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Autore: Funlove96    15/03/2021    1 recensioni
Si dice che niente ci salvi dalla morte, ma l'amore, quello vero, può salvarci da una vita fin troppo vuota...
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Piccola One Shot partecipante alla Chocolate Box del FairyPiece Forum.
Spero vi piaccia e buon White Day.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction partecipante alla challenge Chocolate Box, indetta dal FairyPieceForum.

Citazione: 10 - "Se niente ci salva dalla morte, che almeno l’amore ci salvi dalla vita." [Pablo Neruda]



Il corpo dolorante e un peso sul braccio destro, l'oscurità come unica compagnia in quella specie di limbo in cui si trovava, e il rumore delle onde del mare nelle orecchie che man mano si faceva sempre più forte. Era steso forse, lo capiva dalla sensazione di morbidezza che sentiva carezzargli la schiena in lenti movimenti, a ritmo con le onde. Trovò la forza di riaprire gli occhi solo per vedere bene dove si trovasse, gesto che gli costò una forte fitta alle tempie e un mugugno dolorante nel mentre che metteva bene a fuoco un soffitto di legno a lui ben conosciuto.
Era sulla sua nave, precisamente in camera sua, e... "Natsu!" una voce ben conosciuta gli urlò il suo stesso nome nell'orecchio e, nel voltarsi, trovò la ragazza che ancora gli stringeva il braccio destro, ora un po' più leggero, con gli occhioni color cioccolato liquidi di pianto -dannazione quanto odiava vederla piangere! Avrebbe ucciso chiunque avesse osato causarle quelle lacrime, cosciente però di esserne lui la causa stavolta- e pian piano, mentre si metteva seduto sorridendole, i ricordi dell'ultima battaglia tornarono nella sua mente. "Vieni qui Lu!" un ordine sì, non col vocione da capitano dispotico a cui aveva abituato i suoi uomini, ma con quello dolce del fidanzato che era diventato da qualche mese a quella parte. Sì, Natsu Dragneel, capitano della ciurma di pirati più temuta e ricercata di tutta Fiore -i pirati delle fate codate venivano anche chiamati, per via del loro nome, Fairy Tail, e della bandiera che rappresentava una fata con tanto di coda- aveva ceduto all'amore. Lui, che se qualche sera si sentiva solo e non erano in mare, si recava al bordello più vicino e passava lì la notte, aveva ceduto alle classiche farfalle nello stomaco a causa di quella ragazzina dai capelli biondi che ora gli si era fiondata tra le braccia, tenuta per la vita da lui con lo stesso braccio, ancora un po' intorpidito, su cui doveva essersi addormentata -a proposito, quanto tempo aveva passato senza riprendere conoscenza?- mentre lo stringeva, forte ma anche attenta a non fargli male, bagnandogli il petto, nudo tranne per le fasciature all'altezza dell'addome, dove c'era la ferita più profonda -erano riusciti ad estrarre quella maledetta pallottola e a fermare l'emorragia che lo stava uccidendo- e lui ricambiava la stretta più che poteva. Non riusciva quasi a credere che stava per morire, ancora...

Non gli era mai importata la morte -una volta gli avevano detto che niente ci salva dalla morte- e quello era un rischio che aveva messo in conto e accettato fin dal momento che aveva deciso di seguire le orme paterne, prendendo non solo la nave ma anche il soprannome dell'uomo che, sebbene non avesse legami di sangue con lui, era stato l'unico vero padre che aveva mai conosciuto. Igneel non c'era più, ma lui aveva continuato a mantenere vivo il suo ricordo, e ancora faceva tremare quel nome. Salamander di Fairy Tail solcava ancora i mari con la sua ciurma, inarrestabile come sempre...

Tante e tante volte si era ritrovato con la vita appesa a un filo, pronto a non riaprire più gli occhi, ma mai aveva avuto quei pensieri -che stava pian piano ricordando mentre baciava come un disperato la sua biondina- come stavolta.
Temeva Natsu, temeva di morire mentre si accasciava a terra, colpito da una delle guardie reali contro cui stavano combattendo. Temeva perché stavolta aveva qualcosa di più per cui vivere e per cui scongiurare la morte quanto più a lungo possibile.
Aveva un cuore interamente dedicatogli -come il suo, che si era concesso senza troppe resistenze alla ragazza- ad aspettarlo adesso. Aveva un letto caldo, non solo ma anche di sesso, che lo attendeva e in cui non vedeva l'ora di tornare dopo una lunga giornata in mare, alla ricerca di isole sconosciute, o a terra, a trafugare la dimora di qualche riccone. Quella principessina lo aveva rimbecillito per bene da quel loro primo incontro, poco più un anno prima...

