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Autore: Princess_Glaceon    19/03/2021    1 recensioni
Ciao! Buongiorno a tutti. Non ho avuto molta ispirazione per il contesto di questa storia, comunque spero che vi piaccia comunque.
Sono nuova qui quindi mi farebbe piacere se mi facessi notare eventuali errori nel mio modo di scrivere.
Capitolo II
"Non mi fece diventare rossa il fatto che mi stesse così vicino, anche se di certo non aiutava, ma più il suo tocco, che era morbido, nonostante vivesse nella foresta"
Abbracci
Glacy
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Rose, Blaze the Cat, Cream the Rabbit, Miles Tails Prower, Sonic the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel palazzo reale, quel giorno, c’era un frastuono mille volte più forte del normale casino che si creava quando era pieno di persone che parlavano, di affari o di qualsiasi cosa patetica di cui parlassero i grandi, che non capivo quando ero piccola. Questo interminabile casino, era dovuto al mio compleanno, il compleanno della piccola principessa Amy.
Il re, mio padre, correva da una parte all’altra per controllare i preparativi  fatti dalla servitù, che nonostante fossero tanti, si stavano facendo in quattro per completare tutte le decorazioni prima di mezzogiorno. Non c’erano solo le decorazioni da preparare, ma anche i dolci e il pranzo e la cena e la lucidatura di soffitti, pavimenti e muri e le pulizie in generale, e purtroppo, anche tutti quegli infiniti ospiti. Tutti quegli ospiti… Vabbè, che importa? Tanto è il mio compleanno, e sono io che mi annoio, ma… se sarò regina, non posso pensare solo a me, giusto?
Non so come facevo a stare chiusa tutto il giorno dentro camera mia a giocare con le bambole e cose del genere, ma tanto io sapevo che per forza stava succedendo qualcosa, e casualmente il giorno del mio compleanno ma, sono solo dettagli, perché, come ho già detto, c’era un frastuono infinito e non c’era un singolo servo che puliva dove avevo appena camminato o dove avevo appena mangiato qualcosa, e poi, se fosse stato solo un contrattempo comunque ci sarebbero stati come minimo 1000 servi a girare in cerca della più piccola, piccolissima imperfezione nella mia camera da letto, che, modestamente, era grande circa come una casa. Non so dove l’abbiano trovato un architetto che avesse tanto tempo da perdere in un castello così grande. Poi, alla faccia della democrazia che ci insegnano a scuola “Dobbiamo trattarci tutti bene, e dobbiamo prendere insieme le decisioni” , ma poi il nostro paese è una monarchia.
Allora, per tutto il giorno rimuginavo su queste cose patetiche e passavo la giornata. Ovviamente, dopo un po’ mi annoiavo con tutte quelle parole, e quindi giocavo a fare sdolcinate storie d’amore con le bambole, insomma, facevo lì per lì tutto quello che facevano le bambine solite.
Quel speciale anno, quello dove inizia la mia storia, successe una cosa super speciale.
Verso le dieci, mio padre venne a bussare le porta.
“Amy cara, sai che giorno è oggi?”
Mi chiese dolce dietro la soglia
“Sì, come dimenticarlo. Oggi è il mio compleanno.”
Gli risposi io, con un aria tra l’indifferente e curiosa
Lui annui e poi disse
“Potresti venire fuori un attimo?”
Io ho aperto la porta e sono uscita
“Che c’è?”
Gli chiesi io con fare un pochino sbrigativo
“Bè, visto che oggi compi già 10 anni, volevo mandare qualcuno a prendere dei fiori, solo per questa occasione speciale
Se a qualcuno può sembrare strana questa cosa di non avere neanche una singola, innocua piantina in un enorme castello, una di questi qualcuno sono io.
A mio padre infatti non piacciono le piante, e la cosa peggiore è che non so perché! Quindi, se potesse, farebbe incendiare la foresta in cui è immerso il suo castello, ma non lo fa perché se lo facesse, la gente comincerebbe a lamentarsi e così via, per portare un vero caos. Così, per le occasioni speciali, che capitano pochissime volte, manda qualcuno a prendere dei fiori.
Così, stava osservando dall’alto al basso ogni persona in quella stanza per mandarla a prenderli.
“Posso andare io a prendere i fiori?”
Gli chiesi poi, perché insomma: stare chiusa tutto il giorno in camera durante il mio compleanno? Neanche per idea. Non per un altro anno ancora.
Mio padre mi fissò un paio di secondi, poi rispose bruscamente
“NEANCHE PER SOGNO! Sai quanti pericoli ci sono? Ci sono gli animali selvatici, la piante pericolose, e soprattutto quei ladri senza scrupolo che rubano senza pietà! Neanche per sogno!”
Io sbuffai
“Maddai, quanti problemi che ti fai! Se ci sono davvero questi ladri di cui tutti hanno tanta paura, basta che non si capisca che sono un principessa. Non dovrò mica portarmi dietro tutto il corteo. Molto semplice”
Il re sospirò.
“E va bene. Ma non allontanarti troppo, torna prima del crepuscolo e, soprattutto, SE VEDI QUALCUNO DI SOSPETTO allontanati subito. Intesi?”
“Intensissimo!”
Gli feci un mega sorriso e filai in camera mia per cambiarmi. Un vestito modesto? Come faccio a trovare un vestito modesto se sono una principessa?
Ok alloooora… una mini mini gonna, perché insomma, nella foresta con una gonna lunga? Non credo. Un maglione, delle scarpette e delle calze. Bè, il meglio che potevo fare.
Quando stavo per uscire, mi diedi una piccola occhiata allo specchio, e mi accorsi di una piccola cosa: cosa ci faceva sulla mia testa la corona? Presi la piccola coroncina  dorata e la poggiai sul cuscino sopra il comodino, riservato solo e soltanto alla corona.  Perché dare così tanta importanza ad un oggetto qualunque?
Presi un cesto e uscii. Non sapevo esattamente dove andare, ma sapevo che quel posto era così pieno di fiori che ormai ne cadevano dal cielo. Un altro motivo per cui la popolazione comprava fiori a basso prezzo.


 
   
 
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