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Autore: ilbilbo    14/03/2021    2 recensioni
Cos'è l'alba? Quanto è lontana? In questa storia, i due protagonisti, travolti in un vortice di fatalità e passioni, riusciranno ad arrivarci?
L'abbiamo scritta in due come vedrete dal prologo. Se vi piace, recensite! Se non vi piace, recensite ancora di più! Grazie.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IV ~ GALLERIE


 


Vincent

E' ancora mattina, una calda mattina di sole senza nuvole. Ma già subito una scoperta sensazionale renderà questa giornata indimenticabile.

I dieci operai che Polimax è riuscito a farci avete sono già al lavoro. Lavorano con movimenti lenti, competenti: puliscono, raccolgono i pochi coccetti che avevo trascurato nelle campagne fatte nel mio vecchio mondo, coccetti che erano rimasti nelle zone non ancora aperte ai turisti.
Sopra, da diversi giorni, parlano solo di questo: una grande città sotterranea è stata riportata alla luce da un grande scienziato venuto da un mondo sconosciuto. Vogliono organizzare delle conferenze, degli incontri con le più alte autorità di questo strano mondo. Vogliono fare una festa.

Io rimango calmo. Conosco già tutto, qua sotto. Almeno così credevo, fino a qualche minuto fa…

Le maggiori soddisfazioni finora non le ho avute dagli apprezzamenti chiassosi di questa gente, nè dalla pubblicità sfacciata che mi fanno i media. Me le ha date Kallen, sempre curiosa, attenta a tutto quello che le racconto. Meglio le spiego le cose e più la vedo appassionarsi a una scienza, l'archeologia, che non è la sua. Lei segue me, nel senso che mi sta a fianco tutte le volte che può, mi fa molte domande sulla mia vita di prima, sulle mie conoscenze. Io seguo lei, nel senso che il suo modo di ragionare mi interessa e mi incuriosisce. Non le nascondo niente di me, perchè so che anche lei non nasconde niente di sè.

Osservo che la maggior parte degli uomini, di fronte a una donna, si ferma all'aspetto fisico. Una volta che sono riusciti a conoscere un pò meglio - magari in senso biblico - gli elementi esteriori di una donna, si sentono appagati e si fermano. Non è così: si trovano ancora al primo livello di conoscenza. Il meccanismo è quello emozionante dei videogame: risolto un livello ce n'è subito un altro, più complesso. Così tutta la natura che ci circonda. Così Kallen: offre sempre nuovi livelli da scoprire, studiare, analizzare.

E' un pò come questa città, dove i livelli, invece di salire, si addentrano nelle viscere della terra. Dodici livelli, fino a stamattina. Poi, alle nove, la voce di Kallen.
Non c'è bisogno di altre parole. Mi sta praticamente consegnando l'ingresso al tredicesimo livello!

 

Kallen

Capisco sin dall'inizio che oggi è una giornata importante. Il sole splende in maniera diversa, dona ai miei capelli rossi riflessi che non conoscevo. La gente è più festosa del solito, è impossibile passare inosservata. Tutti mi fanno grandi inchini e gesti di amicizia. Sono di  buon umore e canticchio mentre raggiungo Vincent che è già ai cancelli della città sotterranea.

E' ormai una settimana che lavoro fianco a fianco con lui, qua sotto. Non siamo mai del tutto soli. A volte seguiamo il lavoro di qualche operaio, e io appunto sul mio quadernetto misure e descrizioni.
A volte viene a trovarci qualche autorità locale, invariabilmente accompagnata da Polimax. Si fa precedere dalle sue risate che rimbombano nei corridoi stretti.
A volte poi, inaspettatamente, mi ritrovo Polimax addosso, come se fosse arrivato in punta di piedi. Mi fa spaventare, sbircia da sopra la spalla fra le mie note. Vincent lo accoglie sempre calorosamente, lo porta in giro per i corridoi. Possibile che non si accorga che quell'uomo ha qualcosa di losco?

Siamo già scesi fino al dodicesimo livello. Percorriamo tutti i cunicoli. Mi spiega le funzioni dei più piccoli anfratti come se fosse stato lui l'architetto di tutto questo. La sua conoscenza della realtà supera l'immaginazione.

"Questo era un ripostiglio per il cibo, una dispensa. Vedi, qui ci sono ancora i segni dei chiodi che ancoravano al muro gli scaffali di legno".

Come sempre mi piace verificare quello che dice. Mi inginocchio e sfioro con le dita il muro, mentre lui è già avanti. Uno spiffero, un leggero soffio fresco sulle dita…
Tiro fuori lo scalpellino e dò qualche colpetto alla roccia. Non è roccia, sono blocchi di tufo uno sopra l'altro, nascosti da uno strato di intonaco marrone. Comincio a togliere il primo blocco.
Vincent capisce, torna indietro di corsa, mi guarda con occhi lucidi, commosso.

"Ti prego Vincent, io non c'entro niente…"

Capisce di nuovo, dice calmo:
"Diciamo allora che è stato il caso: tutte le grandi scoperte dell'umanità sono avvenute grazie al caso!"

"Ti prego Vincent, il caso non c'entra niente.
La scoperta è tua. Te la meriti."
   
 
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