Serie TV > I Medici
Ricorda la storia  |      
Autore: Felpie    14/03/2021    4 recensioni
Secondo.
Giuliano De’ Medici sa che lui è destinato ad essere secondo. Perché suo fratello Lorenzo è il primogenito, perché è lui quello che sa parlare bene, perché è lui quello che sa sempre cosa fare. Giuliano lo sa e lo accetta, perché lui non è così. Ma ogni tanto essere secondo gli fa male perché lui può essere secondo solo a Lorenzo, non ad altri.
I pensieri di Giuliano De' Medici e il conflitto interiore che lo spinge ad essere un buon soldato e ad indossare sempre una maschera.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Secondo




Secondo.

Giuliano De’ Medici sa che lui è destinato ad essere secondo. Perché suo fratello Lorenzo è il primogenito, perché è lui quello che sa parlare bene, perché è lui quello che sa sempre cosa fare.
Lui no. Lui è il cadetto, quello che di parlare non è proprio capace, perché è subito pronto a menare le mani, perché è facile alla rissa. Perché è quello che non sa cosa fare, o meglio, lo sa, ma sa anche che non sarebbe la scelta giusta, non sarebbe la scelta che serve a tenere in piedi lo spirito del popolo fiorentino. Lui sceglierebbe sempre di combattere.
Suo fratello no, nonostante sia più bravo di lui con la spada e sia un cavaliere migliore. Di questo, Giuliano, invece che esserne geloso, è contento. Nessuno è più fiero di suo fratello di lui e nessuno crede in suo fratello più di lui. Nemmeno sua madre, nemmeno Clarice. E Giuliano è fiero di vivere nella sua ombra, perché è un’ombra buona, piena di vita e saggia. Che deve essere protetta ad ogni costo.

Giuliano De’ Medici sa che è il suo compito, quello di proteggere le spalle di Lorenzo. Lo sa senza che nessuno glielo abbia spiegato, lo sa perché è intelligente anche lui, nonostante sia suo fratello quello prodigioso. Lo sa perché non permetterà mai a nessuno di fargli del male. Anche un solo capello ha la sua ombra1 e lui è quella di Lorenzo.

È uno strano equilibrio, quello che c’è tra lui e Lorenzo: entrambi sanno qual è il loro ruolo, entrambi lo accettano, entrambi non ne parlano. E ad entrambi sta bene. Ma Giuliano vorrebbe urlarglielo in faccia qual è il loro ruolo - qual è il suo ruolo - quando Lorenzo annuncia che sarà Francesco Pazzi il padrino di suo figlio, vorrebbe ricordargli che il ruolo dell’ombra è quello di proteggere le spalle di padre e figlio e che Piero sarebbe stato al sicuro anche con lui. Soprattutto con lui. Perché lui è suo fratello, la sua ombra, la sua spada.
Ma anche qui Giuliano è di nuovo secondo. Secondo a Francesco Pazzi, secondo a Vespucci, secondo a tutti.
Ubi maior, minor cessat2.
Anche lui sa il latino, anche se le persone tendono a dimenticarselo. Lui è quello che beve, che seduce le donne e che ragiona di spada e scudo. Ma ha la stessa educazione del fratello e, come lui, ama l’arte, la musica e la sua famiglia.

Giuliano tace, non dice nulla sul battesimo di Piero. Lorenzo avrà altri figli e lui li amerà tutti, dal primo all’ultimo, che sia loro padrino o no. Però arriva tardi, solo per sfizio, come a dire che è una cosa di cui non gli importa. Frangar, non flectar3.
Lo evita per qualche giorno, ma forse Lorenzo non se ne accorge nemmeno, tanto è preso dalla politica fiorentina, dai suoi intrighi politici, da tutto ciò che è esterno alla sua famiglia. Non si era nemmeno accorto di Bianca e Guglielmo Pazzi, inizialmente, mentre Giuliano sì. Giuliano aveva osservato meglio del fratello. E continua ad osservare meglio di Lorenzo.
È per questo che si accorge subito del legame che sta stringendo con Franceso. Se ne accorge subito perché lo teme da quando era bambino, nonostante credesse di averlo soppresso, con quel ritardo al battesimo. Lucrezio diceva che cadendo, la goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza4. E per un attimo Giuliano ci spera, quando Lorenzo gli propone di andare a Imola. Ma ormai è tardi, ormai la goccia è arrivata lontano, ormai Giuliano ha altro da fare ed essere secondo non gli basta più. Né nella vita di Simonetta, né in quella di Lorenzo. Perché Giuliano è intelligente e sa bene che suo fratello avrebbe scelto Francesco per Imola, prima di lui. Sa che sta facendo un gesto non suo, un gesto probabilmente spinto dalla loro madre, un gesto di cui a nessuno dei due importa.

È sempre ubriaco Giuliano, da quando ha perso Simonetta. Lorenzo gli parla, ogni tanto, Bianca gli fa domande e sua madre prova a dissuaderlo, ma lui non ascolta nessuno. E lo sente, suo fratello, mentre borbotta “absentem edit cum ebrio qui litigat”. Discutere con un ubriaco è come discutere con chi non è presente. Se lo ricorda il latino, nonostante tutti tendano a dimenticarselo. Ed è vero, lui non è presente. Ma Lorenzo ora ha altro a cui pensare.

