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Autore: Anduin    30/03/2021    1 recensioni
Sulle tracce di Philipp Lloyd... Il suo Diario mi ha portato sin qui.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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29 Marzo 2021,

 

 

Sono in ritardo di un giorno, lo so!

Posso già sentirvi protestare nelle mail, avanzare ipotesi sul fatto che sia un racconto falZo, una fake news e altre cavolate simili.

Sono in ritardo perché ho da fare, è questa la verità.

Mi rimetterò al passo, promesso.

Purtroppo non ho accesso alle mail di Philipp (sappiamo tutti che non è il suo vero nome), altrimenti avrei risposto per suo conto.

Ma se siete venuti qui, ovviamente, non è per fare un favore al presente Anduin. L’intento stesso di questo diario non è quello di accumulare spettatori, ma solo di fungere da tramite per le vicende di Philipp. Ho provato ad utilizzare il suo account, inserendo vari messaggi segreti, ma è una tale fatica di codici, che non ho intenzione di impegnare oltre il mio tempo. Preferisco sfruttare questo canale per comunicare con voi, non disdegnando degli aggiornamenti giornalieri sul profilo di Philipp. Vi accorgerete che sono io dallo stile, suppongo. Non starò più a scrivervi che si tratta di me.

Lo sarò finché Lloyd non sarà abbastanza in forze per comunicare.

Veniamo a ciò che importa di più: dove ci siamo fermati col mio racconto…

 

L’intera casa era spalancata, quasi ci fosse l’intenzione stessa di mettere in luce quell’orrore che stava vivendo in quegli ultimi giorni di agonia. (Ho recuperato tutti i suoi aggiornamenti, quindi conosco i suoi timori riguardo il vicino di casa. Per rispondere alla vostra domanda: no, non ho provato a suonare al vicino per verificare la sua storia. Ma i nastri della polizia sigillavano la porta.)

Ho trovato Philipp disteso sul divano, completamente nudo, Avorio accasciato al suo fianco. Il portatile era proprio accanto a lui, la pagina dell’ultimo aggiornamento aperta sul testo. Sono stato io ad inviarla, anche se poi ho perso l’accesso al sito a causa del log out automatico.

Dalla sua bocca fluiva un liquido che mi diede subito da pensare avesse a che fare con delle droghe, mentre da quella del gatto sgorgava un liquido tra il verde e il marroncino. Era questa seconda sostanza ad esalare un fetore indicibile.

Non ho perso tempo, anche se ammetto di essermi soffermato ad osservare con pietà quel corpo nudo: era magro, quasi non mangiasse da settimane, pallido da sembrare quasi di marmo, con quel segno che deturpava il suo avambraccio; era possibile vedergli le costole, quasi fosse di già una carcassa. Ma non mi sarei mai perdonato il fatto di averlo lasciato lì a morire.

Il Signore mi aveva legato a lui. Mi sono preso tutti i rischi del soccorrerlo.

Ho chiamato un due taxi, frattanto che coprivo Philipp con un paio di mutande e il suo accappatoio. Vi sembrerà una cosa disumana, ma ho messo Avorio dentro una busta. Per essere un gatto, è molto pesante.

Il taxi è arrivato prima di quanto non avrebbe potuto un’ambulanza, di questo ne sono certo. Philipp era leggero, come trasportare un manichino, e non ho avuto particolari difficoltà nel caricarlo sul sedile posteriore. Il tassista ha provato a togliersi d’impiccio da quella faccenda: quanta disumanità, per Dio!

È tornato ad essere umano solo quando gli ho sventolato davanti al grugno due pezzi da cinquanta: “All’ospedale, subito. Dica che è salito in queste condizioni.”

Quasi la verità.

Poi, ho avuto il tempo di tornare in casa, prendere il portatile (senza mai spegnerlo) e il caricatore, ed infine di trascinare giù Avorio per il secondo taxi. Mi trovò giù, pronto a partire. Sì, non ho scordato il Diario. È la prima cosa che ho messo al sicuro. Per quanto riguarda la casa, non c’è stato il tempo di chiudere tutte le finestre e le porte, mi sono limitato al portoncino blindato.

