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Autore: MayBane    26/03/2021    1 recensioni
" Will presta la sua immaginazione a Jack, ma non può mai dirgli cosa vede davvero; non può dire che questi assassini sembrano idioti, che le loro scene del crimine sembrano fossi pieni di letame dove le scene dello Squartatore di Chesapeake sono arte e altari sacri. Will tace e mette insieme le prove e ricostruisce scene del crimine, sa quello che fa salva delle vite, ma sa che non potrà farlo per sempre. E se è onesto con se stesso gli va bene così"
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Breathless

 

 

I'm hunting shadows in the dark
In steaming jungles of the world
Either to kill or to be killed
By creatures never named or heard


 

Will sa che il suo lavoro non gli porterà nulla di buono. Non ha bisogno di sentirselo dire da una Alana fin troppo preoccupata o da un Hannibal decisamente troppo interessato. Will sa che di lui si possono dire tante cose poco lusinghiere; ma non è un idiota, e non si illude di non aver già superato il limite fin troppo volte. Le persone normali non perdono la concezione dello spazio e del tempo e non si svegliano camminando nel mezzo della strada a chilometri di distanza dalla propria casa.
 

Will presta la sua immaginazione a Jack, ma non può mai dirgli cosa vede davvero; non può dire che questi assassini sembrano idioti, che le loro scene del crimine sembrano fossi pieni di letame dove le scene dello Squartatore di Chesapeake sono arte e altari sacri. Will tace e mette insieme le prove e ricostruisce scene del crimine, sa quello che fa salva delle vite, ma sa che non potrà farlo per sempre. E se è onesto con se stesso gli va bene così. Will balla sgraziato come un giovane cerbiatto sul bordo vertiginoso della sanità mentale. Una sola spinta, un solo passo falso e il prossimo assassino a cui daranno la caccia sarà lui.
 

Non è molto saggio far arrabbiare un uomo che pensa di uccidere le persone per guadagnarsi da vivere.” Dice a Freddie Lounds è ci crede con ogni singola fibra di sé. Quando sei la persona più strana in ogni stanza il regalo più grande che puoi fare a te stesso è l’onestà; l’onesta di riconoscerti per quello che sei. E Will sa di essere una parte di oscurità che si muove dentro un’oscurità più grande, e prima o poi non vorrà più uscirne.
 

Will sente ogni cosa, e mentre si immedesima sente anche l’amore, la gioia, la passione e l’irrefrenabile fame che sentono in serial killer, la sente come se fosse propria. O forse lo è sempre stata. Sente l’oscurità dentro si sé crescere e assumere forme sempre nuove mentre cerca una forma stabile da mantenere. La crisalide ha impiegato anni a formarsi, bozzolo protettivo che gli ha permesso la mimesi e di imparare da altri come lui. Altri meno abili, meno adatti, meno intelligenti e meno feroci. Will può essere meglio di loro, o forse lo è già. Manca poco, la trasformazione ha impiegato anni ma la creatura al suo interno è pronta a vedere la luce, Will stringe a sé i suoi cani e trema di paura ed eccitazione nel buio del suo letto, chiude gli occhi e nei suoi sogni dipinge il mondo di rosso. In un angolo della sua mente Hobbs sorride e applaude.





But you were always pretty reckless with your love
Come with the sun and get it restless when it's gone
And when you go you'll leave me breathless and alone
You leave me breathless, when you close the door
It feels just like you took the air out of the room with you


 


 

Recitare è per Hannibal quasi una seconda natura. Se smette di pensarci l’atto cade e per alcuni minuti può quasi convincersi di essere normale e ordinario. Nascondere se stesso e la sua vera natura è una necessità trasformata in arte e Hannibal ne gode ogni minuto. Sorride e annuisce e la recita continua come un copione provato e riprovato ancora, prende un sorso di vino e disquisisce di arte e di Dio come se fosse nato per farlo. E forse avrebbe continuato l’atto per il resto della sua vita, ma l’oscurità di Will parla alla sua, abyssus abyssum invocat pensa. L’abisso chiama l’abisso. Per la prima volta Hannibal vuole farsi conoscere, vuole mostrarsi; è sconcertante.
 

Trascorri molto tempo a erigere muri. È naturale voler vedere se qualcuno è abbastanza astuto da scavalcarli.” Dice Bedelia una sera. Hannibal pensa che abbia ragione ma non lo dice, non può mostrare debolezze impreviste. Cerca di avvicinarsi a Will di rendersi parte della sua vita e per la prima volta Hannibal è incauto come solo un bambino curioso può esserlo. I suoi tableau si caricano di messaggi dedicati solo a Will e che meraviglia prova nel vedere che essi vengono colti e mantenuti come preziosi segreti, le loro conversazioni si caricano di battute oscure e messaggi che parlano direttamente alla crisalide di Will. Hannibal è incantato e non può fermare la trepidazione di vedere cosa ne uscirà.
 

