Anime & Manga > Candy Candy
Segui la storia  |       
Autore: Gatto1967    27/03/2021    3 recensioni
Vi siete mai chiesti perché Paulina Giddings e Suor Lane/Maria abbiano deciso di fondare la Casa di Pony?
Come hanno preso una decisione che ha cambiato la vita di tanti bambini sfortunati?
E Miss Mary Jane?
Come si sono conosciute lei e Miss Pony?
Sappiamo che lavoravano insieme come infermiere, ma poi hanno preso strade diverse, perché?
Perché una persona buona come la futura Miss Pony ha deciso di lasciare un mestiere che amava?
E a proposito di Pony... che c'entrano i pony con un orfanotrofio?
Perché le sue fondatrici hanno deciso di chiamarlo proprio "Casa di Pony"?
E chi ha affibbiato il soprannome di Miss Pony a Paulina Giddings che un nome già ce l'aveva?
Parliamo anche della Croce della Felicità che Miss Pony dona a Candy... come l'ha avuta? Cosa significa per lei?
Tranquille/i!!!!!
Ci hanno pensato Tamerice e Gatto1967 a rispondere a tutte queste domande in questa fan fiction, un po' "La casa nella prateria", un un po' giallo alla Fantomas, e un po' Candy Candy naturalmente!
Questa storia è già stata pubblicata nel Candy Candy e Klin forum del circuito forumfree di cui Tamerice è admin, ma ovviamente la pubblicheremo anche su EFP.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La Porte, anni 1897/1898

Nel giro di un anno dalla sua apertura l'orfanotrofio La Casa di Pony funzionava a pieno ritmo.
L'edificio era in grado di ospitare una dozzina di bambini ed ai primi tre bambini accolti, Ben, Tobia e Laura, si erano aggiunti altri orfanelli, riempiendo la grande camerata ben attrezzata con i letti a castello.

La vetusta e solitaria chiesetta in mezzo alle colline era diventata una struttura di tutto rispetto, molto conosciuta nella zona. Il silenzio che l'aveva accompagnata in tutti quegli anni di disuso ed abbandono era stato prontamente sostituito dalle allegre risate e dalle voci chiassose e ciarliere dei bambini, i quali ogni mese festeggiavano uno o più compleanni.

Al suo interno, le stanze ricavate in seguito alla sistemazione erano accoglienti e confortevoli, con lo stretto necessario per i bambini per vivere in modo semplice e modesto. Nell'orfanotrofio i bambini vivevano in totale armonia e nel rispetto del prossimo. Ogni tanto capitava qualche bambino un po' difficile da gestire, ma la rabbia e la disperazione che portavano nel cuore venivano prontamente curate con la grande pazienza e con l'amore incondizionato delle due direttrici.

All'esterno, sul davanti dell'edificio, Paulina creò un piccolo giardino in cui tanti fiori colorati mettevano allegria a chi li guardava. Ogni tanto qualche procione dispettoso nativo della zona rovinava le aiuole alla ricerca dei bulbi piantati, ma la direttrice con grande pazienza e dedizione sistemava nuovamente le piantine e le bordure.
Sul retro invece Suor Lane, dopo aver personalmente zappato la terra rendendola pronta alla coltivazione di ortaggi e piante aromatiche, realizzò un orticello esclusivo e fece costruire anche un grande pollaio in legno.

Tra le fattorie della zona c'era chi contribuiva portando il latte fresco di mucca, chi dell'ottimo formaggio di pecora, chi la legna per l'inverno. L'orfanotrofio beneficiava anche delle donazioni in denaro da parte di alcune famiglie prestigiose residenti nei dintorni.

Ben presto Paulina Giddings e Suor Lane scoprirono di essere molto affiatate tra loro, come se si conoscessero da sempre. Erano totalmente in accordo sulle decisioni da prendere e sulla gestione dell'orfanotrofio, per portare avanti nel migliore dei modi le attività quotidiane.

Per Paulina gli anni trascorsi nell'emporio di famiglia, e l'esperienza ivi acquisita, si rivelarono molto utili per gestire la contabilità dell'orfanotrofio. Per di più Paulina era diventata una brava cuoca e provvedeva personalmente a cucinare i pasti da servire per il pranzo e per la cena di tutti i bambini.

Suor Lane invece si occupava alacremente di tenere curato l'orto e di allevare animali da cortile, quali oche, anatre e galline, in questo modo le verdure, la carne e le uova non mancavano mai e l'orfanotrofio poteva considerarsi autosufficiente per le prime necessità legate all'alimentazione dei bambini.

Inoltre le due direttrici insegnavano a leggere ed a scrivere ai bambini quel tanto che bastava, per prepararli ad affrontare il mondo fuori dall'orfanotrofio. Grazie ai loro insegnamenti, nel momento in cui gli orfanelli venivano adottati, le due direttrici restituivano alla società dei bambini contenti ed educati, pronti per essere accolti da una nuova famiglia.

