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Autore: Giada2904    31/03/2021    0 recensioni
Quando il mondo crolla , le tue paura ti soffocano e nessuno può salvarti, saresti in grado di sopravvivere?
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-“ Svegliati! È tardi, vedi di muoverti!” - Emma aprí gli occhi e saltò sul letto come ogni mattina, allungò il braccio verso il comodino e afferrò il telefono, le sei e mezza sua mamma l’aveva nuovamente svegliata un’ora prima della sveglia impostata , valutò le opzioni : ributtarsi sotto le coperte o alzarsi e per quanto volesse riposarsi ancora un pò decise di alzarsi per evitare un litigio inutile. -“ Buongiorno..”- biascicò entrando in cucina per poi accasciarsi a tavola -“ Giorno “ - sussurò suo papà sorridendole -“Sembri uno zombie, hai dormito stanotte?” Domandó nonostante sapesse già la risposta -“ No certo che non ha dormito! È colpa tua vede te stare al computer fino le 2 di notte e ti imita! Guardati, guarda come sei ridotta, fai schifo”- sbraitò sua mamma entrando in cucina , i capelli neri legati in una coda e gli occhi scuri socchiusi , Emma poteva vedere tutta la disapprovazione della madre dalle rughe sulla fronte che anticipavano le loro furiose e continue litigate. -“ Hai intenzione di fare colazione o no? Puoi andarti a lavare cosí non occupi il bagno per ore dopo!” - “Quando mai ho occupato il bagno per ore?”- esclamò irritata la ragazza -“ Quando? Dimmi quando ti prego! Anzi sai cosa non rispondere , non ho voglia di discutere con te stamani”- sbottò alzandosi dal tavolo e solo quando si sentii il tonfo della porta del bagno il padre parló -“ Spiegami perchè devi fare sempre cosí ? Qual’è il tuo problema? Possibile che sei sempre incazzata? “- sibilò verso di lei , l odio saettava nei suo occhi celesti lanciando dardi accusatori mentre le vene della mano diventavano evidenti mentre mescolava il caffè, ma a quelle domande non ottenne risposta perchè la donna non aveva un motivo preciso se non la sua infinita e profonda tristezza all’ennesimo silenzio pesante come un macigno l’uomo se ne andó senza salutare . Emma uscí di casa senza neanche rivolgere uno sguardò alla madre infilò le cuffiette e inviò un messaggio alla sua migliore amica avvisandola di scendere per prendere l’autobus. -“ Come va?”- domandò sorridente Celeste -“ Litigato di nuovo con tua madre?” - -“ No ! lei ha litigato con me”- rispose Emma alzando gli occhi al cielo e sospirando. -“ Non te la prendere, sai che è fatta cosí. Pizzetta? Offro io!”- Emma incrociò gli occhi dell’amica , una ragazza minuta e una chioma riccia e folta tenuta a bada da un mollettone ,le sorrise e annuí , la giornata sarebbe stata lunga e una pizzetta le avrebbe migliorato l’umore. Le ore di lezione passavano lente , ma la ragazza avrebbe preferito 22 ore di lezione filate piuttosto che tornare a casa , eppure casa sarebbe dovuto essere il tuo porto sicuro, dove stai bene e ti senti amata ma sicuramente non era il suo caso, la sua casa era un piccolo contenitore di litigi, sfuriate e odio represso che sfociava in tremende scenate dove lei finiva sempre per piangere e sgretolarsi poco alla volta, non capiva e per quanto cercasse di farlo non trovava nessuna motivazione per l’ odio incondizionato di sua madre nei suoi confronti. La campanella la riportò alla realtà, le lezioni erano finite. Raggruppò tutte le sue cose ed insieme a Celeste si diressero alla fermata. Emma sentiva dentro di lei che qualcosa non andava, pensava fosse stress , ma quel giorno da li a poco la sua vita sarebbe cambiata solo che lei ancora non lo sapeva.
   
 
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