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Autore: MaryFangirl    21/03/2021    9 recensioni
[Sequel di 'Una presenza così familiare']
Prosegue la vita familiare dei nostri adorati sweeper...
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Questa è una storia tradotta in italiano dal francese. Tutte le info subito qui sotto.
 
Titolo originale: La nouvelle génération
 
 
Salve a tutti ^^ come avevo anticipato in Una presenza così familiare, vi propongo il sequel. È una fanfiction più breve e anche molto più tranquilla, sebbene non mancherà qualche scossone con un pizzico d'azione...ma fondamentalmente ci godremo la famiglia City Hunter in tutta la sua bellezza e dolcezza *-* spero vi piaccia. Il rating è arancione per un paio di scene un pochino hot, che credo apprezzerete :) se vorrete farmi sapere cosa ne pensate, ve ne sarò grata come sempre. Buona lettura!
 
 
I brutti ricordi erano stati cacciati via da cinque anni ormai; la sua vita si era evoluta a livello sentimentale con la bella Kaori, per poi prendere una nuova direzione...diventare padre. Con le braccia incrociate sotto la testa, Ryo ci pensava ancora: ci si riprendeva facilmente da una simile esperienza? Un sospiro dal profondo delle sue viscere gli sfuggì dalle labbra, che si disegnarono poi in un ampio sorriso completo. L'odore proveniente dal piano terra profumava l'appartamento, Kaori era già ai fornelli a preparare una deliziosa colazione. Immediatamente il suo stomaco cominciò a ringhiare; con un gesto veloce spinse da parte il lenzuolo, ma mentre stava per saltare giù dal letto, si sdraiò di nuovo...qualcosa, o meglio qualcuno stava arrivando.
 
Con gli occhi chiusi, avvertì il leggero scricchiolio della porta che si apriva lentamente; il suo orecchio acuto prestò attenzione all'andatura vacillante ma determinata del suo visitatore. Sentì il letto muoversi mentre il nuovo arrivato vi si arrampicava e si accomodava sul suo petto. Un leggero peso si posizionò a cavalcioni su di lui e due manine si appoggiarono delicatamente sul suo viso e un piccolo bacio si posò sulle sue labbra.
 
“Papà, la mamma ha detto che è ora di svegliarsi!”

Un occhio dopo l'altro, li aprì entrambi per trovarsi di fronte un orsacchiotto panda con addosso un pigiama; una faccina dagli occhi neri e le guance rosee premeva sul suo petto, scuotendolo come meglio poteva. La gioia illuminò il viso dell'uomo mentre osservava teneramente la bambina; i suoi capelli scuri e setosi erano legati con un piccolo elastico rosso e formavano una fontanella sulla sua testa, ma il suo sguardo mostrava un certo malcontento.
 
“Papàààà, sbrigati, la mamma ha detto che devi alzarti!”

“Dì alla mamma che papà è stanco e vuole dormire ancora un po'!” bofonchiò voltandosi di nuovo sul fianco, facendo attenzione a non far cadere sua figlia.
 
Irritata, lei serrò i punti e si raddrizzò.
 
“Pa-pà, sbri-ga-ti!” gridò, saltando sul letto.
 
Ebbe in risposta solo un gemito; arrabbiandosi, un piccolo martello apparve tra le sue manine e lo usò per bussare sulla testa dell'uomo.
 
“Ahi!” ruggì lui, alzandosi bruscamente.
 
Sorpresa dal grido del padre, Shan In balzò giù dal letto mentre lui si massaggiava con decisione la testa.
 
“Mamma fa così quando non vuoi obbedire...” balbettò, arrancando all'indietro.
 
Un lampo di malizia attraversò gli occhi dello sweeper, mentre si alzava lentamente, sorridendo.
 
“Allora è così, ragazzina!”

Un ampio sorriso si allargò sulle labbra della bambina che fece qualche passo indietro per poi scappare subito; Ryo iniziò a correre a sua volta per precederla.
 
Mentre le grida infantili echeggiavano al piano di sopra e i passi ritmici battevano, la voce di Ryo si udì ancora di più:
 
“Ti prendo e ti mangio!” disse con il vocione.
 
L'unica risposta a quell'assalto fu l'ulteriore ilarità della bambina che cercava di sfuggire al suo inseguitore. Pochi minuti dopo, in seguito a una corsa incredibile, Ryo catturò la piccola e con piacere smodato le riservò il solletico mentre Shan In si contorceva sotto quella tortura, scoppiando a ridere.
 
Con un sorriso, Kaori guardò affettuosamente verso il piano superiore, sospirando contenta.
 
“Chi avrebbe immaginato che tu fossi un padre così premuroso!” sussurrò. “A tavola!” gridò all'attenzione dei due matti.
 