Nel corso degli anni l'orfanotrofio divenne il testimone silente ma felice dell'entrata e dell'uscita di tanti di quei bambini di ogni età che Paulina e Suor Lane erano davvero liete del ritmo delle adozioni. Bambini arrivavano e bambini se ne andavano, con nuove mamma e nuovi papà.

Ogni tanto le due direttrici si concedevano una breve gita sul vicino Lago Michigan ed i bambini trascorrevano la giornata divertendosi a nuotare e pescando il pesce che sarebbe diventato il piatto principale della loro cena. Non mancavano mai le passeggiate tra le colline ed i boschi alla ricerca di funghi e castagne ed alla scoperta dei nidi e delle tane degli animaletti della zona.

La vita all'aria aperta ed a contatto con la natura, quando la stagione lo permetteva, era prioritaria ed i bambini crescevano tutti sani e robusti, vispi e monelli ma sempre rispettosi gli uni degli altri.

Paulina e Suor Lane avevano trasformato un sogno in realtà ed ogni giorno i loro cuori battevano felici per quanto erano riuscite a realizzare, ed entrambe si sentivano pienamente e totalmente soddisfatte della nuova vita che conducevano con i loro bambini, assaporando gioie e dolori come tutte le mamme.

Durante una fredda serata d'inverno dell'anno 1898, con la neve che scendeva copiosa a coprire le colline del villaggio di La Porte e tutta la campagna circostante, alla Casa di Pony accadde qualcosa di straordinario.

Gli occupanti dell'orfanotrofio si stavano preparando per la cena, e le due direttrici erano molto indaffarate a sistemare i più piccoli a tavola. Uno di loro, un bambino di nome Tom, quella sera era particolarmente irrequieto, continuava a scendere dalla sua sedia per andare alla finestra a battere sul vetro, cercando in questo modo di attirare l'attenzione di Suor Lane e Miss Pony.

- Tom, ma che ti succede questa sera? Smettila di fare il monello ed inizia a mangiare la tua zuppa prima che si raffreddi – disse Suor Lane prendendo il bambino in braccio e sistemandolo per l'ennesima volta sulla sedia.
- No, no. Fuori, fuori – continuava a ripetere il piccolo Tom, scendendo un'altra volta dalla sedia, mettendo a dura prova la pazienza delle due direttrici.
- Suvvia, Tom, fai il bravo – disse anche Miss Pony mentre cercava di afferrare il bambino che di corsa era già ritornato alla finestra mettendosi a gridare: - Piange, piange.

In quel momento Miss Pony guardò Suor Lane che nel frattempo si era avvicinata alla finestra.
- Lo senti anche tu, Lane? Sembra il pianto di un bambino.
- Paulina, è proprio il pianto di un bambino! Ecco cosa cercava di dirci Tom!

Le due direttrici si precipitarono immediatamente fuori dall'orfanotrofio e sull'uscio trovarono una cesta con dentro una neonata infreddolita che piangeva a dirotto.
- Povera piccolina – disse Miss Pony, mentre prendeva in braccio la neonata per cullarla dolcemente.
- Paulina, c'è un biglietto nella cesta – disse Suor Lane e dopo averlo letto continuò: - Questa bambina si chiama Annie.

Non passò molto tempo che un secondo pianto, anzi uno strillo acuto, proveniente dall'albero lì vicino riecheggiò nella serata nevosa facendo correre la suora all'albero, dove un'altra neonata era stata abbandonata.
- Paulina, qui c'è un'altra bambina! - esclamò Suor Lane, prendendo subito la cesta e ritornando verso l'orfanotrofio.
- Due bambine trovate nello stesso giorno. Lane, ora siamo al completo.

La suora prese in braccio la seconda neonata che scalciò di felicità nel sentire il calore di quell'abbraccio.
- Paulina, guarda come sono belle, una bionda ed una mora.
- C'è un biglietto nella sua cesta? - chiese Miss Pony.

Suor Lane, tenendo la bambina in braccio, frugò nella cesta.
- Non c'è nulla, solo questa bambolina di pezza con la scritta Candy sul vestitino.
- Candy... Direi che è proprio un bel nome – affermò Miss Pony.
- Allora tu sarai la nostra Candy – rispose Suor Lane stringendo affettuosamente la bambina.
- Presto Lane, entriamo in casa, prima di prenderci tutte e quattro qualche malanno.

Quelle bambine trovate nella stessa serata, Annie, dal carattere timido e dolce, e Candy, forte e combattiva, sono cresciute insieme come due sorelle ed hanno trascorso un'infanzia molto felice presso l'orfanotrofio La Casa di Pony in mezzo alle colline di La Porte, ma la loro è tutta un'altra storia ed è già stata raccontata.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Candy Candy / Vai alla pagina dell'autore: Gatto1967