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Autore: Kurrin Bright    14/03/2021    4 recensioni
{Zhongli & Hu Tao Centric | 458 parole}
«Diceva che un giorno sarebbe andata via diventando una farfalla...»
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hu Tao, Zhongli
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Doverosa premessa
Un’avvertenza: la storia tratta il tema della morte in modo non leggero. Sconsiglio la lettura alle persone particolarmente sensibili a riguardo.
Non è stato per niente facile scrivere questa fanfic. Ho letto in questi giorni tantissimi tweet e commenti su Reddit riguardo al fatto che, prima o poi, Zhongli avrebbe dovuto organizzare il funerale di Hu Tao. Non sono di certo la prima a scrivere a riguardo e su AO3 ho trovato diverse interpretazioni di questo fatto. Ho cercato di raccontare la mia versione, nel modo più verosimile possibile, e spero di aver fatto un minimo di onore a due dei miei personaggi preferiti di Genshin.
In generale non amo la retorica anime delle ultime parole, delle simbologie forzate. Preferisco portare le esperienze che ho vissuto sulla mia pelle.
Il titolo è un riferimento alla OST Wandering Flame di Final Fantasy X. Ammetto che è curioso il fatto che anche in quel gioco ci siano tematiche analoghe al personaggio di Hu Tao, tra cui il rito di trapasso delle anime.
Un ultimo appunto: gli occhi umidi di Zhongli non sono da interpretare come inizio di un pianto. Probabile che, per una persona come lui, solo averceli significa aver lacrimato.
Buona lettura!


 

Era irriconoscibile. Le braccia esili giacevano allineate accanto al busto. I capelli sciolti, nella loro cupa grigezza, si distendevano fino ai gomiti. Tutto il corpo era adagiato su piccoli fiori rossi.
Sul volto erano scavate rughe che Zhongli non aveva mai notato prima di allora, le quali marcavano la sua espressione come un’agonia senza fine. La bocca lasciata semi aperta rammentava i suoi ultimi rantoli di dolore.
Appoggiò il dorso della mano destra sulla sua fronte: era gelida. La tolse con la stessa delicatezza con cui l’aveva toccata e, con l’aiuto di due polpastrelli, chiuse le sue labbra. La vecchia Tao poteva ora sembrare davvero riposata, ma era assurdo immaginarla dormire in quella posizione da bambola: la sua vivacità era sempre stata tale anche nella notte.
Come tutti gli altri. Pensava. Soltanto una scatola vuota
Non poteva permettersi di profanarla ancora, restando a guardarla. Sollevò il legno mancante e chiuse la bara.
Si sedette di colpo, sbuffando e allungando le gambe doloranti. Sul pavimento trovò il cappello di Hu Tao, che sapeva esser stato tramandato dai direttori. Lo raccolse con la punta delle dita e se lo sistemò in testa: sarebbe stato compito suo occuparsi della funzione. Calò le palpebre sugli occhi umidi; la stanchezza cominciò a a farsi sentire.

 

***

 

Il funerale della vecchia Tao fu reso chiassoso, tanto quanto i suoi dispetti nei boschi, dal pianto comune e acuto dei bambini di Liyue. Le loro testoline erano ammassate davanti alla bara.
«Una volta…» singhiozzava una ragazzina. «Nonna Tao ha scritto una poesia per tirarmi su.»
«Anche a me! Anche a me!»
Zhongli sentì un pizzichio di dita su una coscia. Si voltò: uno dei piccoli si era staccato dal gruppo.
«Signore, perché non piangi?»
Sospirò, sforzandosi di non incrociare le braccia. Non ha senso fingere.
«L’ho già fatto…» sussurrò. «E tu, non piangi?»
«Quando l’ho saputo l’ho fatto tanto» guardò in basso. «Però Nonna Tao tempo fa mi ha confidato un segreto, con una delle sue poesie. Diceva che un giorno sarebbe andata via diventando una farfalla...»
Dagli occhi del bimbo sgorgavano grosse lacrime. Si aggrappò con le piccole braccia all’uomo e gli cinse le gambe.
«Questa mattina, davanti alla porta di casa mia, ho visto una farfalla volare!» Affondò il volto rorido contro Zhongli, che appoggiò una mano sulla sua spalla.

 

*** 
 

Le ombre del crepuscolo dissolvevano le luci del giorno. La brezza notturna, dall’odore salmastro, non assomigliava per nulla alle sue comparse improvvise.
Per tutto il giorno, non aveva visto alcuna farfalla rossa. Soltanto una falena, grigia e confusa, sbatteva contro il legno della finestra. Allungò il braccio: essa si appoggiò sul suo palmo. Le ali si chiusero e si aprirono, si chiusero e si aprirono infine per riportarla nel vento. Scomparve volteggiando nella notte.
«Addio.»

   
 
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