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Autore: curlywriter    26/03/2021    0 recensioni
Jay e Hailey sono sposati da un paio d’anni e finalmente stanno diventando genitori di due gemelli. In America la terza domenica di giugno si festeggiano i papà; e durante l’ultimo giorno di lavoro di Hailey, prima del congedo di maternità, succede un avvenimento che metterà in pericolo Hailey e i bambini. Jay lotterà contro il tempo per salvare la sua famiglia. Riuscirà però a rimanere lucido?
Genere: Angst, Fluff, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hank Voight, Jay Halstead, Nuovo personaggio, Trudy Platt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio a tutti. Ho deciso di scrivere questa storia perché guardando Chicago pd è un po’ che non vediamo casi di rapimenti quindi ho deciso di scriverlo. Ringrazio la mia amica Ale, perché con le nostre chiacchiere mi ha ispirato ancora di più e ha permesso di sviluppare un’idea che da tempo mi ronzava per la testa..spero vi piaccia e buona lettura. (PS: i personaggi non mi appartengono, sono tutti ideati dalla One Chicago e dai loro showrunner).
2* PS: Questa storia può essere letta senza aver seguito la mia la mia serie “Upstead Family”, che prima o poi continuerò, dove ho deciso di fare una raccolta di FF ambientata nel futuro per raccontare un’ipotetica  vita famigliare dei Detective Halstead e Upton. 
 Jay e Hailey sono sposati da un paio d’anni e finalmente stanno diventando genitori di due gemelli. In America la terza domenica di giugno si festeggiano i papà; e durante l’ultimo giorno di lavoro di Hailey, prima del congedo di maternità, succede un avvenimento che metterà in pericolo Hailey e i bambini. Jay lotterà contro il tempo per salvare la sua famiglia. Riuscirà però a rimanere lucido?
 
 
 
 Un’ insolita Festa del Papà 
(Prima parte)
 
In America la terza domenica di giugno si festeggiano i papà e per Jay questa sarebbe stata la sua prima domenica di festa. Hailey era incinta di due gemelli e quella che stava per iniziare sarebbe stata la sua ultima giornata lavorativa, prima del congedo di maternità.
Quel venerdì mattina si era svegliata prima del solito perché aveva deciso di impacchettare il regalo che domenica avrebbe donato a Jay, svegliarsi prima del solito era l’unico modo per evitare che Jay la vedesse armeggiare con la carta regalo, voleva rendere questa festa speciale per suo marito ma come poteva se passavano la maggior parte del tempo insieme?!
Hailey amava dormire nell’ultimo periodo anche perché era arrivata alla 26^ settimana di una gravidanza gemellare e iniziava a sentirsi piuttosto stanca: non vedeva l’ora di poter stringere i suoi due figli fra le braccia, ma soprattutto non vedeva l’ora di vedere Jay in versione papà . Durante questi mesi, si era interrogata più volte se sarebbe stata in grado di essere una madre, non negava che quando scoprirono di attendere ben due bambini fu uno shock, ma settimane dopo settimane, sentendo il frutto del loro amore crescere e scalciare dentro di lei, la paura svanì e adesso era eccitata di vedere questi due bambini che immaginava biondi e con gli occhi verdi. Su un’unica cosa non aveva mai avuto dubbi: suo marito sarebbe stato un padre fantastico. Entrambi non avevano avuto dei padri esemplari, ma proprio per questo Hailey era convinta che non avrebbero fatto gli stessi errori. Il mestiere dell’essere genitore lo avrebbero imparato insieme, ma sicuramente sapevano cosa non avrebbero dovuto fare. 
Solitamente, e soprattutto da quando era rimasta incinta, passavano la mattina dopo il risveglio a coccolarsi e a fantasticare sui bambini, era il modo di rendere Jay sempre più partecipe della gravidanza. Lui era stato perfetto sin dall’inizio quindi quando sentì suo marito scendere le scale non si sorprese che stesse borbottando.
“Ottima mossa signora Halstead:  mi sembra un ottimo modo farsi trovare in cucina con la colazione pronta in mutande e con la mia maglietta preferita addosso.” Disse Jay con la voce ancora impastata dal sonno, abbracciando da dietro sua moglie e infilando le sue mani sotto il tessuto della sua t-shirt e massaggiando la pancia di sua moglie sentendo scalciare ripetutamente i suoi figli che come tutte le mattine davano a loro modo il buongiorno. Jay infilo’ il volto nel collo di sua moglie e ispiro’ profondamente il suo profumo, pronunciando un leggero buongiorno contro la sua pelle.
“Buongiorno anche a te” disse Hailey voltandosi e baciando un Jay concentrato a sfiorarle il pancione. Era un gesto incondizionato che entrambi facevano quando i bambini erano particolarmente agitati. Di solito li calmava eppure quella mattina erano abbastanza iperattivi. 
“Questa mattina non c’è  verso di tranquillizzarli, non stanno fermi un secondo” disse Hailey cercando di abbracciare il marito, pancia permettendo. 
“Ecco perché dovresti sederti ed ecco perché avresti dovuto richiedere la maternità molto tempo fa.” Disse spingendo Hailey verso lo sgabello dell’isola della cucina.
“ Jay hai sentito il ginecologo, sono in perfetta forma, Voight mi ha permesso di rimanere al dipartimento perché mi occupo della burocrazia e vi procuro le informazioni. È tremendamente noioso, perciò mi chiedo come Kim adori farlo. Mi manca stare sul campo? Ovviamente, però la nostra priorità sono i bambini. Se fossi stata mandata al call center non avremmo lavorato insieme tutto questo tempo.” Disse Hailey sfiorando la mano e la fede al dito sinistro di Jay.
“Non vedo l’ora che nascano” disse Jay alzando la maglietta e piantando dei leggeri baci dove sentiva i suoi figli scalciare. Poi si staccò, e tra un bacio e L’altro, disse ad Hailey “non vedo l’ora di averli con noi e non vedo l’ora di riavere la mia partner. Mi manca lavorare a stretto contatto con te, mi manca averti intorno”.
“Jay mi hai sempre intorno, tempo un paio di mesi e rimpiangerai Kevin come partner” disse Hailey dirigendosi verso le scale per andare a prepararsi per la sua ultima giornata lavorativa.
“Io ho un solo partner e quello sei tu” le urlo’ sistemando le due tazze nel lavabo della cucina prima di raggiungerla nella loro cabina armadio.
 
