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Autore: Musical    22/03/2021    0 recensioni
[Vile Bodies]
[Vile Bodies][Vile Bodies]
Le mille vicissitudini di Father & Mother, meglio conosciuti rispettivamente come Edward "Ginger" Littlejohn e Miles "Malpractice" Maitland, a cominciare dal loro primo incontro, durante il party svolto all'interno di un dirigibile.
[Miles/Ginger]
~
ATTENZIONE: escluso il primo capitolo, ambientato due anni dopo le vicende raccontate, gli altri saranno scritti a seconda dell'ispirazione e verranno ordinati cronologicamente una volta inseriti
Genere: Sentimentale, Slice of life, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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The eighth chapter, their first chapter



"We sometimes encounter people, even perfect strangers, who begin to interest us at first sight, somehow suddenly, all at once, before a word has been spoken."
(Fëdor Dostoevskij)


La musica, le risate e le grida di pura euforia stavano cominciando ad essere troppo assordanti per le orecchie di Ginger.
Il giovane uomo, dopo aver ingoiato un sorso del suo scotch, cercò con lo sguardo Nina, o Adam, ma il dirigibile pullulava di persone e la poca illuminazione rendeva ancora più difficile la ricerca. Prima o poi, sarebbero dovuti tornare a casa, quindi il Capitano decise d'aspettarli all'uscita, una volta posato il bicchiere.
Londra non era più come l'aveva lasciata, i giovani adesso erano soliti festeggiare, bere, diventare protagonisti di qualche notizia sui giornali scandalistici, meglio ancora se la penna era del famigerato Mr. Chatterbox, la cui identità era sconosciuta a tutti. Persino Ginger era diventato soggetto di uno dei suoi articoli, non che ne andasse fiero, anche perché tutto quello che aveva scritto Mr. Chatterbox sul suo conto non era vero. Il Capitano avrebbe desiderato tanto poter conoscere l'identità di questo giornalista, così da fargli un bel discorsetto, da uomo a uomo... Sempre se di uomo si trattasse, pare ovvio... Ma il non conoscere l'identità creava quella sorta di tensione dovuta all'ignoto... Ginger, nelle ultime settimane, aveva parlato con tante persone, presentandosi con tutte loro affermando che era tornato a casa da Ceylon col ruolo di Capitano... Insomma, lui non aveva mai parlato d'esser stato in guerra, da dove l'aveva tirata fuori questa storia Mr. Chatterbox?
Dalle sue deduzioni, Ginger arrivò alla conclusione che si trattava di un giovane, perché gli anziani, lui compreso, non s'esprimevano in modi simili. Però, nonostante il Capitano provasse ad instaurare una conversazione con i giovani della sua età, questi s'allontanavano per un motivo o l'altro, lasciandolo nella solitudine più totale per andarsi a divertire. E ballare era considerato un divertimento? Cantare canzoni scandalose invece di quelle vecchie e ben conosciute era da considerarsi divertimento?
Londra era davvero cambiata, constatò chinando la testa.
"Hai bisogno di divertirti, dolcezza?"
Ginger alzò lo sguardo, trovando un uomo vestito con una camicia celeste, una pelliccia bianca e dei ricci perfetti che contornavano un viso maschile, su cui spiccavano due occhi azzurri truccati e per l'amor del cielo! Era un rossetto quello?! Un uomo vero non avrebbe avuto il coraggio d'andare in giro conciato in quel modo!!!
"N-no, grazie," gli rispose volgendo lo sguardo da un'altra parte pur di non guardare il nuovo arrivato, "sto bene così."
Il giovane uomo non sembrò dello stesso avviso, prese a scrutarlo con interesse, facendo sentire Ginger a disagio.
"Da come sei teso non direi!" si mise a ridere, sorseggiando un po' di champagne dal proprio calice, poi sfilò dalla tasca dei pantaloni una scatolina nera e lucida e gliela offrì. "Questi fanno al caso tuo, tesoro."
Ginger sbirciò prima la scatola e poi sul suo proprietario. "Cosa c'è dentro?" domandò.
"Qualche granello di sale, il migliore in circolazione! Ci tengo a disporre della merce migliore!"
Il sorriso che lo sconosciuto gli stava rivolgendo mise ancora più in difficoltà il Capitano, aveva già provato quei sali, una volta sola.
"Non fanno per me, mi danno alla testa."
Lo sconosciuto si mise a ridere forte, cogliendo Ginger alla sprovvista. "Ma è proprio per questo che vengono usati, sciocco!"
Aprì la scatola, prese un granello e se lo portò sotto la narice, respirando poi forte, poco dopo ripeté l'operazione per l'altra narice e, una volta terminato, rioffrì la scatoletta a Ginger; il Capitano rifiutò nuovamente.
"Non ti ho mai visto, nelle altre feste. Deduco che non sia di Londra."
"Sono tornato da poco, sono stato... Lontano per parecchio tempo."
"Si vede: vestito così male, potresti andare a qualche pranzo la domenica mattina con qualche altro gentiluomo per discutere d'affari..." lo sconosciuto abbassò lo sguardo per scrutare Ginger dai piedi fin sul viso, soffermandosi su un particolare che attirò la sua attenzione solo in quel momento. "Per non parlare di quei baffi, sono trascorsi secoli da quando andavano di moda."
Ginger si portò inconsapevolmente due dita sui baffi, tastando il punto dove c'era una voglia orribile, fortunatamente era ancora coperta, riabbassò la mano, non degnando lo sconosciuto di uno sguardo.
"Dovresti raderti la prossima volta che vieni", gli sussurrò, avvicinandosi un poco al Capitano.
Il Capitano respirò profondamente per non rispondere allo sconosciuto, tipico figlio della nobiltà inglese, chiuse gli occhi, domandandosi dove diavolo erano finiti Nina e Adam, dannazione!
"Ammesso che tu venga invitato, non sei un tipo così divertente!" riprese a parlare il suo interlocutore, completamente all'oscuro che stava mettendo a dura prova la già poca pazienza di Ginger. "Non provi i sali, non bevi un po' di champagne, sei vestito in maniera orribile, i tuoi baffi sono una dichiarazione di guerra al senso estetico. È una festa questa, mica una commemorazione funebre! Terribilmente noiose quelle cerimonie... Sembri un tipo più adatto a quel genere di feste, però, per quanto poi un morto potrebbe essere più divertente di te! Dio mio! Ma chi ti ha invitato?"
"D'accordo, ora basta!" proruppe Ginger, voltandosi verso quello sconosciuto per rispondergli a tono. "Sono Edward Littlejohn, dannazione! Sono stato a Ceylon per molti anni, ho fatto una vita militare, lì, sono tornato a Londra da un paio di settimane, per dire. Quello che intendo dire è che a Ceylon, e lo sai, la gente è ancora normale, cioè, non come qui che va in giro in modo appariscente, o a feste dove si beve o si prendono i sali. Dico che lì c'è ancora rigore e rispetto, non di certo sregolatezza o trasgressione. Ora! Se il tuo naso da nobile mi facesse il gioioso piacere d'andare a ficcarsi da un'altra parte, magari non nei miei affari intendo, la festa sarebbe molto più piacevole!"
Lo sconosciuto lo stava fissando con aria rapita, gli occhi sembravano brillare, ma Ginger era troppo occupato a riprendere fiato e calma, diamine! Non poteva trascorrere serata peggiore!
"L'amico di Nina, ecco chi sei!" esclamò con entusiasmo il suo interlocutore, come se non avesse prestato attenzione al fatto che Ginger gli avesse urlato contro. "Il famigerato Capitano Littlejohn!" diede una veloce occhiata all'altezza dei pantaloni, portandosi poi il calice vicino alle labbra. "Il nome garantisce tutto... Povera la mia piccola Nina..."
"Come prego?" questo era davvero troppo! Evidentemente quel tizio non aveva ben compreso il messaggio, Ginger stava per continuare a parlare, quando venne anticipato dall'altro.
"Hai ragione, completamente ragione, Eddie-caro, non devo intromettermi nei tuoi affari, la mamma è così terribilmente dispiaciuta!" recita portandosi il dorso della mano sulla fronte, chiudendo gli occhi, poi li riapre ed abbassa la mano, dedicando la sua completa attenzione su Ginger, sorrise malizioso s'avvicinò al Capitano, provocandogli un brivido che gli corse lungo tutta la schiena.
"Se vuoi posso rimediare..." propose abbassando la voce fin'ad essere un sussurro che solo loro due potevano sentire: "Vedrò di far felice il tuo piccolo Johnny".
Avvertendo quella vicinanza come un campanello d'allarme, Ginger indietreggiò di tre passi, minacciando lo sconosciuto di non avvicinarsi ulteriormente.
"Sporco sodomita!" insultò lo sconosciuto mentre s'allontanava con passo militare da quello scarto della società, non potè far a meno però di sentirlo urlare con molto entusiasmo un certo Tiger, e questo chiamarlo per nome, Miles, buono a sapersi, Ginger ora sapeva da chi doveva star lontano, e di conseguenza anche Nina. Dove diavolo era finita?!


