Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: _Misaki_    25/03/2021    5 recensioni
Tra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperare una micro SD che contiene preziose informazioni sulle attività estere di una nota organizzazione mafiosa. All'inizio sembra un gioco da ragazze, ma la situazione si complica quando il nemico, ex collaboratore della loro stessa agenzia, ordina ai propri sottoposti di ucciderle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 DANGEROUS
 
- Cap. 23 -





 
   Un mese dopo l’esame
 
   Da quando Wendy aveva sostenuto e passato con successo il test per diventare istruttrice era già trascorso un altro mese. Di Dawon, Taeoh e Daeju non si era saputo più nulla. L non aveva detto alle agenti nemmeno cosa ne stesse facendo di loro e se sarebbero rimasti in carcere per sempre o oppure avrebbe trovato il modo di reimpiegarli tra le sue forze.
   Il nuovo lavoro di Wendy stava andando a gonfie vele. Subito dopo aver superato l’esame aveva ricevuto la sua prima squadra di allievi, dieci ragazzi molto giovani, dai diciotto ai vent’anni. Si era fin da subito trasferita in un appartamento più vicino al quartier generale, dove si trovava anche la sede di addestramento. All’interno di quell’enorme grattacielo c’erano anche l’ufficio di L, lo studio medico di Kibeom, svariate palestre e piscine, nonché gli uffici. Oltre a tutto ciò, l’associazione era dotata anche di una sede distaccata con il poligono di lancio. Da un paio di settimane, Wendy aveva tentato di iniziare un flirt con un collega insegnante, un certo Christian, di origine canadese, ma la cosa progrediva con lentezza sfiancante e non era riuscita a spingersi oltre a un paio di cene.
 
   Lizzy aveva deciso di tenere il bambino e aveva chiesto una sospensione dal servizio in modo da potersi dedicare ai preparativi per la nascita. Anche lei si era trasferita, tornando momentaneamente ad abitare a casa dei genitori, entrambi pensionati, a Busan. Chi fosse il padre del bambino ancora non l’aveva scoperto e aveva anche un certo timore a indagare, perciò aveva rinunciato a fare qualsiasi tipo di ricerca e stava cercando di abituarsi all’idea di vivere come madre single. Di certo i soldi non le mancavano e suoi genitori erano disposti a darle una mano, perciò non avrebbe avuto troppi problemi. Delle malelingue non poteva fregargliene di meno, aveva sempre fatto di testa sua, che la criticassero o meno.
 
   Iris e May, invece, avevano continuato a lavorare come agenti ed erano rimaste ad abitare nel vecchio appartamento, dopotutto mantenerlo non era certo un problema visto che lo stipendio era tutt’altro che modesto. Ogni tanto May andava a trovare Minho insieme a Shion. La convalescenza dell’agente era stata lunga e prima di riprendere servizio sarebbe passato ancora del tempo, ma nel complesso le sue condizioni erano notevolmente migliorate.
   Iris stava continuando a svolgere missioni con ritmo a dir poco frenetico. Nonostante la forte intesa lavorativa con MinHyuk avesse reso ogni loro missione in coppia un vero e proprio successo, a nessuno dei due sembrava importare nulla di avere una relazione, tantomeno l’uno con l’altra. Ufficialmente il loro unico obiettivo di vita restava accumulare soldi per ritirarsi al più presto in pensione alle Hawaii.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
 
   Seoul, 6:32 PM.
 