 
 
 
“Detective Chuckels, riccioli d’oro, venite qui” chiamò Trudy, non appena vide entrare Hailey e Jay al dipartimento.
I due poliziotti si avvicinarono al bancone di una Platt già infastidita.
“Ehi Trudy buongiorno anche a te, iniziato bene questo caldo venerdì ?” La stuzzico’ Jay ghignando.
“Sogghigna paparino, vediamo fra qualche mese quando entrerai da quella porta con le occhiaie per le nottati insonne. E comunque buona festa del papà in anticipo” disse porgendogli una scatola.
Jay guardò Hailey stupito e con lo sguardo le chiese se lei c’entrava qualcosa.
“Caro Chuckels , non iniziare con il linguaggio Upstead, la tua mogliettina non sa nulla. Tutta opera mia”
Jay allora apri’ la scatola che rivelò il suo contenuto: al suo interno erano posizionati due mini distintivi simile a quello dei “coniugi Upstead” con scritto “Baby 5021 George” e “Baby 5021 Henry”. Sul volto di entrambi i futuri genitori nacque un enorme sorriso, e con gli occhi lucidi, Jay ringraziò Trudy chiedendole il motivo di questo regalo.
“Dopo domani è la tua prima festa del papa’, ieri sono andata a ritirare dei distintivi per i nuovi agenti e ho pensato fosse carino farli fare per i due piccolini che tra un po’ si uniranno a noi. Però non è un regalo solo per te paparino, anche la mamma partecipa, sta facendo tutto il duro lavoro” disse il sergente.
“Si è bravissima” disse Jay guardando amorevolmente sua moglie che era senza parole.
Il loro momento fu interrotto da delle urla provenienti dalla sala affianco. 
“Le ho detto che deve aspettare il suo turno signore.” Disse un agente ad un uomo alto, con una corporatura esile e con la faccia sconvolta.
“Cosa sta succedendo questa mattina?” Chiese la bionda.
“Siamo sotto organico perché stiamo aspettando nuovi agenti e quel signore laggiù ha fretta di sporgere denuncia. È arrivato venti minuti fa imprecando ma abbiamo un caso su abusi di minori di cui dobbiamo occuparci prima.”
“Ok, noi andiamo di sopra, se avete bisogno chiamateci, ho sentito che oggi per noi sembra una giornata poco movimentata, quindi se possiamo aiutare…” rispose Jay facendo strada a sua moglie verso il piano di sopra.
 