Adam e Nina si trovavano seduti su una poltroncina, all'interno del dirigibile, Adam con la testa poggiata sulle gambe di Nina e Nina che gli accarezzava amorevolmente i capelli.
Ginger li raggiunse a passo spedito, le sue mani infilate nelle tasche della sua giacca.
"Buonasera a voi", disse a Nina e Adam, lanciando un'occhiata di fuoco a quest'ultimo. "Davvero un bello spettacolo questo, no?"
"Ti stai divertendo, Ginger?"
"Eccome. Cosa dire, ho incontrato un ragazzo terribilmente educato chiamato Miles. Il tipico ragazzo nobile. Sapete, no, davvero amichevole. Ecco quello che mi piace di una festa decente, che incontri certi tipi dell'alta società. Cioè, per alcuni ragazzi ci vogliono davvero anni per riconoscerli ma con un tipo come Miles l'ho avvertito in lontananza che era amichevole."
Dopo quello che la signorina Runcible aveva detto a riguardo di un divino night club, Nina e Adam andarono lì con la macchina di Ginger.
Mentre erano per strada, Ginger riprese il discorso:
"Quell'uomo, Miles, sapete, è dannatamente queer..."





NdA: L'ultimo pezzo è tratto dall'ottavo capitolo del libro, il post incontro tra Miles e Ginger, con una prova da parte della sottoscritta di tradurlo. Ho interpretato il monologo di Ginger come pieno di sarcasmo, quindi qualcosa sarà successo tra quei due 🤣 grazie per aver letto.

   
 
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