   Lunedì sera, L convocò Wendy nel proprio ufficio. Il motivo della riunione era parlarle di alcuni nuovi allievi, o almeno così le aveva detto. Non era entrata nello specifico. La ragazza attraversò il lungo corridoio che portava all’ufficio, ai piani alti della sede centrale. Il sole di fine settembre stava tramontando, creando un riverbero tanto bello quanto malinconico sugli edifici della città. Mentre camminava, Wendy si godeva lo spettacolo dalle ampie vetrate. Arrivata alla porta, bussò e L le rispose subito di entrare.
   «Voleva vedermi?»
   «Sì, siediti pure.»
   Wendy prese posto sulla solita sedia in cui si sedeva ogni volta che andava a parlare con L, a pochi metri dalla scrivania di quest’ultima.
   «Allora, come ti sei trovata durante questo primo mese di lavoro?»
   «Bene, torturare persone è la mia passione.» rispose in modo non troppo sarcastico.
   «Perfetto, perché tra i nostri insegnanti sei quella che ha ottenuto il punteggio più alto visto che i tuoi studenti hanno mostrato i progressi migliori.» La notizia non poté che lusingare Wendy, ma la ragazza era certa che L non l’avesse convocata solo per comunicarle la classifica degli insegnanti. «Loro ovviamente devono continuare ad allenarsi essendo ancora giovani, ma ritengo sia il caso di assegnarli a un altro istruttore. In poche parole, ti ho scelta per occuparti di un caso un po’ più complesso.»
   «Di che sta parlando?»
   «Sono arrivati degli allievi… speciali.»
   «In che senso speciali?»
   «Hanno un livello già molto alto, perciò la loro preparazione durerà al massimo una manciata di mesi. E proprio perché sono già bravi richiedono allenamenti particolarmente intensivi, quindi chi meglio di un’agente da poco ritiratasi dal servizio sa cosa è essenziale conoscere per sopravvivere sul campo? Pensi di potercela fare a addestrarli?»
   «È una trappola, vero?» chiese Wendy, dubbiosa.
   «Sto solo chiedendo sinceramente il tuo aiuto perché credo tu sia la persona più adatta. Ed essendo una situazione della massima rilevanza spero che tu possa accettare. Tuttavia, se ne hai bisogno posso lasciarti del tempo per pensare.»
   «E se declinassi?»
   «In questo caso sarei costretta a chiedere al secondo in carica, ma ammetto che non sarei altrettanto fiduciosa sulla riuscita dell’esperimento.»
   «E chi sarebbe il secondo in carica?»
   «SolHee.»
   Avrebbe dovuto immaginarselo. Da quando era entrata nel nuovo settore, SolHee era sempre stata la sua rivale numero uno. Un’insegnante competente, certo, ma estremamente arrogante e Wendy non riusciva proprio a sopportarla.
   «E va bene, accetto.» disse, senza più esitazioni.
   «Questo mi fa molto piacere! Domani pomeriggio alle tre li manderò nella tua palestra. Sono tre ragazzi.»
   «Solo tre?» chiese, di nuovo insospettita.
   «Sì, ti ho detto che sono di altissimo livello, avranno bisogno di essere seguiti scrupolosamente in ogni dettaglio. Bene, ora puoi andare, entro stasera ti recapiterò i loro profili completi... anche se credo non ce ne sarà bisogno.»
   «Ok.» rispose sbrigativamente Wendy. La faccenda stava suscitando la sua curiosità ed era impaziente di scoprire altre informazioni. Si alzò dalla sedia, salutò con un inchino e lasciò la stanza.
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
   Martedì.
 