Erano attraccati in un piccolo porto di uno dei sobborghi di Crocus -quella era la capitale del regno, dov'erano ricercati addirittura dal re e dal consiglio reale. Non dovevano dare nell'occhio, per questo la nave aveva abbassato la bandiera, per poi attraccare in una zona dove sapevano che le guardie reali non sarebbero passate e mai avrebbero visto la nave. Della gente non se ne preoccupavano, erano poveri e non avevano nulla da rubare, non gli avrebbero dato noie se non ne avessero date a loro- per fare provviste, e già che c'erano, bene incappucciati per non farsi riconoscere, anche allungarsi fino in centro per svuotare le tasche di un qualche nobile troppo distratto. E lui si era recato proprio lì, guardandosi un po' intorno, in cerca di occasioni per mettersi un bel gruzzoletto di galeoni nelle tasche. Era stato così che si erano incontrati: Lei stava scendendo da una carrozza, avvolta nel suo abito color pesca coi merletti dorati ad abbellirlo, sopra il quale era posata una lunga mantellina color crema che andava ad abbottonarsi con un solo bottone sul petto, e le copriva parte del capo con il cappuccio. Le braccia coperte dai guanti di seta rosa confetto. Si guardava intorno come fosse la prima volta che vedeva quei luoghi -forse era una forestiera- ma subito lo sguardo cioccolato si spense, perdendo la curiosità e le mille stelle che pure da lontano gli era sembrato di vedere nei suoi occhi. Tutto quando, dopo di lei, era sceso un moretto vestito di tutto punto, anche lui con una mantella ma che aveva scoperto il capo, e dallo sguardo arrogante. Si guardava intorno con sufficienza, quasi quel luogo fosse anche troppo umile per lui, e aveva afferrato la mano della ragazza -che intanto si era abbassata il cappuccio, scoprendo uno chignon biondo, abbellito con una piccola coroncina che, se non vi si fosse riflesso il sole settembrino, non si sarebbe granché notata- e avevano iniziato a passeggiare per le stradine del centro, lui un passo avanti a lei, che faticava a stargli dietro, intenta a fermarsi ogni qualvolta che qualcosa richiamava la sua curiosità. Che fosse l'insegna di una pasticceria, o un negozio che teneva esposti fiori che variavano di specie e colore, creando un arcobaleno bellissimo su cui era impossibile non fermare lo sguardo. Non seppe perché ma decise di seguirli, sembravano ricchi, e abbastanza presi, lei da tutto ciò che li circondava, lui dal trascinarla lungo le stradine scocciato, quasi non volesse nemmeno essere lì, e il rosato riuscì a non farsi notare dalle due guardie che li scortavano, finché non arrivarono al lungomare, dove lei ci tenne a fermarsi. A quel punto avevano fatto un giro veloce per il posto, e il ragazzo si allontanò da lei per avvicinarsi a una delle guardie che pareva avere qualcosa da dirgli. Intanto la biondina passeggiava lungo il lungomare, seguita dall'altra guardia, che però si distrasse per la confusione che si creò. Avevano scoperto il ghiacciolo a giudicare dal vociare intorno a loro, uno dei pirati della ciurma delle fate codate, a giudicare dal simbolo che aveva sul torace scoperto, si vociferava, ed era partita la caccia per le strade della capitale, che presto divennero confusionarie. La guardia non vide più la biondina, impegnata fino a poco ptima a rimirare il mare, e corse ad avvertire il suo signore della scomparsa. In breve il moro diede l'ordine di cercarla in lungo e in largo, mentre le persone correvano ai ripari, sapendo benissimo a cosa portasse la presenza un pirata a Crocus. Presto sarebbero arrivate le guardie reali ed era meglio sgomberare se non si voleva finire in mezzo allo scontro a fuoco che sicuramente si sarebbe scatenato.

Intanto la ragazza correva, con una mano impegnata ad tenere alzato l'abito e la destra racchiusa in quella grande e calda dell'uomo incappucciato che la stava guidando, portandola ad attraversare diversi vicoli, mentre il rumore della confusione e delle grida delle guardie che chiamavano il suo nome si allontanava sempre di più, divenendo solo un rumore lontano.

