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Autore: Davide Albertazzi    20/03/2021    1 recensioni
Una misteriosa bestia accerchiata da torme di gatti insanguina le periferie di Tredgor, gloriosa capitale della Redania, e solo il celebre witcher Geralt di Rivia , giunto in città a corto di denaro potrebbe essere in grado di fermarla! Tra vicoli mefitici , boschi infestati dagli Scoi'atel e cupe rovine molti pericoli ed inaspettati alleati lo attendono lungo la via pronti ad assalirlo con violenza o ad offrirgli pasti dalla dubbia commestibilità! (UN NUOVO EPISODIO OGNI DUE SETTIMANE)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Geralt di Rivia, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante fosse calata da poco la sera, la taverna del Gatto Nero era già gremita di avventori.
Le numerose panche sparse all’interno dell’ampia sala brulicavano di minatori dagli abiti impolverati e contadini dall’aria stanca, tutti intenti a tracannare quantità spropositate di birra e vinaccio di pessima qualità mentre come uno spettro si aggirava tra di loro la locandiera, sempre pronta a riempire i boccali vuoti e dire una parola ai clienti abituali.
“Dannazione se è strano!” esclamò Yarpen Zigrin grattandosi la testa.
Davanti a lui Geralt e una piccola figura imbacuccata in un saio puzzolente sedevano assieme ai suoi ragazzi.
“Quindi fatemi capire bene…” borbottò Yarpen aggrottando le sopracciglia “Quindi questo qui…” indicò Abernatius “Sarebbe un mago imprigionato nel corpo di un nekker che può parlarci solo con la telepatia visto che la lurida bestia che lo ospita non ha le corde vocali! E voi due state collaborando per catturare la Bestia di Tredgor…”
“Che sarebbe un gatto mannaro” si intromise il nano calvo seduto accanto a lui.
“Giusto!” approvò Yarpen “E ci state chiedendo una mano per attuare il vostro piano…”
“Precisamente” rispose la voce del nekker rimbombando nella mente di tutti e cinque i nani.
“Assurdo…” Borbottò Yarpen
“Assurdo o no, cosa rispondi Yarpen?” domandò Geralt “Ci aiuterete?”
“Certo che vi aiuteremo!” esclamò il nano “Abbiamo ucciso un drago e dato la caccia ad un altro! Cosa sarà mai un gatto mannaro per noi?”
“Grazie Yarpen” rispose Geralt “Il gatto mannaro probabilmente colpirà stanotte, quindi dobbiamo essere pronti… quando usciremo da qui io resterò in città per scovarlo, mentre voi ed Abernatius preparate una trappola nel campo a maggese vicino al ruscello! Non appena stanerò il mostro cercherò di condurlo lì, poi toccherà a voi!”
Yarpen si passò una mano sulla barba “Come vuoi Ger…”
“I signori vogliono ordinare?” lo interruppe la locandiera dai capelli corti materializzatasi accanto a loro.
“Io sto andando via” rispose Geralt.
La locandiera annuì, poi spostò gli occhi sul nekker infagottato “E il signore vuole qualcosa?”
“Ehm, lui non parla” si intromise Yarpen” è un… monaco gnomo, e ha fatto voto di silenzio in nome del fuoco eterno!”
“Voglio una birra, sono settimane che non tocco alcool” mormorò Abernatius nella mente del nano
“E vuole una birra!”
La locandiera alzò le sopracciglia.
“Che c’è, ha fatto voto di silenzio, mica di sobrietà!” sbottò Yarpen.
La donna scosse la testa, poi scarabocchiò qualcosa nel suo taccuino.
“A proposito Geralt, come troverai la Bestia di Tredgor?” domandò il nano calvo a voce un po’ alta.
“Non lo so ancora ma…” fece per dire il witcher.
“Un momento mastro witcher…” disse la cameriera intromettendosi di nuovo “State davvero cercando la Bestia di Tredgor? Melitele benedetta era ora che qualcuno lo facesse! E forse so anche come aiutarvi!” si voltò verso uno dei tavoli di minatori “Mert, inutile spugna di alcool, vieni qui un attimo” gridò
Un uomo palesemente ubriaco si alzò dal tavolo e barcollò fino a lei.
“Cosa vuoi da me Arpia? “disse con voce impastata.
“Tu sei sopravvissuto alla Bestia di Tredgor, hai idea di come il bravo witcher qui potrebbe trovarla?”