“Buongiorno alla famigliola felice” disse Adam vedendoli entrare nel bullpen, prendendosi un’ occhiataccia da entrambi e una gomitata da Kevin che gli era affianco. 
“Buongiorno anche a te e alla tua inutile ironia Adam” rispose seccata Hailey andando verso lo spogliatoio per infilare il regalo di Trudy nell’armadietto. Da quando era rimasta incinta, Adam, aveva spesso delle battute da fare sulla spiccata felicità dei due coniugi, specialmente su quella di Jay, ma ad Hailey se inizialmente aveva fatto sorridere, a lungo andare aveva iniziato a infastidirla. Jay negli anni aveva fatto un sacco di progressi, aveva ripetuto a sua moglie quanto fosse stata fondamentale per la sua rinascita e soprattutto crescita, il suo supporto lo aveva messo davanti a se stesso, la determinazione che Hailey aveva messo nel farlo uscire dal suo disturbo post stress traumatico lo aveva tirato fuori da quel buco nero che lo stava inghiottendo, doveva ringraziare non solo se stesso, ma specialmente quella biondina che era entrata sorprendentemente nella sua vita e l’aveva letteralmente stravolta piacevolmente. Ogni tanto i demoni di  Jay tornavano, ma sapere che Hailey era lì al suo fianco pronta a sostenerlo e a battersi con e per lui lo aiutavano a uscirne. Entrambi avevamo dei demoni che ogni tanto li tormentavano, Jay era stato paziente con Hailey e il suo trauma infantile, e così come aveva fatto lei per lui, era stato in grado di darle i suoi tempi e aiutarla perlomeno ad accettare quel passato così doloroso, ma non avrebbe mai potuto ripagare Hailey per tutto quello che aveva fatto per lui: ne era sicuro lo aveva salvato e aveva contribuito a renderlo l’uomo di oggi.
Hailey non aveva mai pensato a diventare madre prima di stare con Jay , sapeva che lui sarebbe stato il padre che avrebbe sognato la Upton bambina, un padre e marito amorevole. Non aveva dubbi: Jay Halstead era la persona che voleva al suo fianco, si sceglievano ogni giorno e da quando aveva scoperto di essere in attesa dei loro figli si era rivelato ancora più premuroso e protettivo. Hailey quando seppero che avrebbe affrontato una gravidanza gemellare era profondamente spaventata, non aveva dubbi su suo marito, ma li aveva su se stessa. Lei e Jay non avevano avuto dei genitori esemplari, o meglio Jay aveva avuto sua madre che l’aveva reso il ragazzo altruista e caparbio di cui si è innamorata, ma suo padre aveva reso Jay una persona molto insicura perché aveva fatto credere a Jay di essere una delusione, pur non essendolo, ma nonostante ciò non aveva dubbi di quanto Jay avesse tenuto a rendere importanti i suoi figli, così come faceva sentire lei stessa . Per quanto riguarda il passato con la sua famiglia di origine, Hailey, era riuscita ad accettarlo, anche se la rabbia nei confronti loro non sarebbe mai scemata del tutto. Là detective bionda però era sicura che non avrebbe mai abbandonato i suoi figli e gli avrebbe sostenuti e indirizzati nel loro percorso di vita. Però inizialmente, nonostante la gioia che provava, si sentiva anche profondamente insicura, di non essere abbastanza, ma prontamente Jay era pronto ad aiutarla e starle affianco e quando lei gli espose i suoi dubbi le risposte con una frase che ormai era tatuata nella sua mente: “Sicuramente dovremo imparare a fare i genitori, però sappiamo che cosa non fare. I nostri figli non subiranno i torti che ci sono stati fatti. Partiamo da quello”. 
Con il passare dei mesi Hailey acquisì sempre più sicurezze, doveva imparare ad essere madre, ma la prima volta che sentì scalciare i suoi figli quelle paure iniziarono a scemare, non erano totalmente scomparse ma man mano che la pancia cresceva, anche il legame con i gemelli diventava più solido. Erano così reali ed era così inspiegabile quello che provava per loro e per Jay. Aveva sentito parlare che molte donne andavano in crisi con il proprio corpo e con il proprio compagno durante la gestazione, ma per lei e Jay in realtà sembrava diverso: la gravidanza li aveva uniti ancora di più ed Hailey cercava di renderlo partecipe in tutto, non lo escludeva quando i bambini scalciavano, non lo escludeva quando aveva delle sensazioni e cercava di creare un legame fra i tre. Lei stava facendo tutto il lavoro ma Jay era fondamentale, erano partner anche in questo e Jay era fantastico. Non erano la coppia perfetta, a volte discutevano, a volte erano in disaccordo sul lavoro, avevano avuto alti e bassi ma sulla questione figli erano sicuramente sulla stessa lunghezza d’onda e Hailey non vedeva l’ora di vedere Jay con in braccio quelle due creature che avevano generato. Prima di posare la scatola di Trudy osservo’ quei due mini distintivi e sorrise al pensiero di vederli un giorno addosso alle due mini personcine che stava portando in grembo. 
Una voce, la sua voce, la fecero uscire dalla trance dei suoi pensieri: “ Hailey vado ad incontrare un informatore, qualunque cosa chiama, Voight è dalla sovrintendente, ci vediamo fra mezz’ora” disse sfiorandole la pancia.
“Tranquillo Jay, ho tutto sotto controllo, stai attento”, e sorridendogli lo guardò uscire dalla stanza.
Hailey chiuse l’armadietto e si diresse alla sua scrivania. Tutti stavano compilando le scartoffie, era una giornata piuttosto monotona e ciò non le dispiaceva, per quanto amasse il suo lavoro e per quanto cercava di tranquillizzare Jay, iniziava ad avere voglia di godersi i suoi ultimi mesi di gravidanza in santa pace, perciò per quanto, da una parte sarebbe stato difficile prendersi una pausa, dall’ altra ne era anche un po’ estasiata perché da lì a breve avrebbe potuto abbracciare i suoi figli. 
Dopo aver compilato e firmato diversi rapporti, Hailey si rese conto di aver ricevuto una mail da parte di Trudy che le diceva che i suoi moduli per la maternità erano pronti per essere firmati. Glieli avrebbe portati di sopra, ma Hailey sentiva di avere bisogno di sgranchirsi le gambe, quindi colse l’occasione e andò da Platt.
“Dove vai?” Le chiese Kevin.
“Platt ha bisogno di alcune firme per il congedo di materinita’, vado e torno”.
“Posso andarti a prendere il fascicolo se vuoi” le rispose Atwater.
“Grazie Kev, ma sto bene e posso fare le scale, però lo apprezzo, sei gentile” disse battendo il suo pugno contro la spalla del recente detective.
Hailey scese le scale e notò che di sotto regnava ancora l’inferno. L’esile uomo che aveva incontrato quella mattina sembrava  più spazientito di prima e iniziava ad infastidirla questa situazione. Come era possibile che non si riusciva a prendere una semplice denuncia. 
“Ehi Platt, quante firme ti servono?” Disse avvicinandosi al bancone.
“Solo un paio riccioli d’oro” disse porgendole i moduli precompliati.
Mentre stava apponendo l’ultima firma, l’uomo che attendeva da quella mattina inizio’ a dare di matto così, Platt, stufa di quel caos inizio’ ad inveire contro di lui. 
“Signore siamo sotto organico, porti ancora un po’ di pazienza e qualcuno verrà ad ascoltarla”
L’uomo urlava che era questione di vita e di morte, e come Hailey si mosse dal bancone, per dirigersi verso le scale, si sentì strattonare e in un solo secondo fu trascinata dall’uomo verso la saletta dove solitamente facevano attendere i testimoni da interrogare con un coltello puntato alla gola. In quello stesso istante Hailey non solo incrocio’ lo sguardo con Platt che insieme agli altri agenti aveva puntato la propria arma verso l’uomo, ma anche con suo marito che era tornato in anticipo dall’appuntamento con il suo informatore. Lo stesso Jay si stava chiedendo cosa stesse capitando e quando vide sua moglie in quella stanza punto’ la sua pistola contro l’uomo e gli intimo’ di lasciarla andare.
Hailey sentì la punta del coltello contro il suo collo intensificare la presa. Quindi fece cenno a Jay di abbassare l’arma. Poteva vedere la preoccupazione nei suoi occhi come in quelli della stessa Platt. E  fu in quel momento che decise di proferire parola. “ Deve lasciarmi andare, non riuscirà a scamparla. Sono una poliziotta incinta, questo è sequestro di persona, e’ all’interno di un distretto di polizia, sarà accerchiato. Che cosa sta facendo?!” Domando’ cercando di mantenere la calma.
“Lei mi deve ascoltare e deve prendere la mia denuncia, adesso si siede attaccata a quel computer e inizia a scrivere ciò che ho da dire e deve dire ai suoi colleghi di abbassare le pistole o sennò le farò del male.”
Jay aveva ascoltato tutto e stava andando in escandescenza, Hailey gli fece cenno di stare fermo perché la lama continuava a premere su di se’. 
“Va bene, se mi lasci andare a sedere ti ascolterò e vedo cosa posso fare per te.” 
“prima devi dire ai tuoi colleghi di abbassare le armi e poi ti lascerò andare, e devi fargli promettere che non mi spareranno”
“Ok come vuoi tu. Jay, Trudy, abbassate le armi. Ora prenderò la sua denuncia e poi lo aiuteremo. Ma abbassate quelle dannate armi” disse aumentando il tono della voce. Jay intravide una riga di sangue che iniziava a scendere dal collo di sua moglie e con una lacrima che gli solcava il viso diede l’ordine di fare ciò che Hailey aveva richiesto. Da quel momento l’uomo chiuse la tendina del vetro della porta e da quel momento in avanti, sua moglie scompari’ dalla sua vista. 
 
