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Autore: crazy lion    17/03/2021    0 recensioni
[Cross-over Taylor Swift/Katy Perry]
Taylor è a casa e si sta rilassando, quando riceve una telefonata dalla sua amica Katy Perry che le chiede un favore.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Taylor Swift
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Baby-sitter

 
Taylor era a casa. Fuori pioveva e la ragazza stava guardando la televisione con i suoi quattro gatti sdraiati accanto a lei sul divano. A un certo punto, il suono del telefono interruppe la quiete di quel momento.
"Chi accidenti è?" si lamentò la ragazza, alzandosi controvoglia. "Pronto?"
"Taylor, ciao, sono Katy."
Un sorriso comparve subito sul volto della cantante.
"Ciao!" esclamò, felice di sentirla. "Come stai?"
"Bene grazie, e tu?"
“Tutto a posto.”
Lei e Katy Perry erano amiche da molto tempo e, nonostnate qualche diverbio in passato, ora erano tornate in buoni rapporti.
"E la piccola?"
“È a proposito di lei che ti chiamo."
La cantante non sembrava agitata o disperata, ma Taylor si preoccupò.
"È successo qualcosa?"
"No no, devo solo chiederti un favore. Orlando è a casa di amici e io mi ero dimenticata che dovevo uscire con un'amica a fare un giro per negozi, ma piove e non me la sento di portare Daisy conb me, si stancherebbe. Me la terresti per un'ora?"
Taylor si prese qualche secondo per riflettere. Non si era mai occupata di un bambino piccolo, non ne sapeva molto.
"Ti porterò tutto io, non preoccuparti. Ti prego, Tay!"
La ragazza decise di ignorare i suoi timori.
"Va bene, ma sarà la prima volta, non so se ne sono all'altezza."
"Andrai benissimo, tranquilla. Te la porto fra un quarto d'ora."
La telefonata si interruppe poco dopo e Taylor prese a girare per casa senza sapere cosa fare. E se avesse sbagliato qualcosa? E se non fosse stata abbastanza brava?
"Ce la farò?" chiese ai gatti, che la guardarono senza fiatare. "Grazie per il supporto" disse, ironica.
Quando il campanello suonò, si precipitò ad aprire. Dopo i saluti, Katy le lasciò la bambina che in quel momento era sveglia e nel passeggino. Era aprile e aveva compiuto otto mesi da poco.
"Ti ho portato i pannolini e le salviettine umidificate. Le ho già dato il latte per merenda, quindi è a posto, ma se dovesse avere ancora fame qui c'è della frutta omogeneizzata."
"Perfetto, grazie."
"Ci sono anche dei giocattoli, in questa borsa" le disse, consegnandogliela.
In realtà si trattava di uno zainetto a forma di coccinella, rosa e molto carino.
"È tutto, te la caverai. Ciao piccola!" Prese in braccio la sua bambina, la riempì di baci e di coccole e poi la rimise nel passeggino. "Ci vediamo più tardi, Tay, e grazie."
"Figurati, lo faccio volentieri. A dopo."
Quando Katy uscì, Daisy scoppiò a piangere disperata.
"Tranquilla, tesoro, non fare così." Taylor le mostrò il peluche di un elefantino. "Voglio fare amicizia con te, posso?" chiese, facendo una voce in falsetto e solleticando la pancia della bambina con la proboscide dell'animale.
Lei smise subito di lamentarsi e scoppiiò a ridere. La sua risata era argentina, gli occhi e il viso si illuminavano. Taylor si ritrovò ad adorare quel suono stupendo, che le apriva il volto in sorrisi sempre più grandi. La piccola era avvolta in una copertina leggera. Taylor la prese in braccio e la sdraiò sul divano, rimanendole accanto. I gatti si erano spostati, sdraiandosi ognuno nella sua cuccia. Daisy sbadigliò.
"Hai sonno?"
La piccola si stiracchiò ed alzò e abbassò le gambe per quanto la coperta glielo permetteva, poi batté le mani l'una contro l'altra. Tanto per fare, Taylor la imitò in quel secondo gesto.
I bambini mi rendono scema.
"Ma chi se ne importa?" disse ad alta voce..
"Ih?" rispose LA bambina, anche se la sua pareva più una domanda, un'imitazione di ciò che lei aveva pronunciato, che la fece sorridere.
"Hai ragione, Daisy, non deve importare a nessuno."
La piccola calciò via le coperte e gridò con tutta la forza che aveva.
"Che c'è?"
Prese una ciocca di capelli di Taylor fra le mani e la tirò forte.
"Ahi!"
La ragazza non la liberò, lasciò che si divertisse a spostarle i capelli mentre continuava a ridacchiare. I bambini sapevano essere così teneri!
"Se non piovesse ti porterei a fare una passeggiata" disse, "ma dovremo accontentarci di stare qui."
La bimba si girò e si alzò su braccia e gambe, volendo gattonare.
"No, aspetta, ti metto per terra."