“Arriviamo!” esclamò Ryo.
 
Con una mano sollevò la bambina che si mise sotto il braccio, poi si affrettò a scendere mentre la piccola si aggrappava all'avambraccio sicuro. Quando Kaori finì di friggere le pietanze in padelle, che fece saltare con presa certa, Ryo arrivò e la baciò furtivamente sulle labbra.
 
“Buongiorno amore mio!” intonò.
 
Con cautela, appoggiò il suo piccolo fardello sulla sedia, poi si accomodò pesantemente.
 
“Mia cara, la successione è ben assicurata!” sospirò, massaggiandosi la testa.
 
“Come?” chiese lei aggrottando le sopracciglia, servendo i piatti pieni.
 
Lui afferrò il mini martello che sporgeva dalle mutandine di A-Shan.
 
“Sto parlando di questo!” borbottò, indicando l'oggetto. “E di questo!” fece scostandosi una ciocca di capelli per rivelare una piccola protuberanza.
 
Kaori cercò disperatamente di mantenersi seria, poi posò il suo dolce sguardo sulla bambina, non poco fiera di lei, prima di riportarlo sullo sweeper, infine scoppiò a ridere.
 
“Sono un incompreso!” piagnucolò lui.
 
Sospirando e scuotendo la testa esasperata, Kaori fece il giro del tavolo, con le dita espose la piccola ferita e vi posò un leggero bacio.
 
“Va meglio così?” sorrise.
 
Lui la prese per il polso e l'attirò tra le sue braccia.
 
“Voglio un bacio vero” dichiarò con gli occhi brillanti di malizia.
 
Delicatamente e con amore, catturò le labbra della donna, ma lei frenò il suo ardore.
 
“Piano!” rise timidamente.
 
La bambina li fissò, sbarrando gli occhi, portandosi il cucchiaio alla bocca; rossa in viso, Kaori riprese il suo posto accarezzando la guancia della figlia che riprendeva a mangiare di gusto. Ryo scrollò le spalle sospirando, poi avidamente divorò la sua colazione. Appoggiata al tavolo, Kaori si attardò con il mento sulle mani e fissò intensamente i due affamati: le loro espressioni ghiotte erano identiche. La faccia di Ryo era cosparsa di chicchi di Riso, mentre Shan In si era 'truccata' con il porridge. Divorando i suoi amori con lo sguardo, alla fine afferrò le bacchette per iniziare il suo pasto mentre i due voraci terminavano il loro.
 
“Ah, ho mangiato bene!” esclamò Ryo accarezzandosi lo stomaco pochi istanti dopo.
 
“Ah, ho mangiato bene anch'io!” dichiarò la bambina, imitando suo padre.
 
Sorridendo, Kaori finì di mangiare, poi sparecchiò; Ryo prese la bambina e la lasciò sul pavimento, dopo averla pulita.
 
“Ragazzina, devi fare il bagno stamattina!” disse Kaori, mettendo i piatti sporchi nel lavandino.
 
“Voglio che sia papà a lavarmi oggi!”

Ryo, appoggiato al bancone della cucina, beveva il suo caffè sorridendo alla richiesta della bambina.
 
“Va bene!” fece riposando la tazza sul tavolo. “Ma vai a prendere i tuoi giocattoli”

“Sì, sì!” gridò lei, saltellando e sparendo all'istante.
 
Canticchiando, Kaori lavava i piatti e Ryo le si avvicinò allacciandole la vita con le braccia, incollandosi amorevolmente a lei.
 
“Mi piace sentirti cantare, odorare il tuo profumo...” disse annusandole i capelli. “Baciarti sul collo...” disse lasciando un delicato bacio sulla curva della gola.
 
Le sue mani scivolarono sotto la camicetta, accarezzando lentamente il ventre di Kaori che aveva sospeso i suoi gesti e con gli occhi chiusi, appiccicata contro di lui, si lasciava andare completamente ai desideri mattutini del suo amante.
 
“Sei così dolce” sussurrò lui continuando le sue carezze, baciandola teneramente. “Sei la più bella signorina mokkori che abbia mai visto” sorrise.
 
Di nascosto, la bambina era entrata in cucina e osservava i suoi genitori, accigliandosi; un sorrisetto apparve sulle sue labbra.
 
“Eccomi papà!” gridò la piccola, presentandosi con le sue paperelle di plastica.
 
I due sussultarono improvvisamente nel sentire la voce della bambina.
 
“Corri, ti raggiungo!” sorrise lui nervosamente.
 
A-Shan obbedì volentieri e schizzò verso il bagno.
 
“Sarebbe meglio che ti facessi una doccia fredda prima di andare da lei” sorrise Kaori.
 
In effetti, il fedele amico dello stallone aveva cominciato a puntare il naso; con riluttanza si staccò da Kaori e fissò il proprio inguine.
 
