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Autore: carachiel    26/03/2021    1 recensioni
Cliff Burton era ormai certo di essere morto.
Ricordava. 
Ricordava tutto, ogni dettaglio di quella dannata notte. Il rumore del tour bus che sbandava, lo schianto contro il guardrail e l'orribile sensazione dell'asfalto e delle schegge di vetro contro la pelle nuda, il freddo glaciale che lo investiva e poi, il silenzio, rotto solo dall'ululato del vento e la sensazione della vita che lo abbandonava.
Era morto, per una scommessa stupida di cui non poteva razionalmente incolpare nessuno, né James, né Lars e tantomeno Kirk, che gli aveva proposto di scambiarsi all'ultimo i letti.
Già, i suoi compagni di band... non sapeva come stessero, se ce l'avessero fatta dopo quella notte maledetta, dopo che la sua coscienza l'aveva abbandonato, forse per sempre.

__________________
Cosa sarebbe successo se Cliff fosse sopravvissuto a quell'infame notte del 1986?
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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...And Justice For All

There's still a reason to fight – C'è ancora una ragione per lottare





Quando lo vedi entrare, il tuo primo pensiero è, nuovamente, che non lo riconosci.
Nonostante sembri essersi notevolmente calmato da prima, o dall'ultima volta che lo hai visto, questo non ti impedisce di notare come sembri solo la pallida imitazione del James che ricordi.
Ha gli occhi arrossati, noti, e appare esausto, come se abbia realizzato solo ora tutto il peso delle sue azioni.
Entra scortato da Kirk e Jason, portandosi lentamente avanti fino a una manciata di passi da te: abbastanza vicino ma a una distanza che non potresti definire altrimenti se non sicura. Solo i suoi occhi mostrano tutto il terrore che prova quando la porta si chiude alle sue spalle.

Kirk e Jason riprendono i loro posti, il primo seduto sul letto accanto a te, e il secondo appoggiato al muro, ma i loro sguardi seguono come un'ombra ogni movimento del cantante.
Rimani in silenzio, guardandolo fisso – tuttavia stavolta non hai rassicurazioni di sorta da offrirgli, solo tante domande senza risposte.
"...'Spiace, ecco" borbotta sottovoce inchiodando lo sguardo sulle piastrelle crema del pavimento.
"James...–" tenti di replicare.
"Per favore, Cliff, non dire niente, è già abbastanza difficile così."
Taci, pensando al fatto che abbia appena detto 'per favore'. Due parole che per lui costituivano un'eccezione, più che una regola.

"Mi dispiace" replica infine, per poi sospirare pesantemente "Ecco, l'ho detto. Mi dispiace. Mi dispiace che mi hai dovuto vedere in modo così indecente, mi dispiace di averti aggredito perché ho dovuto bere per riuscire a sopportare tutto... Cazzo, non voglio più vederti spaventato da me, anche a costo di beccarmi un altro schiaffo."
Resti ancora in silenzio, ponderando le sue parole, per poi sorridergli.
"Andrà bene" replichi, per poi fargli segno che può avvicinartisi.
Fa un passo avanti, esitando sotto lo sguardo vigile di Kirk, fino ad arrivare quasi a toccarti – ma non lo fa, restando impalato a fissare il pavimento.
Quindi, tocca a te.
Allunghi piano una mano e la serri intorno alla sua, senza curarti di quanto un gesto così semplice possa apparire ridicolo. È solo un contatto.
"Hai le mani fredde" replica alzando gli occhi, il tono fragile.
Sembra sul punto di piangere – o di perdere il controllo, e non sei sicuro di quale opzione ti spaventi di più.
Si avvicina ancora di più, mentre Kirk lo guarda con aria allarmata, suscitando in te il vago promemoria che è ben oltre la distanza di sicurezza, fino a quando non ti abbraccia.

Impieghi una frazione di secondo a registrare il peso delle sue braccia attorno alle tue spalle, ma non puoi fare a meno di sentirti improvvisamente più leggero a tale contatto.
Perché era questo che stavi cercando: un contatto, una connessione visibile tra voi, qualcosa che vi unisse di nuovo, come era stato un decennio prima.
"Mi sei mancato" replichi stringendolo di rimando – o almeno, per quanto ti consentano i tuoi muscoli doloranti.
È un abbraccio rude, stretto, eppure così indiscutibilmente 'James' che non ti sorprende affatto.
"Anche tu" sussurra, la voce poco più di un bisbiglìo contro il tuo orecchio "Tanto."

Quando ti lascia finalmente andare noti come sembri molto più rilassato, anche quando Jason decide di portare l'attenzione sul soggetto principale.
"...Mi dispiace rompere le uova nel paniere, ma è un argomento serio e vorremmo discuterne con te."
"Uh... capisco" replica, per poi guardare Kirk distrattamente "Non dovremmo parlarne anche con Lars, quindi? Posso chiamarlo e–"
"Non ce ne sarà bisogno, andrà bene anche solo noi quattro" risponde piatto il chitarrista e ti ritrovi ad annuire del tutto involontariamente. Normalmente non avresti mai escluso Lars, ma in simili circostanze il suo temperamento diventa eccessivo da sopportare.
"Dite, allora."
Prendi un respiro e decidi di tirare fuori la fantomatica 'patata bollente'.