La sua natura di ombra però lo riporta alla realtà, mentre è ancora sotto l’effetto dell’alcol e della tristezza per Simonetta. Nonostante tutto, lui è un Medici ed è il fratello di Lorenzo, quindi è suo dovere avvisarlo, guardargli le spalle anche questa volta. È secondo, è nato tale e lo sarà per tutta la vita, e il suo compito è proteggere suo fratello e la sua famiglia.
Non è d’accordo sul perdonare Francesco, suo fratello è troppo buono, ma lo fa per lui, perché sa che è importante per Lorenzo. Che vile modo, abbracciare una persona per capire se indossa l’armatura, Giuliano si rimprovera per non averlo capito prima. Per non aver reagito prima, per non essersi mosso prima e per non aver evitato l’assalto. Guarda Lorenzo e fa di tutto per proteggerlo, anche mentre viene trafitto da una pioggia di colpi, anche mentre sente la vita scorrergli via dal corpo. Riverso a terra, tradito da un abbraccio meschino, spera che Lorenzo si salvi e che Bianca non sia lì. Spera che i Pazzi paghino per quello che è successo e spera che Firenze resti solida – perché quello è il sogno di suo fratello. Spera che i sogni di Lorenzo si realizzino e prega per quello. Piuttosto che pregare per la sua vita, prega per quella di Lorenzo.
Perfer et obdura: multo graviora tulisti6. Ovidio ha ragione, Giuliano ha sopportato cose più gravi della morte, può resistere. Può trattenere le lacrime, mentre quelle della sua famiglia bagnano il suo corpo.
Ha sopportato l’essere secondo, ha sopportato venire dopo Francesco, ha sopportato venire dopo Vespucci, ha sopportato ogni cosa, sapendo che prima o poi suo fratello – e Simonetta – si sarebbero accorti che lui aveva ragione. Ma ora lui sta morendo, tra le lacrime di Lorenzo e di sua madre, e Simonetta lo aspetta. Perfino Sandro è venuto a salutarlo, nonostante i loro ultimi tempi burrascosi. E avere ragione non gli interessa più così tanto.
Li saluta tutti, con lo sguardo e con le scuse, mentre il suo sangue continua a macchiare il pavimento del duomo, e il suo pensiero corre a Simonetta, che lo sta aspettando. L’ultimo viso che vede è quello rigato dalle lacrime di suo fratello e il suo ultimo pensiero terreno va, invece, a lui. A lui e al fatto che è riuscito a proteggerlo, con il suo corpo. A lui e al fatto che sarà il più grande condottiero che Firenze abbia mai visto. A lui e al fatto che realizzerà il suo sogno e che anche Giuliano può dire di aver contribuito a realizzarlo.
Con i nomi di Simonetta e di Lorenzo nella mente, Giuliano muore tra le braccia della sua famiglia.
Il figlio ribelle, l’amico spiritoso, il fratello comprensivo, un bravo soldato.
Il miglior secondo che Lorenzo potesse mai desiderare.






 
  1. Etiam capillus unus habet umbram suam = anche un solo capello ha la sua ombra
  2. Ubi maior minor cessat = dove vi è il maggiore, il minore decade
  3. Frangar, non flectar = mi spezzo ma non mi piego
  4. Gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo = cadendo, la goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza
  5. Absentem edit cum ebrio qui litigat = discutere con un ubriaco è come discutere con chi non è presente
  6. Perfer et obdura: multo graviora tulisti = sopporta e persevera: cose molto più gravi sopportast



Felpie's Corner
Non ho mai scritto su questo fandom e non credevo nemmeno che lo avrei fatto perché ho sempre paura a scrivere su fatti storici e accaduti realmente. Ma in questa piccola storia, ci sono solo dei pensieri, i pensieri che mi sono immaginata abbia fatto Giuliano nel corso della seconda stagione. Ho un po' un amore per i personaggi incompresi e, per riprendere il protagonista di questa One Shot, "non è la maschera ad attrarmi ma ciò che c'è sotto". Mi sono chiesta perché scegliesse un'espressione del genere con Simonetta, perché fosse tanto interessato ad andare oltre. Forse questo gran sotto in realtà in Giuliano non c'è - o forse sì, perché ogni tanto, seppur velocemente, ci viene mostrato - ma nel mio scenario mi piace pensare che Giuliano fosse un po' tormentato, dietro alla sua aria spavalda. E magari anche in quello di qualcuno di voi (e in tal caso, spero che la storia vi sia piaciuta).
Non sono sicura che Giuliano conoscesse così bene il latino, ma immagino che abbia seguito gli stessi studi del fratello e che abbia una buona memoria, come Lorenzo. Perdonatemi quindi queste piccole licenze poetiche.
Spero che la storia sia piaciuta a chiunque avrà la pazienza di arrivare a leggere queste righe (su strapparvi un sorriso non ci conto, ma che almeno vi abbia fatto passare qualche minuto).
A presto,
Felpie

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I Medici / Vai alla pagina dell'autore: Felpie