Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Riccardo Cecotti    28/03/2021    1 recensioni
Il passato diventerà tale solo nel momento in cui smetteremo di chiederci perchè anche se può succedere che siamo noi a non volerlo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lucia era appena tornata a casa con una borsa e dentro un vestito elegante, di quelli che metti nelle occasioni importanti, di quelli che lasciano il segno negli occhi dei maschi.
L’abito l’aveva comprato in un negozio del centro in un attimo di compulsione. Fece una doccia, si truccò leggermente, aprì lo scrigno e indossò il nuovo tesoro.
Si osservò nello specchio, volteggiando e camminando avanti indietro con la testa girata nell’atto di osservarsi anche alle spalle.
Soddisfatta aprì la borsetta e presa una sigaretta si versò in un bicchiere della vodka ghiacciata e si sedette sul balcone di casa a osservare le luci della città ormai evidenti nell’ombra della sera.
Erano passati sette anni da che Giulio se n’era andato, sette anni di solitudine, di vestiti comprati e indossati solo per una passeggiata nel corridoio.
Si era ritrovata incapace di ricominciare, di affrontare un nuovo viaggio e impaurita passava molte delle sue serate nella stessa maniera, a osservare dal balcone la gente e le loro case.
Non più di due sigarette e non più di un bicchiere di vodka, si era data questo limite. Le spiegazioni non le bastavano, non le accettava e sistematicamente si riproponeva sempre le stesse domande, come se nel tempo le risposte potessero essere diverse, come se le verità, per essere tali, avessero bisogno di decantare.
Ogni tanto il cellulare squillava, amiche e amici ne aveva, quelli di un tempo, quelli di quando lei era una coppia.
Lo lasciava trillare e l’indomani per educazione avrebbe richiamato, rassicurato, lasciato speranze per una serata con loro fuori di casa, spiegando che non era apatica ma semplicemente stanca e provata dalla dura giornata lavorativa.
Nell’osservarsi le mani e rigirando l’anello che Giulio le aveva regalato come pegno d’amore, si ritrovò a sorridere di questo, di come lei che tutti i giorni aveva a che fare con persone incapaci di saldare i propri debiti, attraverso il suo lavoro in una finanziaria, proprio non riuscisse a comprendere questo debito d’amore mai saldato.
Poi pensò che questa considerazione l’aveva fatta già una settimana prima e anche due mesi prima ma si convinse che proprio per questo motivo fosse una considerazione degna.
Provò a distrarsi da quel pensiero e tornare indietro nel tempo ai momenti felici. Non credeva che questa fosse una forma di masochismo, semplicemente la faceva stare bene, sempre che non la riportasse alle solite domande ai perché della sua situazione.
L’aveva imparato con il tempo a godersi il ricordo buono e poi a spostare la mente verso altro.
Alle 19,30 Martina, sua figlia, uscì dalla sua cameretta: «mamma ho fame, è pronto?»
Spense la sua mezza sigaretta accesa, ripose il bicchiere e le andò incontro per abbracciarla.
Avrebbero mangiato, parlato dei compiti e forse visto un po' di tv insieme.
Le risposte, le solite risposte le sarebbero bastate fino a domani.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Riccardo Cecotti