“Platt cosa diavolo sta succedendo? Perché Hailey non è di sopra? Perché mia moglie è all’interno di una saletta con un dannato coltello puntato alla gola, chi diavolo è quel tizio!” Sbraito’ contro il sergente. 
“Jay, è stato tutto veloce, Hailey e’ scesa per firmare i documenti per entrare in congedo e quell’uomo ha dato in escandescenza perché voleva essere considerato.”
“E perché nessuno lo ha considerato?!” Continuo’ ad urlare. 
Tutti gli agenti che erano lì presenti erano sconcertati dall’atteggiamento del detective Halstead. Era raro che si vedesse inalberato, era raro che lo sentissero urlare, ma nei suoi occhi tutti leggevano l’ira.
Voight non era ancora rientrato quindi Jay inizio’ a dare gli ordini:
“Ora prendete tutte le registrazioni video delle telecamere presenti in Questo atrio e iniziate col riconoscimento facciale, voglio un nome e lo voglio all’istante. Muovete il culo e cerchiamo di capire perché mia moglie si ritrova sequestrata in un dipartimento di polizia da un civile.” Disse guardando tutti mentre gesticolava innervosito.
“beh cosa aspettate, muovetevi invece di stare inermi” gli fece eco Trudy che si giro’ verso Jay che si stava passando le mani sul viso sbuffando.
“Jay ora chiamo Voight, devi calmarti.”
“Trudy non puoi chiedermelo. Li dentro c’è tutto quello che conta” disse indicando la porta che lo separava da Hailey.
 
