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Autore: crazy lion    22/03/2021    0 recensioni
Il giorno dell'Epifania Taylor e Joe si svegliano e si rendono conto che qualcosa, nei loro gatti, è cambiato.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Taylor Swift
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN'EPIFANIA PARTICOLARE

 
Taylor si svegliò tardi, quella mattina. Era il 6 gennaio, l’Epifania, né lei né Joe dovevano lavorare e si sarebbero goduti una giornata a casa.
"Buongiorno, amore" lo salutò, dandogli poi un bacio sulle labbra.
"Potrei volermi svegliare così ogni mattina" le rispose lui con un gran sorriso-
I due si alzarono e, in pigiama, andarono a fare colazione. Joe le preparò un piatto di bacon e uova strapazzate.
"Mi vuoi viziare, vedo."
"Esatto. Mangia, altrimenti si fredda. Vuoi del pane tostato?"
"Sì."
Dopo aver mangiato, Taylor si accorse che sul tavolo del salotto c'erano due calze.
"La Befana è arrivata, eh?" chiese ridendo a Joe.
"Già."
"Grazie."
Le aprirono e tirarono fuori caramelle e cioccolatini, poi Olivia si avvicinò per annusare i dolci.
"Buoni!" esclamò la gatta.
Per poco Taylor non svenne e Joe sbiancò.
"Ha p-parlato?" chiese lui, con la voce che gli tremava.
Taylor non riusciva a dire niente.
"Allora? Vi siete mangiati la lingua? Io ho fame!" esclamò ancora la micia.
La gatta aveva una voce forte ma non fastidiosa. Si strusciò contro le gambe della padrona e la chiamò per nome. Fu solo allora che Taylor tornò in contatto con la realtà. Il fatto che Olivia parlasse l'aveva scossa talmente tanto che si era estraniata da tutto e tutti.
"M-ma Olivia, che stai facendo? Tu sei una gatta e gli animali non parlano."
Meredith si fece avanti camminando con grazia.
"Ti ricordi quando tua mamma ti diceva che il giorno dell'Epifania gli animali possono parlare?" le chiese, in tono pacato.
"Sì, ma credevo fosse solo una leggenda."
"Beh," disse Benjamin Button, "è la verità."
"Siamo sinceri" intervenne Merlin in tono allegro, il gattino nero che lei e Joe avevano trovato in un parco e adottato tempo prima.
"Parlano tutti" disse Joe.
I due guardarono i gatti come se fossero stati degli alieni.
"Taylor, ma è reale quello che stiamo sentendo e vedendo?"
Poteva essere un sogno, forse erano ancora addormentati.
"Sì, lo è. Le loro bocche si muovono."
"Tutti i gatti possono parlare in questo giorno, anzi, tutti gli animali, non solo noi. Che bello!" esclamò Merlin, strofinandosi contro le gambe di Joe.
Meredith passò davanti al gatto.
"Sì, parliamo, e anche il piccoletto, a quanto pare. Cielo, credevo fosse una cosa da adulti…"
"Mer, non fare la stronza" la ammonì Joe.
"Hai chiamato stronza la mia gatta?"
"Tay, mi dispiace, ma hai sentito come l'ha trattato, no?"
"Sì, è stata maleducata, ma ora si scuserà, vero piccola?"
La gattina sbuffò.
"Va bene, scusa."
Merlin la leccò.
"Ti perdono."
"Io vado a farmi un giro, a dopo" disse Benjamin Button e uscì dalla porticina basculante in cucina.
Taylor si accomodò sul divano e accese la televisione e Olivia si mise a guardare fuori dalla finestra, nella tipica posizione che la ragazza definiva da scoiattolo, perché stava solo sulle zampe posteriori. Meredith e Merlin si avvicinarono ai due adulti e andarono alla ricerca di coccole.
"Grattami la testa!" esclamò il gattino rivolto a Joe.
"Accarezzami la pancia" disse Meredith, facendo le fusa.
Taylor e il fidanzato li coccolarono finché non si addormentarono e poi guardarono un film.
"Ma che sta succedendo?" chiese la ragazza.
"Qualcosa di molto strano, ma se dura solo per oggi e nessuno viene a trovarci possiamo sopravvivere" rispose lui, ridacchiando.
A pranzo, Merlin reclamò a gran voce, per davvero, c'era da dirlo, cibo. Lo faceva sempre con i miagolii. Sbbandonato, abiguato a mangiare ciò che trovava, la sua vita era stata ben diversa da quella di Olivia e Meredith.
"Ecco la tua carne" gli disse il padrone mettendogli per terra una scatolina con del cibo umido.
"Grazie" rispose il gatto.
Nel pomeriggio, Olivia si avvicinò a Taylor che era sdraiata sul divano.
"Posso dormire con te?" le chiese.
"Vieni."
La gatta le si accoccolò in grembo e poco dopo entrambe caddero in un sonno profondo. Una volta svegli, i gatti vollero giocare.
"Con la pallina!" esclamò Merlin e Joe gliene fece una di carta stagnola ce lui inseguì per tutto il saotto.
"Con il filo" disse Olivia.
Taylor prese un bastoncino con un filo attaccato e cominciò a muoverlo a destra e a sinitra, mentre la gatta gli correva dietro.
Gli altri ue si divertirono con le mani di Joe.
"Ora ti graffio e ti mordo!" esclamava Benjamin.
Meredith, invece, si limitò a leccarlo.
La giornata passò tranquillamente, fra giochi e coccole e la sera andarono tutti a letto felici.
"È stato strano sentire le loro voci, non erano come me le ero immaginate."
"Idem. Che giornata!"
Il matino dopo, quando si svegliarono per andare al lavoro, i due trovarono i gatti addormentati tutti vicini sul divano.
"Che carini" commentò Taylor, un po' troppo forte perché si svegliarono tutti e miagolarono.
"Allora è vero che non parlate più" disse Joe.
Gli altri lo guardarono e non dissero niente.
Era stata proprio un'Epifania particolare.
 
 
 
NOTA:
Merlin è inventato. Compare per la prima volta nella mia storia Benvenuto in famiglia.
   
 
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