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Autore: holdonistillwantyou_0    25/03/2021    1 recensioni
Traduzione dell'OS di KiannaKitter su AO3 (5217 parole)
Una riscrittura della scena della sesta stagione, episodio 8; A Wedding, quando Kurt e Blaine tornano insieme.
Kurt viene spinto da Walter a prendere finalmente un’iniziativa seria per riavere Blaine. Ma forse non sarà così facile come spera?
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ehilàà,
ieri stavo vagando su Tumblr e ho notato questa storia consigliata tra le altre valanghe di klaine ff. Lo so, lo so è rating giallo e premetto che io non sono per niente solita leggere cose che non siano almeno mature o explicit (hihihihi), tuttavia non vuol dire che non trovi adorabile il fluff!
E per farmi conoscere un po' di più vi dico anche che sono un'amante dell'angst e se voi lo siete come me questo spicchio di missing scene, che credo riempia benissimo il vuoto che ci ha lasciato l'episodio, farà al caso vostro! Ogni tanto non fa male soffrire, dai... :')

Un'altra cosa. Se vi interessa il testo originale in inglese è abbastanza semplice e comprensibile da leggere... Almeno spero lo sia anche per voi... Ma altrimenti che ci sto a fare io qua???!!!! 😃😂Buona lettura.

 

 


Reconciliation

KiannaKitter

Note (autrice):

Beh, chiamiamola semplicemente una riscrittura della scena della sesta stagione, episodio 8; A Wedding,
quando Kurt e Blaine tornano insieme. Ho sempre pensato che fosse davvero affrettata e priva dell’importanza
della conversazione che avrebbe dovuto esserci tra loro. "So che prima era tutto completamente incasinato,
ma ora va tutto bene, quindi verrai al matrimonio con me?" Ehm, no. Kurt. No, non lo farà. O almeno non avrebbe dovuto.
Blaine meritava più di una frase superficiale che non conteneva nemmeno delle scuse. Per l’amor del cielo.
Ok, ho finito di sbraitare. Godetevela.




 

Blaine era seduto da solo nell'appartamento che condivideva con Dave. Era primo pomeriggio e il suo ex ragazzo era andato a stare con un amico giorni prima, lasciando che Blaine restasse nel loro, per cui gli era grato. Non aveva davvero voglia di tornare a vivere con sua madre dopo l'ennesima relazione fallita. Mentre guardava tutte le scatole che si accumulavano ovunque, non poté fare a meno di chiedersi cosa diavolo stesse pensando. Ovviamente non funzionerebbe mai con David. Non avevano nulla in comune, a parte il loro interesse per il calcio... e Kurt. Non erano nemmeno i tipi dell'altro. Il gusto di Dave si era ovviamente spostato verso gli orsi - e Blaine, beh. A Blaine piaceva Kurt. Ancora.

"Non ha mai smesso."

Dave aveva ragione. Ma cosa importava? Kurt non lo voleva più. Kurt lo aveva scartato come se fosse spazzatura. Kurt gli aveva spezzato il cuore e ora stava uscendo con un uomo abbastanza vecchio da essere suo padre. Blaine non capiva il collegamento, ma poi di nuovo... non sapeva… Walter. Il solo pensare il nome era difficile. Forse era davvero una brava persona però? Sembrava esserlo. Forse dava a Kurt la maturità che Blaine chiaramente non aveva fornito. Forse dovrebbe semplicemente andare avanti? Per davvero questa volta. Con qualcuno, con cui avrebbe potuto davvero vedere un futuro.

Sapeva che avrebbe dovuto provare, non l'avrebbe fatto, non avrebbe potuto... vivere il resto della sua vita da solo. Non era fatto per quello. Se c'era qualcosa di cui Blaine Anderson aveva bisogno come aveva bisogno di aria per respirare, era sentirsi amato. Amava essere innamorato. O almeno lo faceva. Ma se era onesto con sé stesso, doveva ammettere che aveva paura di non trovare mai il tipo di amore duraturo. Perché se non era riuscito a farlo funzionare con Kurt, un uomo con cui condivideva un milione di interessi, con cui si ritrovava in ogni situazione, che speranza c'era che potesse farla funzionare con qualcun altro?

Sospirò mentre chiudeva col nastro adesivo un'altra scatola. Sapeva di essere troppo giovane per essere stanco così. Ma Kurt aveva davvero fatto un numero sul suo cuore. Un minuto stava per sposarsi, quello dopo e fuori gioco... era stato mollato. Questo ti toglie molto, cambia una persona e la sua visione dell'amore. Non capiva come Kurt potesse accettare di sposarlo e poi lasciarlo andare come se fosse la cosa più facile del mondo. Come poteva voltare le spalle a Blaine da un giorno all'altro e comportarsi come se non esistesse?

