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Autore: reggina    20/03/2021    2 recensioni
"Le cicatrici sono ciò che il mondo ha deciso di far vedere di me. Un tatuaggio sarà quello che io vorrò far vedere al mondo"
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola storiella senza troppe pretese, forse leggermente OOC, nata con l'intento di regalare qualche sorriso. Dedicata alla mia insostituibile amica Amily Ross: questo è il mio regalo di compleanno per te, darling !🎁

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Julian sprofonda comodamente sulla poltroncina in stile vittoriano e accavalla le gambe nella posizione a quattro : caviglia destra poggiata sul ginocchio sinistro in una posa poco regale, ed un sorriso rilassato, con la bocca semiaperta, a testimoniare la totale determinazione ad andare fino in fondo.

Si sente a proprio agio in questo spazio confortevole reso accattivante dalle cornici barocche dalle finiture dorate che adornano specchi di molteplici dimensioni, dai quadri di design dai colori soft che si mixano con armonia ai materiali che rimandano alla natura quali effetti legno e finiture in pietra.

Philip, invece, si sente un pesce fuor d'acqua.

Per lui entrare nella testa di un tatuatore è praticamente impossibile.

Sarebbe come tuffarsi in una piscina olimpionica riempita con tutti i colori del mondo e cercare di estrarre la tonalità che serve in quel momento.

Anche se apprezza il fatto che il proprietario del tattoo shop non abbia trasformato l'ambiente in uno stanzone sterile, che sarebbe stato molto più simile ad una corsia d'ospedale che ad un spazio finalizzato a creazioni artistiche, il ragazzo cresciuto nella natura selvaggia dell'Hokkaido trova davvero brutti quei pannelli in lichene stabilizzato.

Un quadro vegetale che rafforza l'idea primitiva del tatuaggio.

Storce il naso e Julian, che ormai conosce l'amico come le sue tasche, pare leggere i suoi pensieri.

"Sei un pessimo critico d'arte!"

Osserva, con un alzata di spalle.

"Lo stato dell'arte contemporanea è pessimo!"

Controbatte Philip, la solita persona orgogliosa che vuole sempre avere l'ultima parola.


I due amici si concedono qualche minuto di silenzio, poi Philip non riesce più a tacere ed esplode in uno sbuffo esasperato.

"Non capisco davvero perché vuoi sottoporti a questa tortura! Insomma entrare in un tattoo shop non è esattamente come andare dal fruttivendolo o a comparare il pane!"

"Voglio provare l'ebbrezza di passare dai ferri del chirurgo ai ferri del tatuatore!"

Ci scherza sopra Julian, con una battuta non poi troppo lontana dalla realtà.

Inchiostro di china e nerofumo provocano una leggera nausea all'altro.

"Credevo che i tatuaggi fossero prerogativa di marinai, motociclisti e galeotti!"

Philip rincara il suo dissenso, allargando le braccia, scuotendo la testa e sospirando profondamente.

Julian resta calmo, ricorrendo in modo sfacciato alla tecnica che ormai usa da anni per aver ragione dell'amico: chi sorride è sempre più forte di chi si infuria.

"Sapevi che per le popolazioni primordiali i tatuaggi erano i segni di riconoscimento dei guerrieri e spesso assolvevano ad un ruolo apotropaico, dovendo incutere timore agli avversari?"

Quando il ragazzo di Tokyo sfodera la sua cultura non sembra affatto saccente: non è noioso o irritante. Di solito è timido ma quando ne ha voglia tira fuori una parlantina che fa presto dimenticare a Philip il suo dissenso.

Il calciatore della Flynet gli rivolge un sorriso allusivo ed un'alzata di sopracciglio sarcastico.

"Quindi questo è il tuo contorto tentativo di mettere paura agli avversari in campo?"

"No. Solo al destino...Casomai in futuro deciderà di farmi altri sgambetti!" Inconsciamente le dita di Julian accarezzano la pelle scoperta, messa in evidenza dai primi due bottoni della sua camicia lasciati aperti: sfiorano quella cicatrice che ha stravolto il suo mondo ma grazie alla quale è ancora in questo mondo.

La ferita rimarginata che ha lasciato del tessuto cicatriziale soprattutto nei ricordi.

Oggi sarà il tatuatore a usare il suo corpo come un foglio bianco su cui tracciare dell'inchiostro. Tanti anni fa è stato il chirurgo a codificare con una sutura la sua particolare storia.

Chi ti conosce per davvero sa esattamente dove sei anche quando rimani in silenzio: un vero amico ti sa leggere dentro.

Intenerito, Philip si siede accanto a Julian, tracciando anche lui quel deturpamento quasi invisibile sul petto dell'altro.

"Hai già questa cicatrice che sembra un tatuaggio, no?"

Osserva con voce adesso più morbida.

"E sai cosa dice? Avanti, coraggio!"


Per sottoporsi a questo imminente rito antico quanto l'uomo, in realtà, Julian sapeva di aver bisogno di un ulteriore dose di coraggio e non si pente affatto di aver chiesto a Philip, l'amico di una vita, di accompagnarlo in questo particolare viaggio. Soprattutto adesso che l'altro sembra aver perso il suo tono polemico.

Sa che sentirà delle piccole punture ma è rassicurato dal fatto che gli aghi della macchinetta penetreranno solo i primi millimetri della pelle e non andranno in profondità come quelli delle iniezioni.

"Se il mio corpo è stato capace di assorbire tutti quei veleni che mi hanno iniettato per farmi guarire, adesso potrà sopportare qualche pigmento colorato!"

Dopo essersi esposto così tanto, il calciatore della Mambo si chiude in sé stesso, in quel suo mondo interiore di cui vorrebbe buttare via la chiave.

Perché è difficile rompere il bozzolo e far uscire la sua anima libera.

Avvolge le braccia intorno al suo corpo, simile ad un archivio, sul quale macchie, nei e cicatrici formano un paesaggio unico.

"Le cicatrici sono ciò che il mondo ha deciso di far vedere di me. Un tatuaggio sarà quello che io vorrò far vedere al mondo, Phil!"

Questa volta sarà lui a decidere come raccontare la sua storia, a mettere un segno tra la sua pelle e il destino.


Agli amici si offre appoggio incondizionato, anche quando si è in disaccordo con loro, e Philip non si tira indietro nemmeno questa volta.

"Va bene cercherò di superare la mia fobia per gli aghi e ti terrò la mano mentre il tuo mondo interiore prenderà vita attraverso linee, colori e sfumature. Hai già deciso cosa farti marchiare in maniera indelebile?"

Julian ha imparato ad atteggiare le labbra in un sorriso su chi la sa lunga sulle vicende del mondo e risponde con un'alzata di spalle di chi ha deciso di farsi scivolare addosso le inutili tossine.

Ha già deciso: sarà un piccolissimo segno sulla pelle del polso con un messaggio nascosto. Un punto e virgola, simbolo di forza interiore. La scelta e il desiderio di vincere le sfide di ogni giorno e andare avanti.

Una lotta contro il buio.

Tuttavia la tentazione di stuzzicare l'amico e dargli ancora qualche minuto di tormento vince sul buonsenso di dirgli la verità.

La reazione di stupore di Philip è impagabile: bocca aperta e occhi increduli in un misto di meraviglia e spavento. Il povero ragazzo è davvero allibito quando Julian risponde con nonchalance:

"Mi farò tatuare l'angelo della morte!"

   
 
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