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Autore: Lunasyriana    22/03/2021    8 recensioni
Ciao a tutti/e! Questa che vi propongo è una raccolta di one-shot di momenti rubati alla vita quotidiana dei nostri beniamini. Sono pensieri... E' un esperimento, spero che vi piaccia! Buona letttura!
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaori Makimura, Kazue Natori, Mick Angel, Ryo Saeba, Saeko Nogami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Sono entrato in questo centro commerciale da pochi minuti. 

Mi guardo intorno e ti cerco. Avrei dovuto accompagnarti, ma come al solito ho fatto lo sciocco. Comincio a cercarti tra i vari reparti. Se ci pensassi un attimo ti troverei in pochi minuti, ma mi piace girovagare, soprattutto per il reparto di intimo. 

Guardo alcuni completini veramente audaci. Ti farebbero arrossire. Io ti salterei addosso immediatamente. Hai delle curve che mi fanno impazzire, per non parlare del profumo e della morbidezza della tua pelle. Mi sto leggermente eccitando. 

Devo smetterla. 

Riprendo a cercarti. Alzo gli occhi alla ricerca del cartello che mi serve. 

Trovato. Ancora pochi metri e ti avrò raggiunta.

Finalmente ti vedo. Sei bellissima con quel vestitino a fiori. Lascia intravedere quelle tue stupende e lunghe gambe. Mette in risalto il tuo seno florido e sodo. I tuoi capelli rosso mogano ti ricadono sulle spalle. Mi piace che li hai fatti crescere, ma anche corti come li portavi tempo fa ti rende sexy. Sono qui che ti ammiro e ti mangio con gli occhi. Non ti sei ancora accorta di me. Stai scegliendo dei vestiti. Prima uno giallo canarino, poi uno azzurro cielo. I tuoi occhi nocciola si illuminano. Sento le tue stesse emozioni. Sei sempre stata un libro aperto per me.

Sento un’aura avvicinarsi a te. La riconosco. È quella del mio amico americano: Mick Angel.

Si è avvicinato a te con un sorriso a 32 denti. Ti prende per i fianchi e ti dà un bacio sulla guancia in segno di saluto. Tu sorridi e arrossisci. Io comincio a ribollire di gelosia. Non ho mai sopportato la vostra amicizia. Lo so che da parte tua c’è solo amicizia e che lui è innamorato di Kazue, tuttavia vedervi così in confidenza… aaahhh la gelosia è proprio una brutta cosa. Sono sempre stato geloso di te, ma non lo devi sapere. Se sapessi quanti spasimanti ho dovuto allontanare. Ogni tanto la mia python ha dovuto fare gli straordinari.

Sono distolto dai miei pensieri. Stai ridendo a qualche battuta di Mick. La temperatura sale. Adesso mi faccio sentire. Quel dongiovanni si sta prendendo troppa confidenza.

Devi esserti accorta di qualcosa perchè guardi nella mia direzione e i nostri sguardi si incontrano. Mi sorridi. Anche Mick si è accorto di me. Ti saluta in modo teatrale. Sa perfettamente di scatenare la mia gelosia. Viene nella mia direzione. Mi fa un cenno di saluto e mi fa l’occhiolino complice. 

“Amico” gli rispondo facendo un cenno col capo.

Poi rivolgo di nuovo la mia attenzione a te. Mi stai aspettando trepidante. Lo capisco da come mi guardi. Cedo al tuo sguardo e mi avvicino. Con passo lento e misurato. Voglio farmi desiderare. Lo so. È infantile, ma vederti mentre ti mordi il labbro inferiore piena di desiderio mi elettrizza. Misuro ogni mio passo, sto attirando l’attenzione di alcune ragazze. Lo stallone di Shinjuku colpisce ancora. Tuttavia non mi interessano. Il mio obiettivo sei tu.

Siamo uno di fronte all’altro.

“Ciao” ti dico

“Ciao” mi rispondi

Poi mi avvicino al tuo orecchio e ti sussurro “Sono entrambi carini” ti vedo sorridere. Sei stupenda. Mi posiziono alle tue spalle e ti cingo i fianchi. Ti abbandoni contro il mio petto. Mi sento così bene.

“Se ti piacciono li prendiamo tutti e due” mi dici. Dal tuo tono capisco che sei estremamente felice. 

