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Autore: Europa91    15/03/2021    0 recensioni
[Vampire & Witch AU]
[Soukoku]
Nonostante sia un ragazzo Chuuya è una strega. Dazai discende da una stirpe di vampiri purosangue. Da millenni le due fazioni sono in lotta tra loro, alla ricerca dell’Origine.
“Nel corso dei secoli, erano molti i miti che venivano tramandati di generazione in generazione, di padre in figlio, alcuni dei quali affondavano le loro radici all’alba dei tempi. Ma nessuna leggenda era temuta e attesa come quella sull’Origine. Secondo un’antica profezia, quando l’Origine si sarebbe finalmente rivelata avrebbe decretato la fine del loro mondo e l’inizio di una nuova era.”
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cow-t 11 – Sesta settimana – M6

Prompt: 002 Protagonista è la prescelta per fare qualcosa, solo che ancora non lo sa

Fandom: Bungou Stray Dogs

Rating: SAFE (con sempre leggero Angst)

Numero Parole: 6120

Note: questa storia è una missing moment o anche un intro se vogliamo di qualcosa di decisamente più vasto e non sto scherzando (l’ho iniziata ad appuntare l’estate scorsa e non ho ancora finito. Il mio neurone ne è testimone XD). Siamo sempre in un AU però questa volta abbiamo Chuuya strega e Dazai vampiro. Questa AU è una delle mie preferite, quindi spero di averla resa al meglio. Il titolo, come anche l’idea di Origine deriva da quando l’estate scorsa mi ero persa a vedere Dark XD

 

 

 

 

 

 

Ogni cultura ha le proprie storie, le proprie leggende, tradizioni e il mondo delle streghe non faceva eccezione. Nel corso dei secoli, erano molti i miti che venivano tramandati di generazione in generazione, di padre in figlio, alcuni dei quali affondavano le loro radici all’alba dei tempi. Ma nessuna leggenda era temuta e attesa come quella sull’Origine. Secondo un’antica profezia, quando l’Origine si sarebbe finalmente rivelata avrebbe decretato la fine del loro mondo e l’inizio di una nuova era.

Chuuya non aveva mai dato molto peso a queste storie, anche se era nato in una famiglia di streghe. Nella loro società, il potere si trasmetteva per linea femminile di madre in figlia, gli uomini ne erano privi. Nessuno sapeva la ragione, era sempre stato così, era il volere della prima strega. Chuuya era un ragazzo oltre che essere figlio unico, eppure sin da quando era in fasce aveva dimostrato di possedere dei poteri. Era una strega. Dopo lo stupore e lo sgomento iniziale del suo clan, aveva iniziato a farsi largo un’ipotesi, secondo la quale, sarebbe stato proprio il ragazzino dai capelli rossi l’Origine tanto profetizzata. Ad avvalorare quella teoria c’era il fatto, non trascurabile, che la famiglia di Chuuya era imparentata con la prima strega, essendo loro diretti discendenti.

I suoi genitori erano venuti a mancare in seguito ad in incidente d’auto quando Chuuya aveva otto anni. Da allora aveva sempre vissuto con suo zio Arthur, il fratello di sua madre e con Paul, il suo compagno. Erano entrambi stregoni, anche se contrariamente a Chuuya in quanto uomini, non possedevano nessun potere.

Il mondo soprannaturale era da sempre in guerra, la fazione delle streghe contro quella dei vampiri, e anche in questo caso la colpa era da imputare all’Origine e all’interpretazione di quella profezia.

Secondo la versione delle streghe, la fine del mondo sarebbe avvenuta per colpa dei vampiri e viceversa. Questo perché ormai nessuno ricordava le parole esatte del mito, si erano perse nel corso dei secoli ed ogni fazione aveva deciso di credere alla versione della storia che più gli faceva comodo. Così anno dopo anno, l’odio e la discriminazione avevano fatto il resto, portando alla situazione di stallo attuale. Nel XXI secolo streghe e vampiri vivevano mescolati ai comuni mortali ma senza aver legami gli uni con gli altri. Vigeva una sorta di tregua stipulata al termine della seconda guerra mondiale che regolava la pacifica convivenza tra esseri soprannaturali e esseri umani. Per ora nessuno aveva ancora infranto quel patto.

Era in questo ambiente che Chuuya era cresciuto. Dalla morte dei suoi genitori aveva deciso di non coltivare in alcun modo il suo potere, anzi era arrivato ad incolpare la magia per l’incidente. Sua madre era una figura di spicco nella la loro congrega ed era sempre in viaggio. Era una donna eccezionale, in grado di mescolare abilmente la sua identità segreta di strega con la vita di tutti i giorni e per il figlio era un modello. Era stata la donna ad insegnargli i primi incantesimi e gli era stata sempre accanto, anche quando tutti guadavano ai suoi poteri con sospetto. Chuuya ricordava come sua madre gli sorrideva e sussurrava di quanto fosse speciale, che non doveva in alcun modo vergognarsi. Al mondo c’era una ragione per tutto e sicuramente anche per i suoi poteri, era solita dire.

