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Autore: Allen Glassred    30/03/2021    0 recensioni
Nina si accorge che in Azazel qualcosa non va. E forse, riesce anche a comprendere quale sia il pensiero fisso di suo padre, quella malata ossessione che solo un demone potrebbe avere in animo.
Genere: Generale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
- Questa storia fa parte della serie 'Bloody Sunset '
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La giovane dalla chioma rosa sta osservando da un po' colui che, di lì a poco, torna a sedersi sul trono infernale che ormai gli appartiene da quando, secoli prima, il Padre fu imprigionato da Dio nella gabbia. “ Padre? “. Lo chiama ma, esattamente come la precedente volta non riceve alcuna risposta. “ Padre! “. Alza di più il tono di voce e, finalmente, riesce ad ottenere l’attenzione desiderata. L’altro punta lo sguardo color ametista in quello viola chiaro della ragazza che, di lì a poco riprende parola. “ Stai bene? “. Chiede. Una semplice domanda in apparenza ma che, in realtà, gli ha fatto per un motivo ben preciso: è infatti da un po' di tempo che lo vede strano, perso nei propri pensieri e con sguardo fisso.

“ Certo che sto bene, perché mi fai questa domanda? “. Chiede freddo il Principe Infernale. Nina sospira pesantemente: non ha mai avuto un buon rapporto padre/figlia con Azazel, è sempre stata più affezionata alla madre ma, da un po' di tempo a questa parte, ha iniziato ad accompagnare suo padre sulla Terra ed ha conosciuto gli umani che tanto detestava, ma che Lucifero gli ha ordinato di corrompere quanto più possibile.

“ Non so: hai uno sguardo strano, sei assente… “. Si interrompe a metà frase: forse conosce le reali ragioni del comportamento di suo padre.

“ Non è niente: stavo solo pensando a quello sciocco di Sebastian. Quella Virtù ci sta mettendo parecchio in difficoltà e non riesco a trovare il modo di eliminarlo “. Invece altri pensieri iniziano a farsi strada in lui, nella sua mente: la notte in cui, moltissimi anni prima, aggredì la famiglia di Sebastian ed uccide Dean e Jeanne, la notte in cui per la prima volta incontrò suo figlio Sebastian. Quegli occhi così simili ai suoi, quella determinazione, quello sguardo. E le sue parole: lo minacciò, gli disse che lo avrebbe ucciso. Gli disse che lo avrebbe cercato per la resa dei conti finale, la resa dei conti a cui anche lui anela: non vede l’ora di vedere nuovamente suo figlio per dargli quella lezione che gli ha promesso, per farlo finalmente inchinare ai suoi piedi, spezzare il suo orgoglio e togliergli quella sicumera che ha sempre ostentato, sin dalla più giovane età. Il suo sguardo torna a farsi fisso mentre quei pensieri, gli stessi che ormai lo tormentano da tanti anni, non fanno altro che ripetersi come una pellicola spezzata e che trasmette sempre lo stesso spezzone.

“ Non è vero: non stai bene. Da quando sei tornato all’Inferno hai un unico pensiero fisso: farla pagare a mio fratello per ciò che credi ti abbia fatto, sfidandoti quella notte in cui sterminasti la sua famiglia. Dico bene? “. Chiede, ignara che questa è solo una parte della verità: è vero che Azazel vuole farla pagare a Sebastian, ma prima desidera punirlo in “ altri modi “, soddisfare quei desideri oscuri, amorali e profani che ormai lo tormentano da troppo tempo. Solo una volta riuscì a mettere le mani su quella pelle delicata, su quel collo che chiede solo di essere stretto fino a quando il respiro non sarà mozzato, fino a quando da quelle labbra che chiedono solo un bacio non uscirà l’ultimo, agognato respiro. E’ follia: è pura follia, pensa. Ma che ci può fare? Lui è un demone, lui è il figlio di Lucifero e non da peso al legame di sangue con quel ragazzino. Non gli importa se è suo figlio, se solo riuscisse a catturarlo, allora…

“ Non sono affari tuoi, Nina “. Taglia corto il demone dalla chioma argentea. Riflette: non può certamente condividere quei pensieri con la figlia. “ Non sono affari tuoi… “. Mormora, avvertendo nuovamente quella vampata di calore che non è dovuta all’elevata temperatura dell’inferno. E’ il calore che percepisce solamente al pensiero del tramite di Forza, al pensiero di averlo lì con lui, di distruggere prima la sua mente poi il suo corpo, di marchiarlo, di farlo suo ancora ed ancora. Di fargli quasi implorare di morire, di sentirsi finalmente il più potente tra i due malgrado, di fatto, la volta precedente sia stato lui a conseguire la vittoria. Malgrado sia stato lui a distruggere la sua famiglia ed a lasciarlo completamente solo, non si sente vittorioso: vuole altro. Vuole di più, ancora di più.

“ Perchè non lasci perdere? “. Chiede la rosa, ottenendo solamente di essere guardata dal padre che, tuttavia, pare ancora perso in quei pensieri totalmente amorali che solo un demone potrebbe avere. “ Voglio dire, ci sono altre Virtù di cui occuparsi. Perché proprio con lui…? “. Ma Azazel la interrompe prima che riesca a proseguire la frase, con un semplice cenno della mano.

“ Non lascerei mai a nessun altro l’onore di far fuori quel bastardo di tuo fratello: quel compito spetta solo a me “. Sentenzia risoluto, la figlia non può fare a meno di osservarlo: sta mentendo. Sta mentendo e lei, proprio come la madre riuscì a fare prima di lei, riesce a percepire l’odore della menzogna lontano kilometri. “ Ora, torniamo alle nostre mansioni. Abbiamo ancora molto di cui occuparci “. Sentenzia in fine Azazel, allontanandosi e lasciando Nina immobile per qualche istante: da un lato vorrebbe dei chiarimenti ma, almeno per il momento, preferisce non insistere o, lo sa bene, anche per lei potrebbe finire davvero in modo sgradevole.

“ Come desideri “. Sussurra, incamminandosi poi dietro al padre e con un unico pensiero fisso, una domanda che non la lascia tranquilla e la rende inquieta: cosa deve fare? Deve essere fedele ad Azazel o avvertire Sebastian del pericolo? Deve scegliere un padre quasi anaffettivo o il fratello che non ha mai conosciuto? Il dubbio la tormenta per un po' ma, probabilmente, a breve riuscirà a prendere la decisione più giusta.



Nina si accorge che in Azazel qualcosa non va. E forse, riesce anche a comprendere quale sia il pensiero fisso di suo padre, quella malata ossessione che solo un demone potrebbe avere in animo.
   
 
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