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Autore: TennantClub    28/03/2021    4 recensioni
[David Tennant]“Vorrei che tutti i miei personaggi esistessero realmente e vorrei anche poterli incontrare"
Probabilmente nessuno ha avvertito David Tennant di non esprimere desideri che non si è disposti a veder realizzati.
Il Dottore ha appena perduto le sue companion, accettare un desiderio assurdo fa solo parte dei mille modi per non restare soli, poco importa che si trattino di altre creature con il suo aspetto.
Gli altri? Ognuno di loro sta svolgendo una vita normale quando accettano la missione.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Doctor - 10
Note: Cross-over, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cover-Incontri-Ten-TENNANTi


Capitolo XIV: JeALLousy


È mezzanotte appena scoccata, Peter se ne è assicurato, non che gli desse fastidio muoversi prima. È quasi inconscio il ritrovarsi per il corridoio, le nocche della mano chiusa a pugno che colpiscono più volte il duro legno della porta di Killgrave. Ha avuto appena il tempo di levarsi gli abiti da che è entrato nella sua stessa camera, dopo aver passato la maggior parte della serata a guardare lo spettacolo dell'universo circondato dalle braccia del suo fotti-cervello preferito. Quindi eccolo qui, sorridendo sornione mentre attende di essere aperto dall'occupante dei suoi pensieri più hot.
La porta si apre con un cigolio, sicuramente riprodotto dalla TARDIS per rendere il momento più intimo. 
"Chissá perchè la TARDIS Ten la chiama Sexy!" si chiede sovrappensiero prima di concentrarsi sul bel volto così simile al proprio davanti a lui. 
-Ce ne hai messo del fottuto tempo ad aprirmi, eh! - rimbrotta sotto lo sguardo scuro dell'altro. -Ormai saranno le fottut…- viene fermato dal continuare con il proprio rimprovero improvvisato non dal solito ordine sussurrato, ma dalle labbra di Kevin sulle proprie, mentre viene trascinato all'interno della stanza. La porta si chiude alle loro spalle.

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È la prima volta che Barty si sveglia fra le braccia del Dottore. È stupendo in ogni minimo dettaglio. Si sente benedetto da qualsiasi entitá superiore che gli ha permesso di restare steso lì. Apre leggermente gli occhi per guardare il suo Secondo Signore Oscuro ancora appisolato. Allunga una mano per accarezzargli i capelli ancora rossi. Non riesce a vederne il volto premuto com'è contro il proprio stesso petto. Avrebbe pensato che sarebbe stato lui a stringere il suo Dottore in una morsa di ferro, il volto premuto contro il suo collo per ricordarsi il suo profumo, proprio nella stessa posizione in cui si è addormentato, ma nella notte devono aver cambiato posizione. Ora è il Dottore a stringerlo come se si dovesse aggrappare a lui, a quel preciso momento e non il contrario. Un rivoletto di bava sta scivolando fuori controllo dalle labbra del suo Secondo Signore Oscuro, posandosi sul suo stesso petto. Potrebbe allungare la mano a prendere la bacchetta e farlo sparire, ma quel momento è troppo perfetto anche così. Quindi si lascia bastare un'ultima carezza ai capelli del suo Dottore, prima di richiudere gli occhi per godersi appieno quel momento. Non è consapevole, quindi quando qualche momento dopo il Dottore sbatte le palpebre, osserva i suoi lineamenti rilassati, sorride e richiude gli occhi a propria volta. 

