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Autore: vanessie    23/03/2021    1 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

Capitolo 33

“Cicatrici”

 

 

POV Matt

Ero a Manhattan e non avevo recuperato l’esame. Non ero concentrato, non avevo mai aperto i libri e mi ero limitato a frequentare le lezioni del secondo semestre e a fare i miei turni al pronto soccorso. Non uscivo, non andavo a divertirmi, non parlavo quasi più neanche con i miei coinquilini, nonostante loro cercassero di coinvolgermi. Mi ero sforzato di non cercare Kate, di non andare sul suo profilo facebook, di non selezionare il suo contatto Whatsapp. Ormai era aprile inoltrato e la primavera aveva invaso la città. Il mio unico svago era qualche passeggiata, o qualche giro in bici a Central Park, o sul ponte di Brooklyn. Ero seduto a bere l’acqua su una panchina, avevo la bici appoggiata al cavalletto. Notai una tipa vicina alla panchina successiva che mi osservava mentre faceva stretching. Aveva dei leggings che aderenti era dire poco, una sorta di top con la pancia di fuori, che copriva il seno. Mi voltai dalla parte opposta, si piegava per toccarsi le punte dei piedi con le dita e metteva quindi il culo in bella mostra. Non lo stava facendo con intento provocatorio, alternava vari esercizi, ma era meglio che pensassi ad altro. Era metà aprile e non mi facevo una scopata dai primi di gennaio. Bevvi ancora l’acqua dalla borraccia, volevo solo riposarmi un pochino prima di ripartire.

 

giphy

 

Dopo qualche minuto tornai a girarmi verso la sua direzione. Stava stirando le braccia in aria e il mio sguardo si piantò inevitabilmente su quel fondoschiena. Mi rivolse un sorrisetto quando capì che la guardavo. Forse potevo anche invitarla a casa…insomma non è che moriva qualcuno se mi concedevo almeno un po' di svago quel pomeriggio, ne avevo davvero bisogno, anche perché ero sempre teso e irrequieto, mi serviva anche a scaricare il nervosismo. Risposi al suo sorrisetto, mi alzai, infilando la borraccia al suo posto lungo la canna della bicicletta, tolsi il cavalletto e…no, non ce la facevo. L’immagine di Kate piombò nella mia mente, quasi ad ammonirmi. Salii in sella e andai via. Idiota, ma cosa poteva importare a Kate? Tra noi era finito tutto, qualsiasi cosa. Lei non mi voleva come amico figuriamoci altro.

Tornato a casa feci una doccia, sia per togliere il sudore del giro in bici, sia per rilassarmi. Mi rivestii comodo e accesi il pc.

