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Autore: MIV93    15/03/2021    1 recensioni
Dal prologo:
“Finalmente ce l’abbiamo fatta…” disse lo shinigami con gli occhiali, tirandosi indietro i capelli e togliendosi quelle lenti in realtà del tutto inutili.
La donna annusò l’aria, disgustata: “Ne sei sicuro, Aizeeen-samaa? – chiese, allungando volutamente il nome del suo padrone con fare civettuolo – Qui sento puzza solo di anime e shinigami… non è che siamo finiti nel Rukongai e il nostro animaletto ha sbagliato mira… di nuovo?!”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Arrancar, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen, Urahara Kisuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nella quiete notturna e nella desolazione di quei territori popolati da case malmesse e ruderi in rovina, quello stridere nell’aria si diffuse quasi amplificato e per un secondo parve che l’aria stessa si stesse spaccando… quindi un grosso portale nero dai bordi seghettati si aprì e il Garganta finalmente prese forma.
Non sembrava troppo stabile: i bordi faticavano a rimanere stabilmente aperti e sembravano sul punto di collassare su loro stessi da un momento all’altro, ma infine il portale si stabilizzò e, con calma, lasciò passare tre figure prima di chiudersi alle loro spalle.
Il primo a farsi avanti fu uno shinigami dal sorriso apparentemente cordiale, da capelli castani disordinati e un paio di occhiali dalla montatura doppia che mitigavano lo sguardo calcolatore e freddo dei suoi occhi. Alla sua sinistra c’era una donna, molto formosa e dagli abiti candidi che lasciavano scoperto il ventre e buona parte della scollatura; un grosso buco le passava da parte a parte l’area immediatamente sotto al petto, ma a lei non pareva dare alcun fastidio mentre si sistemava con gesti da primadonna i lunghi capelli viola, in modo che sulla sua fronte fosse ben evidente una sorta di coroncina in osso bianco. Nella mano destra aveva una lunga catena e, al suo termine, uno shinigami sfinito, in ginocchio e boccheggiante, il fiato tagliato dal grosso collare metallico. I capelli, neri e arruffati, erano madidi di sudore e la sua pelle era bianca come un lenzuolo.

“Finalmente ce l’abbiamo fatta… i Void Territories…” disse lo shinigami con gli occhiali, tirandosi indietro i capelli e togliendosi quelle lenti in realtà del tutto inutili.

La donna annusò l’aria, disgustata: “Ne sei sicuro, Aizeeen-samaa? – chiese, allungando volutamente il nome del suo padrone con fare civettuolo – Qui sento puzza solo di anime e shinigami… non è che siamo finiti nel Rukongai e il nostro animaletto ha sbagliato mira… di nuovo?!”

La voce della donna si fece aspra e lanciò un’occhiataccia allo shinigami che aveva al guinzaglio, ma questo sembrava troppo affannato anche solo per ascoltarla. Aizen si voltò verso di lei e alzò un dito: “La densità del Reishi nell’aria è leggermente diversa… e sento presenze di anime molto diverse tra loro. Questi sono senza dubbio i Void Territories… un mondo quasi più leggendario dell’essenza stessa del Rei-O. Un posto perfetto per mandare avanti le nostre ricerche…”

“Mi sta dicendo, o potente Aizen, che siamo finiti in un mondo di fiaba e leggenda? Forse qui avremo finalmente un soddisfacente lieto fine?” disse la donna con tono volutamente troppo smielato, quasi volesse prendere in giro lo shinigami che l’aveva condotta lì… ma Aizen, pur sorridendole, aumentò in maniera sensibile la sua pressione spirituale e la donna cominciò a boccheggiare.

“Nessuna fiaba e nessun lieto fine… siamo in un mondo tra i mondi, perso nelle pieghe della struttura cosmica. Qui si accumulano, secondo le teorie…”

“EHI, VOI TRE! CHI SIETE? CHE CI FATE QUI!”

Aizen aveva cominciato a spiegare ma due guardie, palesemente due shinigami come lui, avevano sguainato le spade appena li avevano visti e si stavano avvicinando a loro pronti a combattere, forse attirati dal reiatsu appena liberato a scopo intimidatorio.

Pur interrotto, Aizen sorrise ai due nuovi arrivati e mise la mano sull’elsa della spada: “Signori, vi prego di calmarmi, ora vi posso spiegare tutto…”

La donna vide lo shinigami estrarre la spada e quindi un bagliore bianco che le riempì gli occhi. Sentì l’uomo dire il nome “Kyoka Suigetsu” quindi, passati alcuni secondi in cui i suoi occhi avevano smesso di funzionare, accecati dal rilascio della zanpakuto, poté vedere le due guardie, accorse a spade sguainate verso di loro, andare via ridacchiando.