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È quasi mezzogiorno quando qualcuno si degna di alzarsi dal letto quella mattina. È a causa di un grido che sente lontano che si sveglia. Non si accorge subito di essere stato lui stesso a gridare. La prima cosa che si accorge sono i tremiti di freddo per tutto il corpo. 
"Che diamine succede in questo autosalone? Ora sono anche tutto bagnato??"
Balza in piedi, accorgendosi di essere, in effetti, bagnato dalla testa ai piedi senza parlare del letto che è fradicio. Un tremito si fa sentire sotto i suoi piedi. 
-Ouch! Ma che diavolo? Non è certo questo il dannato modo di trattare un ospite.. o un ostaggio... o quello che accidenti sono qui dentro, ora mi sentono!- detto questo esce dalla stanza, solo per fermarsi in mezzo al corridoio. 
"Come si faceva ad andare in qualche stanza? Dovrebbero disegnare una mappa per questo labirinto!" 
Per fortuna in quel momento da una delle altre stanze esce anche qualcun altro tutto vestito e dai capelli scompigliati come se si fosse appena svegliato, è Peter Carlisle che si è svegliato al suono del grido di Alec. 
Sbatte le palpebre un paio di volte.
-Sei...fradicio!- esclama il nuovo arrivato, sorpreso. 
Alec non può impedirsi di guardarlo male. 
-Come se non fosse ovvio! Hanno mandato te per rabbonirmi? Perché questo scherzetto non è stato per niente divertente, per l’inferno maledetto!- 
Singy sembra ancora piú sorpreso. 
-No, io… non ne sapevo niente. Mi dispiace che qualcuno ti abbia fatto questo!- mormora rattristato il piú giovane, facendo arrivare un nuovo terremoto piú forte e violento, tanto da fare aggrappare i due alle maniglie delle loro porte.
-Dai, vieni. Ti faccio cambiare!- continua Carlisle, aprendo la porta della propria camera e dirigendosi all'armadio che apre. 
Ci sono vestiti di ogni tipo e lì, sul ripiano inferiore c' è un pacchetto quadrato. 
È il pacchetto stesso ad attirare l'attenzione del detective più giovane. Non c'è un biglietto o altro e non ha idea di cosa sia. Potrebbe anche essere una bomba per quanto ne sa. Certo, una bomba normalmente non ha quella misura, ma non si sa mai. 
La soppesa fra le mani per vari minuti, sotto gli occhi annoiati del detective più anziano. 
-Hai deciso di aprirlo o restiamo qui ancora un po'?- lo interrompe Hardy, appena tornato dal bagno con un completo nuovo con il quale si è cambiato.
Peter Carlisle sbatte le palpebre volgendosi ad osservare il collega, solo per immobilizzarsi alla vista di come il più grande stia bene con un completo beige. Manda giù la saliva, sbattendo nuovamente gli occhi per risvegliarsi. 
-Oh, uhm… certo!- borbotta aprendo il proprio regalo senza realmente vederlo, dato che ha gli occhi ancora puntati sull'altro uomo.
Alec solleva un sopracciglio decidendo di non commentare lo strano comportamento del giovinetto. 
-Hai finito di fissarmi?- brontola dopo un po', infastidito dallo sguardo dello sbarbatello.
Singy manda nuovamente giù e, senza curarsi del regalo, che appoggia sul letto, si avvicina al detective più grande, quando sente una nuova scossa di terremoto. 
"Sono strane queste scosse… non è che…" si avvicina nuovamente e fa per aggiustare la giacca sulle spalle del proprio ospite che una nuova scossa, più violenta delle altre, li fa cadere entrambi. 
"Quindi è così. Sexy, come l'ha chiamata il Dottore, è gelosa!"

********************** 

-No…- si lamenta Kevin nel sonno.
Peter è ancora troppo addormentato, avvinghiato a lui peggio di un’edera rampicante, per poterlo sentire.

-Non fare così…- parla nel sonno Kevin, con la paura chiara nel suo tono, ma nemmeno questo sveglia il suo partner.

-Aspetta…- continua a protestare Kevin, cominciando anche a muoversi, come se volesse indietreggiare.

Questo sveglia Peter per forza.

“Ma che cazzo?” pensa frastornato l’illusionista, continuando a guardarlo.

-Posso spiegart… ouch!- urla Kevin, sempre con gli occhi chiusi, portandosi una mano alla guancia, come se fosse dolorante.
-Kevin, cazzo, svegliati!- comincia a scuoterlo Peter, preoccupato.

-Perdonami, Jessica, io non volevo…- continua Kevin, ma le scosse hanno il loro effetto e finalmente apre gli occhi.


Questo prima che Peter, furente, lo sbatta giù dal letto.


-Ouch! Ma cos…?- brontola il persuasore, massaggiandosi il fianco su cui è caduto malamente.
- Almeno adesso ce l’hai un cazzo di motivo reale per lagnarti!- sbotta Peter da sopra il letto, tanto nudo quanto lui.

-Io non…- bofonchia Kevin, forse non ancora completamente sveglio.

-Cos’è che non volevi?- lo interroga Peter, con tono gelido, mentre va in cerca dei vestiti che hanno lanciato per ogni dove. -Non puoi avere ancora quella in testa, non dopo il sesso sfrenato che abbiamo fatto stanotte, per non parlare di quello in spiaggia!-

-Lei NON è ‘quella’!- sbotta Kevin, lanciandogli un'occhiata di fuoco, questo prima che gli arrivino gettati in faccia in malo modo la sua camicia e i pantaloni.