Dopo la sua morte, non aveva alcun senso continuare a praticare la magia. Lui era solo uno scherzo della natura. Chuuya voleva vivere solo un’esistenza normale, per questo aveva insistito con i suoi zii perché gli fosse concesso di frequentare una scuola pubblica. Di norma, era consuetudine che le giovani streghe studiassero a casa ma lui non aveva voluto sentire ragioni, così Arthur e Paul avevano finito per accontentarlo.

La sua vita era proseguita tranquilla e senza intoppi o almeno era stato così fino a quando nella sua classe si era trasferito un nuovo studente. Fin dalla prima volta che i loro sguardi si erano incrociati Nakahara Chuuya era stato certo di una cosa: avrebbe sempre odiato Dazai Osamu. A quindici anni poteva dire con sicurezza di aver trovato la sua nemesi.

Dazai era l’essere più irritante che avesse mai avuto la sfortuna d’incontrare. Non andavano d’accordo praticamente su nulla, erano opposti e incompatibili, come il giorno e la notte. Quel ragazzino era insopportabile e ogni volta che apriva bocca il primo istinto di Chuuya era quello di prenderlo a pugni. Più di una volta era arrivato a pensare di utilizzare i suoi poteri solo per poterlo gettare dalla finestra. Odiava ogni singolo dettaglio di Dazai, dai cinque centimetri di altezza che li dividevano, e l’altro non mancava mai di esibire con orgoglio, al suo sorriso di scherno. Per non parlare dei suoi modi infantili e della sua intelligenza fuori dal comune. I loro litigi per i corridoi della scuola erano ormai diventati all’ordine del giorno e anche i loro insegnanti ormai non sembravano farci caso.

In una mattina come tante, la quotidianità di Chuuya venne sconvolta da una telefonata. Dopo essere stato richiamato di corsa nell’ufficio del preside, il rosso venne informato che suo zio Arthur era stato vittima di un incidente d’auto e si trovava ricoverato in prognosi riservata in ospedale. Era come un dejà-vu, Chuuya ripensò al giorno in cui lo avevano informato della morte dei genitori, non avrebbe sopportato di rivivere un tale dolore, non era pronto. Dopo essere corso al suo capezzale era tornato a casa con Paul, che sembrava scosso tanto quanto lui per l’accaduto. Il compagno di suo zio era uno stregone pacato, non aveva mai alzato la voce, anzi lo aveva sempre viziato, era Arthur che si era assunto il ruolo di genitore severo. Per questo Chuuya rimase sorpreso dalle parole che gli rivolse una volta che furono soli, e dal tono di voce utilizzato;

“Penso che dietro all’incidente ci sia altro. Da domani penso sia meglio che tu non vada a scuola”

Chuuya non capiva il nesso tra ciò che era accaduto allo zio e la sua vita scolastica, come nemmeno lo sguardo preoccupato di Paul. C’era qualcosa che non tornava.

“Mi state nascondendo qualcosa?” l’adulto aveva sospirato prima di invitarlo ad accomodarsi in cucina, gli avrebbe raccontato ogni cosa durante la cena.

“Cosa sai dell’Origine?” gli aveva chiesto all’improvviso, mentre erano intenti ad apparecchiare la tavola. Sullo sfondo si poteva sentire solo l’acqua che bolliva sui fornelli

Chuuya si prese qualche secondo prima di rispondere, posando uno dei piatti che aveva tra le mani.

“Quello che sanno tutti credo. Quando l’Origine si paleserà porterà la fine del nostro mondo e la nascita di qualcosa di nuovo. I vampiri da sempre mirano ad impadronirsi per primi dell’Origine e per questo sono in guerra con le streghe ma non vedo come tutto questo possa essere collegato a ciò che è successo allo zio”

Paul aveva abbassato lo sguardo;

“La tua famiglia discende dalla prima strega, questo lo sai vero?”

“Certo, mia madre me lo ripeteva sempre, di essere fiero del mio lignaggio e di non vergognarmi di ciò che ero” fece una pausa “di ciò che sono”,

“Quando hai manifestato il tuo potere qualcuno all’interno della nostra congrega ha iniziato ad ipotizzare che l’Origine potessi essere tu. Questo perché crediamo che un simile prodigio possa nascere solo all’interno di una famiglia di streghe”

Ci fu solo il rumore di qualcosa che si infrangeva. Chuuya aveva fatto cadere per terra uno dei piatti e fissava il biondo ad occhi spalancati. Lui, l’Origine? Impossibile.

“Io non posso esserlo. Ho deciso di non praticare la magia. Non sono più una strega”

“Io e Arthur abbiamo sempre saputo che prima o poi sarebbe arrivato questo giorno. Ti abbiamo protetto al meglio delle nostre capacità però a quanto pare non è bastato. Non puoi smettere di essere una strega Chuuya, è la tua natura, i tuoi poteri sono parte di te, non puoi cancellarli. L’incidente di oggi non è assolutamente stato casuale” ammise cupo.