 

Come diavolo fa Philipp a riempire le pagine del Diario? È come si avessi raccontato tantissimo, ma mi sembra di non aver detto niente!

 

Mi sono così precipitato dal primo veterinario disponibile.

Dopo alcune analisi, sono riusciti a trovare la fonte del suo male: zecche! Grosse e purulente, si erano scavate il loro antro letale nel corpo della bestiola. Avevano più zampette del normale, anche se a me sono parse più simili a piccoli tentacoli, trasmettendomi una sensazione di viscido. La dottoressa ha dovuto estrarle a forza, quando i comuni prodotti non hanno avuto alcun effetto. Il fuoco è stata l’unica soluzione, quando le abbiamo viste, agguerrite, tentare di riavvicinarsi ad Avorio! A detta della veterinaria, una cosa mai riportata prima.

Quelle cose si sono liquefatte a contatto con il fuoco, trasformandosi in una sorta di sostanza simile al caramello, esalante però un fetore ben peggiore di quello prodotto delle cimici. Sembrava tossico!

Sarebbe appropriato tenerlo sotto esame per i prossimi giorni, fare della lastre.”

Ma sapevo bene che il posto di Avorio era accanto a Philipp. Non mi avrebbero tuttavia permesso di portarlo in ospedale, meno che mai nella situazione di emergenza attuale. Avrei comunque fatto un tentativo.

La dottoressa si è offerta di saldare il conto personalmente, quando ho addotto come scusante il fatto di essere in difficoltà economiche, per sfuggire al suo consiglio di tenerlo sotto esame.

Sono colpita dalla sua dedizione per la vita degli animali, in circostante avverse, in tempi come questi. Altri lo avrebbero lasciato morire”, ha detto.

Credo ci stesse provando. Ho avuto questa impressione. Avreste dovuto sentire il tono in cui lo ha detto, quel suo sguardo...

Ma sto divagando!

È forse questo il trucco di Philipp?

 

Per concludere la mia epopea, amici miei (scriverlo mi pare ridicolo) caro diario! (Molto meglio!)

Avorio si è ripreso quasi subito, non del tutto.

Ultima tappa: ospedale.

Non vi dico il giro di firme, oltre che di interrogatori!

Credevano avessi costretto Philipp ad ingerire quelle pillole!

I biglietti del treno mi sono tornati utili per spiegare la mia situazione, oltre che avvalorare la mia innocenza. Alla fine l’ho sfangata.

Nota di merito per me da parte delle forze dell’ordine, con stretta di mano, e pacca sulla spalla da parte del medico curante. Alla faccia del teniamo le distanze!

Philipp ha tuttora bisogno di essere monitorato 24 H.

Mi hanno detto che posso stare con lui, in una stanza dedicata precisamente a lui, all’esterno dell’ospedale. Non ci sono posti per uno così, non in questo momento. Il prima possibile sarà spedito di nuovo a casa.

Fortuna che in questi giorni fa caldo, perché non c’è riscaldamento in queste stanzette. Il vantaggio è che posso tenere Avorio. La pizzeria nelle vicinanze dell’ospedale non è niente male. Ma queste cose non v’importano.

Sono riuscito a tenere il pc acceso sino alla stesura di questi stessi resoconti. Ma ho dovuto creare questo account per poter pubblicare qualcosa per tenervi aggiornati, finché Philipp non è uscito dal coma per consegnarmi la password del sito, prima di ripiombarci.

Non credo che abbia capito chi io sia.

Mi crede l’Uomo Ombra.

Per ora è sufficiente che sia vivo.

Che lo siano entrambi.

Philipp Lloyd e Avorio.

 

 

Prestate attenzione alle zecche, le prossima volte che uscite… sperate che non siano le stesse di Avorio. Se hanno i tentacolini, sono guai. Fidatevi!

Vi tengo aggiornati, patiti dell’orrore!

 

Anduin

   
 
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