Dovevano essere in periferia, dedusse dalla tanta strada percorsa e dal fatt che lì la confusione era minore, quasi come se non avessero scoperto che i pirati erano lì, o come se semplicemente non gli importasse, e il ragazzo, che quando si scoprì il capo le mostrò una strana capigliatura rosa, come quei ciliegi che, dal castello che dava sulla capitale, vedeva tutti gli anni, in occasione dell'annuale Hanami, sbocciare rosei. "C'è mancato poco! Quando rientriamo farò un bel discorsetto al nudista, accidenti a lui!" imprecò il rosato, che le lasciò la mano solo abbassare il cappuccio della mantella che lo copriva interamente fino alle caviglie. "C-Chi siete?" riuscì solo a chiedere, ancora stranita dalla situazione, e anche un po' spaventata. Perché lo aveva seguito era un mistero pure per lei, che solo ora si domandava se egli avesse intenzione di farle del male o meno, e solo ora iniziava a preoccuparsi. "Natsu Dragneel al vostro servizio!" rispose in un inchino mentre le sorrideva, col risultato di farla arrossire e abbassare lo sguardo per quanto quel sorriso fosse bello. Quei canini in bella vista l'avevano colpita più di tutto, e il pensiero che le voci sulle doti seduttive del famoso Dragneel, anche detto Salamander, fossero vere anche solo la metà la colpì più di quanto avessero fatto quando le aveva sentite. "È così che si dice, giusto milady? Ora posso domandarvi io il vostro nome?" le riprese la mano baciandole le nocche, su cui sentì, sotto il guanto, un oggetto che dedusse essere un anello. La bionda si riscosse dai pensieri poco casti che le impegnavano la mente, rimproverando la propria immaginazione per essere così sfacciata, e affrettandosi a rispondergli come le avevano sempre insegnato. "Lucy Heartpihila, principessa di Crocus e del regno di Fiore... per servirvi milord." Il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata, e mentre la sua immaginazione pensava ancora a quanto vere fossero le voci su di lui -la parte che parlava delle sue numerose amanti, non quella di quanto fosse un temibile pirata da cui era meglio stare lontani- pensò a quanto fosse bello anche solo con quella voce roca che gli usciva dalle labbra. Gonfiò le guance offesa, voltando la testa dall'altra parte, mentre egli, capito il malinteso, si affrettò a chiarire... "Non rido per voi, né per mancarvi di rispetto. Solo che nessuno mi aveva mai chiamato milord. Vi prego di perdonarmi se vi ho offesa." disse -omettendo la parte in cui non credeva minimamente di ritrovarsi davanti la principessa in persona- in un altro inchino, e la principessa tornò a guardarlo, accennando un leggero sorriso. Nemmeno a lei piacevano quelle cerimonie, e le avrebbe volentieri evitate se solo non fossero state uno dei doveri di una futura regina come lei. Lo sguardo tornò a rabbuiarsi nel ripensare all'uomo che l'aveva accompagnata lì e alla vita che l'attendeva.