Blaine si era trasferito con Sam dopo la rottura e tutto si era lentamente sfasciato. Cadde in una profonda depressione, tutto quello per cui aveva lavorato così duramente gli era scivolato tra le dita. A scuola, Kurt lo ignorava, anche quando vedeva Blaine in difficoltà. Venne escluso dalla NYADA e quando Sam aveva deciso di tornare in Ohio, Blaine lo aveva seguito perché Sam lo aveva pregato di farlo; aveva paura di lasciare Blaine da solo in città. Paura di quello che avrebbe potuto fare. Blaine non lo biasimava, allora era in condizioni davvero brutte. Peggio che durante la prima rottura. Almeno la prima volta sapeva cosa aveva fatto di sbagliato. Sapeva di avere la colpa, quindi non si era permesso di sguazzare troppo, non pensava di averne il diritto. Questa volta però... onestamente non sapeva cosa fosse successo. Certo, avevano litigato molto fino al punto di rottura, ma tutte le coppie litigano e poi fanno pace. Era normale. Quella notte di pioggia Blaine aveva pensato che fosse solo un altro litigio. Se avesse saputo quanto si sbagliava, non avrebbe mai sfidato Kurt come aveva fatto, non avrebbe mai posto quelle domande pericolose e costretto Kurt a rispondere.

"Vuoi almeno sposarmi?"

Come poteva essere stato così sfrontato e lasciare che la sua bocca scorresse in quel modo?

"Forse non voglio!"

Quelle tre parole lo avevano ferito come una pugnalata e aveva smesso di respirare per un secondo. Era così sicuro che la risposta sarebbe stata diversa. Che Kurt gli avrebbe preso la mano e lo avrebbe rassicurato che, certamente, voleva sposarlo. Che avrebbero risolto e sarebbero tornati a casa per fare un round di fantastico sesso riappacificatore. Come avevano sempre fatto. Ma non era successo e nemmeno Kurt aveva fatto marcia indietro. Era sembrato così stanco, così stufo di tutto, di Blaine. Ma non aveva dato un motivo. Non proprio. "Siamo ragazzi." Sì, non era stato di grande aiuto per Blaine ma nella sua interpretazione, aveva dedotto che Kurt avrebbe anche potuto dire: "Sei troppo immaturo per me.

Il fatto che ora Kurt stesse con Walter confermava solo i sospetti di Blaine.

Kurt era sempre stato una vecchio dentro. E Blaine sarebbe sempre rimasto un bambino nel cuore. Forse era stato quello il problema fin dall'inizio? Blaine aveva sempre pensato che quelle due particolari differenze si complementassero bene a vicenda nella loro relazione. Era sempre stato bravo a far entrare in contatto Kurt con il suo essere bambino interiore e, a sua volta, Kurt era bravo a mettere da parte l'entusiasmo infantile di Blaine su qualcosa quando le sue idee gli sfuggivano di mano o diventavano addirittura folli. Ma forse si era sbagliato. Forse quelle differenze distinte erano state l'unica ragione per cui la loro relazione si era interrotta così bruscamente? E poi che speranza c'era? Non potevano cambiare quei tratti della personalità. Era solo il nucleo di ciò che erano come persone. E comunque non avrebbe voluto che Kurt cambiasse, amava chi era stato Kurt. Era. Anche dopo tutte le cose successe.

Era stato così facile innamorarsi di nuovo. Per connettersi con quei sentimenti che aveva seppellito nel profondo per la propria sopravvivenza e sanità mentale. Quando Kurt arrivò in città, fu uno shock. Non si aspettava che Kurt sarebbe tornato e non di certo per riconquistare Blaine. Lo aveva sconcertato. Soprattutto il modo in cui Kurt era stato così disinvolto, come se si aspettasse che Blaine lo accettasse e riprendesse con sé come se fosse nulla di ché. Non era pronto o preparato e David faceva ancora parte del quadro. Quindi aveva detto di no, anche se una parte di lui avrebbe sempre desiderato ardentemente Kurt. Era stato determinato a guardare avanti invece di tornare indietro. E sì, era ancora arrabbiato con Kurt per quello che aveva fatto. Lo era ancora, nel profondo. La rabbia ribolliva sotto la superficie, ma raramente si lasciava sentire perché l'intensità lo spaventava. Era un risentimento irrisolto che risaliva al momento esatto in cui tutto era finito e alle ultime parole che aveva detto a Kurt quella notte prima di uscire di corsa da quel ristorante e lasciar cadere le lacrime.

