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Autore: QueenMorningstar    17/03/2021    0 recensioni
Nebula corse rapida tra gli alberi, più velocemente ed agilmente di un essere umano. Il suo cuore le batteva forte e le gambe le facevano male, ma sapeva che se si fosse fermata sarebbe stata riportata in quel posto solitario
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nello spazio profondo viveva Nebula. Era quello la gente avrebbe chiamato una strega, ma non era una di quelle vecchie megere con il nasone adunco e le verruche che rapivano i bambini. Lei era una giovane ragazza dai capelli azzurri con le punte lilla e grandi occhi che variavano dal viola al blu. Viveva nella Nebulosa Occhio di Gatto e passava le sue giornate inseguendo le stelle, facendo magie e disegnando ciò che la sua fantasia le suggeriva. Un giorno stanca della solita routine decise di esplorare un po' lo spazio, così prese le sue cose e si mise in viaggio con la sua astronave lasciandosi alle spalle la sua nebulosa. Entrò nel sistema planetario di una stella gialla e una sensazione la spinse verso i pianeti interni. Rallentò meravigliata da ciò che si trovò davanti. Un pianeta azzurro e rigoglioso, pieno di energia. Atterrò in una radura, dove si creò una casetta modificando l'aspetto esteriore della sua astronave per mimetizzarsi con l'estetica del pianeta, quindi iniziò a vagare, rimanendo ipnotizzata dalle fronde degli alti alberi mosse da una leggera brezza, dalla delicata erba sotto i suoi piedi, le rocce, lo scrosciare dell'acqua di un torrente poco distante, il cinguettio e altri versi di creature a lei sconosciute... e poco oltre la fine del bosco, altre case... tante... e persone, simili a lei. Attratta da tutto ciò, entrò in contatto con gli esseri umani, cercando di imparare da loro. Passò mesi in quella radura andando ogni giorno in città. Ormai era come una del posto, conosceva tutti e tutti conoscevano lei. Adorava gli animali sopratutto quelli domestici, in particolare i gatti che iniziò ad accudire in cambio di una mancia, così da poter fare un'altra cosa che si scoprì adorare: shopping. Una mattina, la tranquillità di Nebula, intenta a sfamare i suoi amici felini, fu interrotta dall'atterraggio di un'astronave proprio davanti la sua casetta. Scese una rampa e tre individui in tuta spaziale, fucile blaster impugnato, la circondarono. "La festa è finita, Strega Nebula!" disse quello più grosso al centro con tono aggressivo e modificato dal casco. "Ora verrai con noi! E sarà meglio per te che non crei problemi!" Nebula non si scompose. Si girò con calma per guardarli. Sorrise dolcemente e con un gesto elegante creò una fitta siepe di rovi tra lei e quei brutti ceffi. Colpi di blaster partirono. La siepe si disintegrò sotto il fuoco dei colpi stordenti... ma della strega non c'era più traccia. Nebula corse rapida tra gli alberi, più velocemente ed agilmente di un essere umano. Il suo cuore le batteva forte e le gambe le facevano male, ma sapeva che se si fosse fermata sarebbe stata riportata lì, nella sua nebulosa solitaria, dove non c'erano i tanto amati gatti, gli uccelli, alberi, hobby ed esseri umani... la sua casa. Ormai quella nella radura era la sua casa, non sarebbe tornata indietro per nessuna ragione nell'universo! Trovò rifugio in una caverna, che trasformò in un vero e proprio bunker. Sapeva che quei tre erano ben addestrati, e le loro armi adatte a mettere ko una strega come lei, pur senza toglierle la vita. Non che sia così facile, pensò Nebula in un attimo di razionale coscienza di ciò che è. Colpi di blaster si infransero sul muro del bunker, facendogli perdere del materiale. Questa volta non erano colpi stordenti... "E così ti nascondi?" era di nuovo quello grosso a parlare "Sappiamo che sei lì dentro! Esci senza fare altri scherzi e rimetteremo i colpi stordenti, forse!" Lo sgherro alla sua destra venne lanciato in aria da una radice animata. Riuscì ad attutire la ricaduta solo grazie al suo addestramento e alla tuta rinforzata. "Così il gatto ha tirato fuori gli artigli!" sparò all'impazzata, prima contro il bunker, poi contro un'altra radice che stava per colpirlo, e un'altra ancora. L'intera foresta sembrò chiudersi attorno a loro, ma erano dei mercenari veterani, non si fecero sopraffare dal panico. Uno di loro, coperto dagli altri due, si tolse lo zaino e montò in una decina di secondi un blaster a ripetizione. Un rumore assordante e centiaia di rami e radici finirono in trucioli. Quell'arma era forte, più forte della magia che poteva usare in quel momento senza causare gravi conseguenze al pianeta... ma non poteva dargliela vinta. Nebula scì dal bunker, cercando di non attirare la loro attenzione. Chiuse gli occhi per concentrare il suo potere, ma fu interrotta dalla voce soffocata dei due sgherri che chiedevano aiuto, prima che i loro corpi cadessero al suolo senza vita. Tra di loro, una figura fatta di ombra con due occhi gialli carichi di calma rabbia. “Non distruggerete oltre il mio bosco” la voce risuonò nella testa del mercenario e della strega, come se l'ombra avesse parlato direttamente alle loro menti. "Qualunque cosa tu sia, non mi impedirai di portare a termine la missione!" il mercenario sparò con il blaster mirando dritto in mezzo a quegli occhi. I colpi andarono a segno, ma rimasero come sospesi nel corpo dell'ombra, fino a consumare completamente la loro energia e svanire, senza aver causato alcun danno. L' ombra posò lo sguardo sul mercenario. Le ossa delle sue mani andarono in frantumi. Il dolore lo fece cadere a terra assieme alla sua arma. Un rampicante crebbe sotto di lui all'improvviso, trapassandolo da parte a parte e sollevandolo da terra. Era giusto che fosse Nebula a dargli il colpo di grazia. La strega cadde in ginocchio sfiancata. L'ombra le si avvicinò. "Scusami... ho usato la tua foresta come arma, è colpa mia se l'hanno attaccata. Non mi farai del male vero?” L'ombra prese la forma di un tenero gatto nero, sotto gli occhi stupefatti della ragazza. "Miao!" miagolò il gatto guardandola negli occhi, questa volta con voce reale. “lo prendo come un no” disse lei con un debole sorriso. Pur consapevole della potente creatura che si celava in quella forma felina, Nebula non resistette dal prenderlo in braccio e coccolarlo. Il gatto iniziò a fare le fusa. Lo guardò di nuovo negli occhi. "Posso chiamarti Vlad? Hai il muso da Vlad!" gli chiese felice. Il gatto miagolò di risposta, e per Nebula quello era un sì! Per ripagarlo del suo affetto, Nebula decise di riparare la sua foresta. Ci vollero diverse ore, ma alla fine tutto tornò come prima... tranne che un albero davanti alla caverna, come macabro monito per altri futuri fastidi. "Ora andiamo a fare la pappa!" disse soddisfatta, facendosi seguire dal gatto in mezzo alla foresta fino a casa e da allora dove c'era uno c'era anche l'altro.
   
 
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