Entrai su facebook, navigai tra gli ultimi post. Mi prese una voglia irrefrenabile di guardare una cosa, ci lottai ma mi arresi all’istinto…cliccai in alto, digitando: Katelyn Cadogan. Curiosai sul suo profilo, andando a ritroso dall’ultimo post pubblicato fino a quello di marzo quando ero tornato, l’ultimo che avevo visto. Era uscita spesso, forse per tenere la mente lontana dalla mancanza di Ben. C’erano foto di lei con i nostri amici, da sola, con sua madre, con il paesaggio irlandese. Qua e là foto con ragazzi che non conoscevo. Maschi. Giovani e abbastanza carini. Lei era sorridente. Uno di questi mi infastidiva più degli altri: Richard Mc King, biondo, occhi azzurri, bel fisico…sì ok, aveva un certo qualcosa che mi somigliava. “Che pezzo di merda questo” sussurrai, cliccai sul profilo di Richard, osservando alcune foto, ce n’erano poche visibili a chi non aveva la sua amicizia, lo stesso valeva per le informazioni. Niente data di nascita, niente professione, nessun titolo di studio “Sei single” bisbigliai leggendo l’unica informazione disponibile. Sperai vivamente che fossero semplici colleghi o magari un amico che non avevo mai conosciuto. Tornai alla home, cercando di deconcentrarmi. Merda…io non avevo mai pensato alla possibilità che avesse una relazione, che in quel mese senza rivederla potesse aver conosciuto qualcuno che le piaceva, o semplicemente che avesse il sacrosanto diritto di farsi portare a letto da chi voleva. Guardavo le foto o i link pubblicati dagli amici di facebook, ma ero svagato, con la mente su quel pensiero. Ero geloso, che stupido cazzone. Le ero corso dietro per non si sa quanti anni, finalmente la scorsa estate ci eravamo baciati e avevamo cominciato a fare l’amore ed io mandavo in frantumi la cosa più bella della mia vita, solo per un esame. Tra noi doveva ancora cominciare tutto, erano solo gli albori di quella che poteva diventare una storia d’amore e io, come l’idiota più colossale della galassia, facevo in modo che lei non mi volesse più. Ero pieno di rabbia. Ripensai ai nostri momenti insieme da quando ci eravamo incontrati dopo quei sette lunghi anni: a quando ero tornato a Dublino per l’estate e nelle vacanze natalizie, a quando lei mi aveva raggiunto a New York lo scorso Ringraziamento, a quando le avevo presentato Daniel e Michael. Ripensai a quando avevamo fatto quella festa verso fine anno a casa dei miei, alla quale parteciparono gli amici dei nostri genitori e i loro figli, momento in cui lei ebbe quella reazione di gelosia nei miei confronti poiché parlai con Grace, un episodio sciocco che tuttavia dimostrava che mi amasse e che ci tenesse a me. Ripensai anche al mese precedente, ai momenti in cui avevamo parlato brevemente, nei quali era stata fredda e distaccata. Cazzo quanto mi mancava ( il video dei ricordi https://www.youtube.com/watch?v=eh7VnMnmDFU ).

Accettai l’invito di Daniel e Michael ad uscire quella sera stessa. Ci sarebbe stata anche Zoey, ormai lei e Daniel si frequentavano. Se solo restavo in casa non sapevo cosa avrei potuto fare. Andai con Daniel, Michael e Zoey in un locale di Manhattan, nel Financial District. Era affollato e alla moda, uno di quei locali newyorkesi dove paghi un drink sui 18 dollari. Ci sedemmo al tavolo, Daniel e Zoey spesso si allontanavano di qualche passo per baciarsi. Michael aveva appena rimorchiato una, fantastico, non potevo neppure sbronzarmi, visti i costi dei cocktail. Daniel e Zoey stavano pomiciando da almeno dieci minuti senza riprendere fiato, wow, ero felice per loro, ma restare a guardarli era troppo per un povero scemo che aveva come unica consolazione della serata farsi un bicchiere di alcool.

 

cap-33

 