I bambini imparano a gattonare fra gli otto e i nove mesi, Taylor lo sapeva, l'aveva letto non ricordava dove, ma non credeva che Daisy ne fosse già in grado. La posò sul tappeto e lasiò che esplorasse l'ambiente, continuando a tenerla d'occhio.
"Ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah" diceva la bambina, che ora gattonava sul pavimento. Mise le mani in bocca, ma le tirò fuori subito, poi si avvicinò alla cuccia di Meredith.
"No, Daisy."
Taylor le fu subito accanto e la prese in braccio. Non voleva che toccasse i gatti perché non aveva chiesto a Katy il permesso di farglieli accarezzare e poi la riteneva troppo piccola. Se la bambina avesse usato troppa forza Meredith o gli altri si sarebbero potuti arrabbiare, graffiandola o mordendola. La bambina scalciò e si lamentò, ma Taylor non mollò la presa. Daisy scoppiò di nuovo a piangere. La ragazza provò a farla giocare con un altro peluche e a cantarle una canzone, ma non servì a niente.
"Hai fame?" La portò in cucina e, tenendola sulle gambe, le diede la frutta. "C'è un'ape che arriva!"
Imitò il ronzio di quell'insetto facendo sorridere la bambina e le mise in bocca il primo cucchiaio. La piccola tuffò una manina nel vasetto e si sporcò, ma Taylor riuscì a pulirla prima che si sbrodolasse il vestitino.
"Piccola monella!"
Dopo la merenda e un po' d'acqua che Taylor le diede con il biberon che Katy le aveva comunque portato, le due tornarono in salotto. In quel momento suonò il campanello.
"Andiamo a vedere se è tornata la mamma."
Ma era Joe, che quando entrò chiese a Taylor cosa stava succedendo. Lei gli disse tutto.
"Oh, allora qui abbiamo una piccola principessa di cui prenderci cura."
"Già. Che cosa vuoi fare, amore? Giocare?"
Lei lanciò gambe e braccia in aria e gridò per cinque minuti buoni, coprendo il suono della pioggia.
"È bello sentire la voce di un bambino, qui dentro. Porta allegria" commentò Joe, mentre guardava Daisy dimenarsi fra le braccia di Taylor. "Sembri proprio una mamma."
"Dici? Non sono così brava."
"Sì invece."
Lei sorrise.
"Grazie, allora. Vuoi prenderla in braccio?"
"E se le faccio male?"
"Avanti, non succederà niente."
Taylor gliela passò e lei iniziò a sfiorare la barba di Joe, che l'uomo non si era ancora tagliato. Lui sorrise.
"È curiosa."
"Molto. Ma è normale, alla sua età."
Lui le fece il solletico ai fianchi e Daisy si divertì un mondo, poi volle scendere e riprese a gattonare.
"Adesso ti prendo!"
Joe si mise carponi e si lanciò all'inseguimento della bambina, fingendo di non riuscire ad acchiapparla. Taylor, intanto, rideva e li filmava.
"Siete bellissimi!" esclamò.
La piccina si aggrappò ai pantaloni della ragazza per essere sollevata di nuovo.
"Uah, eh!" disse, prima che la giovane la prendesse.
"Eccoci. Ehm, Joe?"
"Sì?"
Lui si alzò da terra e le sorrise, divertito.
"Credo che abbia bisogno di essere cambiata."
La distesero sul letto di Taylor con un asciugamano sotto.
"E adesso?" chiese lei.
"Penso che bisogni staccare le alette, prima di tutto."
Lo fecero insieme, poi tolsero il pannolino sporco e Joe andò a buttarlo, mentre Taylor ripuliva la bambina. Per farla divertire, l'uomo le mostrò un giocattolo che dondolò avanti e indietro per distrarla. Funzionò, perché la piccola guardò quello e quasi non si accorse che Taylor la stava cambiando. Non fu facile, era la prima volta che la ragazza cambiava un pannolino a un bambino, ma con un po' di aiuto da parte del fidanzato ne fu in grado.
"Fatto, piccola. Sei stata bravissima."
Poco dopo, la bambina si addormentò fra le braccia di Taylor. I due rimasero a guardarla.
"Come dorme! È meravigliosa" mormorò lui.
"Già. Magari potremo avere anche noi un bambino, un giorno."
"Mi piacerebbe tanto, amore."
Lui la baciò su una guancia e lei ricambiò.
In quel momento arrivò Katy.
"Come siete riusciti a farla addormentare? Di solito sta sveglia tutto il pomeriggio."
"Abbiamo giocato e si è divertita un sacco" spiegò Taylor.
"Ne sono felice."
Poco dopo la ragazza se ne andò con la sua bambina.
"Non sono stato tanto con lei, ma mi sono divertito."
"Sì, anch'io. È bello avere bambini in casa."
In quel momento i gatti si svegliarono e andarono alla ricerca di coccole. Joe e Taylor furono lì per questo e li accontentarono. Mentre li accarezzavano e parlavano loro con dolcezza, ripensarono a quanto si erano inteneriti rimanendo con Daisy e sorrisero. Era stato proprio un bel pomeriggio.
   
 
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