-E io non sono il tuo fottuto tappabuchi!- ringhia l’illusionista, rivestendosi.
-Non ho detto questo!- protesta Kevin, seguendo il suo esempio.

-Oh, certo, tu no, ci pensa il tuo inconscio a farmi sentire una merda!-

- Peter, cerca di capire, per me non è facile…-

-Eppure stanotte è stato facilissimo. Io non me la merito l’indecisione di un fottuto codardo!- lancia le sue accuse al vetriolo Peter.

La classica goccia che fa traboccare il vaso.

Kevin si ricorda che prima di tutto lui è Killgrave.

- Chiedimi subito scusa!- gli impone, autoritario, finendo di abbottonare la camicia.

Peter non ha alternative.

-Scusami per quello che ti ho detto!- borbotta sconfitto l’illusionista, anche se il fuoco che ha negli occhi non è certo quello di uno che si sta davvero scusando. -Sai, Kevin, posso anche dirtelo a parole, ma non è quello che penso, sei sicuro che questo ti basti?- aggiunge, guardandolo serio, con la delusione che traspare negli occhi, prima di uscire dalla stanza.


In effetti Killgrave gli ha ordinato di chiedergli scusa, non di perdonarlo.

- Dannazione, no, non mi basta!- borbotta Kevin, rimasto solo, prima di seguirlo.
Sa solo che dovrà darsi un gran da fare.

“E senza ricorrere ai miei poteri, non stavolta.” giura a se stesso.


-Drinky, Kevin, quanto ci mettete? Mancate solo voi!- li chiama la voce squillante del Dottore.

Kevin vede di sfuggita la sagoma di Peter svoltare a un angolo, ma anche lui d’istinto si sarebbe recato comunque alla Stanza delle Torte.

- Vi rendete conto che da quando abbiamo iniziato a viaggiare insieme, non abbiamo ancora mangiato tutti insieme qui?- commenta il Signore del Tempo quando li vede sopraggiungere, mentre i due prendono posto.

Il primo a sedersi è Kevin, vicino a Barty, di contro Drinky si sposta nel punto più lontano possibile vicino a Singy.

Il giovane Detective non sta facendo complimenti avendo in una mano un rotolo farcito al cioccolato e nell’altra una cheesecake al limone.

Alec dall’alto del suo pane tostato addentato con voracità, deve ancora decidere con quale delle due prelibatezze quella strana specie di collega stia dando lo spettacolo più osceno.

“Millah non fa mai così, nemmeno con le Scottish Eggs!” rimugina confuso, incapace di smettere di guardarlo, sentendosi la salivazione a zero.

- Ah-ah, caro il mio Detective Senior!- distoglie la sua attenzione il Dottore.

-Dici a me?- si volta verso di lui confuso.

“Si sarà accorto che guardavo un po’ troppo lo sbarbatello?” si allarma.

- Sì, ho sbriciolato le medicine di cui ti parlavo nel pane che hai appena mangiato, puoi scordarti il tuo tubetto finché starai qui con noi, starai benissimo!- gli spiega, sorridente.

Alec si sente doppiamente sollevato e lo ringrazia con un gesto della mano.


-Mio Dottore, tu pensi sempre a tutto e riesci a fare andare ogni cosa come vuoi tu!- lo guarda adorante Barty, che è seduto talmente vicino a lui da essergli quasi in grembo. 
Questo porta inevitabilmente Ten e sfoderare  un gran sorriso a trentadue denti e a dargli un breve ma intenso bacio.

Mentre mescola il suo tè con il manico di un coltello, Alec non si è perso un attimo di quella scena.
-Ma… quindi loro due…?- lascia la domanda in sospeso, voltandosi verso Singy.
-Sono una coppietta tenerella e sbaciucchiosa? Sì, mio caro!- lo informa l’altro, prima di leccarsi quel che resta della torta dalle dita in un modo che sembra un film vietato ai minori. -Loro invece sono molto meno tenerelli, solitamente si stanno addosso in modo indecente,- riprende il discorso, indicando prima Drinky e poi Kevin, che non si guardano nemmeno e sembrano di pessimo umore.

-Ne sei sicuro?- aggrotta le sopracciglia il detective con più esperienza.

Anche il Dottore e Barty sembrano notare l’atmosfera tesa fra i due.

-Problemi in Paradiso? Voi Babbani di solito dite così!- li sfotte Barty.

