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Autore: alessandroago_94    15/03/2021    11 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pane quotidiano

PANE QUOTIDIANO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Voglio il mio

pane

 

in coda per il mio

pane

 

dicevano

il pane quotidiano

 

il mio

pane

 

 la fila di un’ora fuori

ho passato un inverno

all’addiaccio

solo per avere il pane

 

raggiungere il pane

 

mamma vado a prendere

il pane

 

serve l’autocertificazione

perché è quasi sempre rosso da ottobre

 

ho scritto più io di un amanuense

 

solo per il pane

 

mamma vado a prendere il pane

 

la coda davanti al panificio

arriva a metà piazza

 

guardo gli anziani davanti a me

distanziati

in muto silenzio

immobilità assoluta

manco sanno se dentro c’è qualcuno

cazzo

 

da dentro urlano

avanti

da fuori guardano

diffidenti

 

io guardo

tutti questi

sembrano mummie

il virus li ha già uccisi

solo sentendolo nominare

 

tutti in silenzio

tutti in fila

la distanza

di sicurezza

 

io voglio il pane

 

datemi il mio pane

quotidiano

 

c’è chi disse

avrete tutti il pane

quotidiano

 

io vedo solo la mia dose

di schifo quotidiano

 

se per errore cala la mascherina

altroché la lapidazione

 

mamma vado a prendere il pane

 

mi grida

scrivi l’autocertificazione di oggi

 

vado solo a prendere il pane

quotidiano

 

la stampante non mi va più

 

pane

 

grido andate avanti

che ormai è mezzogiorno

mi guardano come a dire

cosa me ne frega

tanto son pensionato

 

uno alla volta

quando è il mio turno

pane non ce n’è più

ne hanno fatto troppo poco questa notte

cambia forno

tutto uguale

fila

pane

vento freddo

sacchetto profumato

ma mezzo vuoto

 

anche il pane ormai è Odissea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

Vi prego di non interpretare male questa poesia, che ho letto e riletto con profonda tristezza. E’ tutto molto triste.

Purtroppo non riesco a scrivere poesie distaccate da ciò che sto vivendo, quando ero innamorato scrivevo d’amore, quando ero un ragazzino scrivevo di rose e fiori, ora che sono un uomo nella tempesta della pandemia, scrivo di ciò.

La fila di sabato mattina davanti al panificio mi ha instillato questa poesia, la cosa triste è andare poi a cercare un altro forno distante sette chilometri.

Il virus intanto dilaga tra le persone vicine, in aperta campagna e in città. Non risparmia nessuno, un fiume in piena. Per la mia regione è una campagna bellica.

Ringrazio Dio di essere ancora sano e in forze.

Un abbraccio virtuale e sicuro, cari amici e care amiche!

 

   
 
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