Avrebbe dovuto sposarlo appena compiuti i diciotto anni, il Luglio successivo, e non che la sua opposizione fosse servita a qualcosa col re suo padre, a cui premeva l'alleanza tra Fiore e il continente di Giltena, rappresentato da quel principino arrogante che la trattava come fosse una bambola, pretendendo che obbedisse fin da subito a lui e senza curarsi di cosa lei volesse o meno. "Qualcosa non va?" effettivamente parlare così tranquillamente con un pirata non era cosa da tutti i giorni, ma il cielo gli era testimone, non avrebbe mai fatto del male a qualcuno senza motivo, era un bucaniere ma sapeva anche essere un galantuomo. Tutto dipendeva da chi si trovava davanti, e con quella ragazza la parte del pirata donnaiolo poteva anche risparmiarsela. Non che gli importasse conquistare cuori, di solito quella parte di sé la tirava fuori, anche se di rado, quando voleva divertirsi per una sera, nei bordelli era conosciuto più per quello che per la sua carriera effettiva di pirata, ma con la ragazza non poteva certo comportarsi così, d'altra parte non voleva guai -non più di quanti ne avesse già almeno visto che non vedevano l'ora di catturarlo- con le guardie. Ma non gli era sfuggito come il suo sguardo si fosse rabbuiato di nuovo, uccidendo ancora una volta la luce di quelle stelle che era appena tornata a brillare nei suoi occhi. "Nulla... che avete intenzione di fare adesso?" e sì, non ci aveva pensato, ma cosa poteva fare adesso? Non poteva andarsene e lasciarla lì, ma neanche andare in giro con la sedicente principessa come niente fosse... "Bene!" sussultò la ragazza, nel sentirlo e nell'incontrare di nuovo quegli occhi, che notò solo in quel momento essere verdi, e che ora erano così seri. "Ora però ditemi il vostro vero nome così vi riaccompagno a casa vostra." era una nobile certo, ma addirittura una principessa che camminava per le strade del proprio regno senza che i sudditi le dedicassero particolari riverenze era semplicemente impensabile. Non lo sapeva quando le aveva afferrato la mano senza apparente motivo, e l'aveva trascinata lontano dalla confusione -che stava iniziando ad agitarla un poco a giudicare dallo sguardo perso e impaurito- che quella fosse la prima volta dopo tanto tempo per lei che vedeva così da vicino la capitale del suo stesso regno, unica concessione ricevuta, e a patto che fosse accompagnata dal suo futuro marito e da poche guardie, giusto perché fosse al sicuro senza dare troppo nell'occhio, per acconsentire alle nozze -non che potesse fare altrimenti se non accettare senza fiatare la vita, se così si poteva definire, che le si prospettava a fianco di quel principe- e sia suo padre Jude che il principe, per chissà quale motivo, avevano acconsentito. Uno abbastanza speranzoso che i capricci della figlia cessassero così, l'altro solo perché voleva mostrarsi accondiscendente con quella ragazzina a cui poi, una volta celebrate le nozze, avrebbe insegnato come avrebbe dovuto comportarsi con suo marito, che nella sua mente equivaleva all'essere accondiscendente su tutto, non fiatare sulle sue decisioni e mettere al mondo i suoi eredi. Era per questo, in fondo, che si era interessato a lei, accettando la richiesta del proprio padre di considerare quella unione. E certo, era anche molto bella -somigliava alla regina Layla sua madre, defunta diversi anni prima, dicevano tutti- ma a lui non importava molto quel dettaglio. Anche nei bordelli si trovavano belle donne, ma molto più accondiscendenti e meno battagliere di quella biondina che, per mesi, aveva negato il proprio consenso a quella unione, costringendolo ad offrire al padre diversi ettari del proprio regno perché continuasse ad interessarsi a quell'accordo e non considerasse un altro partito. "Sono davvero la principessa! È solo..." voltò lo sguardo triste per non mostrargli il viso mentre glielo diceva. "È la prima volta che oltrepasso i confini del giardino reale dopo tanti anni..." quando sua madre era ancora viva era solita portare lei e la sua sorellina Michelle in giro per la capitale molto spesso, poi era morta e suo padre era divenuto più severo, vietando loro -lei di appena sette anni, e l'altra biondina di cinque- di addentrarsi oltre il perimetro del giardino reale, poco prima della strada principale che portava alla capitale. "E se non credete a me crederete a questo!" così dicendo si tolse il guanto sinistro, mostrandogli la mano diafana che aveva baciato poco prima in segno di riverenza, dove, all'anulare, svettava un anello col simbolo della famiglia reale: Una grande H, incisa nell'oro, circondata da gambi di rose con tanto di foglie e spine. Era senza dubbio lo stemma della famiglia reale, e se quella ragazzina avesse anche solo provato a creare un falso, e addirittura mostrarlo con così tanta disinvoltura a chi avrebbe potuto avere interessi nel far del male alla figlia del re, rischiando grosso se l'avessero scoperta le guardie reali, o era pazza e pronta a morire, o era davvero la principessa.

