Serie TV > Il paradiso delle signore
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Autore: Danielle96    20/03/2021    0 recensioni
Storie autoconclusive. What it e Missing moments su Cattegaris e personaggi a loro legati!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
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‘’papà papà auguri auguri’’ Luciano e Clelia si svegliano di colpo con queste parole, urlate da Carlo che salta euforico sul lettone. ‘’Buona Festa del Papà!’’. Ancora assonnati e un po’ spaventati da quell’improvviso trambusto aprono entrambi gli occhi e scattano mettendosi seduti sul letto, per poi tirare un sospiro di sollievo una volta accertatesi che fosse tutto nella norma... compreso l’incontenibile entusiasmo del bambino che ormai aveva preso l’abitudine di intrufolarsi nel letto dei genitori in qualsiasi momento della notte e del mattino. Durante la settimana ha la tendenza a correre da loro di notte, provando a convincerli a farli dormire con lui, anche se sa che non è una buona idea perché la mamma, nelle sue condizioni, ha bisogno di avere più spazio possibile, quindi alla fine accetta di tornare a dormire nel suo lettino, il più delle volte fingendo di essere troppo assonato per tornare da solo in camera sua, ma in realtà col solo intento di farsi portare in braccio. Non proprio in braccio, quanto piuttosto sulla schiena. Gli piace arrampicarsi sulle spalle di Luciano e farsi scortare in giro per la casa, fingendo di essere un eroe che vola dall’alto dei quasi due metri d’altezza del super ragioniere. La mattina, invece, fa di tutto per restare a letto fino all’ultimo, mentre i suoi genitori continuano a esortarlo ad alzarsi per non fare tardi a scuola. La domenica invece (e nei giorni di festa come questo) succede tutto il contrario ed è lui a correre da loro per svegliarli. La domenica sono tutti a casa, niente scuola e niente lavoro, quindi possono concedersi un po’ di coccole prima della colazione anche se, mentre i due preferirebbero restare sotto le coperte, l’uno fra le braccia degli altri, il piccolo cerca sempre di tirarli fuori dal letto il più in fretta possibile, ricordando le promesse strappate durante la settimana di farsi accompagnare alle giostre o al parco per delle nuove lezioni di bicicletta (anche se, ormai, sa pedalare benissimo e quella delle lezioni è solo una scusa per passare una mattinata intera col papà). ‘’Carlo, quante volte ti ho detto che non devi saltare sul letto, rischi di cadere’’ lo rimprovera Clelia. ‘’E soprattutto rischi di fare male alla mamma... vieni qui, stai attento alla pancia’’ aggiunge Luciano dolcemente per smorzare il tono autoritario di Clelia. ‘’Ma io non volevo saltare volevo solo fargli gli auguri, auguri papà’’ Carlo continua a ripetere queste parole come se fossero una cantilena, la sua nuova filastrocca preferita. Si siede in braccio a Luciano, che tira su le coperte per avvolgerlo. ‘’Grazie!’’ gli sussurra nell’orecchio per poi stringerlo forte a sè, dopo avergli arruffato teneramente i capelli. Carlo resta accoccolato fra le sue braccia per poi gettarsi addosso alla madre ‘’dov’è il regalo?’’ chiede sottovoce cercando di non farsi sentire da Luciano. ‘’Nel secondo cassetto del mobile in cucina, ma stai attento a non mettere tutto in disordine’’ gli dice Clelia con voce altrettanto bassa e decisamente più dolce ed entusiasta di prima. Carlo si precipita giù dal letto pronto a correre in cucina e Clelia ne approfitta per riappropriarsi del suo posto al centro del letto, più tesa verso il lato di Luciano che verso il suo. ‘’Cosa stavate farfugliando voi due?’’ chiede Luciano incuriosito ed eccitato all’idea di quello che pensava di aver intuito... ‘’lo scoprirai tra qualche minuto’’, dice con un sorriso compiaciuto, mentre poggia la testa sul petto di lui, cercando una posizione confortevole. Luciano la stringe a sè e le sfiora la fronte con le labbra, accennando un bacio, poi, percorre delicatamente il suo corpo con le dita e le poggia la mano sul ventre, per accarezzare la bambina. ‘’La senti?’’ chiede retoricamente Clelia, consapevole che è ancora troppo presto per sentire fisicamente la sua presenza, ma mai troppo presto per percepire la sua compagnia già trepidante di vita. ‘’ti sta facendo gli auguri anche lei!’. Nel sentire queste parole Luciano si emoziona, sciogliendo il suo sguardo nel più caloroso e commosso dei sorrisi. Si stringe sempre di più a Clelia (e alla bambina) e si incanta a fissare un punto nel vuoto, alzando al cielo gli occhi increduli. ‘’Ci pensi? L’anno prossimo ci sarà anche lei qui a festeggiare con noi’’. Luciano non riesce a smettere di sorridere ‘’Ho festeggiato tante volte la festa del papà e ogni volta è stata bellissima e sembra ieri che Federico e Nicoletta saltavano sul letto esattamente come fa Carlo... ma non ricordavo quanto fosse bello aspettare di poterla festeggiare, immaginare gli auguri da parte di qualcuno che c’è ma che non conosci ancora. Mi sembra passato un secolo dall’ultima volta... è passato un secolo. E non avrei mai immaginato di poter rivivere questa sensazione’’. I suoi occhi si inumidiscono di lacrime di gioia che iniziano a rigargli le palpebre inferiori. ‘’Ma che fa? Si commuove ragioniere?’’ Luciano inizia a ridere e si asciuga frettolosamente le lacrime ‘’bè anche le persone iper razionali e serie come me possono commuoversi, non lo sai?’’ dice schiarendosi la voce per ricomporsi e fingere di darsi un tono ‘’una persona sensibile e amorevole’’ aggiunge Clelia, avvicinando le sue labbra sorridenti a quelle di lui per baciarle teneramente. Restano qualche secondo persi l’uno dello sguardo dell’altro, come tutte le volte che si guardano del resto. ‘’Ma che sta combinando Carlo?’’ questo pensiero improvviso insieme a qualche rumore proveniente dalla cucina li risveglia dal loro momento idilliaco riportandoli alla realtà. ‘’Sarà meglio andare controllare, vado io’’ ‘’Aspettami, vengo con te’’. Con perfetta sintonia scostano le coperte e si alzano, incamminandosi verso la porta. Giungono in cucina più incuriositi che preoccupati e trovano il bambino tutto sporco di cioccolata, intento a mettere delle praline in fila come se stesse seguendo un disegno prestabilito. ‘’Carlo, ma cosa stai combinando, sei tutto sporco’’ ‘’Volevo scrivere auguri papà con il cioccolatini ma sono troppo pochi’’. Luciano e Clelia scoppiano a ridere inteneriti da quell’idea e dallo sguardo sconfitto del piccolo. Luciano lo prende in braccio e lo stringe forte ‘’bè sono parecchie lettere, non credo basteranno. Che ne dici se questi ce li mangiamo e basta?’’ Clelia, intanto, fa un cenno a Carlo indicando con un movimento della testa il secondo cassetto, quello contenente il regalo. ‘’Carlo allora salta sul pavimento e corre verso il mobiletto ‘’guarda papà c’è una sorpresa per te’’ ma mentre corre a prenderla viene interrotto dallo squillare del telefono. Fa una piccola deviazione e corre verso il telefono, impossessandosi della cornetta prima che qualcuno possa impedirglielo e riesce ad afferrarla agilmente sottraendola a ogni vano tentativo di sua madre di prenderla prima di lui. ‘’Pronto! Ciao Nicoletta come stai? Come sta Margherita? Quando ci mandate altre cartoline con le foto di quella torre alta alta?’’ Carlo riempie la sua interlocutrice di domande, lasciandole appena il tempo di rispondere e solo dopo aver soddisfatto tutte le curiosità si decide a mollare il telefono ‘’va bene allora ti passo papà così gli fai gli auguri pure tu, ciao’’ dice tutto d’un fiato, passando la cornetta a Luciano. ‘’Vieni, lasciamogli parlare tranquilli’’ dice Clelia, invitando il bambino a non fare rumore. ‘’Ma perchè Nicoletta non viene anche lei? Se veniva festeggiavamo tutti insieme’’ ‘’Be’, non è così facile per lei venire qui, di certo non può organizzare un viaggio ogni volta che vuole. E poi oggi è la prima festa del papà anche per Margherita e il suo papà, quindi festeggeranno anche loro’’. ‘’E Federico quando viene?’’ Clelia guarda l’orologio ansiosa ma esita a rispondere avendo notato che Luciano sta per chiudere la conversazione al telefono. ‘’ ‘’allora questa sorpresa?’’ Chiede Luciano sempre più curioso. ‘’E’ li dentro al cassetto’’ ‘’Vuoi che la prenda io?’’ chiede stranito. Carlo annuisce, nella speranza che Luciano riesca a tirare fuori il regalo senza rovinarlo, come aveva rischiato di fare lui quella mattina appena corso in cucina. Per poco non aveva rovinato tutta la carta e, cosa peggiore, aveva stropicciato tutto il bigliettino e aveva deciso per tanto di nasconderlo e di trovare una soluzione alternativa per fargli gli auguri. Voleva che tutto fosse perfetto e di certo un bigliettino stropicciato era d’intralcio ai suoi piani. Luciano tira fuori il pacchetto, sotto lo sguardo ancora un po’ dispiaciuto di Carlo e confuso di Clelia, che si chiedeva perché il bambino stesse esitando così tanto a dargli il regalo. Luciano si siede comodo si accinge finalmente a scartarlo, dopo aver lasciato che Carlo si accomodasse sulle sue gambe. ‘’ Apre il pacchetto e inizia a frugare con le mani sotto le carte che avvolgevano l’oggetto misterioso. Al tatto fatica a capire di cosa si tratti e, sempre più curioso, si libera delle carte. ‘’Che bello, è un... pupazzo?’’ chiede Luciano confuso, cercando suggerimenti nello sguardo di Clelia che lo invita con un cenno ad osservarlo meglio. ‘’Sei tu, guarda ha anche gli occhialoni, l’ho fatto io’’. Luciano realizza che quel goffo pupazzo era uno di quei buffi lavoretti che i bambini fanno a scuola in occasione delle feste. Ne aveva ricevuti molti del genere quando i suoi figli erano piccoli ma questo era il primo che riceveva da Carlo e questo rendeva quel bizzarro oggetto ancora più speciale. ‘’Ma è vero sono io, c’è anche la valigetta... ma hai fatto tutto da solo? Sei stato bravissimo’’ Luciano gli dà un bacio sulla guancia e lo stringe forte a sé ringraziandolo. ‘’Sicuro che nel pacchetto non ci fosse altro?’’ Chiede Clelia, adducendo la mancanza del biglietto ad una distrazione di Luciano. ‘’Shh’’ le intima Carlo girandosi di scatto verso di lei e portandosi il dito sulle labbra. Luciano capisce che qualcosa non va e, con la scusa di voler trovare un posto per il pupazzo nella sua camera, li lascia da soli a risolvere la questione. Strizza un occhiolino a Clelia e le dà un bacio prima di lasciare la stanza. ‘’Non posso dargli il bigliettino’’ dice Carlo sconfortato appena Luciano esce ‘si è rovinato tutto’’. ‘’Ma sei sicuro che non si possa riparare? Prendilo fammi vedere’’. Carlo corre a prendere il bigliettino che aveva avuto cura di nascondere in uno dei suoi posticini segreti in giro per la casa, mentre Clelia, guardando nuovamente l’orologio, cerca di fare un po’ di conti e capire quanto tempo le resta per sistemarsi e rendersi presentabile. Si precipita in camera da letto, dopo aver prima raggiunto Carlo per dirgli che del bigliettino di occuperanno dopo e per invitarlo farsi il bagno e vestirsi. ‘’Ma non abbiamo fatto ancora colazione’’ ‘’Tu sbrigati, la colazione la facciamo dopo!’’