   Il pomeriggio del giorno seguente, un quarto d’ora prima delle tre, gli allievi erano già in palestra, curiosi di sapere chi sarebbe stata la loro nuova insegnante. Non appena Wendy aprì la porta della palestra, producendo un leggero cigolio, i tre si voltarono e, incrociato lo sguardo con quello della ragazza, non poterono fare a meno di rimanere esterrefatti.
   «Wendy?» esclamarono all’unisono.
   «Sì, sono io. Ho avuto la stessa reazione ieri sera quando L mi ha inviato i vostri fascicoli.» Come era facilmente prevedibile, i tre allievi altri non erano che Dawon, Taeoh e Daeju.
   «Che bello rivederti!» esclamò Dawon.
   «Ma non c’è anche Lizzy, vero?» si informò Daeju.
   «No, ci sono solo io.» rispose Wendy «Ah, tu non ci sei andato a letto, vero?»
   «Eh? Ovvio che no!» naturalmente Daeju non poteva sapere il motivo della domanda. Alla sua risposta Wendy tirò un sospiro di sollievo, evidentemente non era lui il padre del bambino.
   «D’accordo, visto che non servono presentazioni... a detta di L avete già un livello molto alto, ma io vi tratterò come se foste dei principianti, non sapete come comportarvi sul campo ancora. Quindi...» Wendy prese tre libri di trecento pagine dalla sua borsa e ne diede uno a testa ai ragazzi. Erano i manuali sul comportamento da tenere in missione e sulle regole, leggi e conseguenze delle varie possibili azioni sul campo. «Ecco qua. Uno a testa. Leggete tutto entro domani, vi farò qualche domanda per vedere se avete capito.»
   «Tutto questo?» chiese Dawon, in panico. Era sempre stato un bravo studente da piccolo, ma aveva qualche dubbio sulle proprie capacità di memorizzazione trattandosi di trecento pagine in una sola sera.
   «Ma è impossibile finirlo entro domani!» si lamentò Daeju.
   «L’insegnante sono io, decido io. Niente obiezioni.» li rimise in riga Wendy. «Oggi invece iniziamo con qualcosa di semplice, fate quaranta giri della palestra e poi passiamo al combattimento ravvicinato.»
   «E va bene, mettiamoci al lavoro.» disse Taeoh, senza sollevare obiezioni. Per qualche motivo sembrava essere più motivato rispetto ai suoi compagni di sventure.
   «Avete venticinque minuti per fare quaranta giri, quindi, prego…»
 
   Così cominciò l’allenamento esplosivo di Wendy. Una volta portato a termine il primo compito, l’insegnante, come aveva preannunciato, li fece passare al combattimento ravvicinato. Secondo le informazioni che aveva ricevuto da L, tutti avevano raggiunto i livelli massimi nel test fisico, perciò era il momento di verificare anche quanto fosse buona la loro tecnica.
   «Oggi il combattimento sarà quello a mani nude, alle armi ci arriveremo un altro giorno.»
   I tre annuirono.
   «Non avrete sempre a portata di mano un’arma con cui attaccare, quindi la prima regola è sapersi difendere. Dovete riuscire a interpretare in anticipo le mosse del vostro avversario. Daeju… perché tu e Taeoh non mi fate vedere qualcosa?»
   I due annuirono e presero posto al centro della stanza. Senza troppi convenevoli diedero inizio al match. Wendy osservò attentamente le loro mosse. Anche nel combattimento ci sapevano fare. Lo scontro durò non meno di quindici minuti. Alla fine, Taeoh riuscì a immobilizzare Daeju per più di dieci secondi, aggiudicandosi la vittoria.
   Una volta valutate le abilità dei due, Wendy si alzò e fece cenno a Dawon di prepararsi a battersi contro di lei.
   «Attacca.» ordinò, mettendosi in posizione di difesa. Ancora non l’aveva per nulla perdonato per averle nascosto la verità. Quale occasione migliore per riempirlo di botte se non la scusa di un allenamento?
   Dawon eseguì l’ordine, dando inizio al match. Il fatto di dover combattere contro di Wendy lo metteva a disagio, non voleva rischiare di farle male. Certo, sapeva che era un’agente addestrata e capace, però era pur vero che in quanto a forza fisica si trovava in una posizione di svantaggio rispetto a lui. In un primo momento non fece altro che prenderle di santa ragione.
   «Tutto qui?» cercò di spronarlo l’insegnante, che naturalmente aveva notato il basso livello di combattimento del suo avversario «Credevo fossi più bravo...»
   «Posso anche alzare il livello, ma...» cercò di giustificarsi lui.
   «Non mi romperò, Dawon. Il materasso è morbido e sono qui apposta per allenarvi.» Anche dopo aver ricevuto il via libera, il ragazzo dovette fare uno sforzo su sé stesso per dar vita a uno scontro alla pari. Wendy, però, sembrò soddisfatta del suo impegno. «Ora ci siamo!» La voglia di vendetta stava svanendo, lasciando spazio al gusto di un combattimento dall’esito incerto. Wendy provò più volte a mettere in difficoltà Dawon, ma lui riuscì sempre a districarsi. Dopo diversi minuti, lo scontro sembrava ancora non avere un vincitore, finché Dawon riuscì ad atterrare Wendy, finendo per terra sopra di lei. I loro volti erano così vicini che le labbra avrebbero potuto sfiorarsi, se non fosse che il ragazzo cercò immediatamente di salvare la situazione puntando le braccia a terra e allontanandosi un po’ da lei.
   «Così andava bene!» esclamò Wendy. La sua voce era leggermente increspata dal fiatone per lo sforzo fisico del combattimento, ma non sembrava curarsi molto del fatto che lui le stesse così vicino. Dawon, sentendosi lo sguardo della ragazza addosso, si imbarazzò ancora di più e si alzò velocemente da lei.
   «Ehm… scusa.» si limitò a dire, porgendole la mano per aiutarla a rialzarsi. Wendy accettò il suo aiuto e si rimise in piedi. Dopo aver ripreso fiato, ricominciò la sua lezione. In realtà anche su di lei la caduta aveva avuto un certo effetto, però era riuscita a nasconderlo bene e anche il rossore sul suo viso poteva essere scambiato per semplice affanno, perciò la soluzione migliore era riprendere a parlare come se nulla fosse successo.
   «Sapete come attaccare e la vostra difesa è buona, ma bisogna anche saper mantenere la calma e riflettere. Cogliere di sorpresa l’avversario è fondamentale perché tutto fili liscio e non si creino intoppi.» continuò a spiegare con nonchalance.
Dopo quattro ore di allenamento, Wendy decise che per quel giorno poteva bastare. Dawon e Daeju tornarono a casa, mentre Taeoh, che aveva bisogno di alcune medicazioni, era stato mandato in infermeria.
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
   Seoul, 7:03 PM.
 