“Chissà come sono riuscito a tenerlo tranquillo per così tanti anni!”

“Idiota!” sospirò lei. “Vado a far scendere l'acqua per A-Shan, tu vai a fare la doccia; ma non tardare troppo, nostra figlia ti reclama”

Mentre si allontanava, Ryo posò su di lei uno sguardo focoso e in due passi le tornò vicino:

“Non vuoi farla con me?” sussurrò con voce piena di desiderio, abbracciandola di nuovo.
 
Mentre lei cercava di allontanarsi, i loro sguardi si incontrarono e la fiamma che ardeva negli occhi scuri di lui la fece arrossire.
 
“Lasciami...” balbettò. “Vai a fare la doccia, veloce!” cercò di dire con autorevolezza.
 
“Tanto peggio per me!” disse lui incurvando le spalle mentre si allontanava per scomparire al bagno del piano superiore.
 
Emettendo un profondo sospiro, Kaori raggiunse la figlia che stava tentando di spogliarsi.
 
“Ce la fai, tesoro?” chiese aprendo i rubinetti per riempire la vasca.
 
“Sì, sono grande ormai! Ho quasi quattro anni!” esclamò lei determinata, mimando il numero con le dita.
 
Inclinandosi leggermente, Shan In cercò suo padre con lo sguardo.
 
“Non preoccuparti, tesoro, il tuo papà sta arrivando; sta solo facendo la doccia. Che profumo mettiamo oggi nella vasca?”

“Vaniglia! Voglio avere un buon profumo come te, mamma!” disse la piccola accoccolandosi contro Kaori.
 
Un dolce profumo zuccherato riempì la piccola stanza piastrellata mentre Kaori stappava il flacone e versava il liquido setoso nell'acqua calda del bagno; Shan In si affrettò ritrovandosi finalmente nuda e saltellò, battendo le mani per poi allungarne una verso sua madre. Con un gesto cauto, Kaori sollevò la bambina che baciò, lasciandola nel dolce flusso della vasca da bagno.
 
“Stai bene?”

“Sì!” confessò Shan In allegramente.
 
Mentre immergeva la sua paperella nella schiuma, Kaori, inginocchiata al suo fianco, lavava i capelli scuri della bambina mentre canticchiava la sua filastrocca preferita; Ryo arrivò in quel momento e si fermò sulla soglia a contemplare le sue due donne. Appoggiato allo stipite della porta, incrociò le braccia sul petto e osservò la scena che si svolgeva davanti a lui. La voce della bambina si mischiava insieme a quella della madre mentre continuava a fare il bagno con il suo giocattolo; i gesti infinitamente gentili di Kaori verso la figlia ora le facevano inclinare all'indietro la testa, accarezzandole i capelli per rimuovere la schiuma.
 
“Brucia!” brontolò A-Shan.
 
Kaori si alzò e prese un asciugamano che inumidì per pulire gli occhi arrossati della bambina.
 
“Va meglio?” disse con voce dolce.
 
“Sì!” disse la bambina, annuendo.
 
Il suo sguardo ricadde sullo spettatore silenzioso.
 
“Papà! Vieni a giocare con me e le mie paperelle!” gli chiese, porgendogli uno dei suoi giocattoli.
 
Kaori si raddrizzò e avanzò verso di lui.
 
“Ti lascio continuare!” fece, baciandolo sulla guancia.
 
Ryo obbedì e afferrò il giocattolo di gomma.
 
“Vado a fare la spesa...fate i bravi!” disse facendo l'occhiolino.
 
“Sì, mamma!” esclamò la bambina sorridendo.
 
“Non preoccuparti, ho tutto sotto controllo!” aggiunse Ryo.
 
“Non inondatemi il bagno come sempre!”

“Promesso!” gridarono i due insieme.
 
Con un sorriso, Kaori scomparve dietro la porta e pochi minuti dopo si udì la porta d'ingresso sbattere al piano di sotto.
 
Shan In dettò le istruzioni per il nuovo gioco.
 
“Allora, tu sei il papà e io la figlia. Andiamo a fare un giro sullo stagno”

Ryo seguì le indicazioni della figlia e cercò di imitare il grido di una papera; all'improvviso la bambina lo guardò con occhi enormi.
 
“Ma non sembra una papera!” rise. A sua volta, produsse il verso dell'animale.
 
“Ora lo stagno si agita perché il vento si alza!”

“Non troppo forte, Shan In!” disse Ryo.
 
“No, no” disse lei con tono falsamente innocente.
 
Lentamente, A-Shan mosse le gambe, facendo oscillare l'acqua; le due papere ballavano seguendo il movimento dell'acqua piena di sapone.
 
“C'è la tempesta!” esclamò.
 