Michael tornò al tavolo da me, dopo essere stato in disparte con una tipa. “Già fatto?” domandai per prenderlo in giro “Se te lo dico non ci credi” “Cosa?” “È un uomo” affermò “Chi? Ma dai, non è possibile, ha delle gambe fantastiche, le caviglie piccole” risposi girandomi nella sua direzione. “Se ti dico che ha il pacco, credici” “Va bene, ci credo” dissi. Zoey e Daniel ci raggiunsero, parlammo tutti insieme, spostandoci in una zona del locale meno affollata. “Almeno potevamo andare in un posto più economico” mi lamentai e poi precisai “Mi buttavo giù tre drink e svoltavo la serata. Qui tre drink li pago la bellezza di 54 dollari, non me lo posso permettere, con quello stipendio da fame degli specializzandi al pronto soccorso” “Oh andiamo, Matt. Piantala di rompere” affermò Mickey “È pieno di stragnocche, scegline una e scopatela” suggerì Dan. “Non ne ho voglia” risposi vago “Non è che se non scopi, Katelyn corre tra le tue braccia, sai?” mi provocò Michael. Lo guardai malissimo “Ora non tirarla in ballo” affermai cambiando umore al suono del suo nome “Perché vuoi far credere che non lo fai per lei? Perché sei innamorato?” insisté Michael “Non dire cose che non sai” dissi incazzato “Hey su, ragazzi! Smettiamola” intervenne Daniel. Restai a fissare Mickey, lui fece altrettanto. “Sai cosa penso? Che stai interpretando la parte del povero martire. Sei distrutto dal fatto che lei non voglia parlarti e non accetti le tue scuse, quindi ti stai auto punendo rinunciando a uscire, a divertirti, a portarti a letto una, come se così facendo tu possa risolvere qualcosa” mi provocò e io sapevo che era una sfida, perché con Mickey avevo sempre avuto un bel rapporto, forse voleva spronarmi ad andare avanti, ma non ero dell’umore giusto, quindi reagii d’impulso, cioè malissimo. Lo tirai per la maglia, gli uomini quando volevano sfidarsi e mostrare la propria forza assomigliavano esattamente a degli animali in lotta per il territorio. Non ero affatto un violento, un attaccabrighe, ma quel gesto mi uscì spontaneo. “Tu devi imparare a farti i cazzi tuoi” gli risposi alterato “Ora la piantate!” esclamò Dan prendendomi per un braccio e trascinandomi in bagno. “Calmati Matt, non prendertela con noi, siamo i tuoi amici da quasi otto anni” mi redarguì “Se Mickey non si tappa la bocca, stasera finisce male” “Perché che fai?” “Non deve nominare Kate!” esclamai. La porta si aprì, Michael entrò e sebbene fossimo nel bagno degli uomini anche Zoey lo seguì, forse voleva fermalo poiché tentava di trattenerlo per un braccio. Lui mi venne vicino, sotto al viso “Mi faccio i cazzi miei quando tu la smetti di fare il martire” mi sfidò “Non sto facendo niente, sto male, cazzo. È difficile da capire?” urlai “E di chi è la colpa? Prenditela con te stesso se stai così, se hai ferito quella povera ragazzina non presentandoti al funerale di suo padre” gridò di conseguenza. Daniel si mise in mezzo, se la tirava in ballo ancora mi incazzavo di brutto. “In ogni caso non sono cose che ti riguardano Michael” ribattei “Scordati che lei ti perdoni! E se lo facesse, scordati che te la dia ancora, sicuramente si starà già facendo scopare da un altro” mi provocò. Sentii la rabbia salirmi su dal petto e invadermi la testa con prepotenza, mi balenò in testa una risposta bastarda per farlo stare zitto, una menzogna che comunque feriva lui, tanto quanto le sue frasi ferivano me “Sì esattamente come tua sorella, dopo l’ultima volta che me la sono fatta” gridai. Il suo pugno destro mi colpì dritto al volto, non me lo aspettavo, persi l’equilibrio e andai a sbattere con la testa sul lavandino del bagno degli uomini. Zoey mi aiutò a rialzarmi, mentre Dan afferrò Mickey da dietro per impedirci di prenderci a botte.

 

giphy

 

Mi toccai la tempia, usciva sangue, mi voltai verso lo specchio e vidi la ferita, esattamente sul sopracciglio sinistro. Daniel accompagnò fuori dal bagno Michael, era meglio che si calmasse dopo la mia provocazione, anche se dal riflesso dello specchio avevo visto che c’era rimasto male quando aveva visto il sangue. Zoey strappò della carta per pulirsi le mani e mi asciugò il sangue “Stasera siete impazziti, non vi riconosco!” esclamò lei “Scusaci” risposi. Tenni premuto per fermare il sangue, cambiando frequentemente la carta che si inzuppava. Zoey me la porgeva ben ripiegata. Il flusso cominciò a diminuire, poco dopo Dan rientrò con il ghiaccio, lo tenni sulla parte lesa, almeno se ci fosse stato un ematoma sarebbe fuoriuscito. “Zoey vai da Mickey, resto io con lui” affermò Daniel. La ferita pulsava al contatto col ghiaccio, da medico sapevo che quella era una zona molto irrorata di sangue e anche molto delicata, tutta la testa lo era. “Hai bloccato il flusso?” domandò Dan “Non del tutto” “Vorrei capire che cazzo avevi in testa quando hai sparato quella cosa sulla sorella di Michael” “Volevo ferirlo tanto quanto lui feriva me” risposi con voce monocorde, scarico di quella tensione di poco prima e svuotato dopo aver mostrato ancora una volta la mia stronzaggine verso le persone a cui volevo bene. Mamma aveva ragione, quel tipo non ero io.              