"Non ti perdonerò mai per questo."

Eppure, aveva permesso a Kurt di tornare nella sua vita. Si era lasciato avvicinare di nuovo troppo. Soprattutto dopo il bacio dell'ascensore, per il quale almeno aveva una scusa. Non poteva farci niente. Kurt aveva sempre avuto questa attrazione su di lui, che risucchiava Blaine. Come una calamita. Quello era l'unico modo in cui poteva spiegare il secondo bacio alla festa di Rachel. Un momento stava guardando Kurt che parlava, poi tutto era svanito e l’unica cosa che poteva vedere era l'angelo proprio di fronte a lui, così vicino, così bello. Ciò che seppe dopo fu che le sue labbra erano su quelle di Kurt. Era durato solo pochi secondi, ma era comunque stato troppo lungo, non importava cosa, in quel momento lui stava con un altro. Blaine non poté fare a meno di chiedersi se fosse solo un tipo infedele. Dopotutto, aveva avuto solo due relazioni ufficiali e le aveva tradite entrambe. Ma non poteva credere che... non avrebbe mai voluto ferire nessuno in quel modo, sentiva... così tanto in quel momento. Se era colpevole di qualcosa, era avere un cattivo controllo sugli impulsi. Nondimeno, quando si staccò e vide l'espressione sul viso di Kurt, si vergognò così tanto di quello che aveva fatto. Così era scappato. E Kurt non lo aveva seguito. Già questo la diceva lunga. Guardando indietro poteva vederlo. Sfortunatamente, non lo colpì fino a quando si trovò in quella stanza del coro pronto ad dichiararsi ancora una volta a Kurt e si sentì umiliato e perso quando si rese conto che stava rovinando l'appuntamento di Kurt. Peggiorò ancora nel momento in cui gli venne presentato Walter in persona. Walter, che non era il vecchio nonno rugoso che aveva immaginato nella sua testa, ma un bell'uomo adulto, distinto. Blaine si era fatto strada balbettando una frase, cercando di preservare un po' di dignità e per tutto il tempo Kurt non aveva battuto ciglio.

Blaine era arrabbiato solo a pensarci. In effetti, più ci pensava, più si rendeva conto che Kurt non aveva mai combattuto per lui. Era sempre stato Blaine. Era stato Blaine a prendere l'iniziativa per il loro primo bacio, era stato Blaine a fare i grandi sacrifici; una volta quando aveva cambiato scuola per Kurt e poi di nuovo quando mandò Kurt a New York senza di lui. Era stato Blaine a lottare anche solo per un po' del tempo di Kurt, una volta iniziata la relazione a distanza - mentre sembrava che Kurt venisse inghiottito dalla grande città lasciando indietro Blaine. Non che la prima rottura fosse colpa di Kurt, Blaine prendeva la piena responsabilità di essere stato debole e non abbastanza sicuro di quello che avevano allora, ma Kurt era stato quello che lo aveva fatto sentire così in primo luogo. Dopodiché fu di nuovo Blaine che inseguì Kurt, scusandosi più e più volte, implorando Kurt di riportarlo indietro finché non lo avesse fatto. Fu Blaine a fare la proposta, fu Blaine a organizzare tutto il matrimonio. Era sempre stato Blaine ad inseguire Kurt, mai Kurt ad inseguire Blaine. Anche dopo che Kurt lo aveva scaricato, era stato di nuovo Blaine a correre da Kurt, disposto a implorare un'altra possibilità. E questa volta non era nemmeno da biasimare. C'era qualcosa di gravemente sbagliato in quella cosa.

Fu improvvisamente scosso dai suoi pensieri da un bussare urgente alla porta. Si accigliò. Non era aspettava nessuno. Forse David aveva ordinato online un'altra maglia di calcio autografata ed era venuto un fattorino a lasciarla lì? Si alzò e andò a passo svelto verso la grande porta marrone, afferrò il pomello dorato e lo spalancò, per niente preparato all'aspetto esausto di Kurt sulla soglia di casa sua.

"Kurt? Stai bene?" Questo fu letteralmente il suo primo pensiero.

Ecco di nuovo, sempre a preoccuparti di Kurt, una voce nella sua testa lo prese in giro. Quando metterai al primo posto te stesso e il tuo benessere? Questo non è salutare.

