“Non sono niente di che: li batteremo senza problemi.”
Ryoma Hino, spavaldo, infila deciso la maglietta della squadra. Gli altri cinque ridacchiano.
“È questo l’intento, o no?” latra Yamada, unendosi al tono un po’ troppo strafottente di Ryoma. “Stracciarli e farli cacciare!”
Un punto di orgoglio si muove nel petto del ragazzo in disparte.
“Non dovreste sottovalutarli.” sibila a denti stretti, mentre si allaccia gli scarpini.
Poi si dà mentalmente dell’idiota patentato. È esattamente per quello che sono lì, no? Rafforzare la Nazionale. Renderla pronta per il World Youth.
Sugimoto raggiunge il compagno, si siede vicino a lui e gli molla un pugno sulla spalla.
“Hey, kohai, che non ti venga in mente di andarci leggero con i tuoi ex compagni di squadra.”
Urabe alza gli occhi al cielo, mentre il compagno gli passa il braccio dietro le spalle e lo stringe a sé, sornione.
Il ragazzo si divincola, un po’ infastidito, e appena riesce a liberarsi dalla stretta gli fa una linguaccia, stando allo scherzo.
Takashi gli molla una gomitata, questa volta più delicato e soprattutto più serio in volto.
“Scherzi a parte, come stai? Tutto okay?”
Hanji sospira. In realtà non sa nemmeno lui come sta. Essere additato come traditore gli sembrava un giusto pegno per far migliorare la Nazionale Under 19, ma adesso che finalmente è arrivato il momento di “entrare in scena” non è sicuro di riuscire a portare avanti la recita come dovrebbe.
Si alza in piedi, deciso.
“Sto bene. So perché lo faccio e sono pronto a farlo. Diamo loro una lezione. Massacriamoli. Si rialzeranno come delle fenici.”
Sugimoto gli sorride, complice.
“Questo è lo spirito. Non importa cosa penseranno, tu lo stai facendo per loro!”
Senza lasciargli tempo di rispondere, si avvia verso il campo, raggiungendo gli altri usciti poco prima.
Urabe rimane indietro. Un altro momento, solo uno, per entrare di più nella parte. È semplice: basta pensare che tutti abbiano l’espressione da scimmia di Ishizaki.
Il pensiero gli strappa un sorriso, che veloce tramuta in ghigno: la reazione di Ryo è il secondo motivo che lo ha spinto a entrare nella RJ7: poterlo provocare senza doversi trattenere, affrontarlo in campo, mostrargli quanto è migliorato e quanto adesso giochi meglio di lui.
Risvegliare quella rivalità che nasconde lealtà, che sprona a dare il meglio, sempre e comunque, che si crea solo con le persone più fidate.
Sì, sfrutterà questo elemento per far migliorare i suoi compagni, non solo Ryo. Per questa lealtà che unisce tutti loro. Sfidarli, provocarli, renderli ancora più forti.
“Urabe! Smettila di farti bello e corri in campo, aspettiamo solo te!” La voce di Minato Gamo sbraita impaziente, richiamandolo all’ordine. Hanji si scuote e corre fuori. Sul suo viso un’espressione che non lascia dubbi: non mostrerà nessuna pietà.
Lo farà per loro.
Per il gruppetto della sua Nankatsu che è arrivato in Nazionale e per tutta la Generazione d’Oro.
Per loro, che ce la devono fare.
Avranno il suo aiuto, il suo appoggio. In qualunque modo sia necessario.

Angolino di May.
Flashfic nata da un’idea che mi è venuta senza un perché preciso, se non che il World Youth è il mio arco preferito e Hanji Urabe nella RJ7 aveva sconvolto la piccola me di appena dieci anni. Tato lui, ho sempre immaginato che la sua strafottenza fosse una corazza. La smetto, scusate, torno nel mio buco del blocco dello scrittore, che ormai ci ho preso residenza fissa.
Prima però, come sempre ringrazio Melanto per la sua disponibilità a betare le mie cavolate, e Sacchan e Sissi per supportarmi e sopportarmi tutti i giorni… Senza la risoluzione della timeline questa storia non mi sarebbe mai venuto in mente, sappiatelo. Vi voglio bene.
E grazie a chiunque sia arrivato alla fine di questo delirio.
Mata ne