 
 
“Come cazzo e’ possibile che non abbiamo un nome” urlo’ Jay al telefono con Kevin che in ufficio aveva scoperto che l’uomo che in quel momento stava tenendo in ostaggio sua moglie non era schedato nei database.
Era un’ora che Hailey stava rinchiusa in quella saletta del dipartimento. Jay , Voight e Platt  avevano raggiunto un ufficio dello stabile di fronte al palazzo di polizia per poter provare a vedere se da finestra a finestra si potesse vedere qualcosa. 
Jay aveva portato con se il suo fucile da cecchino, e insieme a uno degli agenti della SWATT, aveva trovato un punto strategico per posizionare le loro armi di precisione e fare fuoco se fosse servito.
Dallo stabile di fronte  stava osservando una Hailey seduta al computer intenta a scrivere. L’uomo andava avanti indietro e parlava animatamente, Hailey sembrava assecondare la persona che aveva di fronte, anche perché la stava minacciando con la sua stessa pistola. Jay guardava sua moglie stupito, lui stava impazzendo mentre sua moglie continuava a mantenere la calma. Poi si accorse che con la sua mano sinistra continuava ad accarezzarsi la pancia, lo faceva in un modo frenetico e Jay all’improvviso capi’: Hailey era nervosa, più del solito e quello era il suo modo di manifestarlo. Era un gesto incondizionato che aveva iniziato a fare da quando i bambini avevano iniziato a muoversi durante la sua gestazione. Accadeva ripetutamente quando lei o gli stessi bambini si agitavano particolarmente. Hailey era conosciuta come una persona abbastanza equilibrata e fredda durante gli interrogatori, ma quando si innervosiva diventava un bel “peperoncino”. Gli ormoni gravidici avevano ampliato spesso il nervosismo di Hailey e  Jay aveva il timore che ad Hailey questa tensione non avrebbe fatto bene, immaginava che come avesse avuto l’occasione poteva scattare. Era una donna incinta, ma sicuramente non si sarebbe fatta scoraggiare da un uomo che in quel momento sembrava si disperato, ma anche cagionevole.
 