"No," disse Kurt, senza fiato. È corso qui? Poi afferrò Blaine prendendolo di sorpresa e facendolo rientrare nell'appartamento. "Non sto bene." Blaine aggrottò le sopracciglia, ma prima che potesse dire qualcosa, Kurt continuò: "Senti. Ti amo. Io... io ti amo ancora. E so che prima era tutto completamente incasinato, ma ora va tutto bene, quindi verrai... verrai al matrimonio con me? Voglio dire... a meno che non ci sia qualcun altro? "

Blaine si limitò a fissarlo. Davvero a fissarlo. Questo era tutto? "So che prima era tutto completamente incasinato, ma ora va tutto bene". Era tutto quello che Kurt aveva da dire, sul serio? Dopo tutto quello che Blaine aveva passato? Dopo tutto il dolore che Kurt gli aveva causato? Dov'è il mio grande discorso? Dov'è la mia epica dichiarazione d'amore? Blaine pensò con amarezza mentre il silenzio si estendeva tra di loro. Poi fece un respiro profondo, guardando negli occhi selvaggi di Kurt e aprì la bocca.

"No."

"No?" Le sopracciglia di Kurt si unirono insieme confuse. "Cosa intendi con no? No nel senso che non c'è nessun altro o..." lo interruppe Blaine.

"No nel senso che non voglio andare al matrimonio con te." Kurt sbatté le palpebre e Blaine continuò. "No nel senso che non voglio andare da nessuna parte con te." Ora la bocca di Kurt era spalancata, si apriva e chiudeva come un pesce. Ma Blaine non aveva finito. "No nel senso che non voglio riprovare, Kurt. Ti è abbastanza chiaro?" Kurt ora aveva le lacrime agli occhi e Blaine sapeva di essere crudele, ma non poteva farci niente. Tutta la rabbia aveva preso il sopravvento e il risentimento che aveva ignorato da quando Kurt era tornato emerse fuori, portato avanti da quello che percepiva come Kurt che ancora una volta dava per scontato che Blaine sarebbe semplicemente corso tra le sue braccia aperte non appena l'avesse chiamato.

"Ma... io..." balbettò Kurt. "Pensavo avessi rotto con Karofsky?" Ciò rese Blaine ancora più arrabbiato, Kurt pensava davvero che David fosse l'unica cosa che si frapponeva tra loro?

"Non che siano affari tuoi." Blaine scattò. "Ma sì, io e David abbiamo chiuso - e no, non c'è nessun altro."

"Allora... perché no?" Kurt tirò sù col naso e strappò le corde del cuore di Blaine, ma si fece forza. Non avrebbe ceduto a quello. Se Kurt pensava di poter entrare lì e riportare indietro Blaine con uno schiocco di dita, si sbagliava di grosso. Blaine aveva più rispetto per se stesso di così.

"PERCHÉ?! MI STAI CHIEDENDO PERCHÉ? VERAMENTE, KURT? COSA PENSI?!" Gridò Blaine, ma solo dopo aver chiuso la porta d'ingresso che Kurt aveva lasciato aperta, per proteggere almeno i suoi vicini da quella che probabilmente stava per diventare una discussione davvero pesante.

Kurt aveva delle lacrime a rigargli le guance adesso, ma Blaine fece del suo meglio per ignorarle, anche se era estremamente difficile. Chiaramente Kurt non si era aspettato quella risposta ed era scioccato dallo sfogo di Blaine. Bene. Doveva essere scioccato, Blaine alzava raramente la voce - e questo aveva un impatto ancora più forte sulle persone quando lo faceva.

"Perchè ti stai comportando così?" Kurt singhiozzò, tenendosi una mano sulla bocca, gli occhi azzurri completamente umidi.

"Non devi essere tu a piangere, Kurt," disse Blaine, abbassando di nuovo la voce, calmandosi. "Non dopo tutto quello che hai fatto." Dovette voltare le spalle a Kurt mentre lo diceva, Blaine non poteva mai sopportare di vederlo piangere.

"Mi dispiace, va bene?" Gridò Kurt. "Mi dispiace per tutto." Provò a mettere la mano sulla spalla di Blaine, ma Blaine lo scrollò di dosso e si allontanò.

"No, non va bene." Blaine sospirò, stringendo gli occhi, rifiutandosi di nuovo di guardare Kurt, era semplicemente troppo difficile. "Non puoi semplicemente balzare qui dentro in questo modo e aspettarti che io perdoni e dimentichi."

