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Autore: Merry brandybuck    17/03/2021    1 recensioni
Maglor sta preparando la colazione, ma sente che c’è qualcosa che non va; non ha idea di ciò che sta per fare Maedhros e che certamente gli farà del male...
Breve racconto di un suicidio
Genere: Dark, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fëanor, Figli di Fëanor, Maedhros, Maglor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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“Home: a place where I can go…”

 

Maglor si stava fasciando le mani: la pomata gli sfrigolava nelle piaghe e la pelle annerita gli faceva impressione, soprattutto pensando a quando era ancora candida. Strinse i denti e tirò la benda; la fissò al parabraccio e si mise a preparare la colazione, con sguardo sdegnato: quel simbolo, la stella a otto punte, che si trovava su tutti i suoi vestiti gli dava il voltastomaco e non lo faceva dormire. Degli otto uomini della casata di Fëanor ne erano rimasti due e nemmeno nelle migliori delle condizioni possibili: loro padre era solo uno stupido, arrogante, presuntuoso che li aveva mandati tutti al macello senza nemmeno un ripensamento o un minimo di riconoscenza…ma rimaneva comunque il suo babbo; non poteva piangersi addosso proprio adesso, non ora che aveva due figli di cui doveva prendersi cura. Scaldò le lembas stando attento a non fare troppo casino e svegliare i gemelli che stavano dormendo nella tenda accanto insieme a Nelyafinwe; il ramato aveva accudito sin dalla morte del genitore sia lui che i suoi fratellini e, anche se ci aveva rimesso la reputazione, la mano, la sua vita personale e un miliardo di altre cose, aveva continuato a perseguire la via del Giuramento: si meritava certamente qualche coccola. Dopo l’ultima lotta contro il messaggero dei Valar, il maggiore era sempre più stanco di vivere ma non sembrava volerlo lasciare solo ( con sua enorme gioia): non sarebbe riuscito a resistere nel caso lo avesse abbandonato; l’acqua nel pentolino si mise a bollire e buttò le erbe. Erano passati tanti anni da quando avevano trovato i bambini e la sua vita era nettamente migliorata: quelle due piccole pesti, ormai erano diventati due Mezzelfi adulti, lo avevano fatto sentire un eroe sin dal primo giorno che lo avevano visto; ogni volta che avevano paura venivano a nascondersi dietro alle sue gonne* e lui si sentiva un colosso. Bah beh, non aveva più tempo per rimuginare: la colazione era pronta. Strinse le dita sulle tazze e una fitta di dolore gli prese i palmi; doveva stare molto più attento se non voleva ululare dal male, quindi prese con delicatezza i quattro piatti, li riempì di cibo, li posò sul vassoio e si avviò verso l’altra tenda.

 

Spostò un lembo dell’entrata e si avvicinò al letto felicemente: le pietanze caddero in terra facendo un canaio assordante. Russo era sparito e le sue poche cose insieme a lui. Era stato così silenzioso che i loro protetti erano ancora abbracciati e dormienti nel giaciglio, avvolti nelle coperte; non vi erano delle tracce evidenti del passaggio del primogenito, ma Makalaurë sapeva perfettamente dove cercare: sin da quando era piccolo a suo fratello piacevano le montagne e l’unica che c’era lì nei paraggi era una cima che dava sopra una voragine infuocata. Si mise a correre a perdifiato, i capelli sciolti frusciavano dietro le sue spalle, le lacrime che gli scorrevano copiose sulle gote e le gambe che bruciavano dallo sforzo; varie volte inciampò in alcuni sassi e dovette mettere le braccia in avanti per non battere il viso in terra: si rialzava sempre cercando di andare più veloce e raggiungere la vetta prima che fosse troppo tardi. Sudato marcio e tutto sporco di polvere giunse alla sua meta e finalmente lo vide: Maedhros era lì in piedi sul ciglio del precipizio, in controluce, la sua figura avvolta nella folta chioma ricciola; nell’unica mano che gli restava stringeva il Silmaril e imbracciava un oggetto d’avorio, mentre i segni che portava in faccia rilucevano tetri. Si accorse della sua presenza e si voltò completamente in sua direzione: “ Mae, rimani immobile dove sei !” il fratello sorrise amaramente “ Mag, io sto solo tornando a casa…” l’esasperazione prese la mente del minore: “ Stai farneticando; torna indietro, ti prego !” “ No: casa è quel posto dove posso togliermi questo dalle spalle” rispose mostrandogli l’agognato artefatto “ Casa è quel posto dove si sta tutti insieme !” “ Taci ! La maledizione di Mandos si è avverata: la nostra stirpe si è estinta, non ci rimane più nulla da fare se non andarcene in grande stile” disse con tono grosso; il corvino era spaventato: non aveva mai alzato la voce con lui. “ Ci sono ancora Elrond ed Elros; anche Celebrimbor è in vita” “ Quei due non sono figli miei ! Nostro nipote ci ha disconosciuto; i ragazzi sono identici Eluréd e Elurín. Te li ricordi ? Rammenti quando li abbiamo cercati per tre giorni e poi ci siamo arresi ? E cosa disse Curufin ? Non sono i tuoi bambini, non ti preoccupare ! E solo ora gli do ascolto: lui aveva ragione…” Kanafinwe non sapeva più cosa ribattere: “ Maitimo non mi lasciare solo, ti supplico” quello rise “ Se davvero vuoi rimanere insieme a noi per sempre vieni con me; ti prometto che non ti farà alcun male…” “ Perché lo fai ? Spiegamelo” “ Non ho trovato una cura alla malattia o alla solitudine, perciò me ne vado; ho già speso troppo tempo: torno dai nostri cari” e detto ciò diede un bacio al teschio di Fingon che stringeva al petto. Neanche il tempo di fare un passo in avanti che il ramato si lasciò andare all’indietro: il moro assistette impotente alla sua caduta; le ultime parole che sentì furono: “ Se vuoi vedermi ancora segui l’Unica Via…”.