 -Sì, è vero, dicono così, ma ti pregherei di evitare simili espressioni quando e se avremo a bordo altri due ospiti un po’... particolari.- commenta il Dottore.

- Oh, quindi non sono io l’ultimo?- domanda Alec, sorseggiando il suo tè.
-Sei l’ultimo al quale ho dovuto spiegare tutto… fatta eccezione per quando lo diremo a David,- spiega il Dottore.


“E anche a qualcun altro dopo di lui, ma non è il caso di rivelare i miei piani a loro, adesso!” pianifica il Signore del Tempo.
-Pure a David va spiegato? Beh, se ha espresso quel desiderio lo dovrebbe sapere a cosa è andato incontro!- dà il suo parere Kevin, mentre sposta avanti e indietro con la forchetta un po’ di frutta fresca.
Non è pienamente convinto che sia tutta frutta Terrestre, ma poco importa.

-Ma che cazzo di ragionamento è, scusa? Capita di dire le cose tanto per dire… non è che tutto quello che uno dice poi si avvera!- interviene Drinky, correggendo il suo caffè con una fiaschetta di Midori che tiene sempre con sé.
-Beh, nel mio caso sì!- si vanta Killgrave con un sorriso sornione.

-Con te non c’è un cazzo di gusto!- borbotta l’altro.

Se non altro sono tornati a parlarsi, ma poi sembrano rendersi conto e smettono subito, tornando a concentrarsi sulle rispettive colazioni.

-Comunque Barty ha ragione, qualcosa non va tra voi due?- indaga il Signore del Tempo.

-Diciamo che Kevin deve rivedere le sue priorità!- ringhia Drinky, sbattendo duramente sul tavolo la tazza di caffè, fortunatamente vuota.

-Non ho di questi problemi, le mie priorità le sto guardando proprio ora,- mormora il Mago Oscuro, occhi negli occhi con Ten.

Questo porta a un altro bacio fra i due.

-Sono veramente tanto sdolcinati però!- borbotta sottovoce Alec a Singy.

-La vuoi sapere una cosa divertente? Sono nate tutte qui queste coppie, poco a poco, la TARDIS fa innamorare!- gli sorride il detective più giovane.

Alec sente l’impellente necessità di cambiare argomento.
-Chi sono i particolari ospiti dei quali parlavi prima, Dottore?- si rivolge al Signore del Tempo.
-Un angelo e un demone. Il secondo ha il nostro stesso aspetto, il primo no, ma è un’eccezione che farei più che volentieri.-
-Hey, cosa significa che si può avere qualcuno da portare con sé in questo viaggio? Io allora voglio portarci Millah!-

“Millah? Chi è Millah?” si chiede Singy, infastidito, prima di giungere ad altre conclusioni. “Un momento, io questo nome l’ho già sentito!”

-Allora eri tu quella persona orribile!- lo accusa, alzandosi dalla sedia.

-Oh bene, ora sono pure orribile! Dài, accomodati, vuoi giocare a tiro a segno con la mia faccia? Scommetto che nel mio distretto lo fanno!- bercia Alec.

-La tua faccia è anche la nostra.- brontola Killgrave, offeso. -Ten. dovremmo tornare a Broadchurch, così potrei fare un bel discorsetto al suo distretto…- propone.

-Oh sì, io potrei aiutarti!- approva il Mago Oscuro, accarezzando la sua bacchetta magica con una luce folle nello sguardo.

-Niente piani omicida o quasi a colazione nella mia TARDIS, grazie!- ricorda a tutti chi comanda Ten.

-Comunque non intendevo orribile fisicamente,- precisa Singy -Ti ho sentito parlare con lei, è orribile il fatto che tu le abbia impedito di mangiare il suo cibo con calma!-

-Ah, quindi eri lì…. non so te, ma con un’indagine in corso io non perdo certo il mio tempo ad abbuffarmi,- replica scontroso Alec. -Ma cosa parlo a fare con te? Come minimo gli interrogatori tu li tieni direttamente in pasticceria!-
Peter Carlisle ripensa alla prostituta interrogata nel bar di Blackpool, davanti a un cospicuo numero di paste, come quelle che c’erano nel suo ufficio, quando ha intervistato gli amici della vittima.

-Tu non sai niente di me!- nega l’evidenza il giovane detective, tornando a sedersi.
-Comunque, no, non è concesso portarsi nessuno appresso in questo viaggio, l’unico strappo alla regola la farò con quell’angelo. Alec, tu con questa Millah hai un amore che vuoi dichiarare da seimila anni?- lo interroga Ten.