"La questione, James, è che da quel che ho capito da un po' di tempo le cose non vanno nel modo giusto nella band."
"Che... intendi?" domanda, mentre il suo sguardo corre istintivamente verso Jason.
"Che è inequo" risponde Kirk alzando le sopracciglia.
"Non capisco di cosa state parlando."
Eppure sai bene che è a conoscenza di cosa state parlando, non è uno sciocco. È solo una difesa.
"Che è esattamente come una seconda possibilità non data, ecco tutto" completa Jason e a tale replica vedi le sopracciglia del cantante aggrottarsi.
"Una seconda possibilità a chi?"
"È solo una metafora...–" replica il chitarrista ma viene zittito dalla risposta piccata di Jason.
"Ma non lo so, a tante persone, a tutta la band, persino a te stesso! Di fare la cosa giusta, nel modo giusto!"
Ti guardi attorno nervosamente perché sai che il discorso sta scivolando lungo una china rischiosa e non sei sicuro di poterlo evitare.

James sembra pericolosamente irritato, ora, e qualunque problema ci sia tra lui e il bassista, beh, sta per degenerare.
"Lo so che ho una seconda possibilità! Che la abbiamo tutti!" sbotta infine, anche se stavolta tale cedimento pare più dettato semplicemente dal nervoso accumulato "Me l'ha detto, quello stronzo, e il peggio è che aveva ragione!"
"Aspetta, gli hai parlato?" domandi improvvisamente, notando a malapena gli sguardi interrogativi di Kirk e Jason.
Non ti aspettavi che Dave si palesasse anche con lui, in particolar modo perché era plausibile che fosse troppo da affrontare, per entrambi.
"Certo, e odio doverlo ammettere, ma aveva ragione!"
"Di chi state parlando?" domanda Kirk innocentemente.
"Di Dave" replichi.
"Dave... QUEL Dave, Dave Mustaine?" ripete con gli occhi sbarrati, guardando alternativamente te e James.
"Sì, perché, è un reato?" replichi grattandoti il collo.
Non ti è chiaro il motivo per cui sembri così sconvolto ma, a giudicare dall'espressione furiosa di Jason e dallo choc di Kirk, ci deve essere di mezzo qualcosa di terribilmente grosso.
"Lo è" conferma il bassista alzandosi in piedi, l'espressione al margine tra lo sconvolto e il furibondo "Mi sembra che proprio qualcuno avesse rimarcato fino allo sfinimento quanto Dave – fottuto – Mustaine fosse pazzo, instabile e pericoloso... O sbaglio?" conclude, il tono a metà tra lo scherno e il disprezzo, piantandosi in piedi di fronte al cantante.
"James... Ma era il tuo migliore amico!" esclami, ritrovandoti a sgranare gli occhi, pensando che James possa aver davvero parlato in toni simili di quello che, almeno fino all'83, non avrebbe esitato a definire come tale.
E che a te è parso essere esattamente il contrario di tale descrizione – indipendentemente da quante cose possano essere cambiate.
Il cantante si limita a tenere lo sguardo saldamente inchiodato a terra, del tutto incurante del fatto che Jason gli sta puntando un dito al petto.
"L'ho fatto, sì." replica alla fine, in un tono talmente basso da essere appena percettibile. "E lo pensavo fino a quando non l'ho visto."

Un ramoscello di ulivo, ponderi tra te e te, questo deve avergli offerto Dave.
Tuttavia ti risulta ancora strano che qualcuno orgoglioso come James abbia accettato una simile offerta di non belligeranza – se non di pace vera e propria.
Tuttavia quei due avevano ed hanno in comune più scheletri nell'armadio di quanto non fossero stati disposti ad ammettere razionalmente – e probabilmente da questo punto di vista ha senso.