   In serata Iris aveva appuntamento allo studio di Kibeom. Negli ultimi due mesi non si era fermata un attimo, perciò aveva bisogno del solito check-up generale. Non aveva riportato ferite degne di nota nelle ultime missioni, ma la schiena aveva ancora bisogno di essere tenuta sotto controllo se voleva guarire del tutto. In più erano quasi due settimane che non vedeva l’amico, ne avrebbe approfittato per salutarlo e fare due chiacchiere, sperando che il discorso non finisse ancora sull’argomento Taeoh. Kibeom si divertiva molto a sentirne parlare, mentre a Iris faceva ancora un po’ male, anche se in fondo era consapevole che le sarebbe stato d’aiuto sfogarsi con qualcuno. Pronunciare ad alta voce i propri pensieri poteva essere utile per distaccarsene e superare la questione una volta per tutte.
   «Ciao Iris!» la salutò Kibeom appena messo piede nello studio.
   «Ciao! Com’è andata oggi?»
   «Solito lavoro stancante, ma tutto bene. Tu?»
   «Anch’io. Sono distrutta!»
   «Come va la schiena? Hai avuto ricadute?»
   «Sotto quell’aspetto devo dire che sto bene, ho molte meno ricadute del solito. Però sono stanca... ho poco tempo per riposarmi tra missioni e allenamenti.»
   «Dovresti chiedere a L un po’ di pausa, non ti fa bene tutto questo lavoro. Nel frattempo, se vuoi posso consigliarti delle vitamine, ma mi raccomando non esagerare.»
   «Grazie. Non avrei dovuto firmare quel contratto truffa per dare la mia disponibilità a coprire il buco lasciato da tutti gli agenti che hanno cambiato incarico negli ultimi mesi. All’inizio mi sembrava una buona idea tenermi impegnata, ma non credevo si sarebbe protratta così a lungo la questione. A sentire L sembra che tra le reclute non ci sia nessuno pronto a entrare in servizio! Mi sembra improbabile…»
   Qualcuno bussò alla porta.
   «Un paziente?» disse Kibeom, un po’ sconsolato «Stavo per chiudere.» A quell’ora di solito c’era l’ultima visita, ma ogni tanto capitava che qualcuno si infortunasse durante gli allenamenti e facesse una scappata in infermeria prima di tornare nei dormitori. «Avanti!» rispose, cercando di mantenere un tono di voce il più accogliente possibile.
   «È permesso?» il ragazzo che aveva bussato aprì la porta dell’infermeria «Mi dispiace disturbare a quest’ora, ma ho finito ora l’allenamento e...» Il suo sguardo incrociò quello della ragazza in piedi davanti alla scrivania dello studio.
   «Iris?» esclamò incredulo. Per un attimo fu come se il tempo si fosse fermato. Non si aspettava di rivederla proprio lì, ma ora, incurante del motivo per cui si era recato da Kibeom, vedeva solo lei.
   «Taeoh!» anche lei era altrettanto incredula. Quel ragazzo che le era mancato così tanto ora era lì davanti a lei e non sapeva se esserne felice o meno. Sarebbe voluta correre ad abbracciarlo, ma l’associazione era il luogo peggiore in cui esternare i propri sentimenti. Un piccolo errore e a L sarebbero potute arrivare versioni dei fatti totalmente distorte, cosa per nulla positiva, per nessuno dei due.
   «Quel Taeoh?» chiese Kibeom nell’orecchio a Iris. Lei si limitò ad annuire.
   «Che bello rivederti!» continuò il ragazzo, non riuscendo a smettere di sorridere. In quel momento, Iris notò il rivolo di sangue che aveva macchiato l’angolo delle sue labbra.
   «Che ti è successo?» chiese, un po’ preoccupata.
   «Ah, nulla!» rispose lui «Ho iniziato oggi gli allenamenti con Wendy.»
   «Wendy? Vi state allenando con lei? Vi ha lasciati liberi L?» Da quando Wendy si era trasferita, lei e le ragazze non si sentivano più molto spesso, non aveva ancora raccontato a nessuno dei piani di L. Prima che Taeoh potesse risponderle, però, Kibeom si intromise.
   «Vieni caro, non c’è tempo da perdere. Spogliati che controllo le ferite.» disse, facendogli segno di sedersi sul lettino delle visite. Mentre Taeoh non guardava, l’infermiere si rivolse a Iris muovendo solo le labbra «Mi ringrazierai dopo» e le fece l’occhiolino. Non ci fu nemmeno bisogno di capire cosa avesse in mente Kibeom, perché Taeoh si sfilò la maglietta senza pensarci due volte, scoprendo gli addominali scolpiti e la sua schiena decisamente troppo sexy per essere mostrata senza preavviso. Iris distolse lo sguardo e non poté fare a meno di arrossire. Si sentiva a disagio come se avesse volontariamente violato la sua privacy. Nonostante la situazione, Taeoh cercò di continuare la conversazione con lei. Si era sempre chiesto se al suo ritorno avrebbe trovato le cose cambiate o se lei provasse ancora dei sentimenti per lui. Tuttavia, l’unica cosa che poteva fare era cercare di parlarle normalmente, sarebbe stato imbarazzante sollevare la questione all’improvviso con l’infermiere di mezzo.
   «Sì, abbiamo collaborato con L, ci sta dando una seconda chance.» nel frattempo Kibeom aveva cominciato a disinfettare le piccole ferite e a tamponare i lividi che si era procurato Taeoh più o meno ovunque durante l’allenamento. Aveva preso la situazione fin troppo seriamente rispetto agli altri allievi.
   «Sono contenta!» rispose lei, cercando di suonare naturale, ma sentì che non ce la faceva più a sostenere il suo sguardo «Ehm, forse è il caso di parlare quando hai finito…» si voltò di spalle per nascondere il proprio viso, rosso come un peperone.
   Improvvisamente, Kibeom realizzò di avere sottomano la causa delle sofferenze di quella che per lui era ormai come una sorella minore, così non poté trattenersi dal fargli un po’ più male del necessario pigiando di proposito sulle ferite. Dopotutto era anche un pochino geloso che ci fosse sempre lui al centro dei pensieri di Iris e non solo il suo caro migliore amico. Taeoh non riuscì a trattenere un piccolo lamento per il dolore. La ragazza si girò appena per controllare che fosse tutto a posto, così Kibeom le fece cenno con la mano di voltarsi di nuovo.
   «Ho quasi finito, non preoccuparti.» applicò dei cerotti al malcapitato e concluse con una pacca sulla schiena mirando proprio a un bel livido viola. «Ecco fatto!»
   Taeoh strinse i denti e si rivestì.
   «Grazie...» poi tornò di nuovo da Iris per riprendere la conversazione «E tu? Sei ancora operativa?»
   «Sì, ho lavorato molto in questi ultimi mesi, infatti ero qui per una visita di controllo.»
   «Cough, cough!» interruppe di nuovo Kibeom «Iris, vieni, ti do un’occhiata alla schiena.»
   «Sì, arrivo…»
   «Ti dispiacerebbe uscire, Taeoh? Sai, la privacy del paziente...»
   Iris lanciò un’occhiata a Kibeom come per chiedergli a cosa fosse dovuto questo trattamento brusco nei confronti del ragazzo, ma l’infermiere ignorò la critica. Al contrario, Taeoh, non sentendosi molto ben accetto, decise di rimandare la chiacchierata a un secondo momento.
   «Oh, beh, allora è meglio se vado. Spero di rivederti presto!»
   «Taeoh.» lo chiamò lei, prima che lasciasse lo studio «So che sarai impegnato conoscendo Wendy, però appena posso passerò a trovarvi, magari riesco a fermarmi a fare due chiacchiere.»
   «Ci conto!» rispose lui con un largo sorriso dipinto sulle labbra e il cuore più leggero.
   «Allora a presto!»
 
