, niente zanne uguale vittoria. Dovremmo festeggiare ora che ci penso. -

Stiles lo guardò in tralice, le labbra arricciate in un piccolo sorriso.

-E smettila, Sourpuff – sbuffò, e Derek non ebbe nemmeno il tempo di ucciderlo per l'odiosa combinazione del termine sourwolf con la sua casa di Hogwarts, che aggiunse: - Ti ricordi quella volta che Scott ha urlato ad Allison di amarla in sala mensa proprio mentre entrava Argent? Quella sì che è stata una figura di merda. -

-Argent! - esclamò affranto Derek, portandosi le mani tra i capelli – Cazzo, non avevo pensato ad Argent! Mi aveva avvisato di tenere sotto controllo il lupo. Mi ucciderà. -

-Non finché ci sono io in giro – intervenne Stiles, e anche se sorrideva il suo tono era totalmente serio. Piegò la testa, guardando Derek con curiosità – Non sarebbe più semplice se trovassi il tuo compagno e facessi le tue cosacce da lupo? Voglio dire, non mi disturba impedirti di squartare Jackson, ma forse la cosa potrebbe diventare pesante a lungo andare. -

Derek gli gettò un'occhiata di densa infelicità.

-Se davvero pensi che sia facile legarsi per la vita con una persona che non ti vuole, allora non abbiamo niente da dirci. -

Capì di aver detto una cosa profondamente sbagliata quando vide Stiles spalancare gli occhi, alzandosi di scatto dalla sedia su cui era stravaccato.

-Che non ti vuole? Ma allora sai di chi si tratta! Mi hai mentito! -esclamò, indignato.

-No! - ruggì subito Derek con esasperazione, evitando il suo sguardo – Era una considerazione ipotetica. Che potrebbe non volermi. Condizionale, Stiles. -

-Non hai usato il cazzo di condizionale, non fare il secchione con me! - sbottò Stiles, irritato – Hai detto chiaramente “che non ti vuole”. Ergo, sai benissimo chi sia il tuo compagno. -

-No, non lo so – negò Derek con forza, guardandolo con sfida.

Stiles aprì la bocca, con tutta l'aria di non voler lasciar perdere il discorso anche a costo della sua vita ma, con grande sollievo di Derek, proprio in quel momento bussarono alla porta del loro ufficio.

-Avanti! - esclamò Derek, prima che Stiles potesse protestare.

Entrambi divennero immediatamente seri quando la porta si aprì rivelando Bob Finstock.

Non era mai un buon segno quando il braccio destro di Argent si palesava a una coppia di auror.

Voleva dire solo una cosa.

-Hale, Stilinski. C'è stato un altro omicidio. Famiglia babbana, una dei figli studia a Hogwarts. Argent vuole che vi rechiate subito sul posto – fece una pausa grave – C'è il marchio nero sulla casa. Sapete cosa significhi. -

Sì, lo sapevano.

L'omicidio coincideva esattamente con gli altri perpetrati dalla setta di mangiamorte che stavano cercando di incastrare da mesi.

Derek cercò subito lo sguardo di Stiles, trovando l'altro già con gli occhi su di lui.

Stiles sembrava un po' più pallido del solito, ma annuì impercettibilmente.

Derek si rilassò appena.

Avevano il piano.

 

 

 

La parte difficile non era fare irruzione nella casa.

La parte difficile non era nemmeno coprirsi le spalle mentre perlustravano l'intero edificio.

Nemmeno obliviare tutti i babbani che incontravano era particolarmente impegnativo.

La parte difficile era quando non c'era nient'altro da fare che stare in piedi in un salotto devastato, davanti a tre cadaveri.

Derek lanciò un'occhiata a Stiles e lo vide verde in volto.

Sapeva che quella parte spettava a lui.

Anche se era Derek quello ad aver perso i genitori a causa dei mangiamorte, Stiles era letteralmente cresciuto con lo stigma del nonno.

Era il motivo per cui aveva voluto diventare auror a tutti i costi.

Ed era anche il motivo per cui Derek aveva chiesto ad Argent di non rivelare mai a Stiles chi fosse stato ad aver ucciso i suoi genitori.

-Va bene – cominciò Derek con voce cupa, facendo materializzare davanti a lui un fascicolo con un colpo di bacchetta – Procediamo all'identificazione. -

Quella era la parte veramente difficile: guardare i corpi immobili di Richard e Emily Dalton, quarantacinque e quarantadue anni, e di Susan, la figlia sedicenne, che teneva ancora in mano il suo cellulare.

Derek rimase ad osservare le unghie smaltate di nero della ragazza, le dita innaturalmente bianche serrate con forza intorno a quella piccola scatola che è il miglior amico di qualsiasi adolescente babbano.

-Mio Dio – mormorò solo, ma bastò perché Stiles si appoggiasse contro di lui, in un muto conforto.

E, come al solito, funzionò e respirare sembrò un po' meno difficile per Derek.

-Margaret Dalton deve essere la figlia che si trova a Hogwarts – disse a bassa voce Stiles, osservando da sopra la spalla di Derek la foto magica di una ragazza imbronciata con i capelli rossi.

-L'unica nata magica della famiglia – confermò Derek.