“Illusione perfetta…” mormorò tra sé la donna, quasi con astio.

“Che bravi ragazzi – disse cordiale Aizen, quindi si voltò nuovamente verso la donna – dicevo, mia cara Neri Za, che le teorie degli studiosi nella Soul Society parlavano di un luogo in cui uno sparuto gruppo di anime, umani, shinigami o hollow, sembra sia indifferente, si perdano nel tragitto tra il mondo di appartenenza e il mondo in cui sono costrette a transitare. Una sorta di tasca nel cammino tra Hueco Mundo, Soul Society e Mondo Umano… Una teoria, un mondo nascosto in un angolo buio e inaccessibile dell’universo… I Void Territories… eppure, le straordinarie capacità di Kuroda-kun ci hanno permesso di aprire un Garganta che alla fine riuscisse a penetrare la spessa barriera naturale che divideva questo mondo dagli altri”

Aizen si avvicinò allo shinigami boccheggiante e lo aiutò ad alzarsi, sorridendogli malevolo: “Shinichi Kuroda, un brillante shinigami destinato a grandi cose… ma nel frattempo ci hai condotti qui, in un mondo fuori dai radar della Soul Society…”

Shinichi fissava Aizen quasi terrorizzato, quindi volse lo sguardo a Neri Za che, come lui, sembrava non riuscire a capire fino in fondo le intenzioni di Aizen. Ma d’altronde, come Aizen ben sapeva, nessuno sarebbe mai riuscito a comprendere cosa muovesse le sue macchinazioni.

“Arrancar 69, Neri Za Hadid… tratta bene il nostro amico Shinigami mentre io cerco un posto dove poterci sistemare. Senza la sua capacità di dominare i Garganta con la sua zanpakuto, rimarremmo qui per sempre… e tu non vorrai mica rimanere in questo mondo tutta sola, lontana da Hueco Mundo, vero?”

Aizen disse divertito quelle ultime parole, dando ufficialmente incarico a Neri Za di fare da carceriera a Shinichi, ma l’arrancar parve perdersi per un secondo nei suoi pensieri, fissando come incantata Shinichi e pensando ad un mondo isolato e inaccessibile, la cui unica chiave di accesso volontario ero lo shinigami che teneva al guinzaglio e che ora la fissava con una strana curiosità e con una certa… attrazione.

Aizen rise: “La tua abilità di irretire le persone ci sarà parecchio utile per tenere a bada i curiosi… andiamo, seguitemi, abbiamo tanto lavoro da fare…” e lo shinigami ribelle prese a camminare sul terreno del suo nuovo parco giochi privato, la mente che già viaggiava a tutte le anime che avrebbe potuto usare per i suoi esperimenti…



 
[…]


 
“Arrrgh… non ce la faccio più… vi prego… bastaaaaa….”

L’urlo di sofferenza di Shinichi rimbombò in tutta la stanza circolare in cui era incatenato mentre Neri Za cercava di tenerlo buono, accarezzandogli la schiena. La pelle dell’arrancar era divenuta verde e cosparsa di tralci e radici, il vestito fatto letteralmente di radici e foglie e sulla testa, a mo’ di cappello, torreggiava il bocciolo di una rafflesia scarlatta. Proprio il fiore sembrava emettere una nube di polline che avvolgeva lo shinigami, in evidente crisi.

“Aizen-sama… non posso potenziarlo più di così… lo faccia provare ora altrimenti saremo costretti a rianimarlo. Di nuovo!” disse, irruenta, l’arrancar. Aizen annuì, ponendosi di fianco allo shinigami in catene: “D’accordo, Kuroda-kun, ora concentrati e apri il portale ESATTAMENTE nel campo di allenamento della Quinta divisione, nella nostra amata Soul Society”

Shinichi, la zanmpakuto tenuta nella mano destra e due ali nere sulle spalle che sembravano essere due garganta in miniatura, urlò: “Karasurano… Gargantaaaa!”

Il grosso portale tipico degli spostamenti degli Hollow si aprì e Aizen ci gettò dentro una palla. Una semplice palla di cuoio consunta. La sfera attraversò il portale e ci furono alcuni secondi di silenzio prima che una voce cantilenante e furba urlasse, dall’altra parte: “Aizen-samaaaaaaa! Il portale è apparso 10 metri più a sud!” e dal portale, infine, sbucò uno shinigami con un caschetto di capelli argento e un viso da volpe atteggiato a sorriso furbo.

Aizen non sembrò contento delle notizie portate dallo shinigami: “Grazie, Gin… le barriere stanno facendo il loro lavoro?”

