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Autore: Herondale66    14/03/2021    2 recensioni
Remus è un ragazzo tranquillo, frequenta l’ultimo anno del liceo classico e la sua vita si svolge più o meno normalmente. Ma tutto cambia quando la sua sbadataggine lo porta a scontrarsi e a conoscere il ragazzo che fino a quel momento aveva osato osservare solo da lontano: Sirius Black.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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CAPITOLO 1

Remus Lupin, per quanto estremamente intelligente, non aveva mai avuto il dono della coordinazione. O della grazia, se è per questo. E questo non aveva mai influenzato la sua vita più di tanto. Certo, era conosciuto da metà scuola come ‘quello che mi è caduto addosso quella volta’, ma lui non ci faceva caso, la considerava una sua caratteristica naturale. Quel giorno però, questo suo dono cambiò per sempre la sua vita. Remus stava camminando verso le macchinette, per fare il suo abituale rifornimento di caffeina, per sé e per la propria amica rompiscatole Lily, troppo pigra per muoversi dalla classe. Camminando, ovviamente, inciampò sullo scalino di cui puntualmente non si ricordava mai l’esistenza, perché insomma, quale architetto sano di mente aveva costruito l’atrio della scuola ad un gradino più basso di tutto il resto del piano? Ovviamente gli caddero per terra non solo il telefono e il foglio che aveva appena preso dalla segreteria, ma anche la chiavetta dei soldi. Sospirando, e raccogliendo il già fin troppo maltrattato cellulare da terra, si chiese dove mai potesse essere finita la chiavetta. Come era possibile che lui avesse perso quel rettangolino rosso fuoco sul marmo bianco del pavimento? Tirò un sospiro di frustrazione, alzandosi in piedi mantenendo gli occhi piantati a terra.
“Cerchi questa?” una voce lo interpellò alla sua sinistra.
“Oh eccola! Grazie mill…” e il sorriso sulle labbra del povero Remus tutto ad un tratto si raggelò. Perché colui che stava porgendo la chiavetta al suddetto povero Remus non era altri che il ragazzo più amato e stalkerato dalla scuola, nonché la crush di Remus da un bel po’ di tempo: Sirius Black. Remus restò imbambolato per qualche secondo, non potendo credere ai suoi occhi.
“Ehi? Ci sei? Non è tua questa?”
“Ehm… si scusa… grazie infinite”
“Figurati!” sorrise Sirius, per poi incamminarsi verso le scale per salire alle classi. 
A Remus ballavano le gambe, tremavano i denti e batteva il cuore fortissimo, tanto che se lo sentiva nelle orecchie. Tornò in classe, senza caffè, troppo confusamente felice anche solo per compiere la banale azione di premere i pulsanti dell’erogazione.
“Ehi Rem? Dove è andato il mio cappuccino? Lo sai che non posso sopportare un’ora di matematica senza la caffeina…”
“Mh...”
“Rem? Tutto bene?”
“Mh mh…”
“Cos’è quel sorriso ebete che hai sulla faccia? La segretaria ti ha di nuovo dato un cioccolatino? Lo sai che sei il suo preferito”
“Lily… è successa una cosa bellissima”
“Cosa?”
“Sirius Black mi ha appena rivolto la parola”
“Cooosa?! Devi raccontarmi tutto! Come quando perché dove?”
E così, con la meticolosa descrizione della scena da parte di Remus, degna di un premio per la miglior sceneggiatura, iniziò un nuovo capitolo della loro vita.