-Vorrei poter dire che sia stata fortunata a non trovarsi qui, ma dubito che quando le diremo quel che è successo penserà a un colpo di fortuna – mormorò Stiles, lugubre.

Ma Derek non lo stava ascoltando. Aveva gli occhi fissi sul fascicolo e, più precisamente, sulla foto di un bambino di circa sette anni, con gli stessi capelli rossi e ricci di Emily e Margaret Dalton.

-Michael Dalton – mormorò, cominciando a guardarsi intorno – C'è un terzo figlio, il più piccolo. Michael Dalton. -

Gli occhi di Stiles si illuminarono di consapevolezza, mentre entrambi sfoderavano le proprie bacchette e si muovevano senza dire una parola per l'appartamento.

Lo controllarono da cima a fondo per altre tre volte, ma non trovarono nessun bambino.

-Pensi... - Stiles tossì e Derek finse di non aver notato come la sua voce si fosse rotta – Pensi che lo abbiano rapito? -

-E che senso avrebbe? Sono fanatici assassini che non si rassegnano alla caduta di Voldemort, non hanno bisogno di ostaggi per trattare con le autorità. Forse il bambino non si trovava qui quando hanno fatto irruzione, forse era da un parente, o a casa di un amichetto – Derek sospirò – Immagino che dovremmo delegare le sue ricerche a Carter e Miles. Sono loro che si occupano di minori coinvolti nei casi. -

-Aspetta – esclamò Stiles e a Derek bastò vedere il suo sguardo per lasciarlo fare. Stiles aveva gli occhi più grandi del solito e luminosi come il sole; era lo sguardo di quando aveva qualche intuizione geniale – Michael ha sei anni giusto? -

-Quasi sette – confermò Derek, dando un'occhiata distratta al fascicolo – Perché? -

-Beh, abbiamo dedotto che Maggie... -

-Stiles, non cominciare con i soprannomi idioti – lo interruppe Derek con voce secca, ma Stiles si limitò a roteare gli occhi.

-Abbiamo dedotto che Maggie fosse l'unica strega in famiglia. Suzie infatti aveva sedici anni, mai ricevuto la lettera per Hogwarts, frequentava un regolare liceo babbano. Ma Mike? Mike è troppo piccolo per andare a Hogwarts, ma – gli occhi di Stiles brillarono in quelli di Derek – Ma questo non significa che non possa andarci in futuro. -

Derek ricambiò il suo sguardo, senza riuscire a non mostrarsi scettico. Fece anche un evidente sforzo per non commentare la scelta dei soprannomi.

-Pensi che Michael abbia poteri magici? -

-E che li abbia usati per nascondersi quando ha avvertito il pericolo. Non si è nascosto in qualche parte della casa, è rimasto accanto ai suoi genitori e a sua sorella, solo non visibile. Magia involontaria – spiegò Stiles, sollevando in alto la bacchetta – Finite incantatem -

Derek rimase senza parole quando, proprio accanto al corpo di Emily Dalton, comparve un piccolo corpo rannicchiato su se stesso, tutto tremante.

A Derek bastò vederne i ricci rosso fuoco per capire che si trattasse di Michael Dalton.

Fu Stiles ad agire per primo, perché nelle interazioni umane sarebbe sempre stato un passo avanti rispetto a Derek, nonostante gli stereotipi volessero che i tassorosso fossero socievoli ed estroversi e i serpeverde tutti cupi e introversi.

Derek osservò Stiles accucciarsi con cautela davanti al corpo di Mike, all'altezza del viso nascosto dalle sue piccole mani. Non bisognava essere auror per capire che stesse piangendo.

-Mike? - chiamò, con voce dolce – Mike, sono Stiles. So che non mi conosci, ma ti giuro che sei al sicuro con me. Ti porterò da tua sorella Maggie e ti prometto che non vi capiterà più niente di brutto. -

In un altro momento, Derek lo avrebbe rimproverato per quelle promesse.

Non si promettono cose del genere. Mai. Tanto meno a un bambino spaventato.

Ma il bambino mormorò qualcosa, talmente piano che Derek non lo capì.

Ma Stiles a quanto pare sì, perché si portò una mano sul cuore, serio come Derek non lo aveva mai visto. Nemmeno al funerale di Claudia era stato così solenne.

-Lo prometto sulle tartarughe ninja - proclamò, grave.

E Derek non poté fare altro che osservare, esterrefatto, Mike sciogliere la propria posizione raggomitolata e buttarsi di slancio su Stiles, che lo strinse forte al petto, gli occhi che cercavano subito quelli di Derek e che brillavano di cupa soddisfazione da sopra la testa di Mike.

 

 

ANGOLINO

 

 

Eccoci qua! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! Per quanto riguarda gli aggiornamenti, ho alcuni capitoli pronti, quindi l'aggiornamento sarà piuttosto regolare almeno per i primi tempi (diciamo ogni venerdì, escludendo la pubblicazione di oggi).

Grazie di cuore a chiunque abbia letto e un grazie particolare alle mie cicce, che non hanno smesso di credere a questa storia o in me. Vi voglio bene e spero di non deludervi <3

Un bacione,

Fede <3

  
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