“Spero che tu abbia detto che te la sei fatta solo per aggredirlo verbalmente, non perché davvero è successo” mi redarguì “Certo che non è successo” precisai “Trova un modo per scusarti con lui perché ti avrà anche tirato un pugno, ma l’hai sparata grossa e te lo meritavi” “Lo so” “Adesso è di là che si preoccupa perché non pensava che ti ferissi” mi informò. Avrei trovato un modo per scusarmi, Michael era un amico e sapevo che il suo atteggiamento di quella sera aveva il solo scopo di provocarmi per darmi uno scossone, per farmi reagire e andare avanti. “Fammi vedere la ferita” mi disse, tolsi il ghiaccio, pulii il sangue. Dan mi osservò da vicino con occhio clinico, del suo parere mi fidavo, anche lui come me era laureato in medicina e chirurgia, avevamo studiato insieme e, sempre come me, si trovava al secondo anno di specializzazione, poco importava che seguisse cardiologia o un altro tipo di indirizzo. Inoltre lavorava al pronto soccorso, insomma aveva una vita simile alla mia. “È profonda Matt, secondo me servono i punti” “Fantastico” risposi ironico “Non andiamo al pronto soccorso, se per te va bene ci penso io” propose “E dove trovi il filo di sutura e l’ago?” chiesi “Ho del filo a casa, l’avevo preso per esercitarmi” disse “Ok” risposi. Presi altra carta per tenere premuta la ferita “Aspettami qui, non venire vicino a Mickey fino a quando non appuro che gli è passata” mi ammonì, annuii. Uscimmo dal bagno poco dopo, Zoey e Michael si erano avviati a casa di lei in metropolitana, noi due andammo al nostro appartamento. Il sangue seppur in maniera molto minore scendeva ancora. “Staranno pensando che hai fatto una rissa” scherzò Dan indicandomi delle ragazze sul vagone della metropolitana nel quale eravamo seduti, risi “Sì, una bella rissa con un lavandino” risposi divertito “Ma tu non specificare, la cicatrice farà figo, basta che non dici che te la sei fatta sul lavandino di un cesso pubblico” aggiunse divertito. Sorrisi, era la nostra fermata, scendemmo diretti a casa. Entrammo in bagno, prese dal cassetto del mobile il filo di sutura. Ognuno di noi tre, infatti, aveva un suo cassetto riservato, per non mischiare alcune cose personali. “E l’ago?” domandai “Facciamo con del comune ago da cucito” “Cooooosa? Dan non dire cazzate, non ho una ferita sul braccio o sulla gamba, ce l’ho nel viso, non rischiare di farmi venir fuori una merda” affermai stranito “Scherzavo, ho l’ago giusto, tranquillo” “Ti sembra il momento di scherzare?” domandai. Lo osservai mentre si preparava per mettermi i punti. Chiusi il coperchio del water e mi misi seduto. Prese una garza e dell’acqua ossigenata per pulire bene la ferita, bruciava ma non dissi niente. “Ok, adesso speriamo di cucire dritti, l’ultima volta al pronto soccorso mi è venuta storta” disse “Storta che vuol dire? Sei un medico, saprai mettere dei punti!” esclamai, lui rise “Sei sul filo del rasoio Matt! Adoro prenderti per il culo” scherzò “Cazzo te la faccio pagare” “Stai sereno, non te lo sciupo il bel visino. Ti faccio un bel lavoro. Anche se ti resterà la cicatrice nessuno la vedrà con quei due occhi sotto. E poi pian piano scomparirà, grazie ai peli del sopracciglio che ricresceranno” “Non è per quello” “Vuoi qualcosa da stringere? Suturare senza anestetico farà male” disse “No dai, resisto, almeno spero” “Dopo ci beviamo un bel gin puro per dimenticare, se cambi idea e vuoi stringere qualcosa dimmelo” “Nel caso ho le tue palle a portata di mano” scherzai “Non sei nella posizione per fare battute, ricordati che ho il tuo viso nelle mie mani, decido se lasciarti bello o imbruttirti a mio piacimento” concluse. Sorrisi “Sono pronto, chiudi gli occhi e evita qualsiasi espressione, tieni rilassata la fronte” mi informò “Ok, solo un attimo” dissi, feci un bel respiro profondo “Vai inizia” affermai. Infilò l’ago nella pelle, cazzo se faceva male “Porca troia Matt, ti ho detto di stare rilassato, non aggrottare la fronte” “Lo so, mica è semplice” risposi. Provai a deconcentrarmi per sentire meno dolore, inspiravo ed espiravo regolarmente per stare più rilassato possibile, forse stringere qualcosa sarebbe stato utile. Feci comparire nella mente l’immagine più calmante del mondo: il mare. Il suono delle onde, l’orizzonte colorato dal tramonto, il profumo di mia mamma che mi teneva abbracciato quando ero piccolo. “Faccio il punto di chiusura e ho finito” mi informò “Sei stato bravo, ottimo paziente” aggiunse. Tagliò il filo in eccesso, invitandomi poi a guardarmi allo specchio. Mi alzai, la sutura era venuta bene.

