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Autore: Koa__    22/03/2021    5 recensioni
Questa sarà una raccolta di One Shot incentrate su Joe e Nicky, e sull'evoluzione del loro rapporto da nemici, ad amici sino all'innamorarsi perdutamente l'uno dell'altro. Ogni One Shot sarà collocata in un momento preciso della storia.
La quarta storia di questa raccolta, Seduti all'ombra di un sicomoro, partecipa al contest "Storie Alfabetiche" indetto da Lady.Palma sul forum di Efp.
"La storia: Mangiando datteri in un albero cavo è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna"
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Joe / Yusuf Al-Kaysani, Nicky / Nicolò di Genova
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Seduti all’ombra di un sicomoro






 

Apamea, * principato di Antiochia,
27 settembre 1108.





 

Benché sin dal principio si fosse dichiarato come il suo più odiato nemico, col tempo Yusuf aveva compreso che quel Niccolò era molto più di un cristiano da uccidere. Che di quell’infedele si sarebbe addirittura innamorato, però, mai lo avrebbe ritenuto possibile. D’altronde, come avrebbe potuto immaginare che avrebbe desiderato baciare un uomo che aveva ucciso più e più volte? Eppure, ora che da quel primo scontro erano passati nove anni, non poteva pensare di avere accanto un qualcuno di diverso. Forse era il filo sottile del destino che li univa in un’immortalità scomoda, a farlo ragionare in quella maniera, anche se in effetti Niccolò era un uomo pieno di buone qualità. Generoso, affabile e immancabilmente buono, il suo infedele preferito non aveva neppure un difetto e, ai suoi occhi, era tanto bello da sembrargli un angelo.
«Hai molta immaginazione» gli aveva detto un pomeriggio, intanto che camminava al suo fianco sulle rive del fiume Axius, appena fuori Apamea. «Io credo invece di essere tutto tranne che perfetto, faccio soltanto ciò che ritengo giusto per adempiere al mio destino.» 


La parola destino ricorreva spesso nei discorsi di Niccolò, che era infatti convinto che Dio avesse per loro un piano per il quale una singola vita non sarebbe bastata e, di conseguenza, trascorrevano le giornate intenti a compiere buone azioni. Malgrado ciò, Yusuf troppo spesso aveva la sensazione di venire inghiottito da un’oscurità che lo faceva sentire prigioniero. Non c’era giorno in cui non ci pensasse e tanto che neppure quello splendido pomeriggio riuscì a godersi la meraviglia di Apamea, al contrario la sua mente si perse nel tentativo di comprendere perché Allah avesse scelto proprio lui. Ogni sforzo di arrivare a una risposta convincente si sfaldò in mille e più tentativi falliti e, sconfitto, si lasciò cadere sotto all’ombra di un sicomoro. Perso com’era nella profondità dei propri ragionamenti, con la testa tra le mani e una disperazione che non trovava pace, si sentì come avvolgere dall’oscurità. Quasi non lo sentì arrivare, tanto che Niccolò gli scivolò accanto senza che se ne accorgesse, posandogli poi una mano sulla coscia in una presa morbida.
«Resta con me, Nico» biascicò, lasciandosi abbracciare intanto che si rendeva conto del fatto che probabilmente aveva ragione a non credersi un angelo, a dirla tutta era molto più di questo.
«Sei l’astro che illumina il mio cammino oscuro, mio amato infedele, ti prego resta accanto a me» ripeté infine, lasciandosi baciare e stringere. Tra i mille respiri che Niccolò gli concesse, fra tocchi fugaci di labbra, Yusuf si sentì riportare alla ragione. Un tempo, soltanto la furia della guerra che lo spingeva a brandire la scimitarra sarebbe riuscita a dipanargli il filo sottile dei pensieri. Vero, però, era che il sentimento che provava per quell’uomo era ben diverso dalla furia per una lotta e, in quell’assolato pomeriggio, intanto che si lasciava accarezzare dalle candide mani di Niccolò, in Yusuf sbocciò un vivo sentimento d’amore. Zittendo l’incontrollabile desiderio che provava di farlo suo, Yusuf il saraceno gli confessò tutto il suo amore mentre, silenzioso, il sicomoro li proteggeva dagli indiscreti sguardi dell’assolata Apamea.




 

Fine





 

*Come per la maggior parte delle storie di questa raccolta, anche questa è ambientata in una città del medioriente, dopo Laodicea ho scelto Apamea, che fu conquistata nel 1106 dal crociato Tancredi di Galilea e annessa quindi al principato di Antiochia. La città sorge sulle rive di un fiume chiamato Axius (od Oronte). Fonti: Apamea - Wikipedia Oronte - Wikipedia


Note: Questa storia è stata scritta per il contest “Storie Alfabetiche” indetto da Lady.Palma sul forum di Efp. Ringrazio Lady.Palma per aver indetto un contest tanto particolare, che sin da subito ho preso come una sfida. Sfida che ho colto, ma che non ero sicura, data la sua particolarità, che sarei riuscita a completare. Si trattava infatti di scrivere una breve storia seguendo l’alfabeto e quindi la prima sarebbe dovuta iniziare con la lettera A, la seconda con la B e via dicendo fino alla Z. Non è stato facile dare fluidità a un testo del genere e ho dovuto spesso lavorare di fino per limare frasi esageratamente lunghe o più di un inizio di frase con poco senso. Non sono del tutto convinta di quello che ne è uscito, però mi sono decisa comunque a concluderla e a pubblicarla.
Grazie a tutti coloro che sono giunti sino a qui.
Koa

   
 
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