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Autore: rocchi68    14/03/2021    2 recensioni
Dawn era sempre stata una ragazza che, anche dinanzi alle difficoltà più disparate, affrontava il tutto con un sorriso e una dolcezza disarmante.
Una sera, però, si era ritrovata davanti a un’amara sorpresa.
Non aveva amiche, non aveva un posto in cui stare, era stata tradita dal proprio fidanzato nel momento di massimo splendore ed era frustrata da tutti quei fallimenti in rapida successione che potevano sancire la sua completa rovina.
Poteva spegnersi, cercare una scappatoia per la felicità oppure chiedere un ultimo disperato consiglio all’unica persona che mai l’aveva abbandonata.
Sempre che quest’ultimo fosse d’accordo…
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Duncan, Scott, Zoey | Coppie: Duncan/Gwen
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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6 Anni più tardi
 
La loro storia non era ancora conclusa.
Era solo agli albori e non si sarebbe mai spenta con una semplice parola.
Quel pomeriggio era rientrato un po’ prima del solito.
Da quando aveva rilevato il Pahkitew, acquistandolo dal povero Chef, non aveva mai avuto tanto tempo libero.
Una cosa però l’aveva imparata dal suo vecchio capo: mai sacrificare la propria famiglia per inseguire il denaro, la fama o la carriera.
C’erano delle priorità di cui non avrebbe mai fatto a meno.
E questa preziosa lezione l’aveva riascoltata quando il signor Hatchet, dall’alto dei suoi 65 anni, aveva accettato di vendergli il locale, diventato un incubo, per quasi 60 mila dollari.
Vi chiederete cosa gli era capitato di tanto malvagio da svendere la sua attività principale per pochi spiccioli.
A sentire il Gerry&Pete, per esempio, oppure i McLean, un locale di bassa lega poteva anche solo essere regalato per una cifra simile, ma per un locale di solito sulla bocca di tutti si partiva da una base di almeno mezzo milione.
Per alcuni, quello di Chef, era un regalo verso il suo dipendente preferito, ma la verità la conoscevano solo Duncan, Scott e Dawn.
Non c’era niente di più triste del sapere che aveva sempre sprecato tempo.
Lui che aveva sempre lottato per dare un futuro degno al suo piccolo DJ si era ritrovato con un sogno infranto.
Non aveva mai avuto nulla contro le moto sia chiaro.
Da lontano amava le Harvey Davidson, ma non era mai stato elettrizzato dall’idea di montarci sopra. Era solo un premio scolastico e lui aveva aperto il portafoglio per comprare quell’innocente pensiero al suo DJ. Sperava che suo figlio si riavvicinasse in quel modo, che l’ex moglie lo trattasse con maggior riguardo, ma quando la bara bianca sfilò sotto i suoi occhi, intuì che il mondo non era posto per lui.
Era invecchiato troppo in fretta il vecchio Hatchet e in un raro sprazzo di lucidità aveva venduto la sua attività al fidato Scott.
Con quella sciocca buonuscita aveva insegnato qualcosa al suo successore e salutando i suoi vecchi dipendenti, era praticamente sparito dalla faccia della Terra.
Alcuni dicevano che era andato alle Hawaii per starsene in panciolle, ma alcuni giuravano di incrociarlo di tanto in tanto per le strade notturne della città.
Di sicuro era dimagrito di almeno venti chili e il volto scavato, pieno di rughe, con una barba incolta di chissà quanti mesi era quanto restava di un individuo dall’immensa forza fisica.
Una forza che, come si sa, spesso passa da una persona a un'altra senza nemmeno battere ciglio.
E in quel caso aveva preso pure un bell’aereo e si era fermata a Berlino, dove Courtney continuava con la sua band a viaggiare per diversi tour, rimanendo stretta al braccio rassicurante del suo Trent.
Mai una rottura, mai una gelosia, tante canzoni dedicate al rispettivo partner e una relazione che proseguiva senza sussulti.
I giornali scandalistici, al contrario, parlavano di alcune torbide relazioni nel resto del gruppo con Cody che aveva regalato un anello con tanto di brillante alla sua fan-stalker e con Anne Marie e Dakota che non riuscivano a rimanere fedeli alla buona immagine che la loro leader stava cercando di portare avanti a tutti i costi.
Un giorno erano ritratte con qualche giovane scapestrato, quello seguente con qualche cantante in rampa di lancio e un altro ancora erano immortalate con degli attori di quinta categoria.
A sentirla per telefono, Courtney non poteva essere più disperata, ma contando su un buon manager e su un ragazzo amorevole, non riusciva proprio a rimanere in bestia per tanto tempo.
 