“Mmmmmmh” borbottò l’uomo con lo sguardo perso nel vuoto “I gatti… intorno alla bestia c’erano più gatti di quanti ne avessi mai visti in vita mia!”
 
 
Geralt fece un respiro profondo, concentrandosi nella meditazione.
Il buio lo circondava e tutti i suoni giungevano alle sue orecchie distanti ed ovattati mentre lui, sfruttando a pieno le mutazioni, scandagliava con il suo udito il distretto minerario, in cerca di ciò che il minatore alcolizzato aveva bofonchiato.
D’improvviso li sentì.
Lontani e distorti, una serie di miagolii, tanti, troppi miagolii si sovrapponevano gli uni agli altri con fare aggressivo ed esaltato.
Il witcher spalancò gli occhi, si alzò in piedi e si avviò verso la fonte del suono, calpestando con gli stivali da caccia le piccole monete di rame che alcuni passanti avevano gettato ai suoi piedi vedendolo inginocchiato sul ciglio della strada.
Le vie del distretto minerario erano ormai pressoché deserte mentre una brezza frizzante proveniente dalle montagne spazzava l’abitato, sollevando piccole nuvole di polvere bianca.
Il suono era sempre più vicino, i miagolii così forti che anche un uomo comune avrebbe potuto udirli.
Pochi metri davanti a lui una ragazza mano nella mano con il fidanzato camminava tranquilla lungo il bordo della grande strada principale, rasentando i piccoli pozzi neri delle viuzze laterali.
Intorno a loro sui tetti e negli angoli bui del selciato decine di occhi gialli brillavano nell’oscurità, soffiando e miagolando sommessamente.
D’improvviso da uno dei vicoletti laterali una grossa figura pelosa balzò verso di loro con gli artigli scoperti che splendevano colpiti dalla luce della luna.
La ragazza, vedendola con la coda dell’occhio, gridò.
Fulmineo il witcher sollevò il braccio e compose il segno aard.
Il gatto mannaro conficcò gli artigli nel selciato polveroso, mentre sospinti dall’onda d’urto i due fidanzati volavano alcuni metri più avanti.
La bestia graffiò il terreno frustrata, poi furibonda, mentre le sue prede si rialzavano e fuggivano, si voltò verso il witcher.
Colpito dalla luce lunare il mostro si rivelava in tutto il suo orrore.
Il corpo grottesco ed ingobbito, con una testa da gatto storpiata da lunghe zanne incassata tra le spalle, era ricoperto da una lurida peluria scura mentre una coda soffice e più chiara strisciava contro il terreno.
Alle zampe posteriori, corte al limite del rachitismo facevano da contraltare quelle anteriori che, simili a lunghe braccia pendevano dal tronco terminando con deformi mani dotati di artigli retrattili, così lunghi da spuntare comunque dalla punta delle dita ossute.
Geralt estrasse la spada d’argento.
La bestia, lanciando la raccapricciante parodia di un miagolio, balzò verso di lui scoprendo le zanne.
Fulmineo il witcher scattò di lato evitando il colpo.
Il mostro, atterrando morbidamente sul terreno, ruotò di lato attaccandolo nuovamente con le zampe artigliate.
Fulmineo Geralt parò il primo ed il secondo assalto con la spada d’argento, poi con una piroetta evitò il terzo.
Una piroetta troppo corta.
Tre sottili tagli superficiali gli si aprirono sul fianco macchiando di sangue la corazza e le zampe del gatto mannaro.
L’odore del sangue mandò la bestia su di giri tanto che inarcò la schiena all’indietro lanciando un miagolio gutturale.
Constatando che l’errore voluto aveva avuto successo, il witcher rinfoderò la spada e si infilò nel vicolo dandosi alla fuga.
Ebbro di sangue e di lotta, il mostro si scagliò dietro di lui correndo a quattro zampe tra le strette viuzze.
Sentendo la bestia furente avanzare alle sue spalle Geralt fece un sorriso storto ed accelerò ancora di più mentre il rumore degli artigli che grattavano contro il selciato gli giungeva forte nelle orecchie.
In quello che al witcher parve un’istante, si ritrovò a correre in aperta campagna.
Con il mostro alle calcagna saltò lo steccato che gli si parava davanti, inoltrandosi nel campo a maggese.
Rapido avanzò nel fieno ancora verde che gli arrivava alla vita, poi d’improvviso si fermò e si voltò estraendo la spada.
Il gatto mannaro atterrò a pochi metri dal lui e si sollevò sulle zampe posteriori, fissandolo con gli occhi iniettati di sangue.