“Chi può essere stato? Dovremmo chiamare la polizia!” Paul non poté evitare di sorridere;

“Contro i vampiri gli esseri umani non possono fare nulla dovresti saperlo”

“Non possiamo essere sicuri che siano stati loro” fu l’unica cosa che riuscì a dire anche se sapeva che l’adulto aveva ragione. Quando accadeva qualcosa ad una strega difficilmente i vampiri ne erano estranei.

“Questa ingenuità sarà la tua rovina Chuuya. Lasciatelo dire, ti fidi troppo del prossimo. Se davvero i nostri nemici si sono mossi e se davvero tu sei l’Origine, l’unica opzione che abbiamo è tenerti al sicuro. Per questo resterai in questa casa, dove possiamo proteggerti”

Il rosso era senza parole.

“No, non lo accetto” disse prima di correre via e chiudersi nella sua stanza.

***

Osamu Dazai era un vampiro, ma non solo, discendeva dalla più antica famiglia di purosangue del Giappone. Tra i suoi antenati poteva vantare anche il primo vampiro, il capostipite della loro razza, colui che aveva contribuito alla diffusione del mito dell’Origine.

La versione della storia conosciuta e tramandata dai vampiri si discostava di poco da quella della streghe. Per loro l’Origine sarebbe potuta nascere solo all’interno di una famiglia di vampiri purosangue. Quell’essere dal potere unico, avrebbe portato alla salvezza il loro mondo cambiandone totalmente le regole, sovvertendo l’ordine delle cose.

Tra la comunità dei vampiri si era andata diffondendo una credenza, secondo la quale la tanto temuta quanto attesa Origine sarebbe stata proprio Dazai. Il ragazzino infatti, possedeva un’abilità di annullamento unica nel suo genere, non riscontrata in nessun altro esemplare della loro razza. Di solito i vampiri dal sangue puro vantavano poteri che richiamavano gli elementi naturali. C’era chi comandava le fiamme, chi i fulmini, Dazai invece aveva questa capacità, con un semplice tocco delle mani poteva annullare qualsiasi potere soprannaturale.

Dazai odiava essere nato vampiro. Odiava l’essere condannato ad una vita eterna, odiava il doversi continuamente celare al mondo, ma più di ogni altra cosa, odiava il fatto di non poter morire. Nel corso della sua lunga esistenza aveva più volte provato a togliersi la vita ma senza successo. Alla fine, per cercare di tenere sotto controllo il suo imprevedibile ed al momento unico erede, suo padre aveva acconsentito ad una semplice quanto insolita richiesta; Dazai avrebbe frequentato una scuola normale, insieme ad altri esseri umani. Sperava in questo modo di distrarlo abbastanza da rendere vani i suoi sempre maggiori tentativi di suicidio.

Così senza che nessuno avesse mai avuto modo di prevederlo, era avvenuto il primo incontro tra Dazai e Chuuya. Un vampiro e una strega che mai avrebbero dovuto incontrarsi e che, per ironia della sorte, ogni fazione credeva essere l’incarnazione vivente dell’Origine.

***

Chuuya ovviamente non poteva sapere che il tanto odiato compagno di classe fosse un vampiro, come Dazai non aveva modo di sospettare che il rosso fosse una strega.

Alla fine, dopo un mese di degenza in ospedale Arthur tornò a casa e Chuuya riprese ad andare a scuola. Non si erano più verificati attacchi sospetti, quindi l’incidente che lo aveva coinvolto finì per essere catalogato come un’infelice, per quanto sospetta, coincidenza. Paul non ne era convinto, ma forse era solo il suo istinto di protezione verso il compagno a farlo parlare. La decisione non spettava comunque a lui e quando Kouyou, la strega a capo della loro congrega, e cugina di Arthur, decretò che i vampiri non c’entravano nulla con quella storia, dovette adeguarsi. Il più felice era Chuuya, non solo suo zio si era ripreso, ma aveva potuto tornare a scuola e frequentare i suoi compagni, anche se della presenza di uno di loro avrebbe volentieri fatto a meno.

Così l’inverno era terminato ed aveva lasciato spazio alla primavera. La vita scorreva serena come al solito, ogni tanto si verificavano piccole aggressioni o incidenti in cui erano coinvolte delle streghe ma erano casi troppo sporadici. Era inutile far sorgere allarmismi e, come era successo con Arthur la congrega aveva preferito lasciar perdere, c’erano problemi più pressanti di cui occuparsi.

Chuuya aveva da poco compiuto sedici anni e quella settimana sarebbe andato in gita scolastica con la sua classe nei pressi di Tokyo. Nonostante le raccomandazioni di Paul, il rosso si sentiva al sicuro, nessuno poteva immaginare che lui in realtà fosse una strega, né tanto meno poteva collegarlo all’Origine, per quanto quella storia gli sembrasse ancora troppo assurda per essere vera.