***
La mattina seguente, Remus era in ritardo. In qualche modo a lui sconosciuto la sveglia del suo cellulare si era disattivata, l’acqua della doccia scendeva congelata e non dava segni di riscaldarsi, e non aveva neppure avuto il tempo di fare colazione, pensò il ragazzo, mentre correva in strada per non perdere l’autobus. Si trovava sballottato tra un alto signore in giacca e cravatta con le cuffie Bluetooth che stava avendo una discussione infuriata, e una mamma con tre bambini al seguito, uno dei quali stava urlando disperato perché non voleva andare a scuola. Remus decise di isolarsi dal mondo esterno e si mise le cuffiette, tentando di non pensare al suo stomaco, che brontolava rumorosamente. I Måneskin nelle orecchie, e venti minuti di curve più tardi, giunse finalmente nel cortile della sua scuola, “Liceo Classico Virgilio”. Si affrettò a correre verso la sua classe, sperando di non prendersi una ramanzina dalla professoressa di Latino (era un vero e proprio incubo quella donna quando si arrabbiava), ma, appena varcata la soglia, si trovò davanti un’aula vuota. Allibito, si guardò attorno, senza capire. Stava per mandare un messaggio a Lily, per chiederle dove fossero finiti tutti, quando la bidella del loro piano, una signora grassottella che indossava uno sgargiante grembiule rosa, lo avvicinò.
“Ragazzo, cosa stai facendo qui da solo?”
“Oh, mi scusi, ma… non trovo più la mia classe”
“In che classe sei?”
“Quinta C”
“Ma dove hai la testa? Sono entrata ieri a dirvi che sareste entrati un’ora dopo oggi perché manca la professoressa!”
“Mi scusi tanto, devo essermelo perso”
Sì, pensò Remus, era perso a fantasticare riguardo un certo ragazzo…
“Posso stare nell’atrio ad aspettare?”
“Ma sì, stai dove vuoi, basta che non combini danni”
“No signora…”
Mesto, ridiscese le scale. La sua giornata era iniziata in un modo pessimo, l’unico modo per rimediare era almeno fare una specie di colazione. Raggiunse le macchinette e tentò di decidere cosa facesse meno schifo tra una brioche integrale e una crostatina alla marmellata. Alla fine, si decise per la crostatina e selezionò il numero sul tastierino. Aspettando l’erogazione, ascoltò a disagio il silenzio spettrale che serpeggiava tra i corridoi. Solitamente la scuola era un posto rumoroso, pieno di urla, risate, chiacchere, odore di caffè solubile e fotocopie fresche. Ora tutto taceva, tranne per il ronzio della macchinetta, che stava lentamente erogando la merendina. Remus la recuperò con un sospiro e si spostò verso il distributore di caffè. Aveva una voglia assurda di cioccolata calda, ma il suo corpo stava reclamando a gran voce il bisogno di caffeina, quindi si decise per un cappuccino.
Stava per selezionare l’ordine quando… BANG! La porta che collegava la scuola alla palestra si spalancò e andò a sbattere contro il muro, provocando un rumore assordante. Si sentirono delle urla concitate, collimate da un “Fuori, subito! E stacci pure per tutto il resto della lezione!”. Remus si girò incuriosito, per poi rimanere a bocca aperta quando dalla porta uscì niente meno che Sirius Black, sudato (in modo molto sexy), con una maglietta che fasciava perfettamente i suoi muscoli, un paio di pantaloncini e i capelli raccolti in un distratto chignon. Era chiaramente infuriato, tanto che tirò un calcio al cestino che c’era lì a fianco, combinando un vero disastro. Remus distolse lo sguardo, non volendo che l’altro ragazzo lo notasse. Fece lentamente dietrofront, sperando di riuscire a raggiungere la sua classe e magari leggere in pace per la prossima ora, ma ovviamente la fortuna non era dalla sua parte. Si ritrovò faccia a faccia con la bidella, che infuriata gli chiese “Che stai facendo quaggiù ragazzo? Ho sentito un baccano!”.
Allarmato, Remus si guardò attorno, incrociando per un breve istante gli occhi color ghiaccio di Sirius, “Mi scusi, sono inciampato sul cestino.” Disse con malcelata disinvoltura, “Sa dove posso trovare uno straccio per pulire?”