Nulla ci rende più vulnerabili della solitudine.” Aggiunge Bedelia riempendo due calici di vino. Hannibal non ha mai pensato a se stesso come una creatura solitaria. Ma innegabilmente lo è. È senza dubbio unico e si trova costretto ad ammettere che nella sua unicità tutte le altre persone vengono tenute a distanza. È condannato a non essere mai visto davvero, mai conosciuto appieno. Fino a Will. Will conosce ogni emozione, le gioie e i dolori delle essere umano e l’adrenalina e l’orrore di comprendere il disumano. Will può vederlo se vuole, può comprenderlo. E quale dono incredibile è questo per una creatura sola come Hannibal. Nell’attesa si intrattiene cacciando e cucinando, attende il ritorno di Will a casa sua. Siede solitario alla sua tavola e invita altri che riempiano anche solo per poco l’assenza dell’altro. Aspetta che Will metta insieme i pezzi della loro oscurità condivisa. Spera che potranno cacciare insieme.


 

“Cosa hai fatto Hannibal?” Chiede Bedelia.

“Mi sono tolto la maschera da essere umano.”

“Gli hai permesso di vederti?”

“Gli ho permesso abbastanza.” Conferma Hannibal.




 

Your voice is echoing again
Through catacombs inside my mind
And I've been dreaming of revenge
To make you love me more than even you can try



 

Nella sua mente Will pensa di strappare Hannibal a pezzi, si vede mentre gli apre lo sterno, spezza le costole e riempie di fiori velenosi la cavità toracica, immagina di lasciarlo impiccato nel suo stesso seminterrato circondato dai suoi strumenti. Pensa che prenderebbe un trofeo, il suo meraviglioso e terribile cervello forse. E forse lo mangerebbe, solo per tenere un po’ di lui per sempre con sé, o forse per capirlo solo un po’ meglio. Ma non ne ha davvero bisogno, i confini tra loro hanno iniziato ha sfumarsi già da tempo. Hannibal è lo Squartatore di Chesapeake, e entrambi sono parte del suo Divenire. Ma Will ci pensa comunque, e lo fa come solo lui può; riesce a vedere ogni singola azione come se la stesse effettivamente eseguendo e sente il sangue colargli tra le mani e il profumo stucchevole dei fiori che tempra quello ferroso del sangue. Will progetta di vendicarsi di Hannibal e sa che se Hannibal lo sapesse ne sarebbe deliziato.
 

Volevo scappare con lui.” Dice Will e non si volta a guardare la faccia di Jack. Quando ripenserà a quel momento lo identificherà con la certezza di non poter vivere in un mondo senza Hannibal, e con la sicurezza di doverlo raggiungere in qualche modo. É anche il momento in cui qualcosa si spezza definitivamente tra lui e Jack; non c’è rimedio a quel livello di dubbio e di sfiducia. Ma Will sa che lui e Hannibal sono legati a doppio filo. Will è stato cieco, così terribilmente cieco, ma il senno di poi può essere un dono e che dono incredibile gli ha fatto Hannibal. Will può sentire il momento in cui Hannibal ha iniziato a sussurrare alla sua oscurità, il sussurro lieve di chi parla credendo di essere solo e di non ricevere mai risposta, ma la crisalide era in ascolto. Will non sa quando è accaduto, sa solo che in un certo momento la sua voce interiore ha iniziato a parlare con il tono, il timbro e l’accento di Hannibal. E Will non è più solo. E anche Hannibal non lo è più, ma non lo sa ancora.
 

Il Palazzo mentale di Hannibal e quello di Will hanno stanze in comune, questo Hannibal lo sa. Dopo quello che hanno passato assieme non può che essere altrimenti. Quello che non sa è di parte della struttura stessa che lo compone, che la sua oscurità a respirato nuova vita nella mente di Will. La Stanza a lui dedicata è diventata due, e poi tre e poi un piano intero. Un intero piano dove Hannibal uccide e cucina, sussurra di Dio e Morte nella quiete del suo studio e tocca la schiena di Will per rassicurarlo. Hannibal non sa che la sua voce echeggia nei corridoi e nelle stanze della mente di Will proprio come nelle catacombe in cui si sono incontrati di nuovo a Palermo
 

É un mondo intero dove Will può rinchiudersi e ignorare tutto il resto. Essere separati da Hannibal è come privarsi di un arto e non riuscire a respirare allo stesso tempo. Il brivido dell’anossia, non sapere se riuscirà a prendere fiato fino a quando non saranno insieme di nuovo e non sapere se vuole davvero continuare a respirare se devono essere separati.
 

Will si tocca la cicatrice per sentirlo più vicino e nella sua mente Hannibal suona note oscure al clavicembalo e il bisturi affilato lampeggia argenteo dalla tasca dei pantaloni. Mai più si promette Will. Non permetterà mai più che vengano separati, sa che non può sopravvivere un’altra separazione da Hannibal.
 

Uccidono un Drago insieme, ed è la cosa più bella che abbiano fatto. Le loro oscurità finalmente unite in una cosa sola, Will finalmente uscito dalla sua crisalide e Hannibal non più solo. Bagnati dal sangue del drago sono battezzati a nuova vita.
 

Mai più continua a pensare Will. Allora abbraccia Hannibal con tutto se stesso.

Lo abbraccia e li spinge giù entrambi. Da quelle acque nere ne usciranno insieme o non usciranno affatto.


 

“‘It’s a fearful thing
to love what death can touch.

 

It’s a human thing; love.
A holy thing...
to love what death can touch."











***
Ispirata dalla canzone Breathless di Dan Wilson, ascoltandola non ho potuto fare a meno di pensare a Will e Hannibal.
Dany

 

   
 
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