Abbandonati questi pensieri e spostando alcune foto che erano state messe su una mensola, Scott si era messo sul divano.
Sapeva che la moglie sarebbe rientrata da lì a pochi minuti, anche se non si spiegava quell’insolito ritardo e quella bizzarra assenza.
Fu nel sentir cigolare la porta che si rialzò in piedi e la accolse con la prima domanda pomeridiana.
“Dove sei stata, tesoro?”
“In giro.”
“Questo lo immagino, ma non mi hai spiegato dove.” Borbottò con un pizzico di curiosità.
“Ero uscita con Gwen e Zoey.”
“Prevedibile.”
“E non mi sono accorta che stavo ritardando.” Ammise dispiaciuta, facendo ridacchiare il consorte che si avvicinò di qualche passo.
“Tu sei più lenta di una tartaruga e le tue amiche sono rimaste per tutto il pomeriggio al Pahkitew con la speranza che ti facessi viva e staccassi un po’ prima dal lavoro.”
“Io…”
“E neanche in farmacia sapevano dov’eri, dato che ti sei presa alcuni giorni di permesso senza dirmi niente e senza spiegare nulla alle tue colleghe.” Sospirò turbato, sentendola balbettare alcune parole di difficile interpretazione.
“Ma…”
“Non eri con le tue amiche, non eri al lavoro…puoi spiegare a tuo marito, dove sei stata dalle 8 di mattina fino alle 17 di sera?” Domandò con un pizzico di fastidio.
“Scott…”
“Conosco il mio nome e non serve che mi racconti qualche scusa: mi basta la verità.”
“Io…”
“E non sono il tipo che crede tu abbia una relazione clandestina: tu sei troppo buona e innocente per farmi andare in giro con un paio di corna.” Continuò, facendola prima arrossire pervia dei suoi complimenti, salvo poi farla scattare per l’ultima parte della frase.
“Avevo bisogno di fare shopping.”
“Si direbbe che tu non abbia trovato nulla di tuo gradimento.” Borbottò divertito, non notando alcuna borsa al seguito.
“Già.”
“A causa tua sono stato costretto a rimanere al Pahkitew, dove Gwen si è messa a parlottare con Duncan sulle prossime ferie e Zoey, mentre aspettava Mike dal colloquio di lavoro, si è messa a confabulare con Mal e la sua fidanzata riguardo qualche nuovo progetto.”
“Si sposeranno?” Chiese la donna.
“Mal sembra avere le idee abbastanza chiare e Serena, nonostante ancora qualche dubbio, si sta lasciando convincere.”
“Sarebbe bello se c’invitassero.”
“Ormai sembra che tutto sia in discesa e il peggio è un lontanissimo ricordo.” Soffiò sollevato, facendola annuire.
“Duncan non ha ancora trovato il coraggio per dichiararsi a Gwen?”
“È da tre mesi che quello zuccone continua a ripetermi che glielo chiederà domani. Spesso viene in ufficio e mi costringe a fare la parte di Gwen per prepararsi al meglio, ma ormai inizio a dubitare della sua parola e del suo orgoglio.”
“Almeno si è allontanato dal suo vecchio coinquilino.”
“Parli di Zanna? Ogni tanto passa a farci visita, ma da quando si è trasferito, non ha più molto tempo libero da dedicarci. Come sai: o le risse con i suoi soldi o gli amici e lui non è mai stato il tipo che si lega a qualcuno con tanta ostinazione.”
“La sua famiglia continua a rompergli?”
“Sembra quasi che tu mi stia riempiendo di domande solo per non darmi spiegazione di dove sei stata finora.”
“E tu dovresti spiegarmi quando hai deciso che Alberta dovesse portare Lucy nella fattoria dei tuoi genitori.” Replicò infastidita.
“Avevamo bisogno di un momento di pace e poi Paul e Charlotte volevano giocare un po’ con la loro cuginetta.”
“Sei fortunato a essere così caruccio da essere irresistibile e che non c’è nessuno nel mio albero genealogico.”
“Mi sarebbe piaciuto che le nostre famiglie potessero incontrarsi molto spesso.” Mormorò deluso.
“Scott…” Soffiò, sentendo gli occhi carichi di lacrime.
“Ma non pensiamo a questo…se non vuoi dirmi dove sei stata, non importa.”
“Non volevo farti preoccupare.”
“Sai che quando non ti trovo a casa, penso sempre al peggio. Dove abitavamo prima, credevo che Beverly potesse passare per infastidirti o che la signora Gerdson ti stendesse a suon di chiacchiere.”
“Io…”
“Perfino i miei genitori mi hanno pregato di lasciare quel vecchio condominio quando sapevano che avevamo fatto pace e, con loro immenso sollievo, li ho accontentati.” Sospirò Scott.
“Era da qualche giorno, sai, che mi sentivo poco bene.” Tentò, prendendola alla lontana per evitare che il marito la riempisse di domande.
“Perché non me l’hai detto subito?” Chiese il rosso con irruenza, baciando sulla guancia la consorte e fissandola intensamente negli occhi.
“Perché non volevo darti di che pensare. Tu sei troppo impegnato con il tuo lavoro e temevo di distoglierti dai tuoi pensieri.”
“Sei una vera sciocchina Dawn.” Replicò, scompigliandole affettuosamente i lunghi capelli e regalandole uno dei suoi soliti sorrisi.
“Ma…”
“Quando ci siamo sposati, ti ho promesso che sarei sempre stato al tuo fianco, che ti avrei rispettato, onorato e amato per tutta la mia vita. Quando si tratta di te, avrò sempre tutto il tempo di questo mondo e non ti farò mai mancare nulla.”
“Scott…”
“Mi dà molto più da pensare quando non ti confidi con me: sembra quasi che tu non abbia fiducia e che preferisca tenermi all’oscuro.”
“Io ho molta fiducia in te, Scott.”
“Ma alcune volte non lo dimostri.” S’imbronciò, facendola sorridere e portandola a passargli una mano tra i capelli rossastri.
“Siamo così testardi che una visita dal dottore potrebbe diventare un litigio.”
“Che cosa ti ha detto?” Continuò il rosso, facendola stringere nelle spalle.
“Prima di andare dal nostro medico, ho fatto un test.”
“Un test?”
“Alla decima Scott.”
“Alla decima? Alla decima di cosa?”
“A volte sei davvero così innocente che non riesci a capire.” Borbottò, accarezzandogli il volto per poi prendere una mano del suo uomo e posarla sul suo ventre ancora piatto.
“Sai che la mia famiglia è spesso soggetta a malattie bizzarre e la nausea e i dolori di cui soffrivo in questi ultimi giorni, oltre a non lasciarmi troppo tranquilla, mi hanno spinto a sostenere alcuni esami del sangue e un test generico.”
“Allora?”
“Era un test da farmacia: uno di quelli che fanno solo le donne.”
“Alla decima.” Borbottò sorpreso, collegando le cose.
“Finalmente ci sei arrivato…il test ha confermato che sono già arrivata alla decima settimana di gravidanza.”
“Dawn…”
“Ho paura, però, di perdere anche questo, nonostante ci sia già la nostra Lucy.”
“Io...”
“Prima di averla, prima di poterla stringere, ci sono rimasta malissimo nel perdere il nostro piccolo principino.” Soffiò, alzandosi sulle punte per baciare il suo uomo che la strinse al suo corpo massiccio.
“Devi stare tranquilla: andrà tutto bene.”
“Ma…”
“E questa è la notizia più bella degli ultimi mesi.” Ammise, prendendola in braccio e posandola sul divano del salotto, dove iniziò a baciarla e accarezzarla così come faceva puntualmente ogni sera e come avrebbe continuato a fare per il resto della loro meravigliosa vita insieme.










