Pairing:
Sesshōmaru/Rin
Ambientazione:
Modern!AU
Nota:
Rin ha preparato la
colazione a Sesshomaru, ma qualcosa non è proprio andato per
il verso giusto.
Lui ha avuto l’ardire di criticare le sue doti culinarie
e….bhè, lei non l’ha
presa proprio bene.
Dissapori
Nei
pancake il bicarbonato non ci va
Sono
furiosa,
arrabbiata, incavolata nera. Stavolta l'ha fatta proprio grossa; non
gliela
perdono tanto facilmente.
Guardatelo!
Se ne sta
placido sul divano, come se niente fosse; indifferente a tutto
ciò che lo
circonda.
Non
poteva starsene
zitto; mordersi la lingua una volta tanto. Nossignore, sempre la sua
deve dire.
Poco importa l’impegno che ci ho messo; se i pancake fanno
schifo lui lo deve
dire.
Insopportabile!
Insopportabile!
Eccolo
qua, lo stavo
aspettando, questo stupido groppo in gola. Ah, no; non gliela
do questa
soddisfazione. Non piango mica, eh!
Mi
mordo l’interno della
guancia per impedirmi di emettere anche il minimo suono che possa
fargli
supporre che sono sull'orlo delle lacrime; lo capirebbe subito. Mi
stringo le
ginocchia al petto, nascondendo il volto fra le braccia. Almeno
così non mi
vede...forse.
Che
poi....quell’aria da
chef gourmet “ha un sapore strano...”
Genio.
Anche io l’avevo
sentito che era salato, che crede?!
Bhè,
se è così tanto un
problema, là fuori è pieno così di
strafighe che sanno cucinare molto meglio di
me. Andasse a cercarsele.
Lo
guardo di nascosto;
bello, è bello, eh. Stupendo, in quella sua glaciale
impassibilità. Disteso sul
divano, le braccia incrociate dietro la testa, gli occhi chiusi, i
capelli
sparpagliati, come lunghi fili di seta illuminati dalla luce calda
della lampada
lì accanto.
Mi
ignora da ore; come
dargli torto. Gli ho urlato contro come fossi imbestialita, e lui odia
quando
gli si urla contro. Però avevo ragione, un pochino.
E
allora perchè mi sento
come se volessi sparire? Perchè mi sento così
stupida? Ringhio, stizzita,
rannicchiandomi ancora di più, facendomi piccola piccola
sulla
poltrona.
La
verità è che odio
sentirmi così impacciata, quando c’è
lui.
E
odio questo silenzio,
imbarazzante, invadente, pressante. Così opprimente che
sento chiaramente il
rimbombo del mio cuore nelle orecchie. Ho le guance in fiamme; non sono
proprio
capace a stare zitta così a lungo.
Ah ma
lui invece ne è
sicuramente ben felice, almeno così ha un
pò di tregua dal mio “continuo,
inopportuno, costante cicaleccio” come ha avuto la
delicatezza di
definirlo.
"Rin."
Sussulto,
come colpita
da una scarica elettrica. Perché è questo
l'effetto che mi fa la sua voce.
Sempre, ogni singola volta. Mi avvolge, mi irretisce, mi avvince.
Possibile che
il mio nome, detto da lui, abbia così tanti significati?
Non
rispondo. la mia voce
risulterebbe incrinata da questo maledetto groppo alla gola che non se
ne
va.
Sospira,
rassegnato, e
lo vedo muoversi di lato. Gli occhi ostinatamente serrati. Con un gesto
appena
accennato solleva il plaid, facendomi spazio.
Indugio
per qualche secondo;
se vado lì, vince lui.
Ma
poi le mie gambe si
muovono da sole, mi tuffo come una bambina sul divano e in un istante
mi
ritrovo accanto a lui, appoggiata con la schiena al suo petto,
accoccolata su
un fianco. Se c'è un motivo per cui ero arrabbiata, non me
lo ricordo già più.
Mi
cinge le spalle con
il braccio sinistro; più che un abbraccio è un
modo per sincerarsi che io non
scappi via, ma non ne ho nessuna intenzione ora. Sprofondo nel plaid,
nascondendomi contro il suo braccio, stordendomi con il suo profumo,
perdendomi
nel calore del suo corpo, in questo inspiegabile senso di protezione
che provo
quando mi sta accanto.
Quando
sono arresa,
finita, vinta, il maledetto mi attira e sé, appoggiando,
"distrattamente", le labbra alla base della mia nuca. Lo sa, lo sa
benissimo che le sue labbra lì...potrei perdonare qualsiasi
cosa. Potrei
dimenticare, qualsiasi cosa. Tutte le terminazioni nervose del mio
corpo si
tendono, si espandono, anelando a lui e lui soltanto.
Poi,
mi stringe davvero.
Ed è come una tacita richiesta: siamo
due stupidi; fa la pace con me.
Potrei
ricamarci sopra
mille altri significati, costruire castelli per aria, ma so che non
mi
chiederà mai scusa davvero.
Ha
vinto lui, alla fine;
ma poco mi importa se è il prezzo da pagare per essere
finalmente tra le
braccia di Sesshomaru. Le sue labbra sono ancora appoggiate alla mia
pelle -
non è un bacio, no - ma il suo respiro caldo, lento,
cadenzato, mi solletica,
prende possesso di me, dei miei pensieri e mi porta lontano.
Esattamente
al mio
posto.
***
Lo
so. Lo so che dico
sempre che mi concentrerò su Tied to you e poi vengo fuori
con qualche piccolo
delirio.
Ma
l’altra sera me ne
stavo accoccolata con il mio fidanzato sul divano (no noi non avevamo
litigato,
ma un pò di pepe ci sta, no?) e lui ha fatto esattamente
quello che ha fatto
Sesshomaru (e io adoro) e mi è venuta improvvisamente in
mente questa flash; ho
preso l’ipad e l’ho buttata giù in
pochissimi minuti.
Me li
immagino così,
Sesshomaru e Rin in un epoca moderna. Un pò incompatibili,
fatti di
incomprensioni, ma inspiegabilmente incapaci di stare lontani.
Spero
di avervi
strappato un sorriso ^.^
A
presto.
Manu
PS.
io il bicarbonato
nei pancake l’ho messo davvero. il mio fidanzato è
stato abbastanza coraggioso
e dolce da mangiarseli lo stesso XD