La gita si svolse tranquillamente, senza problemi o eventi di particolare rilevanza. Avevano affittato delle stanze in un albergo in periferia, fortunatamente non era finito in camera con Dazai quindi una sorta di giustizia divina esisteva. Avevano passato i primi tre giorni dedicandosi alle visite e l’ultimo avrebbero compiuto un’escursione in montagna. Chuuya non vedeva l’ora. Come tutte le streghe si sentiva fortemente connesso alla natura, vivere in una città portuale come Yokohama per lui era stato abbastanza difficile. Avrebbe tanto voluto abitare in un posto rurale, circondato dal verde come lo erano quelle colline. Era andato tutto bene fino a quando, proprio durante l’ultima scampagnata, il rosso era scivolato finendo con lo slogarsi una caviglia. Si era attardato per colpa di Dazai e stavano come al solito bisticciando, quando aveva messo un piede in fallo ed era rovinato a terra. Nessuno si era accorto di loro, il resto della classe li aveva preceduti, come sempre abituati a quelle liti che erano all’ordine del giorno.

Fu in quel momento che Dazai fece un gesto totalmente inaspettato. Notando la ferita, senza dire una parola, alzò il rosso di peso e se lo caricò sulle spalle. Ovviamente Chuuya aveva protestato e provato a divincolarsi ma il vampiro lo aveva stretto maggiormente a sé. Alla fine si era arreso. Come in un qualsiasi film di serie B erano stati sorpresi da un temporale e costretti a rifugiarsi in una grotta.

Chuuya si era accoccolato in un angolo in silenzio, era bagnato fradicio e tremava dal freddo, oltre alla slogatura si era ferito anche vicino ad un ginocchio. Stava cercando di fare il possibile per non incrociare lo sguardo dell’altro. Si sentiva un’idiota per essere caduto ed aver avuto bisogno che l’altro lo trasportasse. Non voleva mostrarsi debole, soprattutto non voleva che Dazai lo reputasse in quel modo. Non voleva nemmeno pensare ai battiti del suo cuore accelerati di colpo, quando si era ritrovato stretto tra quelle grandi e forti braccia.

Dazai senza dire una parola si era avvicinato e gli aveva posato il suo pesante cappotto nero sulle spalle. Chuuya era così minuto che ci affondava dentro. Però era davvero molto caldo e lui rischiava di prendersi un malanno.

Quella situazione era decisamente più difficile per il vampiro. La ferita del rosso non aveva smesso per un secondo di sanguinare e il contatto con la pioggia bagnata ne aveva amplificato l’odore finendo con l’invadergli completamente i sensi super sviluppati. Dazai faticava a trattenersi, ma doveva farlo, non poteva aggredire Chuuya. Doveva resistere.

Il rosso starnutì un paio di volte prima di decidersi a rivolgergli la parola, emergendo da sotto il cappotto;

“Se vuoi puoi avvicinarti, avrai freddo. Vieni ti faccio un po' di spazio” aveva le gote in fiamme per l’imbarazzo ma se l’altro fosse morto congelato lo avrebbe avuto sulla coscienza. Era solo per quello che gli aveva fatto quella proposta, continuava a ripetersi. In quella situazione poteva permettersi di sotterrare l’ascia di guerra. Avrebbero stabilito una tregua temporanea.

Il vampiro lo guardò stranito per qualche secondo. Lui non provava nulla, in quel momento non poteva avvertire né caldo né freddo, ma questo il suo compagno di classe non poteva in alcun modo saperlo. Era una proposta innocente quella uscita dalle labbra di Chuuya ma Dazai si trovò a rifiutare voltando di scatto le spalle e muovendo un passo nella direzione opposta.

“Scusa, credevo di farti un favore. Non credevo mi odiassi tanto” l’espressione delusa sul volto di Chuuya era troppo da sopportare. Il moro si era mosso forse troppo bruscamente ma in quel momento non riusciva a ragionare con lucidità, la sua mente pensava solo al sangue, a quanto desiderasse bere il sangue dell’altro.

“Non ti odio, cioè insomma non ti sopporto ma ora non ti odio” ammise cercando di guardare altrove, non avrebbe retto a quegli occhi blu, lo sapeva.

“Dazai che succede?” Chuuya si era avvicinato e lui non se n’era accorto. Il rosso era troppo vicino, doveva allontanarlo prima che potesse succedere l’irreparabile. Provò a spingerlo via. Chuuya si trovò a storcere il naso e urlare per il dolore, quel movimento brusco lo aveva colto di sorpresa ed aveva appoggiato il piede ferito a terra. Sarebbe caduto se Dazai non fosse intervenuto afferrandolo al volo.

Era di nuovo tra le braccia del moro. I loro visi a pochi centimetri di distanza. Non seppero mai chi fu a muoversi per primo, Chuuya si sporse inconsciamente verso le labbra di Dazai e lui fece lo stesso. Si incontrarono a metà strada e da quel momento in poi entrambi non capirono più nulla.