 

Cadde a bocconi sul terreno,prese ad urlare e a contorcersi, piangendo e ululando; l’immagine del fuoco che aveva divorato Nelya gli obnubilava la capacità di ragionare: provò a serrare le palpebre per scacciare la visione. Non l’avesse mai fatto.

 

...Davanti ai suoi occhi suo padre era sdraiato tra le braccia dei suoi fratelli; gli occhi pesti, la spada conficcata nel petto e il corpo martoriato “ Figli miei, vi amo tantissimo; vorrei vedere l’alba un’ultima volta prima di morire” Lo portarono con delicatezza sull’altura che si ergeva sopra il fiordo di Drengis; quando furono a destinazione l’Elfo tirò un sospiro: quelli che lo sorreggevano lo sentirono fremere e il suo grido suonò per tutti i Monti Eccheggianti… 

… Findekano giaceva con il cranio sulle ginocchia di Maedhros; erano arrivati tardi ed ormai non c’era più nulla da fare: non gli restava che aspettare che perisse nel frattempo che lo confortavano. Il fulvo continuava a baciarlo sulle labbra e quello metteva tutte le forze restanti in quelle romantiche effusioni: quando emise l’ultimo respiro, il compagno si mise ad inveire contro i Valar e a lui non rimaneva che intonare un canto che avrebbe accompagnato l’anima in un posto migliore...

… Celegorm giaceva steso in terra col costato sanguinante; Dior era in fianco a lui nelle stesse condizioni. Il biondo gli tese una mano “ Fratellone, canta per me che supplico ai tuoi piedi: fammi sentire di nuovo la tua voce incantevole” gli chiese tra tremori; congiunse le mani sul petto e spirò mentre si godeva la melodia…

… Caranthir saltellava con incredibile agilità e colpiva molti avversari; tutt’a un tratto voltò gli occhi all’indietro e cadde in terra: una dardo avvelenato era conficcato nella sua schiena e lo aveva centrato in pieno. Un infame era appostato e lo aveva ammazzato senza che potesse difendersi; gli cadde in braccio e lo strinse in seno: anche lui era andato nelle aule di Mandos… 

… Curufin era steso con il capo poggiato contro una roccia e il respiro mozzato; una freccia lo aveva centrato in pieno e il polmone era andato. Non la smetteva di abbracciare i parenti che gli erano in fianco: tremava e balbettava; non riusciva più a parlare normalmente e gli altri avevano intuito che la fine era vicina. La mandibola gli scivolò e la bocca si contrasse in un ultima smorfia di agonia: “ Padre ! Perdonami per non aver obbedito al tuo comando; i miei fratelli finiranno il lavoro” dipartì guardando verso il cielo, come non aveva mai fatto prima… 

… Amras era in mezzo alla calca e combatteva con furore; Amrod saltava da un merlo del bastione all’altro e batteva tutti con la sua scaltrezza: nulla poteva fermarli. O quasi. Il minore era con la daga levata quando un traditore lo trafisse con una lancia; cadde a terra, ferito a morte. Il gemello, ancora illeso, sentì una profonda fitta di dolore e iniziò a stingersi gli arti, divincolarsi, ululare, perdere l’equilibrio e infine accasciarsi; dalla sua posizione instabile fece un volo di quasi trenta metri e si schiantò in mezzo al cortile: era forte ma non sarebbe sopravvissuto. A fine battaglia i loro cadaveri vennero portati in un posto tranquillo e seppelliti col massimo degli onori; appena prima di interrarli riuscì a guardare i loro volti per un’ultima volta: sorridevano contenti, come quando da bambini giocavano nelle terre di Aman. Anche loro se ne erano andati; ora erano, a tutti gli effetti, i suoi angioletti…

 

… Le anime semitrasparenti dei suoi sei fratelli gli erano davanti e lo guardavano con aria serena; tutti insieme alzarono una mano e lo salutarono, per poi voltarsi verso l’oscurità: provò a correre in avanti per raggiungerli, ma non ci riusciva, erano troppo veloci. “ Aspettatemi !” Non lo udivano; continuavano imperterriti il loro cammino “ Non lasciatemi qui ! Vi prego !” urlò, ma loro nulla. Quando il buio li inghiottì, si ritrovò solo, abbandonato da tutti e da tutto; si mise a gemere e a singhiozzare: mentre tirava su col naso e sentiva solamente il dolore vide una luce. Desiderò crepare all’istante e riuscì solo a chiedere pietosamente, senza l’orgoglio che caratterizzava la sua casata,...

 

...“ Qualcuno mi porti a casa…” 

 

La tana della scrittrice 

Hey ! Come va ? Buon giorno di San Patrizio a tutti ! Il solo asterisco che c’è è per l’espressione “ dietro alle gonne”: significa stare/ nascondersi sempre dietro alle gambe di qualcuno; la canzone contenuta in questa fan fiction è “ Home” di Machine Gun Kelly, X Ambassador and Bebe Rexha. Anyway, oggi mi sentivo in vena di esprimere dolore e morte ( non so minimamente perché). Ditemi che ne pensate del mio lato Mandossiano OSCURO; mi scuso per eventuali errori nel testo o se non è stato di vostro gradimento, saluti e baci hobbit 

Sempre vostro 

 

Merry 

   
 
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