Sul fatto che fosse la figlia del re ora non aveva dubbi, anche perché sapeva riconoscere un falso, per quanto ben fatto, e poteva dire che quell'anello fosse autentico in ogni più piccola parte, ma che non avesse voglia di morire, o che avesse tutta questa voglia di vivere, figlia anche della loro giovane età -lui aveva sì e no un paio d'anni più di lei- ne dubitava. Oltre al fatto che aveva seguito uno sconosciuto, rivelatosi poi un pirata -e non aveva fatto una piega quando lo aveva sentito pronunciare il proprio nome, quando invece tutti tremavano- non aveva neanche provato ad urlare per farsi aiutare dalle guardie o da quello che dedusse essere un nobile suo pari, o addirittura -e questo pensiero fu in grado di incutergli tanta rabbia, anche se non ne capiva il motivo- il suo fidanzato. Suo marito no di certo, dato che l'unico anello che aveva era quello che gli aveva appena mostrato, di fedi nessuna traccia. E allora perché non sembrava una che rivedeva il suo stesso regno per la prima volta dopo tanti anni?
Che non fosse coraggiosa non si poteva certo dire, perché, oltre al fatto che lo aveva seguito, lo stava fronteggiando senza timore e senza segni di cedimento a chissà quali paure. Lei, una ragazzina, che affrontava colui che avrebbe potuto farle fare ciò che voleva anche solo se ci avesse messo il pensiero -e non che quel dannato non gli stesse suggerendo i mille modi con cui ammaliarla e farla sua in quel piccolo vicolo, con solo la spazzatura a fare da testimone, strappandole l'abito che, da vicino, gli dava una deliziosa visuale del prosperoso seno, strizzato probabilmente dal corpetto. Aveva la sensazione che non ne avesse bisogno, e solo l'idea di scoprire se fosse così o meno gli incendiava le viscere. Possibile che non riuscisse proprio a controllarsi?- e da ciò deduceva che la ragazzina di prima, quella che si faceva trasportare dal nobiluomo svogliato senza opporsi era sparita, e ora si trovava davanti una ragazza decisa che, era certo, gli avrebbe tirato una cinquina senza troppe cerimonie se avesse azzardato anche solo a prenderle di nuovo la mano. Glielo leggeva negli occhi, laddove quelle stelle si erano riaccese con così tanta passione da incendiarsi, facendo ardere il cioccolato dei suoi occhi di un fuoco che a lui accendeva ben altro: La voglia di scoprire come sarebbero arsi quegli occhi in ben altra situazione...

"Suppongo vogliate tornare dal vostro accompagnatore adesso..." le si avvicinò piano, facendole poggiare la schiena sul muro di mattoni che aveva dietro di lei, e posando una mano sullo stesso, al lato della testolina bionda, su cui notò i diamanti del piccolo diadema brillare in modo atipico: Che fossero falsi era fuori discussione, era senz'altro lui che non lo aveva scrutato attentamente.
"Anche perché penso conosciate la mia fama con le donne..." si avvicinò sfiorandole la guancia con la punta del naso. "Rischiate di compromettervi..." glielo alitò nell'orecchio perché potesse capire a cosa si riferisse e, a giudicare dal rossore che si propagò per le gote e il leggero tremito del suo corpo, lo aveva capito eccome. Sfiorò la guancia con le labbra, fermandosi all'angolo della bocca, lasciandovi un piccolo bacio e sentì le manine aggrapparsi al mantello, e qualcosa dentro di molto diverso da ciò che sentiva con le ragazze dei bordelli che frequentava...

La porta si spalancò e lui tornò alla realtà con l'urlo della bionda, che si aggrappò ancora di più a lui, nascondendo il volto arrossato nell'incavo del suo collo, mentre lui, che continuava a tenerla stretta e con le mani poggiate sui suoi glutei, ormai spogli tranne per le mutandine -era arrivato a toglierle stivali e pantaloncini, mentre la camicetta bianca era ancora lì, solo con tutti i bottoni saltati, lasciando la stoffa a scoprire la pelle su cui si era subito avventato, marchiandola con denti e lingua- e veloce afferrò il lenzuolo che prima lo copriva dal bacino in giù, e che era stata spostata dal continuo strusciarsi della ragazza, per coprirla agli occhi di Gray e Gajeel, che lo guardavano divertiti sulla soglia della porta.
"Finalmente ti sei ripreso, dannata salamandra! Sei stato fuori gioco per ben quattro giorni!" ridacchiò il moro, senza maglietta come al solito, mentre l'altro non la smetteva di ridere, riuscendo si e no a dire mezza frase, che però tutti capirono benissimo, soprattutto la bionda, che si strinse più forte a lui, facendogli trattenere un piccolo gemito di dolore. "Cosa ti aspettavi ghiacciolo squagliato? C'è la principessa che gli sta dando la sua medicina ghihihihi... noi ti lasciamo riposare capitano, andiamo ad avvertire tutti che ti sei svegliato e che ti stai riprendendo!" marcò per bene alcune parole, con un ghigno malizioso sul volto, tirò poi via l'altro moro, richiudendo la porta, e solo allora Lucy riprese a baciarlo... dal punto in cui si trovava, nell'incavo del collo, mentre le mani scendevano leggere sul petto, arrivando ai pantaloni, ma solo dopo essersi soffermate sulla fasciatura che gli ricopriva il ventre...