In un attimo tutta la tensione sessuale accumulata e repressa tra loro esplose. Dazai fece lentamente stendere il più piccolo a terra non smettendo per un secondo di baciarlo e toccarlo ovunque. Era totalmente in balia dei suoi sensi e incapace di fermarsi. Anche Chuuya non pensava a nulla che non fosse baciare e assecondare i movimenti dell’altro. Fuori la pioggia continuava a scendere creando un debole rumore in sottofondo. Per un istante che parve durare un’eternità c’erano solo loro, in quella grotta, a baciarsi e toccarsi. Il resto del mondo non esisteva. Poi quell’idillo si interruppe bruscamente, quando Dazai completamente inebriato e schiavo dei suoi sensi finì con il mordere Chuuya sul collo. Il rosso parve riacquistare la ragione e dallo spavento, dato dalla sensazione di quei canini che affondavano nella sua carne, si trovò ad utilizzare il suo potere per spingerlo via. Delle fiamme nere partirono dal corpo della giovane strega ma vennero prontamente annullate dall’abilità del vampiro.

Seguì un istante di immobilità.

Entrambi avevano il fiatone e si guardavano confusi e disorientati.

Dazai mostrava ancora i canini e aveva finito di ripulirsi il meno da un rivolo di sangue.

Chuuya a qualche metro da lui lo fissava incredulo, tenendosi il collo ferito con una mano mentre richiamava il suo potere.

Non dissero una parola, anche se entrambi erano turbati dagli stessi pensieri e da quella verità che li aveva travolti. Dazai era un vampiro, Chuuya era una strega, qualsiasi cosa avrebbe mai potuto nascere tra loro era già destinato a non avere un futuro.

Il rosso tornò nel suo angolo avvolto nel cappotto del vampiro, mentre l’altro si affacciò verso l’esterno della grotta attendendo che la pioggia cessasse e i soccorsi li raggiungessero.

Per il resto della giornata e della gita non dissero nulla, facendo il possibile per evitarsi. Tutti avevano notato quel repentino cambio d’atteggiamento ma preferirono non indagare, era chiaro che fosse successo qualcosa durante il temporale. La vera tempesta però si sarebbe scatenata in seguito.

***

Una volta tornato a casa, Dazai aveva sentito il bisogno di sfogarsi e confidarsi con qualcuno. Quella situazione lo stava mandando fuori di testa. Non solo lo aveva baciato, ma aveva morso Chuuya e assaporato il suo sangue, quello di una strega. Perché il suo compagno di classe poteva essere solo che quello, una strega. Per quanto assurda quell’idea potesse sembrare.

Non aveva mai provato niente di simile. Il sangue di Chuuya aveva un gusto dolce, fruttato ed era diverso da quello degli esseri umani o da qualsiasi altro sangue avesse mai assaggiato nel corso della sua vita. Dopo aver affondato i canini in quella pelle nivea ed averne bevuto un sorso, i sensi di Dazai si erano amplificati, la sua mente era andata in tilt e pensava solo che ne voleva ancora, ancora. Non si sarebbe mai sentito sazio, era una sensazione incredibile e appagante. Il sangue delle streghe doveva agire come una sorta di droga per i vampiri non c’era altra spiegazione. Per questo bere il sangue dei loro nemici era considerato una sorta di tabù.

Odasaku lo ascoltava completamente senza parole.

Oda Sakunosuke era il cugino di Dazai e, esattamente come lui era un vampiro purosangue. Era ritenuto la pecora nera della famiglia perché era ormai da secoli che si rifiutava di bere il sangue di esseri umani o ucciderli. Per questo e per un centinaio di altri motivi, Dazai lo riteneva l’unico al quale potesse mai confessare i propri turbamenti. Il maggiore lo aveva ascoltato senza interromperlo, prima di aggiungere;

“Non può essere una strega, Dazai. Le streghe sono tutte donne è sempre stato così dall’alba dei tempi, dovresti saperlo”

“Odasaku so quello che ho visto. Quelle fiamme, quel tipo di potere. Ho già affrontato delle streghe quindi credimi, so riconoscere le loro abilità”

il vampiro si fece pensieroso.

“Sei davvero sicuro che sia un ragazzo?”

Dazai arrossì senza una ragione in particolare, prima di ricordarsi di Chuuya durante le ora di educazione fisica, ripensò al rosso mentre si cambiava negli spogliatoi. Si era indubbiamente un maschio su quello non aveva dubbi. Decise di non soffermarsi troppo su altri particolari.

Sbuffò platealmente prima di stendersi su uno dei divani della sua stanza, stiracchiandosi come un gatto. Odasaku intanto era corso a prendere dei libri dalla sua biblioteca.

“Hai trovato qualcosa d’interessante?” chiese dopo un po', con fare annoiato. Non riusciva a smettere di pensare a Chuuya e trovava la cosa insopportabile. Non era solo il sapore del suo sangue, erano anche le sue labbra e il modo in cui si era aggrappato a lui. Era inutile negarlo, quel piccolo irascibile gli piaceva. Era l’essere più insopportabile e fastidioso che avesse mai avuto la sfortuna d’incontrare eppure, forse proprio per questo si era innamorato di lui. Non aveva potuto evitarlo. Fu in quel momento che Oda si avvicinò facendogli sventolare un antico tomo polveroso sopra la testa;

“Leggi” e glielo pose.

“Ma è latino” si lamentò il vampiro più giovane

“E tu lo parli fluentemente da come ricordo”

Dopo avergli risposto con una linguaccia, Dazai prese il volume e si mise tradurre;

“È solo l’ennesima versione della storia dell’Origine” concluse annoiato e deluso per quella scoperta.

