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Autore: An13Uta    24/03/2021    1 recensioni
"Lo spettro di Stephen Foster vidi all'Hotel Paradise; fissandolo negli occhi fu così che io parlai:
Per i tappeti son le stanze, per le guglie son le torri; per i cannoni son le navi da cui partono i lor colpi."
- da Ghost of Stephen Foster, degli Squirrel Nut Zippers
(Se Skull Kid, invece di aspettare per sempre in una foresta vuota, ne avesse avuto abbastanza.)
Genere: Dark, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Link, Skull Kid
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La Di Du La Dei

Echeggiava, tra i tronchi, un riso beffardo,

Echeggiava, tra i tronchi, un ululato roco,

Echeggiava, tra i tronchi, un pianto ormai tardo:

Echeggiava, tra i tronchi, un mugolio da poco.


Visi di mostri, mostri orrendi, con bocche intrappolate in sorrisi senza gioia, con gli occhi spalancati dal terrore divertito!

Corpi di mostri, mostri orrendi, con toraci troppo larghi e vuoti e curvi, con arti troppo fini e contorti e coperti di sangue!

Risa di mostri, mostri orrendi, con una voce sola che sputava bile inferocita, con una voce sola che sghignazzava maligna!
 


E suonavano, suonavano, suonavano – marionette malformate – suonavano feroci e agitavano le mani di pugnali al cielo in una danza ridicola, in una danza fanciullesca, in un girotondo furibondo che pareva un rito negromantico!

E suonavano, suonavano, suonavano – marionette massacranti – suonavano feroci e sobbalzavano con gli strattoni improvvisi ai loro fili sottili, in una danza pazza come di un bambino furioso, una danza che augurava morte e malattia!

E suonavano, suonavano, suonavano – marionette maniacali – suonavano e accompagnavano la musica infernale sbattendo le braccia l'una addosso all'altra, tenendo il ritmo, spaccandosi a vicenda, ancora, ancora, ancora!


Echeggiava, tra i tronchi, l'urlo di una tromba,

Echeggiava, tra i tronchi, il canto stonato di una bocca,

Echeggiava, tra i tronchi, il grido di una viola:

Echeggiava, tra i tronchi, l'urto violento di una lanterna.


Piedi senza posa, piedi senza posa, piedi senza perdono!

Occhi senza ozio, occhi senza ozio, occhi senza oblio!

Fiati senza freni, fiati senza freni, fiati senza felicità!
 


E cantava, cantava, cantava – sprezzante, sguaiato, sghignazzante – cantava male e forte, forte, forte, come un ubriaco che inveisca al cielo infinito!

E cantava, cantava, cantava – malato, malefico, matto – cantava come se domani non sarebbe mai arrivato, agitando forte il braccio, su e giù, su e giù!

E cantava, cantava, cantava – infuriato, innamorato, inacidito – cantava alla fiamma blu di lacrime della sua lanterna, agli occhi blu che fece suo culto!

 

Echeggiava, tra i tronchi, una canzone lacrimante,

Echeggiava, tra i tronchi, una voce abbandonata,

Echeggiava, tra i tronchi, una scusa penitente:

Echeggiava, tra i tronchi, un'anima intrappolata.

 

E sbattendo forte la prigione del fantasma a cui aveva sacrificato il cuore cantava, cantava, cantava!

E sbattendo forte la prigione del fantasma per cui era impazzito di adorazione cantava, cantava, cantava!

E sbattendo forte la prigione del fantasma la cui assenza lo aveva fatto morire cantava, cantava, cantava!

 

Ragazze di campo mai cantaron
la di du la dei,
no, no, no!

Ragazze di campo mai cantaron
la di du la dei,
no! No! No!

Ragazze di campo mai cantaron
la di du la dei!
No!
No!
No!

   
 
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