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Autore: _NeptuneHydrangea_    27/03/2021    1 recensioni
[Crystal Tokyo GDR]
“Facciamo una scommessa.
Scommettiamo che non importa quanto tempo ci vorrà, non importa dove. Un giorno io e te ci rincontreremo di nuovo”
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ce l’hanno fatta.
E’ questo il primo, esultante pensiero che attraversa la mente del Sigillo della Giustizia, nell’osservare quello spazio sconfinato, simile un piccolo cosmo tutto attorno a loro. L’essenza stessa nel nulla, una bolla di stasi creata da Cosmos stesso per permettere ai suoi Figli e ai Suoi Guerrieri di raggiungere quel punto dove quello che più si avvicina alla concezione di Paradiso si è fuso con il Velo stesso a causa del tentativo di predominio di Caos sulle anime in attesa di ritorno. Una frattura in cui il Caos sta tentando di spandersi fino a quelle anime andate oltre, ancora una volta cercando di mangiare e distruggere ogni cosa, anche la pace del riposo eterno.
E’ un evento più unico che raro, poter camminare al fianco del Giustiziere di Mercurio in un Regno che è stato appannaggio dei Guardiani e dei Demoni soltanto, ma c’è un motivo per cui lo ha portato con sé.
E quel detto motivo, inizia a palesarsi davanti a loro, spirito che prende forma dalla nebbia, andato oltre ma a cui quest’oggi è concesso di ritrovare un amico che ha dovuto salutare prematuramente.
Sono anime vestite di concretezza, solide, dotate di tatto come se il ghiaccio avesse condensato totalmente la nebbia che li forma. Un passo indietro, quello di Giustizia, che si mette da parte, mentre incredulo – nonostante l’espressione non lo mostri apertamente – il Paladino dei Ghiacci avanza, le braccia distese in un abbraccio che parte dal cuore, che non ha dovuto nemmeno razionalmente pensare per far si che avvenisse, ritrovandosi a propria volta stretto. Giove e Mercurio, nuovamente insieme. Li osserva, in silenzio, gli occhi lucidi di commozione e un sorriso pieno di dolcezza alla scena che si palesa di fronte ai propri occhi, riesce a vedere entrambi. Gli occhi lucidi di Mercurio, e quella lacrima che scivola sulla guancia di Yunlan.
Non hanno bisogno di parole, si stanno dicendo tutto attraverso quell’abbraccio, un saluto che non è stato possibile ma che trova la propria naturale conclusione ora, in questo momento.

“Yunlan...lei è Megan, la mia Qizi”

Il braccio di Mercurio si allarga a ventaglio, verso Giustizia ancora in un angolo a distanza, quasi riservato, ed è solo allora che la Guardiana avanza, il sorriso che ancora si spande verso il Fratello d’anima dell’uomo che ama.

“Qizi, lui è mio Fratello….Yunlan”

E’ un inchino, quello che la guardiana riserva al fu Fratello, perito tempo addietro mentre si ritrova ad inspirare nella realizzazione che il tempo è agli sgoccioli.
Ma si gode ancora quei momenti, quegli attimi che sono pace, sono affetto, sono amore, per poi incrociare gli occhi scuri con i propri di giada

“E’ ora, Megan”

E’ un solo, unico gesto, quell’annuire da parte di Nettuno alle parole di Giove, accarezzando la guancia del compagno che la guarda confuso, prima di mettersi al fianco di Yunlan.
E’ consapevole che questo momento sarebbe arrivato, ormai da giorni se deve essere onesta con se stessa, lo ha accettato ma adesso fa semplicemente paura, seppur non si tirerà indietro.

“A-Yin? Che succede?”

La voce di Mercurio, è sempre più confusa, ma non è calma nonostante lo sembri e loro che lo conoscono, non faticano a sentirlo

“Ricordi cosa ha detto Cosmos? Che c’è bisogno di un Guardiano e di un Giustiziere per chiudere lo squarcio”

E’ la Verità che cola dalle proprie labbra, mentre lo fronteggia, le labbra in una dolce avvolgenza d’anima.

“Ma Yunlan non è un Guardiano. E’ un’anima, adesso. Qualcuno deve entrare e sigillare quel lato della crepa”

“No. No, non puoi Megan! Non puoi”

Ricorda come se fosse il giorno precedente le parole di Mercurio, che non potesse urlare contro di lei eppure la realizzazione della perdita, fa paura, fa male, e la voce di Mercurio non è calmo ghiaccio, e non può fargliene una colpa.

“Non posso, ma devo Zhiji. Devo i nostri figli. Perchè il prossimo passo del Caos lo conosciamo entrambi. E Cosmos mi ha chiamata Giustizia, mi ha insignito di un compito a cui per quanto vorrei e mi spaventi, non posso voltare le spalle.”

Mentre Mercurio avanza, la guarda senza stupirsi di trovare lacrime anche nei suoi occhi, lacrime che Nettuno si rifiuta ancora di versare, preferendo sporgersi per trovare un dolce sfiorare di labbra, puro, innocente, totalmente innamorato.

“Ti amo. Vi amo”

Lui, i loro figli al sicuro con Guarigione e il Giustiziere di Nettuno.

E’ un addio, lo sanno entrambi, mentre Giove cerca l’amico, poggia la mano sulla sua spalla. Non c’è molto che possa dire per consolare l’amico ancora una volta incapace di agire come vorrebbe. Perchè lui è ragione. Sa che Cosmos ha concesso quell’incontro perché hanno un compito di vitale importanza, e per quanto amanti, sposi, anime gemelle, sono anche Scudo e Spada, e soprattutto, genitori.

E la crepa si illumina, si spande, segna un reticolo che mostra la distanza che sta aumentando tra il Mare e il Ghiaccio, mentre la Giustizia cammina verso quella luce che porta all’altro lato, al Regno ove chi è andato avanti riposa.
Fermandosi poco prima di lasciarsi avvolgere dalla luminescenza, per voltare appena il corpo, quelle lacrime che rigano le guance.

“Ricordi la promessa che ci siamo fatti? Tornerò. Non importa quanto tempo ci vorrà. Quante vite dovremo percorrere. Ci ritroveremo”

Un battito di ciglia, e Giove e Nettuno svaniscono oltre quella soglia.
La magia della Luce che si alza, Mare che sigilla un lato e il Ghiaccio in attesa.
Perchè deve raccogliere tutto il proprio coraggio, per lasciare che la propria Luce sigilli colei che ama lontano da sé.

 

  “Facciamo una scommessa.
Scommettiamo che non importa quanto tempo ci vorrà, non importa dove.
Un giorno io e te ci rincontreremo di nuovo”

 

 

   
 
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