“Infatti, ti ha per caso sfiorato l’ipotesi che il tuo bello potesse essere l’Origine che tutti noi per secoli abbiamo atteso? In fondo una strega maschile non si era mai vista e la profezia come vedi non specifica che possa trattarsi di un vampiro, l’abbiamo interpretata noi in quel modo”

Una parte di Dazai pensò che Odasaku potesse avere ragione ma le implicazioni che ciò avrebbe comportato non gli piacevano per niente.

***

Chuuya non era più lo stesso da quando era tornato da quella gita a Tokyo ed Arthur e Paul non avevano potuto fare a meno di accorgersene. Era più scontroso del solito per non parlare della nuova abitudine di indossare uno strano nastro nero intorno al collo.

Il rosso resistette per la bellezza di un paio di settimane prima di esplodere e sfogarsi con suo zio. Decise di parlarne solo con Arthur perché pensava potesse essere il più comprensivo, Paul come minimo lo avrebbe rinchiuso in un collegio e buttato la chiave. Si fece coraggio e confessò ogni cosa, dal bacio, alla scoperta della natura vampiresca di Dazai.

Arthur aveva ascoltato la confessione in silenzio. Non voleva essere troppo severo col nipote, anche perché era certo che Chuuya fosse già stato abbastanza critico e duro con sé stesso. Non era preoccupato tanto per il fatto che Dazai fosse un vampiro ma per il potere d’annullamento che aveva mostrato possedere;

“Zio ti prego dimmi qualcosa, questo tuo silenzio mi sta uccidendo” Aveva sollevato di poco il volto per incontrare lo sguardo preoccupato del nipote;

“Scusami, stavo solo riflettendo sul fatto che il tuo amico potesse essere l’Origine” ammise pensieroso;

“Che?” il rosso era senza parole, si sarebbe aspettato di tutto, tranne quella reazione.

“L’abilità di annullamento che mi hai descritto. Non è un potere comune. Solitamente solo i vampiri purosangue posseggono dei poteri ma rimandano agli elementi tipo ghiaccio, fuoco, non ho mai sentito prima di un essere con l’abilità che mi hai descritto”

Chuuya non sapeva cosa dire.

“Questa sera ne parlerò con Paul. Così decideremo il da farsi”

L’idea che Dazai potesse essere l’Origine l’aveva travolto come una doccia fredda. Non avrebbe dovuto confidarsi, sapeva che si sarebbe rivelata una pessima idea ma non era riuscito a smettere di pensare a quel vampiro e la cosa lo stava mandando fuori di testa. Non poteva fare a meno di ricordare il fiato caldo di Dazai contro la sua pelle, un istante prima che affondasse i canini nella sua carne, al bacio anzi i baci urgenti e carichi di passione che si erano scambiati. Al tocco delle sue mani mentre vagavano liberamente sul suo corpo. Lui desiderava Dazai ed era una verità difficile da accettare. Era convinto di odiarlo con ogni fibra di sé e probabilmente era vero ma lo voleva con la stessa intensità. Si era innamorato del suo peggior nemico e non avrebbe rinunciato a lui. Origine o meno avrebbero trovato un modo per stare insieme. Aveva bisogno di vederlo, di parlargli, non poteva accettare quello che era successo. In quel momento aveva bisogno di sentire le sue scuse o perlomeno la sua versione dei fatti. Doveva capire se Dazai potesse essere davvero l’Origine poi avrebbe agito di conseguenza.

***

Quello che nessuno di loro poteva immaginare, era che non esistevano solo due schieramenti coinvolti in questa caccia all’Origine, non c’erano solo streghe e vampiri. In quel mondo, esisteva una terza fazione da sempre bistrattata e spesso dimenticata nelle pieghe della storia ma che avrebbe giocato un ruolo fondamentale in futuro. La fazione dei demoni, capitanata da Fyodor Dostoevskij.

Fyodor aveva passato la sua lunga esistenza a raccogliere e studiare le varie leggende sull’Origine. Il suo scopo era quello di trovare per primo il detentore di tale potere e utilizzarlo per il suo piano: la creazione di un mondo senza più streghe o vampiri, un mondo governato dai soli demoni. Aveva tessuto una fitta di rete di spie, distribuite in quasi tutti i paesi del mondo che lui chiamava affettuosamente “ratti”. Erano stati proprio questi ad informarlo di ciò che stava avvenendo in Giappone, dove in quel momento si trovavano due validi candidati al ruolo di Origine.

Nel suo nascondiglio, situato tra le fredde terre della Siberia il demone sorrideva pregustando il momento in cui avrebbe incontrato il ragazzino dai poteri di strega e il vampiro purosangue.

***

Le cose erano andate via via peggiorando.

