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Autore: liberaurora    28/03/2021    2 recensioni
Dopo aver visto la puntata di venerdì dove finalmente Stefania ha potuto festeggiare il compleanno ho pensato al momento in cui poi ha fatto rientro a casa, ancora in preda alle emozioni della serata. L'ho immaginata con una penna in mano, poco prima di andare a dormire, pronta a raccontare al suo diario la straordinarietà della giornata appena conclusa.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Milano, 26 marzo 1962
Caro diario,
ti scrivo a un'ora insolita per me, ma in realtà tutta la giornata appena finita è stata straordinaria, nel senso vero del termine. Già perché è stato fuori dall'ordinario aver trascorso il giorno del mio compleanno lontana dai miei affetti, ma insieme alla mia nuova famiglia, aver avuto una festa a sorpresa tutta per me ed essere attraversata da un turbinio di emozioni così altalenanti.
Ma procediamo con ordine. Come ti ho scritto altre volte, il compleanno è sempre stato sinonimo di tristezza per me. Il giorno in cui tutti i miei coetanei erano allegri al pensiero di trascorrere una giornata dedicata a loro, insieme agli amici e alla famiglia. A differenza loro, a me è sempre mancato tutto questo. Sinceramente fino a oggi credevo che sarei sempre stata infelice il 26 marzo di ogni anno. Questa volta poi non solo ero destinata a passarlo senza la mia mamma, come da troppi anni ormai, ma anche lontana dalla zia Ernesta, l'unico pezzo di famiglia che ha saputo sempre rimanermi accanto in questi anni. Il ricordo dell'ultimo compleanno passato con la mamma è così sfocato. Come vorrei riuscire a tratteggiarne i momenti, i dettagli, i sorrisi... Ma ero troppo piccola per ricordare qualsiasi cosa purtroppo.
Oggi invece è stata una giornata così strana, ma piacevolmente strana, anche se a giudicare da stamattina non ci avrei scommesso. Le ragazze infatti quando mi sono alzata mi hanno festeggiata goffamente con la canzoncina che si canta in questi casi e regalandomi un fermatovagliolo, per poi lasciarmi tutta sola a fare colazione. Ammetto che un po' ci sono rimasta male: non che mi aspettassi molto perché comunque ci conosciamo da poco e non è nemmeno giusto avere pretese, ma essere stata liquidata così (ieri avevano anche rifiutato la mia proposta di cucinare per loro l'ossobuco e solo a posteriori ne comprendo il perché!) mi ha portato a pensare che mi fossi illusa di aver trovato una nuova famiglia. Mi sento quasi una stupida ad aver dubitato dell'amicizia delle ragazze.
Adesso che ricostruisco gli atteggiamenti degli altri capisco però che era tutto in funzione della sorpresa di stasera! E pensare che quando Federico mi ha dato il suo biglietto di auguri mi aspettavo chissà quale frase da scrittore e magari anche un invito a cena! E Pietro poi, è stato così carino a farmi gli auguri e mi sono sentita una sognatrice disillusa a immaginare che mi stesse donando un pacchetto, quando invece aveva usato la scusa del raffreddore per giustificare l'assenza di un gesto speciale da parte sua.
È strano come delle volte ci ostiniamo a vedere un disegno dove in realtà non c'è, mentre quando esiste un piano, magari apposta per noi, non riusciamo proprio a coglierlo.
Oggi per esempio ero rassegnata al fatto che avrei passato la serata da sola, senza fare qualcosa di particolare, e così mi sono convinta che la cosa migliore fosse salire sulla corriera per raggiungere la zia Ernesta per il fine settimana. Ero a un passo dal partire, quando vedo arrivare Federico che mi chiede attraverso il finestrino dove stessi andando. Da quel momento in poi i miei ricordi sono piuttosto confusi perché in pochissimo tempo mi sono ritrovata sopra la spalla di Federico con l'intento di portarmi via, anzi per indirizzarmi verso quella che avrei scoperto sarebbe stata la mia festa a sorpresa. Credo che il mio cuore abbia iniziato a battere fortissimo, e non solo per la concitazione del momento: Federico mi aveva presa in braccio, quasi come fossi una principessa! La mia anima romantica ha pensato che già quello fosse un regalo di compleanno fantastico e inaspettato.