“Ah lascia stare, faccio io, tanto dovevo comunque sistemarli”
In pochi secondi la donna tornò con l’intero armamentario per pulire il pasticcio causato dalla rabbia di Sirius, per poi mettersi all’opera. Tra i due ragazzi calò un silenzio imbarazzante, e Remus incassò la testa fra le spalle, fingendo un improvviso interesse per il pavimento. Nel giro di cinque minuti, la bidella aveva già pulito tutto e si rivolse a Remus brandendo una scopa con fare intimidatorio
“Vedi di non combinare altri guai ragazzo, o ti faccio venire con me a pulire i bagni. Intesi?”
Remus annuì, e la osservò risalire le scale con un cipiglio infastidito. Non appena i passi si furono allontanati, Sirius Black prese la parola.
 “Grazie”, disse, guardandolo dritto negli occhi.
“Oh, figurati”, rispose Remus, “tanto mi è successo veramente un sacco di volte”
Sirius alla battuta si rilassò e si lasciò scappare una risatina.
“Non sei un tipo molto coordinato?”
“Io e la coordinazione viviamo in due pianeti completamente diversi”
A questo, Sirius scoppiò definitivamente a ridere, tendendogli la mano “Piacere, io sono Sirius”
Remus la strinse, timoroso. “Io sono Remus” replicò con un sorriso (mentre internamente si sentiva morire, perché la sua crush gli stava stringendo la mano, cioè ci rendiamo conto?!). Una spinta di coraggio emerse da qualche parte dentro il suo cervello, perché aggiunse “Ti va un caffè?” facendo un cenno alle macchinette.
Subito si pentì di quanto aveva proposto. Come faceva ad essere così ingenuo da pensare che un ragazzo come Sirius Balck volesse accettare un caffè dal miserabile, maldestro e timido Remus Lupin?
“Certo, perché no” rispose invece Sirius, spiazzandolo con un sorriso mozzafiato. Remus sorrise di rimando, dirigendosi ancora una volta verso le macchinette. “Che cosa preferisci?”
“Un espresso senza zucchero, grazie”
Inserì a chiavetta e selezionò la bevanda, aspettando che erogasse in silenzio. Si sentiva un po’ osservato, e stava per girarsi a controllare se effettivamente Sirius lo stesse squadrando, quando il suo cellulare squillò. Era Lily.
“Hey Lils, scusami per il messaggio ma mi ero completamente dimenticato che oggi entrassimo un’ora dopo, quindi ora sono qui a scuola ad aspettare.”
“Remus se un totale disastro! Lo sai vero?”
“Si lo so Lily, non serve che me lo ricordi ogni volta che combino qualcosa di stupido”
“Vuoi che venga prima? Così ti tengo compagnia?”
“NO! Ehm, no non preoccuparti, ci vediamo dopo, ciao ciao...”
Riattaccò prima che la ragazza potesse aggiungere qualcosa. Recuperò il caffè e selezionò il famoso cappuccino per sé, che doveva ancora prendere, per poi girarsi e trovarsi davanti ad un Sirius che lo osservava immensamente divertito.
“Sul serio ti sei dimenticato che entravi dopo?” lo canzonò.
“Te l’ho detto che sono poco coordinato, e questo si applica sia a livello fisico che a livello mentale” rispose Remus, tentando di simulare calma quando in realtà era proprio il ragazzo con cui stava parlando il motivo della sua sbadataggine. Gli porse il caffè, per poi andare a recuperare il proprio meritato cappuccino. Si sedettero sulle scale, e Remus finalmente fece la sua colazione. Sirius sembrava assorto, stava osservando il cortile della scuola, uno spiazzo di cemento in cui la cosa più interessante erano due piccioni che raccattavano le briciole delle merende di ieri. Remus si perse ad osservarlo, ancora incredulo di stare effettivamente parlando con uno dei ragazzi più desiderati di tutta la scuola.
Remus, idiota, calmati. Non guardarlo come un maniaco. Lo sappiamo che è bellissimo e perfetto, e che quei lineamenti da lord inglese ti fanno eccitare anche solo ad immaginarli, ma non sappiamo neanche se è gay o meno!, gli disse il suo cervello, saggiamente.
In quel momento Sirius si alzò in piedi, e Remus si affrettò a distogliere lo sguardo.