 

giphy

 

“Bel lavoro, 110 e lode per la laurea in medicina è meritato allora” scherzai “Mi raccomando muovi la sopracciglia il meno possibile nei primi giorni” mi consigliò “D’accordo dottore” “E ora beviamo un gin perché ne abbiamo bisogno” concluse.

 

NOTE:

Matthew è tornato a New York, ha acquisito la totale consapevolezza di aver perso l'amicizia di Katelyn e questo lo rende apatico e depresso, gli impedisce di concentrarsi e portare avanti gli studi. Ammette di non riuscire nemmeno a consolarsi con un'altra, rinuncia ad uscire e a qualsiasi svago chiudensosi in se stesso. Cede alla tentazione di curiosare sul profilo social della sua amica d'infanzia, ingelosendosi non poco quando la vede in foto con ragazzi che non conosce e soprattutto con Richard McKing, un tipo che ha una certa somiglianza con lui. La serata fuori con Micheal, Daniel e Zoey non serve affatto a distrarsi, anzi porta ad un litigio, poichè Micheal vorrebbe farlo reagire a quello stato in cui è caduto. Volano parole grosse e i due si azzuffano, per fortuna Daniel li separa e aiuta Matt a curare il taglio al sopracciglio. Adesso Matt ha un poblema in più: scusarsi con Michael e sperare di non perdere anche la sua amicizia. Spero di aver descritto sufficientemente bene lo stato d'animo del protagonista, vi aspetto tra pochi giorni, venerdì 26 per un doppio appuntamento settimanale,

Vanessie

 

P.S: vi rimetto qui il link per il video in cui compare Zac Efron con un'attrice diversa da quella che ho scelto per interpretare Kate, ma le immagini sono perfette per descrivere la situazione del capitolo, nel momento in cui lui ripensa ai ricordi passati, a ciò che aveva e a ciò che ha perso. Dal film in questione hi ripreso molte gif che avevete già trovato e che troverete in futuro https://www.youtube.com/watch?v=eh7VnMnmDFU

 

   
 
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