-Cos..? Noooo, è la mia partner di lavoro, una detective sufficientemente cazzuta per tenermi testa…- spiega lui.
-Io pure posso tenerti testa,- spergiura Singy.

-Vedremo, sbarbatello!- ammicca verso di lui Alec. 
Lui non ammicca mai.

-Allora niente da fare, lo strappo alla regola lo farò solo per loro. Comunque ho parlato di un angelo e un demone e non ti sorprendi nemmeno un po’?- riprende il discorso il Dottore.

-Sono dentro una cabina telefonica che fluttua nello spazio in compagnia di gente con la mia stessa identica faccia che però fa cose molto bizzarre. Esattamente di cos’altro mi dovrei stupire? Senza contare le pareti della mia stanza da cui esce il mare!-

-Le pareti che riproducessero le tue scogliere sono un mio regalo,- lo informa Ten.

-E io ho trovato il mio, sai?- lo avvisa Singy, trepidante.
-Però non doveva uscire il mare… Sexy, c’entri tu?-

-No, mio Signore, ti giuro che non ho fatto nulla!- proclama la sua innocenza il Mangiamorte.

-Non Sexy tu, Sexy… lei!- precisa il Dottore, con aria di rimprovero verso la sua astronave.

Poco dopo si verifica una scossa, ma solo dove è seduto Alec.

-Immagino che questo sia perché hai fatto la spia,- deduce Ten.

All’improvviso dalla sedia di Alec escono quattro ruote, viene dotata di un motore, di un volante e comincia a muoversi a gran velocità lungo tutto il corridoio.
-Ma che cazz? Aiuuutooo!- sbraita Alec, facendo l’unica cosa sensata: reggersi.
-Io credo che questo sia per il migliaio di volte in cui l’hai chiamata ‘Autosalone’!- gli urla da lontano Ten, sotto, sotto divertito.

-Scusami, scussaamiiii, dannazione, scusami!- implora la pietà di quella sadica astronave il malcapitato detective.
Proprio quando sta andando a tutta velocità verso un muro e l’impatto sembra inevitabile, quella rudimentale macchina si ferma, prima che torni ad essere una semplice sedia.
“Meno male che il Dottore mi ha fatto prendere quelle medicine o la mie pressione sarebbe schizzata alle stelle… e ancor prima, meno male che ho già fatto quell’operazione!” si rincuora Alec, cercando di riprendersi dallo spavento.

-Mio Signore, forse la tua TARDIS ha assorbito un po’ della mia malvagità da quando sono qui con te?- si domanda Barty, abbracciato a lui.

-Oh no, non credere, quando vuole sa essere molto malvagia di suo!- ridacchia Ten.
-Anche tu, mio Secondo Signore Oscuro?- 

-Non tocchiamo quest’argomento!- taglia corto il Dottore, suscitando ancor di più la curiosità del Mangiamorte.

Singy intanto è corso verso Alec, sincerandosi che stia bene.
-Mi dispiace!- mormora, mordendosi le labbra.
-E tu che c’entri?- si acciglia l’altro.

Del resto anche Peter Carlisle è un detective brillante e ha tratto la sua deduzione.

-Io credo che indirettamente sia anche colpa mia: la TARDIS è gelosa di me.- spiega lui. -Ecco perchè ti fa tutte quelle cose… il fatto che poi tu non la chiami col nome giusto non aiuta di certo!-

Ten lo ha sentito e si avvicina a lui.

-Fatta eccezione per Alec, sei l’ultimo dei miei Companions, sei qui da una manciata di ore e già credi che la mia Sexy si sia così affezionata a te? Secondo me ti sei montato un po’ la testa, sbarbatello!-

-Da Alec accetto di farmi chiamare così, da te no! Anche perché, andiamo, più o meno abbiamo la stessa età.- controbatte Singy, un po’ irritato.

-Ho novecentocinque anni, Terrestre, quindi no, non credo proprio che abbiamo la stessa età!- precisa il Signore del Tempo, con la necessaria autorità.
-Beh, che dire? Te li porti bene,- fa spallucce Singy, che ormai non si sorprende più di niente. -Ad ogni modo, potreste lasciarci da soli, tutti? Vorrei fare un discorso alla TARDIS, solo noi due.-

Ten lo guarda sempre più allibito.

-Avresti la faccia tosta di chiedere a me che l’ho rubata e accudita per tutti questi secoli di lasciarti da solo con la mia TARDIS?-
-Beh sì, giusto cinque minuti.- insiste Singy.