“Oh si, Kaname le sta tenendo costantemente in funzione in modo che nessuno percepisca nulla” disse Ichimaru Gin, annuendo convinto. Aizen lo congedò: “Torna indietro e sistemate tutto, riproveremo con il test di precisione domani notte… Avvisatemi quando nella Soul Society sarà di nuovo notte”

“Sperando che il sistema di comunicazione funzioni bene, è sempre difficile farlo funzionare per comunicare con questo posto… a presto, Aizen-samaaaa!” disse Ichimaru, gettandosi di nuovo nel portale. Shinichi, con un rantolo, chiuse il garganta e cadde in ginocchio. Aizen gli si mise di fronte: non era contento, ma aspettò che il rilascio della zanpakuto si annullasse e le ali nere sparissero: “Kuroda-kun, non ti stai impegnando abbastanza…”

“io… io non riesco a essere più preciso di così… forse con il Bankai potrei…”

Aizen scosse la testa: “Abbiamo già provato e i portali sembrano funzionare allo stesso modo… inoltre hai già cercato di colpirmi con l’abilità fastidiosa del tuo Bankai e preferirei non ripetere quella… sgradevole situazione” e lo shinigami afferrò il viso del suo prigioniero, ora segnato da una lunga cicatrice che gli tagliava in diagonale il volto.

Shinichi trattenne il fiato: nel corso di quei primi mesi nel nuovo mondo in cui lo avevano gettato aveva provato a ribellarsi e scappare, arrivando ad utilizzare un bankai che aveva risvegliato quasi per pura disperazione. Un bankai fatto di ali e piume di corvo capaci di rendere ogni cosa manipolabile a suo piacimento. Ma Aizen era su tutt’altro livello di potere e gli aveva fatto pagare molto caro quel tentativo di evasione.
Non aveva più tentato la fuga e si era totalmente affidato alle cure dell’arrancar che lo custodiva, Neri Za… l’unica che sembrava preoccuparsi realmente di lui. In realtà, la stessa Neri Za, pur nel suo essere poco incline ad obbedire, temeva terribilmente il potere di Aizen e i mostruosi esperimenti che portava avanti, massacrando anime per creare quegli oggetti maledetti che aveva visto solo di sfuggita.
Immaginava soltanto cosa potesse essere un “hogyoku”, ma se Aizen era capace di tanto… Neri Za non poteva tentare alcun atto sconsiderato. Piuttosto preferiva stare al suo posto e custodire, pur malvolentieri, Shinichi, potenziandolo con le sue abilità in Resurreciòn.

“Aizen-sama, perché deve essere così preciso? Il suo fisico non reggerà e se muore noi non potremo più andare via. Ormai sa aprire i portali a comando, a cosa serve tutta quella precisione?” disse Neri Za, scocciata, mentre Shinichi, incantato, pareva avesse interpretato quella frase come una preghiera in favore del suo benessere.

Aizen sorrise, guardandola come un genitore guarda un bambino: “Esigo la precisione perché se Kuroda-kun impara ad essere più preciso, potrà aprirci porte anche più difficili da aprire di quelle che sigillano i Void Territories… senza costruire chiavi e senza continuare a rischiare di essere scoperti mentre conduco i miei esperimenti. Se Kuroda-kun riuscirà a diventare la mia Chiave del Re e con l’hogyoku al mio fianco… allora avrò la strada spianata”

Neri Za e Shinichi non capirono e, men che meno, sapevano cosa fosse una “Chiave del Re”, ma Aizen andò via senza aggiungere altro: “Preparalo per domani. E insisti di più col tuo Crescer!

Shinichi crollò a terra, piangendo per la sofferenza mentre Neri Za, sbuffando, tornava nella sua forma sigillata. Sorrise a vedere lo shinigami piangere come un bambino, quindi si inginocchiò a lui e fece la faccia più innocente che poteva, afferrandogli il viso tra le mani e dandoli due casti bacetti: “Su, su piccolo mio… vedrai che domani andrà meglio… ci sarò io a proteggerti, come faccio sempre…”

Shinichi la fissò, rapito e colmo di passione e amore, non riuscendo nemmeno a capire che l’arrancar lo stesse manipolando tanto con il suo carisma quanto con la terribile abilità della sua Resusserciòn di amplificare non solo i poteri e le abilità fisiche di un individuo, ma anche le sensazioni e le pulsioni. Non riusciva a comprendere quanto fosse una marionetta nelle mani di quell’arrancar o, forse, non lo voleva capire.

“Grazie…” mormorò lo shingami, lieto di quel contatto.

“Non devi ringraziarmi… Aizen è un mostro e non possiamo fare molto… ma forse qualcosa possiamo programmare. Con calma e se sei disposto a fare un sacrificio per me…” disse suadente Neri Za e gli occhi di Shinichi si sgranarono all’istante: “Qualsiasi cosa!”