"Non mi aspetto che tu dimentichi, Blaine," disse Kurt. "Ma ti sto chiedendo di perdonarmi." Kurt esitò prima di continuare. "Io ti ho perdonato."

"No," lo ammonì Blaine a bassa voce, non poteva credere che Kurt avrebbe sollevato l’argomento. "Quella era una situazione completamente diversa." Blaine si avvicinò a una finestra, guardando fuori. Poteva sentire le scarpe eleganti di Kurt battere sul pavimento, seguendolo.

"Lo so," sussurrò Kurt, chiaramente pentito delle sue parole. "Voglio solo un'altra possibilità con te." La sua voce era così vicina all'orecchio di Blaine, che sapeva che Kurt doveva essere in piedi proprio dietro di lui. Però aveva abbastanza buon senso da non toccare Blaine.

"E pensi di meritarlo?" Chiese Blaine, incuriosito dalla risposta. Kurt esitò e Blaine era sicuro che non avrebbe risposto, ma con sua sorpresa Kurt lo fece.

"No. Probabilmente no... quello che ti ho fatto è stato imperdonabile. Ti ho praticamente lasciato all'altare." La voce di Kurt era piena di lacrime. "Ma sto chiedendo comunque. Perché ti amo, Blaine. Ti amo. Così tanto. E non voglio vivere senza di te. L'ho provato e non ha funzionato. Ho bisogno di te.” Blaine era contento che Kurt almeno si fosse preso una certa responsabilità per le sue azioni, ma non poteva fare a meno di alzare gli occhi al cielo.

"Oh, quindi ora mi ami? Ora hai bisogno di me?" Blaine lo schernì. "Ho difficoltà a crederlo. Ti ci è voluto abbastanza tempo per rendertene conto, non è vero? La vita senza di me sembrava funzionare bene per te a New York. Non hai mai combattuto per me prima, quindi perché adesso? Cosa è cambiato da farti improvvisamente tenere di me di nuovo? "

"Niente è cambiato. Mai. Né ora né prima. La vita era un incubo senza di te, ma io sono un maestro nel negare e mascherare i miei sentimenti. La verità è che non ho mai smesso di amarti, Blaine. Te l'ho anche detto quella... quella notte. "

"Hai un modo strano di mostrare amore." Blaine si voltò per affrontarlo, nocciola freddo che incontrava un blu bagnato. E Dio, i suoi occhi erano sempre così belli, anche quando erano arrossati dal pianto. Blaine scosse la testa, liberandola da quei pensieri. Kurt gli si avvicinò e prese le mani di Blaine nelle sue. Blaine, con sua stessa sorpresa, lo lasciò fare.

"Lo so. E credimi quando dico che non sei mai stato tu, Blaine. Non eri tu il problema. Io lo ero." Kurt guardò in basso, evitando il contatto visivo: "Dopo che hai lasciato New York, ho iniziato a vedere un terapista." Okay, wow. Blaine non se lo aspettava. "Ha detto che ho questa 'cosa' con l’amore. Che gli uomini hanno paura dell'intimità. Non aveva torto. Ho problemi a far entrare le persone. Ma non te, Blaine. Mai te. Fin dall'inizio, hai camminato attraverso i miei muri come se non esistessero. Non ho mai capito come facevi." Kurt sorrise un po' e Blaine dovette davvero concentrarsi per non sorridere anche lui.

"Cosa c'entra questo con quello che ci è successo?" Chiese invece, atteggiandosi disinteressato.

"Ha tutto a che fare con quello che ci è successo. Hai superato le mie barriere ed è stata una benedizione, ma significava anche che ti eri avvicinato più di chiunque altro, più vicino di quanto potessi sopportare. Blaine, mi ha fatto capire che ho creato tutto il dramma intenzionalmente, ma a livello inconscio. Ogni volta che ti avvicinavi troppo, trovavo un motivo per allontanarti perché mi sentivo troppo vulnerabile".

"Ascolta, Kurt. Sono davvero contento che tu sia andato a sentire qualcuno e ti abbia aiutato. Per la cronaca, l'ho fatto anch'io." Blaine sorrise tristemente. "Ma sono ferito che non ti sentissi abbastanza a tuo agio da essere vulnerabile con me anche dopo tutto quel tempo." Ritirò le mani da Kurt, che aggrottò la fronte. "Semmai, questo prova solo che non dovremmo tornare insieme."