Angolo autore:

E anche questa serie giunge al termine

Ryuk: Già...ma ehi aspetta un attimo!

Non dirmi che se n'è accorto

Ryuk: Hai fatto schiattare il figlio di Chef?

Sì.

Ryuk: E nei miei calcoli Scott e Dawn dovrebbero avere già due figli più quello in arrivo

Oh me disgraziato...come ho fatto a non ricordarmi di dirti che volevo un'ultima delusione per la nostra coppietta?
Non te la sarai presa, vero?

Ryuk: Tu sei un maledetto senza cuore.

Ho sentito di peggio
E poi si tratta solo di una lieve correzione...non ho mica fatto così tanto male

Ryuk: Povero me

Tralasciando i piagnistei di questo shinigami, vi ringrazio per l'appoggio, per la pazienza, per i commenti e per le osservazioni destinate a questa serie
Ovviamente spero vi sia piaciuta...ho fatto del mio meglio a non farvi leggere troppe sviste, nè troppi deliri
E dato che sono sanguinario e ho dimenticato pure il background di Zanna (e di questo mi spiace un botto perchè era un qualcosa che m'intrigava assai), ci sono andato leggero con le disgrazie e con le morti o dovevo calcare ancora di più la mano?


Ryuk: Assassino!
Spero che Ryuk riesca a leggere qualche vostro commento, prima di finire al fresco
Detto questo, vi saluto e vi auguro una buona settimana.
E per domenica prossima non so ancora con quali dei due progetti uscire, anche perchè il titolo di entrambi fa davvero pena

A presto
 
   
 
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