Quanto aveva temuto per il suo uomo? Non poteva quantificare le lacrime che aveva versato in quei giorni, e il senso di colpa per averlo messo ancora in pericolo -quel proiettile avrebbe colpito lei se Natsu non le si fosse messo davanti- l'aveva accompagnata tutto il tempo. Non avrebbe mai immaginato di potersi legare così tanto a quel pirata, finendo addirittura per innamorarsene, la prima volta che si erano incontrati...

Era riuscita ad ottenere quella giornata di libertà, se così poteva definirsi, stravolta dall'arrivo di quel pirata, da cui dovette staccarsi in quel vicolo, purtroppo o per fortuna, per come stava andando la cosa. Non era certa di riuscire ad allontanarlo data la statura, ci aveva provato, ma aveva finito solo per stringergli forte la mantella, decidendo che, se proprio doveva salire su quel patibolo chiamato matrimonio, almeno si sarebbe concessa di godersi quel poco di buono che poteva darle quell'incontro. Ma il caos si era spostato anche nei sobborghi, dato che, una volta che le guardie reali seppero della scomparsa della principessa oltre che della presenza dei pirati, avevano messo a soqquadro l'intera cittadina per cercare la bionda. "Sarà meglio che andiate, dovete tornare al castello e dal vostro accompagnatore immagin-" "No!" si coprì le labbra, e il ragazzo notò gli occhi appena lucidi. Non avevano tempo per parlare, ma gli era chiaro che quella ragazza non teneva per niente alla vita che conduceva. Si tolse la mantella e... "Spogliatevi!" era pronta a mollargli uno schiaffo, ma lui le fermò la mano, baciandole le nocche e chiarendo il malinteso. "Sareste così gentile da togliervi l'abito e indossare questa?" disse porgendole il tessuto nero. "Ho un'idea per depistarli, ma mi serve che vi togliate mantella e vestito. Poi capirete." finì mentre lei prendeva la mantella e lui si voltava per darle un minimo d'intimità, sistemandosi nel frattempo la sciarpa a quadri. Doveva essere importante per lui, come poi scoprì dopo, capendo che per lui quel tessuto aveva lo stesso valore del diadema che ci aveva tenuto ad indossare in quella giornata: L'aveva acquistata sua madre su una bancarella di Crocus, pochi mesi prima che la sua malattia peggiorasse e la portasse alla morte. Non valeva nulla, i diamanti non erano neanche veri, ma la bionda aveva appena sette anni, e tutto aveva un enorme valore per lei. Il valore della curiosità che le scaturiva. L'aveva guardata talmente tanto incantata dalla sua bellezza, che sua madre gliel'aveva presa. Era morta pochi mesi dopo, e quel diadema era rimasto chiuso in un cassetto di camera sua. Quella era la prima volta che rivedeva la luce, e anche l'ultima che vedeva il suo regno...

"Ho f-fatto..." lo avvertì, e lui voltandosi sorrise prendendo l'abito e la mantella con una mano e con l'altra quella di lei, quella su cui svettava l'anello. "Anche questo per favore, e il diadema..." e senza troppi ripensamenti si sfilò l'anello. Ma quando toccò al diadema le mani si fermarono tremaronti su di esso. Non poteva...
Il ragazzo non capì -lo fece qualche tempo dopo, quando lei gli raccontò la storia che la legava all'oggetto, qualche sera dopo, quando lui si era confidato con lei, senza un motivo, parlandole della preziosa sciarpa regalatagli da suo padre- ma il tempo per parlare mancava, e coprendole per bene il capo biondo col cappuccio sgattagliolò fuori dal vicolo con lei, dirigendosi alla spiaggia poco vicina, circondata dagli alti scogli che nascondevano bene la Fairy Tail. Lì gettò in mare gli abiti e lasciò a terra l'anello, in bella vista perché venisse trovato, dopodiché, attento a non incappare nelle guardie, raggiunse con la ragazza la nave attraccata poco più avanti, dove il resto della ciurma era già risalita, in attesa del proprio capitano e con Gray e Gajeel già pronti a riscendere per andare a cercarlo quando avevano visto le guardie arrivare fin lì.