   Appena Taeoh richiuse la porta, Kibeom si avvicinò pericolosamente a Iris.
   «Però! Ma che pezzo di manzo ti sei trovata? Ringrazia il cielo che ho una relazione stabile col mio fidanzato!»
   Iris fece cenno a Kibeom di stare in silenzio e gli assestò una pacca sulla spalla.
   «Shhh! Te l’ho detto che non stiamo insieme! Non so nemmeno se gli piaccio almeno un pochino! E poi che figure ci fai se ti sente?»
   «Sappi che un vero infermiere non si ferma davanti a niente!» si giustificò lui «Chi lo avrebbe mai detto che l’avremmo incontrato proprio qui.»
   «Già, a momenti mi è preso un colpo! Comunque, vero infermiere, controlla quello che devi controllare così poi vado, sono stanca e devo ancora guidare fino a casa.» Iris si sedette sul lettino dando le spalle a Kibeom e si sfilò la maglietta.
   «Va bene, mi spiccio.» il ragazzo iniziò a tastare la muscolatura del collo e delle spalle di Iris. «Ad ogni modo, mi raccomando, indaga bene su quello che gli sta facendo fare L e poi ovviamente vieni a spettegolare qui. Non ti avevo mai vista così presa da qualcuno!»
   «Sì, sì, poi ti racconto tutto, ma non alzare troppo le aspettative.»
   «Comunque, la schiena mi sembra a posto. Ti vedo molto più sciolta dell’ultima volta. Continua con i massaggi e non sforzarla troppo. Poi… ti do questi integratori, una bustina al giorno dopo pranzo. Se dovesse esserci qualche problema fammi sapere.»
   «Ok! Perfetto!» esclamò Iris, scendendo dal lettino delle visite e rimettendosi la T-Shirt. «Sei sempre il migliore!»
   «E... prescrizione del fisioterapista, manda a quel paese L se ti dà troppo lavoro! Ok il contratto, ma ribellati!»
   «Ci proverò. A presto!»
   «Ci vediamo, cara!»
   Iris uscì dall’ufficio di Kibeom. Taeoh se n’era già andato. Le sarebbe piaciuto passare più tempo in sua compagnia, ma forse era meglio che fosse andata così, avrebbe avuto modo di riordinare le idee e sarebbe passata a trovarlo un altro giorno, con più calma.
   La sera stessa L le mandò nuove disposizioni. Già dal mattino successivo sarebbe dovuta partire per una missione che sarebbe durata circa una settimana. Anche ammesso che L non avesse sequestrato il telefono cellulare a Taeoh, non poteva certo contattarlo per dirgli che non si sarebbe fatta viva nei prossimi giorni, sarebbe risultato sospetto. In più era quasi sicura che L non avesse lasciato loro proprio nulla di personale, soprattutto il telefono. Così si limitò ad avvertire solo May della propria partenza, come aveva sempre fatto.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
   Seoul. Mercoledì sera.
 