Arthur come promesso aveva parlato con Paul ed entrambi avevano convenuto che la cosa migliore per il momento, fosse ritirare Chuuya da scuola. Se davvero quel vampiro era l’Origine sarebbe stato meglio tenerli separati, in via precauzionale, almeno fino alla prossima seduta del Gran Consiglio della loro congrega, dove si sarebbero decise le linee guida da seguire. Gli stregoni non credevano realmente che Dazai avrebbe potuto minacciare Chuuya, in fondo non lo aveva attaccato una volta che il rosso gli aveva mostrato i suoi poteri. Però l’idea che quel giovane vampiro potesse essere l’Origine non li faceva dormire sonni tranquilli. Volevano vederci chiaro in quella storia.

Dall’altro lato dello schieramento, anche Dazai era stato costretto a ritirarsi da scuola. Odasaku aveva parlato con suo padre preoccupato per l’incolumità del cugino e così il capo famiglia aveva provveduto a rinchiudere il suo prezioso erede nelle sue stanze fino a data da destinarsi. In più era incuriosito dal fatto che un individuo di sesso maschile potesse aver ereditato i poteri di una strega. Forse avevano dopo millenni trovato la famosa Origine? Per il momento ad entrambi erano stati confiscati i cellulari e dal giorno in cui erano tornati dalla gita, non avevano più avuto modo né di vedersi né parlarsi.

Era una situazione ai limiti dell’assurdo.

Ogni fazione vedeva nell’altra una possibile minaccia. Come sempre, la paura verso ciò che non si comprende aveva preso il sopravvento sulla ragione. Per il momento le vittime di quella storia erano solo Dazai e Chuuya. Entrambi non capivano cosa avessero mai fatto di sbagliato, anche perché le rispettive famiglie sembrassero più preoccupate e concentrate sul trovare l’Origine che sul resto. Tipo la parte in cui si erano baciati. Era come se a nessuno importasse dei loro sentimenti. Nessuno aveva chiesto loro come si sentissero, venivano trattati da tutti come bambini che dovevano essere protetti e tenuti all’oscuro di ogni decisione, anche quelle che li riguardavano direttamente.

Chiuso nella sua stanza Chuuya continuava a pensare a Dazai e al fatto che desiderasse solo rivederlo. Gli mancava tutto di lui, persino le sue prese in giro e i suoi sorrisi di scherno. Avrebbe voluto dirgli che gli dispiaceva per la sua reazione, per averlo allontanato col suo potere, ma quel morso improvviso lo aveva spaventato. Era confuso il rosso, sia per i sentimenti che aveva iniziato a provare verso quel ragazzo sia per il fatto che Dazai si fosse rivelato essere un vampiro. Non era una situazione facile. Già era stato difficile accettare anche solo l’idea di provare qualcosa per quell’idiota, scoprire che appartenevano a fazioni opposte di una guerra millenaria non era d’aiuto.

Chuuya non sapeva cosa fare. Arthur e Paul avevano provato a rassicurarlo in ogni modo, sarebbe tornato a scuola una volta che la congrega avrebbe stabilito che fosse la soluzione migliore. Gli veniva solo che da ridere, non spettava a un gruppo di vecchie megere il compito di decidere per la sua vita. Loro non lo conoscevano nemmeno, come non conoscevano Dazai. Una parte di lui era certa che il vampiro non potesse essere l’Origine e prima o poi era sicuro che sarebbe riuscito a provarlo.

Dazai era inquieto. Rinchiuso nei sontuosi appartamenti della propria dimora non poteva fare a meno di pensare a Chuuya e allo sguardo deluso e preoccupato che gli aveva rivolto dopo averlo allontanato. Avrebbe voluto scusarsi, ma anche prenderlo nuovamente tra le sue braccia e concludere ciò che avevano iniziato in quella grotta. Anche se aveva l’aspetto di un sedicenne, il moro vantava già qualche secolo di vita, mai nessuno, nel corso di quella lunga esistenza gli aveva mai fatto battere il cuore come aveva fatto quel irascibile nanerottolo dai capelli rossi. Era stato amore, anzi odio a prima vista, c’era sempre stata quella scintilla tra loro che era esplosa all’improvviso e non c’era stato modo di fermarla.

Aveva sbagliato a confidarsi con Odasaku. Non avrebbe mai pensato che potesse tradirlo ma poteva capire il suo punto di vista. Si preoccupava per lui, lo faceva da quando erano piccoli, era una sorta di fratello maggiore che non aveva mai avuto. L’unica cosa che sfuggiva alla sua comprensione era il motivo di quella reclusione, perché volessero a tutti i costi allontanarlo dall’altro. Conosceva Chuuya, non era una minaccia, non lo era mai stato. Origine o meno. Dazai aveva solo voglia di rivederlo. A che serviva possedere una vita eterna se non la si poteva condividere con chi si amava?

Fu Oda ad intervenire in suo soccorso. Il moro era sempre più depresso e minacciava il suicidio un giorno si e l’altro pure, così si era offerto come intermediario per far recapitare i messaggi di Dazai a Chuuya. Ovviamente non poteva avvicinarsi all’abitazione dell’altro, anche lui era un vampiro purosangue e sicuramente vi erano incantesimi posti a protezione dell’edificio. Per questo era ricorso all’aiuto di una sua vecchia conoscenza.