"Ah. Quindi ora hai cambiato idea" replica piano Kirk, pur mantenendo nella voce una sfumatura sarcastica.
"Pare incredibile, vero? Il potente Hetfield che cambia idea su quello che fino a una settimana fa era il suo peggior nemico." concorda Jason con un sorrisetto.
"Non spingerti più avanti, Newkid." risponde James alzando due occhi freddi e incolleriti "Consideralo un avvertimento. Tu non sai cosa è successo..."
"Credi davvero che non lo sappia? Sono stato un fan di questa band, per quanto l'idea non ti garbi."
"Jason..." tenta di richiamarlo Kirk mentre lo vede proseguire imperterrito.
E a te non serve una sfera di cristallo per sapere che la conversazione sta – di nuovo – prendendo una piega pericolosa.
"Invece no! Io sono solo quello che non sa, che deve restare nell'ombra di qualcun altro, non importa di chi!"
"Allora era per questo che avete imbastito questa pagliacciata? Lamentarvi di quanto sia ingiusta la gestione della band, su quanto non riceviate la vostra parte!"
"Sai che non è questo il problema" replica Kirk con un sospiro.
"Allora è un tuo problema, Newfag" sentenzia James fulminando il bassista "Dimmi, vuoi restare in questa band o no?"
"No, non penso proprio se devi essere un tale stronzo con manie di controllo!"
"Non oserai..." replica seccamente, ma suona genuinamente colpito da tale risposta.
"Jason, non c'è bisogno di arrivare a tanto, e poi sai che non era questo il punto!" rispondi.
"Non mi importa!" sbotta.
"E allora perché dovrebbe importare a me?" domanda il cantante in tono irritato, alzandosi in piedi di scatto e indicandovi "Anzi, per quanto mi interessa potete andarvene tutti e tre!"
"Non ho detto di volere questo!" esclami, la voce talmente tesa che minaccia di spezzarsi da un momento all'altro.
"E allora cos'è che vuoi? Perché a me non importa di questa puttanata e non dovrebbe importare nemmeno a te! Tu sei solo l'ex bassista, non sei più parte della band, quindi non vedo perché preoccupartene!" esplode Jason.

Senti un'ondata di sensazioni contrastanti che ti invade, un misto di rabbia, dolore e orgoglio ferito che ti scorrono improvvisamente nel sangue annebbiandoti la vista.
Serri i pugni e ti obblighi a prendere un respiro – e quando parli la tua voce è fredda, ma calma.
"Forse è vero. Non sono più parte della band... Ma so perché mi importa. E so anche che, esattamente come tu vuoi riconoscimento per i tuoi sforzi – senza dover vivere per sempre nella mia ombra e tu, Kirk, vuoi solo fare musica, e James vuole smettere di vivere nel passato..." prendi un respiro tremante ed alzi lo sguardo "Io voglio usare la mia seconda opportunità. Ecco perché mi importa che sia giusto, per tutti, anche se magari in passato non lo è stato!"

La stanza piomba nel silenzio più totale mentre senti che il ghiaccio sotto cui eri intrappolato è finalmente rotto, e puoi finalmente vedere i tuoi compagni di band per ciò che sono.
James lascia andare un sospiro e, pur non volendo fraintendere la sua momentanea mancanza di lotta con una resa, ammetti che paia esattamente questo.
"D'accordo" mormora in tono appena percettibile, tornando a sedersi. Jason si sistema davanti a lui e Kirk alza appena lo sguardo.
"Lo ammetto, forse non è tutto giusto."
A tali parole emetti un altro sospiro di sollievo mentre lasci che tali parole vi scivolino addosso. Jason prende nuovamente la parola, tuttavia dal suo tono è percepibile il sollievo.
"Voglio solo un compagno di band invece che un dittatore, ecco. Qualcuno che mi renda partecipe delle decisioni."
A tali parole Kirk si agita, improvvisamente a disagio, ma tace – scegliendo un'alternativa meno dannosa alla ripicca di ciò che sai essere, con tutta probabilità, un decennio e rotte di taciti accordi di non belligeranza.
James tace a sua volta, mentre la consapevolezza che la band sia ormai diventata un mostro a due teste si insinua e prende forma.
E tu non puoi evitare di considerare che, nonostante tale situazione non sia delle migliori, né venga gestita come tale, finalmente siete arrivati a una specie di punto di svolta.

Forse le cose possono davvero cambiare, da qui in poi.




Angolo Autrice: Provo un misto di sensazioni a cliccare il bottone "Conclusa" con questa storia e, a questo punto credo sia doverosa una spiegazione o due.
Il finale non è dei migliori, anzi, nei piani originali doveva essere molto differente e anche comprendere un breve epilogo. Tuttavia, a causa di problemi personali, di tempistiche, sia per il fatto che questo tema è diventato a me molto caro, ritengo giusto concludere qui e non farvi attendere oltre.
La descrizione del mostro a due teste è una descrizione che ho sentito spesso associata ai Metallica, per le dinamiche che ne venivano fuori, specie riguardo Lars e James (anche se, a mio avviso, l'unica vera testa è Lars, in quanto possessore del nome 'Metallica'). Sul resto, non so quanto ci sia realmente di vero, ho mixato notizie di gossip, interviste e semplice fantasia.
Il titolo del capitolo è tratto da "Reason to fight" dei Disturbed ^^

Ricordo che non posseggo i Metallica (per quanto sarebbe bello, mi farei fare un concerto privato~) nè alcuna delle canzoni citate, che appartengono agli artisti originari. Detto questo, spero che questi 20 capitoli vi abbiano intrigato e tenuto compagnia e che abbiate trovato interessante la storia e la tematica che ho deciso di raccontare~! Grazie per aver letto e per le bellissime recensioni che ho ricevuto❤️ e ringrazio i Metallica, anche se non lo sapranno mai, perché sono stati per me, con la loro musica, di importanza titanica, da Agosto scorso che ho cominciato a scrivere questa storia
   
 
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