"No. Blaine. Stai ribaltando tutto quello che dico." Kurt fece un passo verso di lui, ma Blaine camminò all'indietro, coordinando passo dopo passo con i suoi. "Per favore. Devi credermi. Sono cambiato. Il fatto che stiamo avendo questa conversazione proprio ora lo dimostra. Mi sto esponendo qui e per una volta non ho paura di farlo."

"Potresti essere cambiato, ma il passato e tutto ciò che hai fatto o non hai fatto non è cambiato. È sempre lo stesso, sarà sempre lo stesso e non sono sicuro di poterti perdonare per questo." Blaine poteva sentire i suoi occhi lacrimare, solo pensarci gli faceva male di nuovo. Si voltò verso la finestra.

"Ma c'è una possibilità che potresti?" Blaine non rispose. Non conosceva la risposta a questo. All'improvviso era insicuro. Kurt continuò. "Prometto, passerò il resto della mia vita a farmi perdonare se me lo permetti?" Le mani di Kurt ritrovarono la strada verso le sue spalle e questa volta Blaine non lo combatté, il tocco di Kurt era così bello lì, come se lo stesse ancorando al terreno.

"Kurt, non sono sicuro che tu abbia veramente capito cosa mi hai fatto." Blaine tirò su col naso e si asciugò gli occhi, impedendo a qualche lacrima di scappare. Non voleva piangere. "Mi hai spezzato. Non mi hai semplicemente lasciato, mi hai davvero lasciato, lasciato la mia vita. Sapevi che ti amavo, che eri tutto il mio mondo, che senza di te non c'era mondo per me eppure, mi hai completamente tagliato fuori. "

"Lo so." Kurt si limitò a sussurrare, la voce intrisa di rimpianto e strinse le spalle di Blaine, esortandolo a continuare.

"So che mi hai visto in difficoltà a scuola e mai una volta ti sei offerto di aiutarmi. Ero un uomo che stava annegando, tutti potevano vederlo. Ero così profondamente depresso che nessuno poteva salvarmi ma tu avevi il potere di farlo, lo sapevi e tuttavia, non hai fatto nulla. E so che non era tua responsabilità aiutarmi, ma il fatto che non l'hai fatto, dopotutto quello che avevamo passato, mi ha fatto male. Pensavo che fossimo almeno ancora amici e amici si aiutano a vicenda". Ora Blaine stava davvero piangendo, ripiangendo la vita che avrebbe potuto avere. "Ho perso tutto, Kurt. Tutti i miei sogni non sono valsi nulla. Sapevi che il motivo per cui sono tornato a casa era perché Sam aveva paura di lasciarmi solo? Paura che avrei provato a farmi del male? Non era lontano dalla verità." Questo suscitò un sussulto in Kurt che prese Blaine tra le sue braccia, tenendolo stretto mentre i singhiozzi scuotevano il minuscolo corpo di Blaine. "Per un po' volevo solo morire. Anche dopo aver lasciato New York. Rimasi sdraiato a letto, fissando il soffitto, piangendo e pensando alla scatolia di pillole che mia madre tiene nell'armadietto del bagno."

"Mi dispiace." Kurt continuava a borbottargli all'orecchio. "Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace. Lascia andare tutto."

"E in qualche modo in tutto questo, tu non hai perso nulla, hai ancora tutto, sei andato avanti come se nulla fosse cambiato, se mi ami tanto quanto dici, come hai fatto? In che modo è giusto?"

"Non lo è e non so come ho fatto," sussurrò Kurt. "Non posso spiegartelo. Ma posso dirti che non è stato facile." Non era abbastanza per Blaine che cercava di liberarsi dalla presa di Kurt, ma Kurt era più grande e non glielo permetteva. "No, non farlo. Ascoltami, Blaine. Ascolta e basta, okay?" Blaine smise di lottare e invece ascoltò.

"Ogni notte senza di te era un inferno. Ho iniziato a lavorare fino alla morte, a fare turni extra al ristorante, fare gli straordinari a Vogue, solo per evitare di tornare al loft, perché sapevo che il letto, il nostro letto, sarebbe stato altrettanto vuoto come il mio cuore. Guardavo dall'altra parte a scuola perché affrontarti era troppo doloroso. Mi sono costretto a provare lo speed dating perché ero così disperato di trovare una via d'uscita dal dolore che veniva dalla tua mancanza e dal rimpianto di ciò che avevo fatto. Non ha funzionato, ha solo peggiorato le cose e ha messo in evidenza come non avrei mai trovato nessuno fantastico la metà di te." Blaine sentì Kurt abbracciarlo più forte, le sue braccia che si avvolgevano attorno al suo busto come se avesse paura di lasciar andare - e Blaine scoprì che non voleva che Kurt lo lasciasse andare.