“Jay devi darti una calmata, Hailey la sta gestendo e’ una brava poliziotta, può cavarsela.”
“Hank, non mi puoi dire di calmarmi, lì non c’ è solo la mia partner, non c’è solo il detective Upton, là dentro c’è mia moglie incinta di sette mesi dei miei figli con la sua stessa arma di servizio puntata in fronte, come puoi pensare che io possa calmarmi. Fosse per me gli avrei già sparato a quell’uomo!” Disse Halstead andando a naso a naso contro il suo stesso sergente.
“Halstead fatti da parte, non sei lucido, ti tiro fuori da questa operazione”
“Vuoi tirarmi fuori Hank?! E’ impossibile, fosse anche l’ultima cosa che faccio ma la mia famiglia la tiro fuori io da questo dannato impiccio. Poi se vuoi cacciarmi fa pure, mi troverò un’altra unità, ma non accetto la morale in questo momento, e non accetto la predica da te, tu più di tutti dovresti capirmi, potrei perdere tutto da un momento all’altro e di certo non me ne starò fermo ad aspettare, non lo faccio per gli estranei figuriamoci se lo faccio quando si tratta dell’amore della mia vita” disse sfidando il suo sergente allargando le braccia e sgranando gli occhi. 
Quando Platt provo’ a calmare gli animi, il telefono del giovane detective squillo’ : il trio rimase colpito di leggere sullo schermo il numero di Hailey.
La bionda, senza farsi vedere dal suo sequestratore era riuscita ad avviare la chiamata verso sua marito e quando accettarono la telefonata sentirono Hailey ricapitolare una sorta di denuncia che aveva scritto per far credere all’aggressore che stesse formalizzando ciò che aveva da dire.
 
“Allora Frank, adesso rileggerò ciò che mi hai raccontato, così poi quando chiameremo i miei colleghi partiranno le indagini, va bene?”
“Ok signora Upton”
“Ti chiami Frank Goffman, sei venuto qui questa mattina per richiedere di aprire un caso perché sei convinto che tua moglie sia stata uccisa. Vuoi denunciare il medico Jefferson perché lo ritieni il responsabile dell’omicidio del  tuo bambino e di tua moglie Laura e’ corretto?”
“Si me li ha portati via, lei più di tutti dovrebbe capirmi è incinta, sta per diventare madre e suo marito padre, suppongo che sia lei che il padre di suo figlio sareste disposti a fare qualsiasi cosa pur di salvare la vostra famiglia, ecco a me questa possibilità non è stata data, sono mesi che provo a farmi ascoltare, ma nessuno vuole aprire un caso di omicidio. Mia moglie non è morta a causa di un problema, me l’hanno uccisa e con lei si sono portati via il mio bambino” disse fra le lacrime. Hailey aveva tentato di rassicurarlo e gli aveva di abbassare l’arma. Sapeva che se avesse provato a spararle qualcuno, dopo aver trovato una buona posizione, lo avrebbe sicuramente freddato.
 
La chiamata termino’, Hailey ,  probabilmente voleva dare il nome a Jay così da poter effettuare le indagini,però non voleva rischiare di essere beccata e di far innervosire Goffman che stava iniziando a cedere emotivamente.
 