“Hai finito? Andiamo?” ti dico. Voglio stare da solo con te. Annuisci e ci dirigiamo verso le casse. Mi rendo conto di suscitare molta invidia tra la gente. Non solo sono irresistible, ma anche tu sei raggiante e bellissima. Stiamo pagando i nostri acquisti che la cassiera ti domanda “Quanto manca, signora?” “Circa 2 settimane” rispondi accarezzando il pancione 

“Auguri” 

“Grazie”

Mi prendi sottobraccio e usciamo. È una bellissima giornata di primavera. Il sole è caldo. Il cielo terso. Stiamo passeggiando mano nella mano per la strada. E comincio a perdermi nei ricordi... come dimenticare la notte in cui ho capitolato. Eravamo rientrati dal matrimonio di Miki e lucciolone. Eri stata così silenziosa e poi sei esplosa. Quante me ne hai dette, compreso che se mi fossi tirato indietro nuovamente te ne saresti andata per sempre. Quando, rossa come un pomodoro, mi hai confessato il tuo amore ero totalmente allibito, investito dalle tue parole e dai tuoi sentimenti. Non ci volevo ancora credere. Qualcuno poteva amarmi non solo con un’intensità sconvolgente, ma anche accettandomi per quello che ero e sono. E davanti a tutto questo, complice anche l’enorme stanchezza, ho ceduto e ti ho aperto il mio cuore. Hai saputo dissipare i miei dubbi, mi hai dato del paranoico. Avevi e hai ragione. Lo sono. Figuriamoci adesso che diventerò padre. Comunque abbiamo passato tutta la notte a parlare. Non lo avevo mai fatto. Mi ha fatto bene. E all’alba, ormai esausti ci siamo addormentati sul divano abbracciati.

Il risveglio, poi è stato… come dire… l’unione di 2 cuori e di 2 anime. Ho come l’impressione di essere diventato sdolcinato. Povero me. Eppure da quel giorno mi trovo in uno stato di felicità perenne. Ovviamente all’inizio conciliare i miei sentimenti con il lavoro non è stato facile, ma in questo sei stata fantastica. Hai creato un nuovo equilibrio nella nostra coppia che ci ha reso quasi invincibili. Beh, alla fine se non cedevo sul tuo addestramento mi avresti messo a stecchetto.

Il mio cuore ride a questi ricordi. E poi… poi è subentrato questo desiderio di famiglia, di paternità. Quasi per caso, ho cominciato a notare tutte le donne gravide. Quando te ne sei accorta mi hai schiacciato con uno dei tuoi più pesanti martelli. Non ci ero più abituato, ma poi hai capito. Ti sei stupita. Allarmata perchè tu non ci avevi pensato. Non ti sentivi pronta. Mi hai fatto penare per settimane, ma poi ti sei decisa. Hai riscoperto il tuo lato materno. E ora eccoci qui ad aspettare l’arrivo di Hideyuki. E si... è un maschietto. Potevo mai fallire con la nomea che ho nel quartiere?! Sorrido e mi guardi interrogativamente e ti dico “Pensavo” 

“A cosa?” 

“A noi” 

“Cioè?” 

“Beh, alla nostra prima volta…” 

“Sei il solito pervertito” e dalle tue mani compare un martello. Per fortuna fai fatica ad abbatterlo sulla mia testa e per cercare di calmarti ti dico “No, no, calmati Kaori. Non hai capito” 

“E allora spiegati” mi urli contro. 

Figurariamoci se te la do vinta. Ti prendo tra le braccia e ti bacio appassionatamente. Ti sento cedere. Non sei più alterata. Ormai mi sono abituato alle tue sfuriate ormonali.

“Per questa volta sei salvo” mi dici e rido.

Siamo arrivati a casa. Ti sei stancata, vero? Lo so che non me lo dirai. Ti vado a preparare un bel bagno caldo che allevia i dolori alla schiena. E poi è un’ottima scusa per stare insieme senza vestiti. La prospettiva mi eccita parecchio. Ormai mi conosci, ogni scusa è buona per fare l’amore con te. Mi guardi storto. Hai già capito. E cominci a ridere. Mi baci con passione.

“Spero che mi vorrai ancora dopo il parto” mi dici

“Ma che cosa dici? Sei bellissima e lo sarai ancora di più dopo” affermo deciso

“Sarà…”

“L’importante è che non ti passi questo aspetto da piccola ninfomane.” sghignazzo felice.

Diventi un peperone per la vergogna. 

“Non è colpa mia. Sono gli ormoni” ti giustifichi. Ti bacio. Spero che tu capisca quanto amore provi per te. Non ci riesco ad esprimerlo a parole. 

“Ti amo Ryo” mi dici 

“Ti amo Sugar” ti rispondo

E così trascorrono altre ore, altri giorni e altre settimane. 

Hideyuki è nato. Il frutto del nostro amore ci riempe le giornate.

Kaori è più luminosa che mai e beh anch’io mi sento in paradiso. Ho una famiglia. Sono finalmente un uomo normale. Il killer che è in me è ben nascosto dentro le tenebre della notte. Come un supereroe indosso la mia maschera da angelo della morte e ripulisco la città dalla feccia della società.

   
 
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