"Quando sono tornato in Ohio per trovarti, il primo giorno in cui sono stato qui ho passato la notte a piangere nel letto di Rachel mentre lei mi teneva. Piangendo per te e per quello che ti ho fatto. Le ho detto di non dirtelo. Quando l'ho ti ho visto con Karofsky è stato come se il mio cuore si fosse spezzato e ho pianto nel bagno dello Scandals, ma penso tu lo sappia già. Quando alcuni ragazzi hanno cantato un duetto in Glee, tutto quello a cui riuscivo a pensare era il nostro tempo insieme e sono crollato di nuovo. Dopo il bacio in ascensore, tutto quello che provavo per te si è intensificato e ha confermato che anche dopo tutto questo tempo e nonostante il casino che avevo fatto, eri ancora l'unico che volevo, ho sempre saputo che sarebbe stato così però, è per questo che ho lottato così duramente contro quel bacio in primo luogo." Kurt abbassò il viso sul collo di Blaine, il suo respiro gli scorreva sulla pelle creando la pelle d'oca e Blaine chiuse gli occhi, assorbendo ogni parola che Kurt diceva, sentendosi meglio con ogni sillaba che veniva pronunciata. Chi avrebbe immaginato Kurt sentiva questo dentro.

"Quando mi hai baciato fuori dalla casa di Rachel, volevo correrti dietro, fare la strada con te al sedile posteriore della tua macchina, l'ho quasi fatto perché sapevo che in quel momento eri alticcio e probabilmente me lo avresti permesso, ma c'era Karofsky da considerare e non volevo peggiorare ulteriormente le cose, perché sapevo che alla fine ti avrebbe fatto sentire più a disagio. E quando sono uscito con Walter, è stato solo per distrarmi dalla consapevolezza che non potevo averti e forse speravo anche di farti ingelosire." Kurt premette un bacio proprio sotto l'orecchio di Blaine, facendolo rabbrividire.

"Voglio solo te, tesoro. Ho sempre voluto solo te." Kurt continuò a mordicchiargli il collo e Blaine si sciolse, sentendo la sua determinazione sgretolarsi e il calore sbocciare nel suo petto. "Trascorro ogni ora di ogni giorno pensando a te. È come quello che hai detto quando hai fatto la proposta, tu ed io, siamo anime gemelle, due metà di un unico e non possiamo stare l'uno senza l'altro. Non in questa vita, non nella prossima o in quelle successive. Dobbiamo stare insieme, Blaine. Come senza dubbio siamo sempre stati in tutte le vite che abbiamo vissuto prima di questa. Sono stato un completo idiota a non averlo capito prima. Ma capisco ora, tutto quello che hai detto. Per favore, dammi una possibilità di dimostrarlo."

"Kurt." Blaine si voltò sopraffatto dalle emozioni e Kurt non lo lasciò mai andare, lo tenne bloccato in una presa salda. Rimasero lì a pochi centimetri l'uno dall'altro, guardandosi negli occhi, piangendo sommessamente. Poi improvvisamente si stavano baciando e nessuno di loro sapeva chi avesse fatto il movimento decisivo per farlo. Il bacio era salato e umido, ma allo stesso tempo perfetto. Quando si separarono, Kurt stava baciando le sue lacrime e Blaine sentì le sue ginocchia cedere, era tutto troppo per lui, era emotivamente esausto. Kurt, senza perdere un colpo, lo prese in braccio e Blaine gli nascose la faccia nel collo, inspirando. Amava il profumo di Kurt. Poi Blaine si ritrovò sul letto in camera da letto e Kurt si rannicchiò immediatamente accanto a lui, facendogli da cucchiaio. Le tende erano chiuse, quindi la stanza era buia. Rimase il silenzio per un po', si sentiva solo il loro respiro.

"Stai bene?" Sussurrò Kurt dopo un po’, timoroso di rompere il silenzio.

"Adesso sì, credo." Blaine sospirò. "Stringimi solo, per favore. Non lasciarmi andare."

"Va bene, non lo farò." Kurt si strinse più vicino, piantandogli un bacio sul collo.

"Non sapevo che potessi dire cose del genere," sussurrò Blaine. "É stato... tanto."