E mentre il regno piangeva la triste perdita della sua principessa, tragicamente morta cadendo dagli scogli nell'acqua profonda, almeno da ciò che dedussero le guardie nel ritrovare l'anello e, dopo qualche ora di ricerca nella zona, gli abiti della principessa sparsi in acqua, la Fairy Tail riprendeva il suo viaggio per i mari con una persona in più a bordo...

Pian piano si era abituata alla vita di bordo -molti avevano accusato il capitano di essere impazzito per averla portata sulla nave, ma lui li aveva zittiti ignorando ogni lamentela. E per un capitano come lui, che teneva all'opinione della propria ciurma, era raro- aveva scelto di restare con quel pirata che l'aveva incuriosita così tanto e che l'aveva aiutata non sapendo neanche il perché non volesse tornare a palazzo -glielo raccontò in seguito, esprimendo la volontà di entrare nella sua ciurma, e lui acconsentì alla sua richiesta, dimostrando così anche ai più scettici su quella nave di non essere solo una principessina, e di poter raggiungere il livello di tutti gli altri della ciurma, oltre al sapersi far amare da tutti, soprattutto da Juvia e Levy, rispettivamente la cuoca e la navigatrice della nave- e pochi mesi dopo c'era stato quel primo bacio. Improvviso, mentre la bionda guardava le stelle una sera. Lui le si era avvicinato cingendole la vita, e vederla al chiarore della sera, forse lo aveva spinto ad osare...
Con quello ebbe la conferma di essersi innamorata di lui, e quando capì di essere ricambiata quasi non le scoppiò il cuore per la felicità.
Sua madre glielo diceva sempre: L'amore può salvare dalla vita se quella vita non fa per noi. Quella vita che le stava stretta, perché -e lo aveva dimostrato, a bordo di quella nave, con la sua capacità di leggere le mappe, e imparando a tirare di spada- semplicemente non era nata per il lusso e la vita da sovrana. Questo ormai lo aveva capito, solo non credeva più nell'amore da quando il padre affettuoso e attento al benessere delle donne più importanti della sua vita, così parlava lui di sua moglie e delle sue figlie, che conosceva si era trasformato in un sovrano anaffettivo persino con le proprie figlie -e augurò mentalmente fortuna a sua sorella, sebbene lei fosse più propensa ad obbedire al padre, la sua vita non sarebbe stata facile. E chissà che, forse, data la perdita di una delle sue figlie, tornasse l'uomo che era prima almeno con quella che gli rimaneva- dopo la morte di sua madre. Eppure l'amore lo aveva incontrato, ed esso l'aveva salvata da una vita che non sarebbe stata tale, e che, forse, sarebbe stata ben peggiore della sorte di cui a Crocus e in tutto il regno la credevano vittima...

Il bacino del rosato che premeva voglioso contro il suo la fece tornare al presente, dove il compagno le aveva già stappato l'intimo, e attendeva solo che lei lo guardasse negli occhi, dandogli il permesso di portarla in paradiso, e di farci andare anche lui di conseguenza.

Dovevano pur recuperare quei quattro giorni in cui non avevano potuto bearsi l'uno del corpo dell'altra, e Salamander forse non riusciva bene a muoversi, finendo col lasciare il comando nelle mani della bionda -non che gli dispiacesse, era l'unica che aveva il potere e il diritto di comandare sul capitano della Fairy Tail- qualcun'altro il suo dovere lo sapeva e lo poteva fare benissimo. E questo, in quel momento, andava bene a entrambi...



[4691 parole]



Angolo autrice.
Ed eccomi anche per il White Day! Agli sgoccioli, ma hei, la cosa strana sarebbe che non pubblicassi per il rotto della cuffia😃
Auguri a tutti e grazie alle admin del FairyPiece Forum per aver organizzato questo evento divertentissimo anche quest'anno💕
I miei NaLu non stanno tranquilli manco per un momento, non se ci sono io pronta a scrivere per lo meno😏
Credo di essere un po' uscita dalla citazione😅 ma spero di sbagliarmi😳
Comunque, ecco il risultato di ore di duro sclero lavoro, spero vi sia piaciuto il risultato, grazie per aver letto e alla prossima💕
Ciao❤️
   
 
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