-E dove dovremmo andare, sbarbatello? Ti ricordo che stiamo fluttuando nello spazio!- puntualizza Alec, che non gradisce quella prospettiva.

-Oh beh, a quello si rimedia presto. Dato che ormai ci siamo tutti e chi aspettavo non si è rifatto vivo, direi che possiamo anche andarcene da David. Sì okay, a dire il vero ne mancherebbe ancora uno, ma quello preferisco apposta tenercelo per dopo.- commenta il Dottore, misterioso, andando alla console.
Tuttavia, qualcuno sembra già aver deciso la prossima destinazione.


-Oh, andiamo, Sexy, fai sul serio?- brontola Ten, leggendo le coordinate. 

-Che cazzo succede ancora in questa cazzo di giornata che è già iniziata così fottutamente storta?- sbotta Peter.

“Ma io poi come accidenti faccio a dimenticarmi Jessica se tu me la ricordi in ogni singolo istante?” si perde nei suoi pensieri Kevin, prima di raggiungere gli altri alla sala comandi. “Devo fare pace con te, Peter, assolutamente, mi manchi già.” continua le sue turbe mentali, osservando l’oggetto del suo desiderio in lontananza.
-Succede che la TARDIS ha già deciso dove portarci, un posto che di sicuro manderà Singy in visibilio… comincio a pensare che davvero lei abbia un debole per te.- borbotta il Signore del Tempo, un po’ risentito.

-Davvero?- si incuriosisce Singy, mentre tutti si reggono a qualcosa, perché il viaggio sta già iniziando.
-Vorrà dire che David aspetterà.- borbotta Ten.

Sa che se la sua TARDIS si mette in testa qualcosa, difficilmente le può far cambiare idea.

-Amici miei, siamo diretti sul pianeta SweeTown!- li informa.

-Ooooh, già dal nome mi piace tantissimo.- sfodera un sorriso a trentadue denti Singy, contenendosi per non mettersi a saltellare.

-Fidati, non sarà solo il nome a piacerti.- gli annuncia il Dottore.

-Il nostro primo viaggio su un pianeta alieno!- esulta Barty, rivolto a Kevin. -Tu non sei emozionato?-
-Oh sì, da morire,- gli dà poco credito il persuasore, che ha altri obiettivi.

Continuando a reggersi dove possibile, cerca di avvicinarsi al Dottore, mentre la TARDIS è già in fase di atterraggio.

-Quando torneremo sulla TARDIS vorrei tanto fare una cosa ma credo che avrò bisogno del tuo aiuto.- gli bisbiglia.

Barty è troppo preso dal cercare di guardare fuori, a costo di far comparire un oblò con la magia, per badare a loro.
-Dipende… c’entra con un malvagio controllo di massa?- lo guarda sospetto il Signore del tempo.

-No, nessun controllo, di nessun tipo- assicura Kevin.
-Allora conta su di me!- sorride l’altro, prima che la TARDIS giunga a destinazione, in modi non troppo delicati. -Tutti tranne Singy, giù con me, lasciamoli soli.- comanda a tutti i Companions.


***

Intanto, anni luce lontano da loro, sul pianeta Terra di un altro universo, precisamente a Londra, sul finire dell’estate 2019, c’è un evento più unico che raro.
L'apocalisse è stata finalmente scongiurata. Tutti i partecipanti di quell'impresa fortunatamente sono stati salvati. Un angelo e un demone si sono dati appuntamento al loro ristorante preferito, il Ritz.
"Mi mancherá tutto questo quando… cos'è che dovevamo fare dopo aver salvato il pianeta? Ah, sí! Il Dottore!" Pensa l'angelo, abbassando il bicchiere con il quale ha appena brindato assieme al suo migliore amico.
-Crowley, pronto per un'altra impresa?- domanda con un sorriso addolcito sulle labbra.


TBC


Sì, avete letto bene, stanno per tornare anche loro ;)
Quanto alla questione setting, io (Lu) ho messo Londra 2019 perché sono abbastanza convinta che gli eventi di GO prendano luogo ai giorni nostri, Loki invece è sicura sia nel primo 2000 … qualcuno che ci dà un verdetto risolutivo? XD


Speriamo continuino a divertirvi i nostri mattacchioni TenTENNANTi, ne devono combinare ancora molte… e non manca molto ormai (ma questo con loro non si sa mai XD) prima che arrivino da David&Co ;)
alla prossima <3 
   
 
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