"Hai paura che il tuo primato di re dei discorsi epici stia volgendo al termine?" Blaine poteva effettivamente sentire il sorrisetto sulle labbra di Kurt mentre parlava e lui non poté fare a meno di ridacchiare in silenzio.

"No. Non so come reagire. È così che ti senti ogni volta che apro bocca?"

"Più o meno, sì," confermò Kurt. "Ora sai quanto può essere travolgente."

"Sì. Credo di sì." Blaine sorrise. "Sono contento di averlo fatto però."

Non dissero nulla per alcuni minuti e Blaine iniziò a sospettare che Kurt si fosse addormentato. Stava per districarsi quando Kurt parlò di nuovo. La sua voce aveva una tale disperazione che Blaine si sentì in colpa all'istante.

"Per favore, non farti mai del male, Blaine." Kurt tirò sù col naso. "Il solo pensiero che tu stia considerando di farlo, non posso sopportarlo."

"Non lo farò. Lo giuro." Blaine si premette di nuovo contro il calore del corpo di Kurt, in cerca di conforto. "Mi dispiace anche di aver sollevato l'argomento, non avrei dovuto. Non ho pensato a come ti avrebbe fatto sentire."

"No, sono contento che tu l'abbia fatto. Avevo assolutamente bisogno di saperlo. È solo difficile pensare ad un mondo senza di te."

"So cosa vuoi dire." Blaine non disse nient'altro. Sapevano entrambi che l'aveva vissuto davvero. Ancora una volta il silenzio cadde su di loro e ancora una volta fu Kurt a romperlo.

"Puoi fidarti di me con il tuo cuore adesso, Blaine. Te lo prometto." Dopo ci fu una pausa di gravidanza. E mentre ripensava a quelle parole, poteva sentire Kurt trattenere il respiro.

"Lo so." Blaine alla fine disse, perché lo faceva. Si fidava di Kurt. "Mi fido di ogni parola che dici." Blaine esitò. "E... un giorno so che potrò perdonarti, ma mi ci vorrà del tempo per guarire completamente da questo." Blaine si voltò in modo da poterlo guardare negli occhi. "Ti amo, però. Kurt, non ho mai smesso di amarti. E voglio stare con te. Così tanto. Voglio che risolviamo e la facciamo funzionare."

"Anch'io ti amo. E capisco. Non mi aspetto che tu stia magicamente bene con tutto quello che è successo, mi dispiace se ti ho dato quell'impressione." Le lacrime erano tornate negli occhi di Kurt, ma questa volta erano lacrime felici. Si chinò per baciare Blaine sulle labbra e quando si separarono si sentirono entrambi storditi. "Sono così grato per te e per questa seconda possibilità però. Prenditi tutto il tempo che ti serve per elaborare tutto, ma per favore fallo al mio fianco. Non posso sopportare un altro giorno in cui tu non sia mio." Blaine annuì.

"Va bene, posso farlo." Intrecciò le loro dita sul suo petto e strinse, ricordando a sé stesso che quello era reale. Erano davvero tornati insieme.

"Grazie. E troverò un modo per aggiustare. Tutto quello che ti è andato storto e che ho aiutato a distruggere, troveremo un modo per farti realizzare i tuoi sogni, insieme. Sarai felice, Blaine."

"Lo pensi davvero?" Chiese Blaine, gli occhi che brillavano.

"Lo so. Non partirò per New York senza di te. Non ti lascerò mai più. Non importa cosa, torneremo in città e ti porteremo di nuovo in carreggiata." Profonde emozioni turbinavano nello sguardo intenso di Kurt e Blaine era sicuro che nessuno sulla Terra si fosse mai sentito così amato come lui in quel momento.

"Va bene." E per una volta Blaine pensava davvero di poterlo fare perché Kurt credeva in lui.

Lentamente mosse la testa per riposare sul petto di Kurt, ascoltando il suo battito cardiaco e sentendo le dita di Kurt scorrere tra i suoi capelli sciogliendo il gel. Quella era una posizione familiare per loro, una in cui tornavano sempre ed era intima in un modo in cui il sesso non avrebbe mai potuto essere. Questa volta non si trattava di sesso per far pace, si trattava di qualcosa di più profondo di quello, si trattava semplicemente di stare insieme, sentirsi l'un l'altro e respirare come un unico corpo per la prima volta da troppo tempo.

Per Blaine, era come tornare a casa. Finalmente era tornato dove sarebbe dovuto essere. E in qualche modo sapeva che alla fine sarebbe andato tutto bene.

 
   
 
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