Jay riferì il nome a Kevin e finalmente riuscirono a scoprire perché l’uomo aveva compiuto il gesto quella mattina.
Frank Goffman, ex ingegnere edile quarantacinquenne, aveva perso circa tre mesi prima sua moglie Laura incinta di cinque mesi durante un intervento agli occhi. Avevano provato ad avere figli per circa dieci anni e dopo esserci riusciti grazie all’inseminazione artificiale, che aveva portato la coppia ad indebitarsi, Laura al quarto mese di gestazione aveva scoperto di avere un tumore alla cornea e i dottori avevano consigliato alla donna di interrompere la gravidanza e di sottoporsi all’intervento, solo con esso avrebbe potuto vivere. Con la consulenza del medico Jefferson, Laura, aveva voluto sottoporsi a questa nuova tecnica in fase sperimentale. Le era stato comunicato che però il bambino non avrebbe potuto sopravvivere comunque a causa dell’anestesia, aveva firmato anche un foglio in cui si prendeva tutte le sue responsabilità consapevole dei rischi e declinava la clinica a cui si erano rivolti da ogni eventuale colpa. L’operazione sembrava essere andata a buon fine, ma la donna non aveva retto la perdita di quel figlio che tanto avevano cercato e alla fine si era tolta la vita, qualche mese prima. 
L’uomo aveva perso la testa, il lavoro, il suicidio aveva cambiato l’uomo , i vicini di casa lo descrivevano come un uomo distinto, ma da quando aveva perso tutto era diventato un inetto, privo di valori: era impazzito, e il gesto fatto al distretto quella mattina era l’ennesima prova che era semplicemente disperato. Avevano scoperto che, Frank, qualche settimana prima aveva lui stesso tentato di togliersi la vita, senza riuscirci. 
 
Jay e Hank, passati i loro attriti decisero di collaborare e unire le forze. Halstead avrebbe voluto fare da intermediario per convincere Goffaman a lasciare Hailey così da poterlo arrestare ma voight fu irremovibile, sarebbe stato il sergente a comunicare con Frank, mentre il detective sarebbe stato al punto d’osservazione in qualità di cecchino. 
Quando Hank busso’ alla porta della stanza Goffman acconsenti’ a parlargli mettendosi nuovamente affianco ad Hailey con l’arma verso di lei.
“Goffman, sono il sergente Voight, volevo comunicarti che abbiamo arrestato il dottor Jefferson, avevi ragione, e’ stato lui ad uccidere tua moglie.” Fece credere all’uomo.
“Come faccio a sapere che non stai mentendo? Voglio delle prove”
“Frank, hai la mia parola, lo abbiamo preso, pagherà per ciò che ha fatto a tua moglie e tuo figlio, e’ vero ha istigato lui Laura al suicidio, hai la mia parola. Io stesso sono un padre e un marito che ha perso la propria famiglia, comprendo il tuo dolore. Ma ora devi lasciare andare la detective Upton. E’ incinta, e tu hai a cuore i bambini, non vuoi vero che qualcun altro provi il tuo stesso dolore vero?” 
Hailey guardò l’uomo intimando di abbassare l’arma, ma l’uomo sembrava  irremovibile. Con la coda dell’occhio si accorse che Frank, probabilmente non intendendosi di armi, non aveva tolto la sicura alla sua pistola, quindi Hailey irrigidì la testa e in pochi secondi pianto’ una testata all’indietro verso il naso di Goffman, disarmandolo.  Hank assieme a Kevin, Adam e agli agenti della SWATT fece irruzione e arresto’ l’uomo, Platt raggiunse subito Hailey insieme ai paramedici che erano stati chiamati per controllarla. Venne portata nell’atrio e le furono fatti diversi accertamenti. 
“Hailey” si sentì chiamare dall’ unica voce che avrebbe disconosciuto tra una moltitudine di suoni.
Jay si avvicinò in tenuta da cecchino, il suo fucile in mano, il giubbino antiproiettile è uno sguardo sconcertato.
“Stai bene?” Le chiese abbracciandola.
“Sto bene, la pressione e a posto, la testa indolenzita”
“Gli hai rotto il naso, devi aver picchiato duro”
“Aspettavo il momento giusto.” Disse abbozzando un lieve sorriso che però si spense subito. Si portò una mano allo stomaco e una lacrima le scese sul viso.
 
“Che succede ? “ si preoccupò all’istante sbiancando.
“Non scalciano più Jay. Non li sento muovere”. Disse scoppiando in lacrime.
 
 
 
To be continued…
 
   
 
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