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Autore: cipi1988    18/03/2021    1 recensioni
Quando perdo il controllo delle mie mani
le riscopro fra il monte protruso delle tue scapole,
nell'ombra scura che si disegna
mentre stiri le braccia al mattino.
Quando perdo il controllo delle mie mani,
le osservo prender vita indisciplinate,
affamate, assetate,
scavare curiose
fra la collana di perle che son le tue vertebre.
Quando perdo il controllo delle mie mani,
le lascio colare sulle tue spalle
assieme agli occhi ed alle parole,
fra le labbra che in una fessura
sussurrano ''spalle'',
''clavicole'',
''amore''.
Quando perdo il controllo delle mie mani,
mi scordo le dita nel cono di luce dei tuoi capelli,
geometrie complesse nel mezzo dei ciuffi,
ne arriccio qualcuno fin sopra ad un'unghia
e lo lascio rimbalzare nell'aria al mattino.
Quando dormirai stanotte,
distante dal quel punto sul mio petto che chiami cuscino,
in quell'ansa di freddo che precede il buio umido
delle tue palpebre stanche,
ricorda che ti ho rubato un respiro,
lo conservo nel cuore,
un dì che ho perso il controllo delle mie mani
per ritrovarle poco dopo dentro le tue.
Genere: Introspettivo, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando perdo il controllo delle mie mani
le riscopro fra il monte protruso delle tue scapole,
nell'ombra scura che si disegna
mentre stiri le braccia al mattino.
Quando perdo il controllo delle mie mani,
le osservo prender vita indisciplinate,
affamate, assetate,
scavare curiose
fra la collana di perle che son le tue vertebre.
Quando perdo il controllo delle mie mani,
le lascio colare sulle tue spalle
assieme agli occhi ed alle parole,
fra le labbra che in una fessura
sussurrano ''spalle'',
''clavicole'',
''amore''.
Quando perdo il controllo delle mie mani,
mi scordo le dita nel cono di luce dei tuoi capelli,
geometrie complesse nel mezzo dei ciuffi,
ne arriccio qualcuno fin sopra ad un'unghia
e lo lascio rimbalzare nell'aria al mattino.
Quando dormirai stanotte,
distante dal quel punto sul mio petto che chiami cuscino,
in quell'ansa di freddo che precede il buio umido
delle tue palpebre stanche,
ricorda che ti ho rubato un respiro,
lo conservo nel cuore,
un dì che ho perso il controllo delle mie mani
per ritrovarle poco dopo dentro le tue.
   
 
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