   Nei giorni successivi, May si era occupata di piccole faccende da sbrigare a Seoul, perciò le era sempre possibile rincasare la sera. Lo stesso valeva per Shion, infatti nessuno dei due aveva firmato il fantomatico contratto per gli straordinari. Non essendoci Iris, la casa era vuota e come ogni volta che succedeva, Shion andava a cenare dalla sua ragazza.
   «May?» chiese Shion, uscendo dal bagno. Indossava i pantaloni di una tuta grigia e una maglietta a mezze maniche nera. Aveva i capelli ancora bagnati dopo aver fatto la doccia e un asciugamano sulle spalle. «Cosa si mangia stasera?»
   «Takoyaki1!» rispose lei, che si era lavata per prima e poi si era messa ai fornelli. Quella sera indossava un grazioso vestito rosa con delle decorazioni nere e aveva i capelli mossi legati in una coda alta.
   «Nostalgia del Giappone?» chiese Shion, avvicinandosi. La abbracciò da dietro e si abbassò leggermente, appoggiando la testa sulla spalla della ragazza.
   «Ho comprato la padella apposta per farli! Ma probabilmente devo imparare meglio.»
   «Sono sicuro che saranno buonissimi invece.» Shion allungò la mano, infilzò con uno stuzzicadenti una delle polpettine già cotte e la mangiò in un sol boccone. «Sono perfetti!»
   May fece lo stesso e assaporò con attenzione il gusto della propria cucina.
   «Sì, dai, sono stata brava.» disse, compiaciuta del risultato.
   Senza aggiungere altro, Shion le diede un bacio sul collo e poi un altro sulle labbra.
   «Stasera non torna Iris, vero?»
   «Non dovrebbe.»
   «Posso fermarmi a dormire allora?»
   «Hai portato lo spazzolino?» chiese in tono scherzoso la ragazza.
   «Certo! È nello zainetto di scorta da lasciare sempre qui a casa tua!»
   «Ok allora. Detto così sembra molto lo zainetto per le emergenze tipo terremoti.»
   «Beh, vediamo il lato positivo, sarei pronto per qualsiasi emergenza.»
   «Ma quale emergenza? Mangiamo che è meglio.»
 