Geralt sollevò l’arma e contrasse i muscoli.
Il gatto mannaro lanciò un miagolio furente e scoprì le zanne grondanti di bava pronto a balzare.
Un sibilo attraversò l’aria.
Il gatto mannaro soffiò inferocito tentando di muovere le braccia imprigionate, mentre la corda di una bolas si avvolgeva attorno alle sue braccia deformi.
Prima che potesse reagire una seconda bolas lo colpì alle zampe posteriori facendolo crollare a terra.
La belva si agitò furente facendo scricchiolare la fibra delle corde.
D’improvviso cinque nani emersero dal fieno e gli gettarono addosso una larga rete, creata annodando assieme numerose e pesanti catene d’acciaio, poi grugnendo ad ogni movimento della belva presero a fissarne gli angoli al suolo tramite numerosi picchetti.
“Presto Geralt, non so per quanto riusciranno a trattenerlo” gli rimbombò nella mente Abernatius, poi saltando fuori dal fieno gli poggiò in mano la grossa siringa in metallo.
Il witcher rinfoderò la spada e l’afferrò, dopodichè si avvicinò al gatto mannaro.
La belva in preda alla follia si agitava con forza sovrumana ed i nani di Yarpen, rossi in volto, stentavano a contenerne la furia.
Rapido, Geralt si chinò accanto alla creatura e sollevò la siringa.
Con un miagolio furioso il gatto mannaro riuscì a tagliare una delle catene liberando il braccio sinistro ed attaccò il witcher.
Geralt fulmineo gli tirò un destro sul muso stordendolo, poi gli conficcò la siringa nel petto, dove il suo udito sentiva battere il cuore.
Come il siero gli fu iniettato il gatto mannaro lanciò un folle miagolio gutturale.
Nel suo spegnersi il verso si tramutò nel grido di un uomo, mentre la peluria e gli artigli si ritiravano lasciando il posto ad un corpo imbelle.
I nani si affrettarono a rimuovere la rete e snodare le bolas, mentre un uomo sulla trentina completamente nudo dai capelli neri e scarmigliati ed un vistoso ematoma sull’occhio destro si metteva a sedere tossendo leggermente.
Alzò lo sguardo osservando gli stranieri che gli si paravano davanti.
“Nudo in un campo con un witcher e cinque nani…” mormorò “…o mi sono preso la peggior sbornia della mia vita… oppure l’esperimento non è andato molto bene…” tossicchiò “Dov’è Abernatius?”
gli si avvicinava saltellando “Oh che bello che stai bene Franz… temevo che la cura ti avrebbe ucciso!”
Geralt alzò le sopracciglia.
“Abernatius sei… davvero tu?” domandò il ragazzo stingendo gli occhi “Che ci fai nel corpo di un nekker?”
“Ci faccio che mi hai ammazzato, ecco che ci faccio!” esclamò Abernatius “Ma ti racconterò tutto con calma!” si tolse la coperta di iuta e gliela lanciò “Ora copriti e andiamo al laboratorio, così potrai riprenderti mentre pensiamo ad un modo per recuperare il mio di corpo.”
Il ragazzo annuì ridacchiando.
“Grazie ragazzi!” rimbombò la voce di Abernatius nella mente di Geralt e dei nani “Senza di voi sarebbe stato tutto perduto.”
“Non c’è di che…” rispose Geralt “Mi dispiace solo che senza la testa del mostro, nessuno a Tredgor mi pagherà la ricompensa,” scosse la testa “quindi ennesimo lavoro gratuito per dei paesani ingrati!”
“Non contarci!” disse Abernatius con un sorrisetto, poi si frugò nelle tasche della tunica strappata e ne estrasse un piccolo oggetto che lanciò al witcher.
Geralt lo afferrò al volo e lo sollevò davanti a sé.
Il medaglione di oro puro portava il simbolo di Baan Ard disegnato con una seria di brillanti.
“Consegnatelo al banco dei pegni su in città” continuò il nekker “penso che vi daranno una bella sommetta… e non preoccupatevi per me, non appena avrò recuperato corpo e finanze andrò a riscattarlo di persona.”
“Beh… grazie!” disse Geralt sorpreso “Ora potrò dire che i mostri pagano meglio degli umani quado ti affidando un contratto.”
Tutti scoppiarono a ridere, mentre in lontananza la luce arancione dell’alba iniziava a farsi spazio nel cielo nero scacciando le stelle e facendo risplendere i verdi campi mossi da un filo di brezza.
   
 
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