“Remus, ma perché io non ti ho mai visto prima di ieri? In che classe sei?” lo appellò Sirius.
Remus quasi si strozzò con il morso di crostatina che aveva appena addentato: Sirius si ricordava di lui, si ricordava che ieri gli era praticamente caduto addosso!
“Stai bene?” il ragazzo si avvicinò a lui, guardandolo con un misto tra divertimento e preoccupazione.
“Sì sì, sto bene scusa” disse, le guance tinte di un rosso acceso, “comunque io sono in Quinta C”. “Ah, ho capito, ma siete nella classe in fondo al corridoio del terzo piano! Nessuno arriva mai fino a lì, per questo forse non ti ho mai visto!”
“Eh sì forse è per questo…” rispose Remus, ripercorrendo internamente tutti i suoi sforzi per evitare di incrociare mai Sirius per non fare figure di merda davanti a lui. E ripercorrendo anche tutte le ricreazioni che aveva dovuto trascorrere in classe per via…
“Io sono in Quinta A” aggiunse Sirius.
“Sì lo so...” replicò Remus, sovrappensiero, per poi rendersi conto della colossale gaffe che aveva appena fatto. “Voglio dire, sì, insomma, tutti sanno chi sei no?”
Al che Sirius alzò un sopracciglio, infastidito. Di male in peggio.
Remus si affrettò ad aggiungere “Il miglior alzatore della squadra di pallavolo di istituto e tutto il resto…”
Sapeva che la maggior parte delle persone cercava di avvicinare Sirius per via del suo cognome, dal momento che era il figlio di uno dei più famosi export manager a livello nazionale, e sapeva anche quanto Sirius odiasse essere associato alla sua famiglia.
L’altro ragazzo, sentendo le sue parole, sembrò rilassarsi, e gli chiese “Ti piace la pallavolo?”
“In realtà sì, mi piace molto” rispose Remus, pensando a tutti gli anni di allenamenti, che ormai sembravano solo un ricordo. Quanto gli sarebbe piaciuto ritornare a giocare, a sentire gli schiaffi del pallone a terra, a saltare per intercettare ogni schiacciata…
Sirius sorrise nuovamente, e gli disse “Be dovresti venire alla mia prossima partita! Stiamo facendo un torneo tra istituti superiori e giochiamo contro il Liceo Scientifico!”
“Sì, certo, volentieri!”
Remus stentava a credere alle sue orecchie. Un invito ufficiale a vedere l’altro ragazzo sudato e sexy e…
“Sir! Dove sei? Il prof ha detto che puoi rientrare!” la testa di un ragazzo occhialuto, con i capelli sparati in ogni direzione, fece capolino dalla porta della palestra. Il ragazzo era James Potter, il migliore amico di Sirius, e uno dei migliori schiacciatori che Remus avesse mai visto.
“Sì ok, arrivo!” rispose subito Sirius, e si incamminò verso la porta.
A metà strada si girò e disse “Grazie per il caffè”, facendogli l’occhiolino, per poi correre verso la palestra e chiudere la porta dietro di sé.
Remus finalmente tornò a respirare normalmente, dopo quasi un’ora di apnea involontaria. Lentamente, raccolse le sue cose e si incamminò verso la sua classe, visto che mancavano cinque minuti alla campanella. Si diresse verso il bagno e si sciacquò il viso, accaldato. Si guardò allo specchio e non poté fare a meno di notare la solita cicatrice che solcava la sua guancia, interrompendo la sequenza di lentiggini di cui la sua faccia era costellata. Con un sospiro, raccolse lo zaino e andò in classe, aspettando Lily per raccontarle le novità.


Note dell'autrice
Ciao a tutti e grazie per aver letto il primo capitolo di questa storia!
Dal momento che è la mia prima storia a più capitoli, spero possiate lasciare una recensione e darmi dei consigli su come migliorare! La storia è completa (5 capitoli più epilogo), pubblicherò i capitoli successivi il giovedì e la domenica. 
Vi ringrazio 
Herondale66
   
 
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