. Corre in camera da letto e si sfila in fretta la camicia da notte, prendendo i primi vestiti puliti che le capitano sottomano. Luciano la guarda stranito e compiaciuto al tempo stesso. Come mai tutta questa fretta di rivestirti? Non abbiamo neanche fatto colazione’’ ‘’ Ah, questa l’ho già sentita. Siete proprio due gocce d’acqua!’’ esclama Clelia, mentre Luciano ride divertito avendo capito che alludeva a Carlo e a quanto, per certe cose, siano così simili ‘E’ solo che oggi è un giorno di festa e non mi va di rimanere in vestaglia, tutto qui’’ si giustifica Clelia ‘’e non cercare di farmi cambiare idea, ridammi i vestiti!’’ ‘’Luciano le rende la camicetta, per nulla persuaso dalla sua giustificazione ‘’Non me la conti giusta! Ma se proprio ci tieni allora mi vesto anche io’’ dice rassegnato, mentre inizia a sbottonarsi la camicia del pigiama. Appena sono pronti escono dalla stanza, Clelia per andare a controllare a che punto è Carlo e Luciano per recarsi in cucina. Guarda l’orologio, preoccupato e sconfortato, chiedendosi come mai Federico non abbia ancora chiamato. Sa che ormai è grande, ha molti impegni e non vive da solo, quindi non è facile trovare il tempo per telefonare. Ma sicuramente riuscirà a chiamarlo entro l’ora di pranzo. Si ripete queste parole come un mantra, per tranquillizzarsi, anche se in cuor suo ha sempre paura che Federico possa essere davvero preso da altre cose e possa dimenticarsi di fare gli auguri al suo caro vecchio padre. Padre, mai come quest’anno Luciano si ancora stretto a questa parola. E’ la prima volta che Federico festeggerebbe la festa del papà dopo aver scoperto che suo padre non è il suo vero padre e che di padri, in qualche modo, ne ha due. Anche se, nonostante tutte le insicurezze iniziali, è riuscito a convincersi del bene che Federico prova per lui nonostante tutta questa storia, non lo biasimerebbe se decidesse di cancellare questa giornata dal suo calendario. La sicurezza dell’amore che li lega cede il passo alla tensione e a un briciolo di timore. Eppure, pensa Luciano nel tentativo di scacciare questi brutti pensieri e di concentrarsi sulle cose positive, a prescindere da qualsiasi decisione di Federico lui potrà comunque festeggiare questa ricorrenza con Carlo, Clelia e, in qualche modo, con la piccola in arrivo. Del resto, tra il regalo di Carlo e la telefonata di Nicoletta, puntuale come sempre, poteva già ritenersi abbondantemente appagato. Clelia e Carlo entrano in cucina, distogliendo Luciano dal suo flusso di pensieri. ‘’Allora? Prepariamo la colazione?’’ ‘’La prepariamo noi! Tu oggi pensa solo a farti coccolare e a giocare col tuo pupazzo nuovo’’ Clelia trascina Carlo verso i fornelli, intenzionata a intrattenerlo con la cucina per consolarlo da quella che per lui era una disgrazia irrimediabile: il biglietto rovinato. Luciano, che non riesce a stare con le mani in mano, inizia ad apparecchiare, facendo inconsciamente a gara con Clelia a chi guardasse più insistentemente l’orologio. ‘’Vedrai che arriveranno anche i suoi auguri’’ dice lei, avendo notato lo sguardo a tratti malinconico di Luciano. Le bastava una sola occhiata per capire a cosa pensava. E’ stato così sin dal primo giorno. ‘’Ma come fai?’’ chiede retoricamente lui, abbozzando un sorriso, per poi volegre lo sguardo ai maldetri tentativi di Carlo di destreggiarsi tra le tazze e il pentolino del latte. La sua goffa esibizione viene interrotta dal campanello. ‘’Chi è? Aspettiamo visite?’’ chiede Luciano confuso e poi pensa, spera, fra sè e sè che si tratti del postino. Magari Federico gli aveva spedito una lettera. No, niente postino. Avrebbe lasciato tutto nella cassetta senza bussare. ‘’Sarà la vicina’’ dice Clelia per depistarlo ‘’chissà che scusa si inventerà questa volta per curiosare. Vai tu amore, io finisco di preparare qui’’. Luciano, spazientito all’idea di trovarsi la vicina davanti, va ad aprire contro voglia. Gira il pomello della porta già ponto a scattare sulle difensive ma scopre, con grande gioia, che non c’è bisogno di alcuna difesa. ‘’Federico? Ma cosa ci fai qui? Cosa... quando sei arrivato?’’ Un abbraccio imminente e reciproco prende il posto di quel fiume di domande. Anche in questa circostanza, in fondo, ricorda un po ‘ Carlo, con lo stesso modo di travolgere con le parole. Tutto si sarebbe aspettato tranne che vedere Federico in carne ed ossa davanti a lui. ‘’Sono arrivato ieri sera, ma ho dormito fuori per non rovinarti la sorpresa’’ ‘’ma che rovinare, sarebbe stata una sorpresa bellissima lo stesso’’ ‘’Lo so ma... ieri non era la festa del papà!’’ dice sfoggiando uno dei suoi sorrisi compiaciuti ‘’auguri papà!’’ Luciano quasi trema nel sentire quelle parole pronunciate da Federico che lo guardava dritto negli occhi. Si sentiva improvvisamente alleggerito da quel peso che aveva sul cuore e la leggerezza faceva a gara con l’euforia per il pensiero di avere Federico lì con lui, a casa sua. Lo conduce in salone ansioso di fargli vedere tutta la casa e come si erano sistemati. Clelia che li raggiunge insieme a Carlo che corre subito incontro a Federico per abbracciarlo. ‘’Federico Federico sei venuto finalmente, vieni ti devo far vedere una cosa’’ urla il bambino tirando il giovane per il braccio, tanto che lui non fa neanche in tempo a salutare Clelia, fatta eccezione per uno sguardo di complicità che si scambiano i due prima che Carlo riesca a trascinarlo. ‘’tu lo sapevi?’’ ‘’sorpresa!’’ ‘’ è per questo che guardavi insistentemente l’orologio e avevi così fretta di vestirti?’’ ‘’sì ed è anche per questo che ti ho detto di non temere perchè ti avrebbe fatto gli auguri presto’’ ‘’tu sapevi tutto! E dimmi un po’... di chi è stata l’idea?’’ ‘’aahh, adesso vuole sapere troppo, Ragioniere! Le basti sapere che suo figlio è qui e che potrete festeggiare insieme!’’ ‘’tutti insieme!’’ ribadisce Luciano, che ancora stenta a crederci. Intanto Carlo ha condotto Federico in camera sua e, ancor prima di mostrargli come aveva sistemato la sua collezione di francobolli, azioneche Federico si sarebbe subito aspettato, per mostrargli il fatidico bigliettino tutto stropicciato. ‘’Guarda si è rovinato tutto non so come fare. La mamma dice che si può sistemare ma è un disastro’’. Gli racconta Carlo, in preda allo stesso sconforto di prima e con tutta la fiducia riposta nelle mani di Federico, che aveva sempre avuto la soluzione per tutto. Anche quando, di tanto in tanto la sera, gli racconta per telefono delle sue scaramucce coi compagni di gioco o delle cose che aveva imparato a scuola, Federico ha sempre saputo dargli consigli preziosi, come un vero fratello maggiore. ‘’Fa un po’ vedere’’ dice Federico analizzando attentamente il bigliettino in ogni suo dettaglio ‘’anche secondo me si può aggiustare... ma se non sei convinto allora è meglio farne uno daccapo’’ ‘’ma così ci metterò un sacco di tempo, lo sai questo quanto ci ho messo a farlo?’’ ‘’un bel po’ immagino. Ma sono sicuro che se ci lavoriamo entrambi riusciremo a fare in fretta. Che dici, ne facciamo uno insieme?’’ Carlo si illumina d’un tratto e annuisce, restando per un attimo senza parole e travolto dall’entusiasmo di lavorare insieme a Federico. Si precipita verso la sua cartella dove tiene tutte le matite colorate. Strappa un foglio dalla sua agenda e inizia a disegnare. ‘’Aspetta, io dei fogli migliori di là, nella mia borsa, quelli che mi porto dietro per scrivere. Vado a prenderli’’ Federico va a recuperare la borsa e, prima di tornare in cameretta, resta qualche secondo a guaradare divertito sua padre che finisce di apparecchiare con Clelia, aggiungendo un posto a tavola. Era da tempo che nonlo vedeva così sereno. Era da tempo che non lo vedeva, in realtà. Per non perdere altro tempo, visto che la colazione sembrava essere quasi pronta e che era già strano che suo padre non fosse corso in camera a reclamare la sua attezione, visto che era appena arrivato (ma in fondo Luciano era felice anche solo di sapere che Federico era lì,a casa, e che giocava con Carlo come due fratelli qualsiasi). Federico torna alla postazione di lavoro, uno scrittoio piccolissimo e disordinato su cui il bambino stava già disegnando. Ci lavorano per qualche minuto, finchè Luciano non arriva per chiamarli a tavola. Ma il tempo era stato più che sufficiente. Del resto, in due si fa prima! La famiglia si riunisce davanti a quella colazione rimandata così tanto che rischia di protrarsi fino a ora di pranzo ma in fondo, dinanzi a quei regali, anche la migliore delle crostat di albicocca poteva aspettare. ‘’Abbiamo una cosa per te’’ dice Carlo ‘’prima però, devo darti anche io li mio regalo!’ aggiunge Federico, che si era già concordato col bambino per evitare di indisporlo, rubandogli la scena. Federico porge a Luciano un pacchetto piuttosto ampio ma con uno spessore alquanto esile. ‘’Oh vediamo... bè, dalle dimensioni del pacchetto direi che non ci troverò un altro pupazzo!’’ esclama Luciano, nel suo vano tentativo di fare una battuta, subito ammonita dallo sguardo, di rimprovero ma in fondo concorde, di Clelia. Luciano tira fuori una cornice, la gira e scopre la foto. ‘’Ma... che bella, ma siamo tutti insieme. Questa è di Natale’’. ‘’Sì, questa è una di quelle che abbiamo scattato a Natale nella nuova casa, o forse dovrei dire nella vecchia nuova casa!’’ precisa Federico, riferendosi alla fotografia che ritraeva loro quattro durante la scorsa vigilia di Natale, la prima festa che avevano trascorso insieme... anche se Fedeerico era andato via un po’ prima per raggiungere un altro pezzo di famiglia. ‘’Dietro c’è anche una dedica, ma quella la leggerai dopo’’ aggiunge poi, giusto imn tempo prima che Carlo, conun finto colpo di tosse, richiami l’attenzione su di lui e sulla loro ultima fatica. ‘’E questo invece è da parte nostra’’. Carlo porge tutto orgoglioso il biglietto a Luciano, che rimane incantato nel vedere i pastelli disordinati di Carlo intrecciarsi alla penna sicura e spaiente di Federico. Il disegno ritrae Luciano al centro, bello grande, Federico sulla sua destra e Carlo a sinistra e poi, sempre di lato ma un po’ più piccole, Nicoletta e una bambina piccolissima, che sta a indicare la sorellina in arrivo. Luciano è profondamente commosso e si rivolge a Clelia, anche lei oltremodo intenerita, per mostrarle meglio il disegno. ‘’Giralo papà abbiamo scritto anche dietro’’ dice il bambino con crescente entusiasmo. Luciano gira il biglietto e dopo aver letto rimane, ancora una volta, senza parole. ‘’Al papà migliore del mondo. Ti vogliamo bene.’’. Parole così semplici non sono affatto scontate. Non per lui, non da parte loro. Tutto ciò che poteva desiderare era lì davanti ai suoi occhi. Raccoglie le forze per stringere i figli nello stesso abbraccio, senza però riuscire a staccare gli occhi da quel bigliettino. Fa avvicinare anche Clelia, che era rimasta in disparte per lasciare che si godesse questo moemento con loro e, solo dopo che Luciano le ha teso la mano, ha fatto un passo avanti avvicinandosi a loro e lasciandosi includere nell’abbraccio, in modo che Luciano potesse, in qualche modo, stringere anche la bambina mentre continuava, imperterrito, a fissare il biglietto e sorridere commosso guardando quel disegno che rappresentava le sue gioie più grandi: i suoi figli.
   
 
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