Arrivati in caffetteria, mi sono sentita ancora di più al settimo cielo e incredula per quello che mi stava capitando.
Irene, Dora, Anna e Maria, con la complicità di Federico, di Sofia, di Gabriella e perfino della signorina Moreau mi avevano organizzato una bella festa in caffetteria! Con tanto di torta imperfetta come piace a me e di regali! Mi sono sentita così accolta e amata quando ho visto tutto questo. Immagino quante volte avrò ripetuto «Grazie!», un po' per l'emozione e un po' per la reale gratitudine nei confronti delle ragazze. E che sorpresa quando ho aperto il loro regalo e ci ho trovato l'abito british personalizzato da Gabriella apposta per me! Anche il maglioncino della zia Ernesta devo dire che mi è piaciuto, soprattutto perché so che ci ha dedicato del tempo e l'ha ricamato con cura.
Ciò che più mi ha colpito è stato il regalo della signorina Moreau: non solo si è premurata di pensare a un dono per me (quando avrebbe tranquillamente potuto partecipare a quello delle ragazze se avesse voluto), ma ha perfino posto molta cura nella scelta. Fino a quel momento se n'era rimasta in disparte mentre le ragazze mi stavano festeggiando e mi sento quasi in colpa per non averle dato un po' di attenzione. Quanta tenerezza ho notato nel suo gesto di porgermi il suo pacchetto contenente “Le avventure di Pinocchio”! Mi ha davvero sorpreso il fatto che si sia ricordata che la fata turchina è il mio personaggio preferito. Non mi sarei nemmeno aspettata la sua commozione in quegli attimi. Lì per lì non ci ho fatto troppo caso, ma ripensando ai suoi occhi e al suo sorriso credo che fosse davvero emotivamente e sinceramente coinvolta, proprio come me.
Ci conosciamo da poco tempo, eppure è così affettuosa con noi veneri. Sarà un'impressione, ma per qualche motivo sento che possa confidarmi con lei senza essere giudicata e che anzi a lei faccia piacere parlare con me.
Federico mi aveva detto che al Paradiso mi sarei trovata come in famiglia, ma non avrei pensato fino a questo punto! Sono sempre stata una persona con una gran voglia di conoscere persone nuove e di stringere amicizie, ma fino a poco tempo fa questo desiderio era sempre rimasto poco realizzato purtroppo. È bello invece sapere che accanto alla solitudine che si affaccia nel mio cuore quando penso ai miei affetti, adesso ci sia spazio anche per la serenità di sapere che sono circondata da persone generose e leali.
Adesso dovrei mettermi a dormire, ma ho ancora gli occhi pieni dei momenti felici di questa serata. Se ha ragione Borges quando dice che «Noi siamo la nostra memoria, noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti, questo mucchio di specchi rotti», io non voglio dimenticare nemmeno un dettaglio della festa e di questa giornata così particolare. Nel mio «museo» della memoria ci sono già troppe malinconie, adesso voglio lasciar entrare anche i momenti felici.
Caro diario, ti saluto con un pensiero forse troppo fantasioso (anche se non dovrebbe stupirti perché ormai mi conosci): chissà se questa notte sognerò la fata turchina. Sai, spesso è con le sue sembianze che la mamma mi viene a trovare in sogno. Mi piacerebbe tanto che mi coccolasse mentre dormo anche stanotte. Penso che sarebbe la giusta conclusione di questo 26 marzo 1962, che per la prima volta sento essere “il mio giorno”.
   
 
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