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Autore: Maggiechan_75    15/03/2021    4 recensioni
Ciao a tutti! Benvenuti nella mia raccolta di One shot! dedicata al seguito di "Lockdown... Uno sweeper in gabbia.
Saranno brevi scorci della loro vita che partiranno dalla fine della FanFiction precedente.
Non voglio anticipare nulla per non spoilerare chi ancora non la conosca!!
Già vi anticipo che le uscite delle oneshot non avranno una scadenza predefinita.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Con questa piccolo "pezzo di loro" voluto riportarvi agli stessi momenti ed ore del capitolo precedente. Volevo dar voce anche alle prime sensazioni di Kaori neo mamma. 


Ti ho portata dentro di me per quasi un anno, ho ancora l’emozione che tu sia ancora lì. Già mi manchi!
Ho quasi la sensazione di sentirti muovere dentro di me. Mi sento sola!
Un pezzo di me, poche ore fa ha deciso di iniziare a vivere indipendentemente da me…

Oh! Ti sei appena mossa ed io ho avvertito un colpetto alla pancia. Che strani scherzi gioca la memoria. Lei è ancora convinta che tu sia qui dentro sebbene ti sto osservando in questo momento. Sei così dolce quando dormi!

Quando lo fai..., lo so me lo hanno detto in tanti, dovrei farlo anche io. Non ci riesco, non riesco a staccare gli occhi da te, ancora non riesco a credere che tu sia mia figlia, sangue del mio sangue. E sangue del sangue di lui, tuo padre.

Tu sei la nostra famiglia.
Sei me, sei lui e sei anche una parte nuova che non vedo l’ora di conoscere. La parte sconosciuta che ti renderà unica.

Sei lì nella culla accanto a me eppure “mi manchi”

Mi mancano i colpetti che mi davi quando ero nel dormiveglia. Riuscivi sempre trovare il momento giusto per destarmi.
Mi mancano anche quei momenti in cui non ti sentivo e ti immaginavo rannicchiata dentro di me mentre dormivi cullandoti con i miei movimenti.

Mi manca stasera mi manca tuo padre
Mi manca quando giocava con te mentre facevo finta di dormire
Mi mancano i suoi abbracci, il calore che mi trasmetteva, l’amore che provava per noi … quando lo faceva mi sentivo così sicura, così bambina e immaginavo te tra le mie braccia. Era una sensazione meravigliosa fantastica.

Gli occhi si sono chiusi mentre io sono ancora convinta con la mente di continuare ad osservarti mentre dormi tranquillamente. Ma le mie orecchie sentono il tuo pianto, mi rendo conto che mi sono addormentata.
La tua visione angelica cambia quando apro gli occhi. Ti vedo stai urlando quasi senza fiato sicuramente avrai fame. Il cuore inizia a battermi forte per l’emozione e adesso cosa faccio? Non la voglio chiamare l’infermiera so cosa devo fare… teoricamente!

Dio figlia mia quanto urli. La “pazienza” è quella di tuo padre, lui che non aspetta nemmeno che il cibo arrivi sul piatto per soffiarmelo dalla pentola.

Mi hanno insegnato che prima ti devo cambiare il pannolino non agitarti così. Mi sento così imbranata e si che di pratica con quei bambolotti del corso pre-parto ne ho fatta eccome.
Al corso dicevano che i neonati non si muovono tanto. Ma Dio… figlia mia ma dove vuoi andare vuoi già scappare da me? Giro l’occhio per cercare il pannolino e ti ritrovo già di fianco? Ma stiamo scherzando??

Urli… Cavolo quanto urli! Ti prego calmati. Ti ho messo il pannolino storto non posso lasciarti così.. Sento avvicinarsi qualcuno, penseranno che ti stia strangolando… Ti prego Amore mio non piangere così che sentirti urlare mi si spezza il cuore.. Ti prego abbi pazienza con questa mamma alle prime armi.

L’infermiera mette la testa dentro la stanza e mi chiede se va tutto bene. Ti guarda mezza vestita e mi sorride per poi continuare il suo giro. Forse non sono così imbranata come pensavo.

Dopo aver svegliato le mie compagne di stanza e i suoi rispettivi figli, ti calmi appena ti avvicino al petto ancora coperto dalla vestaglia. Hai fame e lo senti per istinto che stai per mangiare vero?
Ti appoggio delicatamente tra le mie gambe perché ancora non sono brava come la mia compagna di stanza che ha già dei figli. Lei lo riesce tenere con un braccio, suo figlio, mentre con l’altra mano prepara il seno per allattarlo. Ed io nemmeno con due mani riesco a liberare il gancetto di questo reggiseno fatto apposta per chi allatta. Divento rossa come lo eri tu piccola mia quando urlavi.

Non faccio nemmeno il tempo ad avvicinarti che la tua bocca si è già attaccata a me e improvvisamente ritrovo quella sensazione di noi due e non mi sento più sola!

Che strana sensazione mi ci devo ancora abituare, è nuova ma allo stesso tempo la sento così naturale e che fa parte di me che mi commuove.

Tu tra le mie braccia ti stai nutrendo di me, io sono la tua mamma ancora non ci credo e continuo a non staccare gli occhi da te ancora incredula che tu sia mia … che tu sia sua… Che tu sia Ai!

 

   
 
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