Iniziò a battere vigorosamente sulla superficie con le mani, agitando i piedi; l'acqua traboccò, spruzzando lo sweeper.
 
“A-Shan!” gridò lui, alzandosi.
 
Spaventata dal tono serio del padre, lei si fermò immediatamente.
 
“Non l'ho fatto apposta!” balbettò abbassando il capo, con un broncio rattristato.
 
“La mamma si arrabbierà se vedrà com'è messo il bagno” aggiunse lui con voce più dolce, inginocchiandosi accanto alla vasca. “Quindi rimani più calma, ok?” disse scompigliandole i capelli.
 
Lo sguardo della bambina incontrò quello di suo padre e vi vide amore e tenerezza; ne fu rassicurata. Improvvisamente ripensò a una cosa e chiese a Ryo, il quale stava pulendo il pavimento con un asciugamano:

“Papà...cos'è mokkori?”

Una pioggia di corvi cadde sulla sua testa.
 
“Beh, è...è quando papà ama moltissimo la mamma! Capito?” rise nervosamente.
 
“Sì!”

Soddisfatta della risposta, la bambina riprese con calma il suo gioco; Ryo emise un lungo sospiro, poi si sedette sul pavimento.
 
“Ma dove l'hai sentito?” azzardò lui.
 
“L'hai detto tu alla mamma stamattina!” esclamò con naturalezza, continuando a giocare con le sue papere.
 
Lui rise agitato, ripensando al contesto che avrebbe potuto essere molto imbarazzante se la bambina avesse notato la sua 'condizione fisica'; la piccola si alzò con cautela aggrappandosi al bordo della vasca.
 
“Basta! Voglio uscire!”
 
Ryo la sollevò delicatamente e la avvolse in un grande asciugamano bianco di spugna; la bambina scomparve letteralmente nel tessuto spesso. Rapidamente, la asciugò e le infilò le mutandine; mentre Ryo rimuoveva le papere dalla vasca e toglieva il tappo per far scorrere l'acqua, A-Shan ne approfittò per sgusciare via. Lui prese l'asciugamano con una mano e i vestiti con l'altra.
 
“Shan In, torna qui! Non ho finito di vestirti”

Sentendo i passi veloci della bambina in salotto, si guardò intorno per cercarla.
 
“Torna qui, devi vestirti! Prenderai freddo!”

Esaminando il pavimento, vide gocciolino che solcavano il suolo; silenziosamente, avanzò nella direzione indicata, poi mentre saliva sul divano sentì delle risatine. Lasciando silenziosamente i vestiti sul divano, si chinò e catturò la bambina.
 
“Ah ti ho preso, canaglia!”
 
Divertita, la bambina si dimenò tra le braccia di suo padre mentre lui la prendeva. Si sedette sul divano, mise l'asciugamano di spugna sulle ginocchia per lasciarvi la bambina e la strofinò energicamente.
 
“Non è ragionevole, A-Shan! Rischi di prendere un raffreddore”

Il faccino sorridente ebbe la meglio sui suoi rimproveri e la vestì con cura mentre fissava i suoi piccoli occhi canzonatori; una volta abbigliata, la bambina posò le manine fresche sulle guance del papà e gli lasciò un bacio sulle labbra.
 
“Papà...io ti mokkori!” disse teneramente.
 
Ryo sorrise a quella frase, lei l'aveva usata come lui le aveva spiegato in precedenza.
 
“Anch'io ti amo, tesoro”

Strinse l'abbraccio attorno all'esile figura che si rannicchiò di più contro di lui.
 
“Vedi, profumo come la mamma!” proclamò orgogliosa.
 
“Sì, piccola mia!”

Un po' esausta per le peripezie mattutine, lei si accomodò sulle ginocchia del padre, poi appoggiò la testa contro di lui e i suoi occhietti si fecero più pesanti. Lottando con tutte le sue forze contro il sonno, la battaglia fu vana. Mentre le accarezzava i capelli umidi, Ryo si sdraiò a sua volta sul divano e l'attirò a sé, avvolgendola con le sue braccia protettive.
 
Poco dopo, Kaori varcò la porta, le braccia cariche di sacchetti.
 
“Ciao, eccomi!”

Ma lo strano silenzio che regnava nell'appartamento la insospettì; dirigendosi in cucina, lasciò i sacchetti sul tavolo, poi partì alla ricerca dei suoi due diavoli. Arrivata in salotto, li trovò immersi in un sonno profondo, allacciati l'uno all'altra.
 
“Dormite bene, amori miei!” disse baciandoli, tornando in cucina per sistemare la spesa.
 
In un sussurro, la bambina disse:
 
“Mamma!”

Istintivamente, Ryo strinse il suo abbraccio; nessuno dei due si svegliò prima di una buona ora.
  
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