   Dopo cena, i due si sedettero sul divano a guardare la televisione, accoccolati l’uno all’altra. Quella sera non c’era molto di interessante, qualche drama che non avevano seguito dall’inizio, un programma comico abbastanza demenziale, il notiziario e altre cose non molto entusiasmanti. Dopo aver cambiato canale una ventina di volte, la televisione rimase accesa su un documentario che parlava dell’antica Roma. Nonostante avessero finito di lavorare relativamente presto, May e Shion erano comunque stanchi e la voce del presentatore, dal ritmo cadenzato e un po’ piatto, conciliava il sonno, perciò molto presto si addormentarono sul divano nella stessa posa in cui si erano seduti poco prima.



 

1 Takoyaki: cibo tipico giapponese. Polpette di pastella con all’interno un pezzetto di polpo. Solitamente considerato street food.



Fine cap. 23
___________________________________________________



   E siamo giunti alla fine anche di questo capitolo! Come qualcuno di voi aveva intuito, L ha deciso di reimpiegare nelle sue forze Dawon, Taeoh e Daeju! Certo nessuno si aspettava che ad allenarli ci sarebbe stata una loro vecchia conoscenza, Wendy!
Anche Iris ha avuto modo di rincontrare Taeoh per un caso del tutto fortuito, ma come al solito il lavoro la sta tenendo impengata. Riuscirà a mantenere la promessa e andare a trovarlo dopo gli allenamenti?
Lo scopriremo presto :3

   Visto che molte cose sono cambiate, ecco qua un nuovo schemino dei personaggi e della loro situazione (con un piccolissimo spoiler, il nome di un personaggio minore che comparirà a breve):

 
Come sempre, grazie di cuore a chiunque stia recensendo, a chi ha messo la storia nei preferti o nei seguiti o anche solo sta leggendo. <3
Alla prossima~

Misa






 
  
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: _Misaki_