Sakaguchi Ango era un suo compagno di studi in università. Oda amava la letteratura per cui ogni cinquant’anni decideva di iscriversi e frequentare qualche corso per appagare quella sete di sapere. Così aveva conosciuto Ango. Dopo un paio di disastrosi appuntamenti avevano deciso di comune accordo che per loro era meglio essere amici piuttosto che amanti così il loro rapporto si era evoluto in una splendida amicizia. Ango era un essere umano, non sapeva nulla di streghe, vampiri o dell’Origine. Per Oda rappresentava una ventata di normalità nel caos della sua esistenza. Non avrebbe mai voluto coinvolgerlo in quella situazione ma era veramente preoccupato per la salute sia fisica che mentale di Dazai. Così in qualche modo si erano improvvisati corrieri di quello scambio epistolare clandestino.

Chuuya e Dazai passavano le settimane in attesa di ricevere notizie l’uno dell’altro. Paradossalmente quella lontananza forzata non aveva fatto altro che consolidare il loro legame. Il moro una volta aveva scherzato sul fatto che loro fossero ormai diventati una versione moderna di Romeo e Giulietta. Chuuya aveva freddamente risposto:

“Se vuoi ucciderti fa pure ma non contare su di me”

Erano ormai trascorsi tre mesi da quando era iniziata quella situazione. Dazai non riuscendo più a trattenersi aveva proposto al rosso di incontrarsi.

Si diedero appuntamento in una zona poco frequentata, vicino al quartiere semi abbandonato di Suribachi. Mancavano pochi minuti alla mezzanotte, quando Chuuya, sentendo il suono dei primi rintocchi delle campane, volse lo sguardo verso l’orizzonte per incontrare la figura di Dazai. Poté notare con leggero fastidio come fosse cresciuto in altezza durante quei mesi di lontananza. Non disse nulla, il suo corpo si mosse ancor prima che la sua mente potesse formulare una qualche sorta di pensiero coerente. Si gettò tra le sue braccia alzando di poco il volto solo per baciarlo. Dazai era bellissimo e gli era mancato come l’aria. Non avrebbe mai creduto che quell’idiota potesse mancargli così tanto. In quel momento non gli importava di nulla, non c’erano streghe, vampiri o Origini, c’erano solo loro due, Dazai e Chuuya.

Il moro lo accolse tra le sue braccia e lo sollevò di peso. Era così leggero e così fragile. Ripresero a baciarsi sempre con maggiore foga e bisogno. Finalmente erano di nuovo insieme, sembrava troppo bello per essere vero. Come era successo mesi prima, in quella grotta, Dazai fece stendere Chuuya a terra iniziando a baciarlo e morderlo ovunque. Il rosso lo lasciò fare cercando goffamente di replicare quei gesti che lo stavano letteralmente mandando fuori di testa.

Solo la luna che faceva capolino da dietro le nuvole era testimone di quella passione che li aveva travolti e li stava pian piano divorando. In quella notte, celati al resto del mondo, due esseri che mai avrebbero dovuto unirsi finirono con il diventare una cosa sola.

***

Dazai fu il primo a parlare, mentre accarezzava distrattamente il fianco nudo di Chuuya steso accanto a lui;

“Ti amo”

Il rosso non rispose, si mise a cercare la sua camicia abbandonata poco distante provando inutilmente a coprirsi, facendo attenzione a non incontrare mai il suo sguardo;

“Sono una strega” furono le sue uniche parole. Dazai si fece più vicino.

“Non sono l’Origine o almeno, non credo di esserlo. So solo che nonostante io sia un maschio ho ereditato questi poteri. Sono una strega mi dispiace di non avertelo detto prima” Concluse. Il moro prese ad accarezzargli il volto, raccogliendo una lacrima che aveva iniziato a rigargli le guance;

“Io sono un vampiro, appartengo ad una famiglia di purosangue. Non so da cosa derivi la mia abilità, ma nemmeno io penso di essere l’Origine. Mi dispiace anche a me di non avertelo detto”

Restarono per qualche secondo in silenzio;

“E ora che si fa?” chiese titubante il rosso. Dazai prese una mano tra le sue prima di scoppiare a ridere;

“Se io non sono l’Origine e tu non lo sei allora chi è?” entrambi scoppiarono a ridere

“Non ne ho idea” rispose prima di baciarlo

“Spero che lo trovino presto così noi potremmo vivere in pace” aggiunse non appena le loro labbra si staccarono

Tornarono ancora ad amarsi nel silenzio della notte. Per tutto il mese successivo, solo le stelle e la luna furono testimoni a quei fugaci e segreti incontri. Fu proprio durante una di queste notti che venne concepita l’Origine.

Chuuya e Dazai, una strega e un vampiro, due esseri che mai avrebbero dovuto amarsi finirono con il portare l’Origine in questo mondo. La loro storia però non rappresenta che l’inizio, il primo atto di un mutamento molto più grande.

Gli ingranaggi del destino erano entrati in moto e la profezia si stava per compiere.

Da quel momento in poi nulla sarebbe più stato come prima.

 

 

 

  
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