Neri Za trattenne a stento un sadico sorriso: “Farà molto, molto male… ma ho capito, forse, cosa facciano quegli strani artefatti che produce Aizen. Combinati col mio potere, potrei renderti abbastanza potente da assicurarci una vittoria… ma farà molto… molto…”

Shinichi la interruppe: “Lo farò! Farò qualsiasi cosa, non importa il costo!”

Stavolta Neri Za sorrise: “Allora ascoltami attentamente, mio caro Shinichi…”



 
[…]


 
Era trascorso più di un anno dal suo arrivo nei Void Territories. Una permanenza solitaria in una base che era riuscito a costruire coi suoi soli sforzi, si, ma che era ben lungi dai suoi desideri. “Tempo al tempo”, si era detto Aizen, conscio di non poter attirare l’attenzione in un mondo che aveva scoperto essere molto simile alla Soul Society. Fu forse questo impegno costante e solitario alternato a quelli che dovevano rimanere i suoi normali impegni da Shinigami della Soul Society ad avergli fatto abbassare la guardia, non rendendosi conto che uno dei suoi esperimenti falliti, uno pseudo-hogyoku di fattura non proprio eccellente, era stato trafugato.
Lo aveva scoperto solo dopo essere entrato nella cella di Shinichi Kuroda, trovandolo libero dai ceppi, con l’hogyoku in mano e con il bankai risvegliato: le grosse ali di corvo lo avvolgevano e le piume erano sparse in tutta la stanza, pronte a colpire e a scatenare i loro effetti. Neri Za era alle sue spalle, in resurrecciòn, pronto a potenziarlo.

“Oh bene… temo di aver fatto un piccolo errore di cal…” cercò di esordire Aizen, ma evidentemente né Shinichi né Neri Za avevano voglia di perdere quel vantaggio: lo shinigami strinse tra le mani l’hogyoku ed urlo, avvolto di potere spirituale, e l’arrancar continuò a potenziarlo coi suoi poteri.

“VAI VIA DAL MIO MOOOOONDOOOOOOOOOOOO!” urlò Shinichi mentre l’aura nerastra che avvolgeva la stanza si espandeva assieme ai poteri del suo bankai. Centinaia di piume di corvo investirono Aizen e giganteschi portali apparvero in tutta la base, inghiottendola. Aizen fu, per sua somma delusione, colto alla sprovvista e si ritrovò nella caserma della Quinta Divisione del Gotei 13. Avrebbe scoperto solo molte settimane più in là che ogni tentativo per emulare i poteri dello shinigami si sarebbe rivelato vano, pur avendo approntato nel corso di quei mesi vari macchinari sul punto di riuscire nell’intento.

Con quell’esplosione di potere, Shinichi aveva come chiuso ogni possibile accesso ai Void Territories e dopo aver esiliato Aizen si era ritrovato finalmente libero dai ceppi e con un potere che gli pareva sconfinato tra le mani. Sentiva i limiti del suo Bankai espandersi sempre di più, percepiva le piume di corvo guidate dal suo potere viaggiare sempre più lontano in quel mondo ora tutto suo e della sua amata Neri Za. Non riusciva neanche ad immaginare cosa avrebbe potuto fare con tutto quel potere.

Ma Neri Za aveva già i suoi piani.

“Sei stato bravissimo, piccolino mio… - esordì l’arrancar, accarezzandogli il viso – e ora, finalmente, possiamo essere liberi dalla tirannia di Aizen”

Shinichi le sorrise, pur stravolto dal dolore di quell’esperienza così anomala: “Ma… cosa faremo ora?”

Neri Za, voluttuosa, lo baciò in bocca, liberando quanto più potere potesse in modo da accrescere la passione che già infiammava lo shinigami fino ad un limite mai raggiunto prima… in modo da ottenebrargli in via definitiva la mente e privarlo del tutto di una volontà. Per mesi e mesi aveva lavorato la psiche già debole dello shinigami e finalmente, con quell’ultima vittoria, aveva ottenuto ciò che desiderava: una marionetta totalmente asservita al suo volere.

"Ora ci costruiremo un mondo tutto nostro... – disse infine Neri Za – partendo dal cuore dei Void Territories"
 
 
 














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Angolo Autrici
 
Buongiorno! Come va? Ebbene sì, siamo tornate con una nuova fanfic. A dire la verità ci balenava questa fanfic da molto, ma non abbiamo mai concretizzato nulla. Per ora stiamo buttando giù delle idee, speriamo - e vogliamo - poterla concludere in qualche modo. Ma per ora beccatevi un prologo, per vedere la cosa può interessarvi un po' :)
A livello temporale, questa storia si svolge qualche mese dopo la fine della Guerra dei Mille Anni. 
   
 
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